E' il caso per esempio della nuova piscina che dovrebbe sorgere a Spinea così come pensata dallo Studio Versuro.
La piscina progettata nel 2009 posizionata verso sud vicino allo stadio del Villaggio dei fiori, con ampie vetrate colorate, dovrebbe trovar collocazione nel nuovo PAT 2013 (piano di assetto del territorio) vicino alla stazione dei treni vicino l'ex-cavalcavia per Mestre.
Non è chiaro quando inizieranno i lavori di costruzione, ma alle porte c'è quel vincolo della Direttiva europea 2010/31/UE che impone dal 2018
Art. 9Per "edificio ad energia quasi zero" si intende una struttura con altissima prestazione energetica il cui fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze
1. Gli Stati membri provvedono affinché:
b) a partire dal 31 dicembre 2018 gli edifici di nuova costruzione occupati da enti pubblici e di proprietà di questi ultimi siano edifici a energia quasi zero.
La differenza fra costruire una piscina a forma di rettangolo con pareti in cemento e piccole vetrate qual è per esempio quella di Mirano o quella di Chirignago e una piscina con ampie vetrate sta nel fatto che le vetrate non hanno mai valori di isolamento paragonabili a quelli di un muro, specie se ricoperto con isolamento a cappotto (conduzione termica poliuretano 0.03 W/m^2K).
Una conduzione termica tipica per una finestra doppio vetro è pari a 1.4-2.7 W/m^2K (triplo vetro 1.0 W/m^2K), quella di un muro varia anche a 0.25-0.7 W/m^2K.
Uno degli esempi di sistema "vetrato" con migliore resistenza all'emissione di calore è rappresentato dal Burj Dubai la cui vela fatta in teflon raggiunge valori di conduzione termica di 1 W/m^2k (lastra unica), ma a discapito della spesa per la realizzazione visto l'alto costo del materiale.
L'aspetto curioso di una piscina con maggior dispersione di calore, al di là del rispetto o meno di futuri vincoli di legge, è che tutto il calore disperso viene pagato in riscaldamento, il cui costo va a bilancio con i ricavi di gestione e con il prezzo unitario con cui verranno venduti gli abbonamenti mensili alla piscina.
Insomma, chi maggiormente dovrebbe essere interessato al comportamento energetico della struttura dovrebbe essere chi in quella struttura ci andrà a nuotare, non chi l'ammirerà dall'esterno per le sue forme armoniose e curve.
Tuttavia altri problemi sembrano essere già possibili per una piscina vetrata, infatti prendendo in considerazione quanto indicato in questo blog sulle energie rinnovabili dal 2010 sono stati modificati ulteriormente i valori di conduzione termica delle finestre-chiusure apribili, abbassando ulteriormente il coefficiente che denota quanta calore fuoriesce dal chiusura colorata/trasparente.
Rimane un po' di dubbio se una facciata vetrata possa essere assimilata ad una "finestra/chiusura apribile o assimilata", ma in un tal caso si avrebbe che tutta l'ampio sistema vetrato della nuova piscina di Spinea dovrà montare tripli vetri basso emissivi, il cui costo aumenta notevolmente (da non dimenticare che la detraibilità al 65% anche in IRES è data per sostituzioni di sistemi vetrati e il 50% è ottenibile con ristrutturazioni e non nuove costruzioni).
Un'altra prescrizione entrata in atto con il DPR59/2009 è l'obbligo di installare un impianto fotovoltaico su ogni nuova costruzione.
Infine nel recepimento italiano della direttiva europea 2009/28/CE nel decreto legislativo 3 marzo 2011, n.28 già in vigore impone l'obbligo di:
Obblighi per i nuovi edifici o gli edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevantiCiò significa che il 50% dei consumi previsti per l'acqua calda sanitaria di un edificio di nuova costruzione deve essere garantito con impianti alimentati da fonti rinnovabili.
1. Nel caso di edifici nuovi o edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, gli impianti di produzione di energia termica devono essere progettati e realizzati in modo da garantire il contemporaneo rispetto della copertura, tramite il ricorso ad energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili, del 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria e delle seguenti percentuali della somma dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento:
a) il 20 per cento quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 31 maggio 2012 al 31 dicembre 2013;
b) il 35 per cento quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2016;
c) il 50 per cento quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è rilasciato dal 1 gennaio 2017.
Per una piscina l'ACS può essere considerata l'acqua delle docce, ma anche l'acqua della piscina stessa... entrambe risultano un onere superiore alle richieste di una famiglia, per cui molte piscine pubbliche ristrutturate hanno soddisfatto questo limite ricorrendo a due artifizi: i tubi riscaldanti posti sul tetto (una specie di pannello solare fatto con semplici tubi neri esposti al sole) e sistemi di riscaldamento dell'acqua a biomassa (ciclo della CO2 nullo, solo che la CO2 diviene legno nel bosco e torna nell'aria dopo combustione in città).
Inoltre va applicata la percentuale alla somma dei consumi previsti per ACS + riscaldamento + raffrescamento, il che corrisponde per esempio ad applicare un altro 20% di energia da fonti rinnovabili per l'ACS (50%+20%=70%) ma anche nel riscaldamento e nel raffrescamento.
Non sono compresi gli impianti fotovoltaici nelle percentuali incentivate, per ovvie ragioni.
Ciò si traduce per casi residenziali in ben determinate soluzioni tecniche ed impiantistiche applicate in edifici ovviamente di classe energetica A (case passive) od anche case attive (producono più energia di quanta ne consumino).
Per una piscina non ancora iniziata a costruire,ciò corrisponde a potenziare in risorse rinnovabili tutta la parte di calore che viene dispersa per esigenze estetiche, probabilmente ricorrendo ad un doppio sistema di riscaldamento con cogenerazione (produzione di calore ed elettricità) e biomassa (produzione di surplus di calore invernale) con eventuali altri apporti derivanti da un secondo sistema di riscaldamento d'emergenza.
Ironia della sorte, fare la piscina ad acqua corrisponderà a "fare la vasca per il legno" (coclea) dove scaricare le biomasse (il minor costo lo si ha con il cippato piuttosto che col pellet) per alimentare la caldaia a biomasse.
Inoltre la coclea ove stivare circa 20-30 metri cubi di legno dovrà essere accessibile ai camion probabilmente ogni 7-10 giorni.
Essendo passato il 1 gennaio 2014 ora vale il 35% da fonti rinnovabili.
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