Tuttavia è un piano relativamente recente, non derivante da una sedimentazione di progettazione e verifica, per questo in molti casi sembra più uno strumento utilizzato dall'amministrazione comunale per avallare le scelte e gli interessi della politica, piuttosto che al contrario una base dalla quale la politica debba muovere le sue scelte.
Già in due precedenti post del blog (Viabilità, cosa prevede il PAES e Tangenziale nord e PAES, qualcosa da nascondere?) era parso che lo studio del PAES, così come pubblicato nel PDF del comune, non fosse così imparziale rispetto quella politica bipolare che da anni modifica gli assetti viari del comune di Spinea; tuttavia, discutendo del Passante di Mestre con un caro lettore di questo blog, emerge qualche altro aspetto fin'ora non considerato...o meglio si evidenziano delle vere e proprie lacune del PAES di Spinea.
In primo luogo bisogna notare che il Patto dei Sindaci, fra i sindaci e la Comunità Europea, impone all'amministrazione locale di dotarsi del PAES, Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e dell'IBE, Inventario di Base delle Emissioni, al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Patto 202020.
Il patto prevede:
- ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 20% rispetto ai livelli del 1990;
- aumentare al 20% la quota di energie rinnovabili nel consumo energetico dell'UE;
- ridurre il consumo di energia primaria del 20% rispetto ai livelli previsti, grazie all'efficienza energetica.
Il dato che invece ci interessa è la data di riferimento per la riduzione delle emissioni di CO2 previste nel PAES: il 1990.
Il 2005 ed il 2010 sono le date utilizzate nel PAES per stimare l'evoluzione dell'impatto della popolazione sul territorio comunale (emissioni, crescita della popolazione, ecc...).
Ma in che condizioni era Spinea nel 1990?
Trascuro le caratteristiche che sono forse inconoscibili, o stimabili statisticamente con una certa percentuale d'errore (per esempio emissioni degli edifici con caldaie vecchie nel 1990; quantità d'auto per le strade negli '90, ecc...).
Al contrario alcune macro-caratteristiche sorte fra il 1990 ed il 2013-2014 sono talmente note che ci si dovrebbe stupire del fatto che non vengano trattate nel PAES.
Per esempio nella Spinea del 1990 non c'era il servizio di cremazione dei cadaveri, impianto costruito negli anni a venire ed oggetto alcuni anni fa di uno studio sull'incidenza delle polveri sottili nell'area adiacente.
Lo studio di ARPAV non dovrebbe aver misurato le emissioni di CO2 del sistema di cremazione, ma solo quello delle polveri sottili, valutando che le quantità presenti si attestano nella media provinciale.
Come già detto nel PAES del comune di Spinea non si cita minimamente questo aspetto e vi è quindi una lacuna a tal riguardo.
E' bene ricordare che in passato era in funzione l'inceneritore fra Spinea e Mirano, oggi divenuto discarica.
Un altra lacuna dimenticata dai tecnici del PAES è lo studio della "catena del freddo".
La catena del freddo è costituita da quei servizi di trasporto, distribuzione e vendita su bancone di prodotti in genere deperibili che vengono conservati a basse temperature o surgelati.
Oltre ad avere forti dispersioni termiche sui banconi, in pratica dei frigoriferi con lo sportello sempre aperto, tutto il sistema di vendita di prodotti surgelati impatta i consumi di un territorio, in funzione del maggior periodo di stazionamento in una cella frigorifera o trasporto su camion frigorifero.
Avendo macellerie, pescherie, supermercati all'ingrosso, questo aspetto andrebbe trattato in un piano di rilevanza comunale-internazionale, come il PAES, trovando forse qualche forma di incentivo per i prodotti freschi od a chilometro zero.
Altro macro-caratteristica dimenticata: il Passante di Mestre.
Il Passante di Mestre dovrebbe aver giovato alla circolazione interprovinciale del comune di Venezia-Mestre, aumentando la velocità media di percorrenza delle auto rispetto al collo di bottiglia rappresentato dalla vecchia tangenziale a Mestre.
Le auto/camion viaggiando più spediti possono così raggiungere prestazioni ottimali fra strada percorsa ed emissioni di CO2: si pensi per esempio alle auto ferme in coda che emettono CO2 solo per tenere il motore acceso.
La diluizione del traffico su due rami (la vecchia tangenziale A57 ed il Passante di Mestre A4) ha però spostato l'area geografica delle emissioni di CO2.
Prendendo qualche percentuale a caso, un po' come abbiamo visto fare dagli studenti dello IUAV o dai tecnici del PAES per saggiare la bontà della Tangenziale Nord-via 11 settembre, possiamo stimare che un 50% delle auto che una volta passavano per la vecchia tangenziale di Mestre, oggi passano sull'area geografica dei comuni dell'entroterra, fra cui anche il comune di Spinea, piuttosto che su quella del comune di Venezia-Mestre.
Il numero di veicoli sulla tangenziale di Mestre nel 1972 era stimato in 55 mila unità, mentre nel 2000 circa 150 mila veicoli di media, con picchi di 170 mila e circa il 30% di mezzi pesanti.
Il sito wikipedia per l' Autostrada A57 indica che nel 2008 sono transitati sul Passante di Mestre 61 mila veicoli leggeri e 24 mila veicoli pesanti (in totale 85 mila veicoli, ovvero tre volte il traffico di via Roma).
Questo traffico, transitando per alcuni chilometri nel comune di Spinea fra il confine con Martellago, la Fossa e il casello fra Crea, Mira e Mirano emette anidride carbonica che geograficamente va computata per la % di competenza al comune di Spinea.
Pur non avendo giurisdizione sul Passante di Mestre, benchè sia stato lo stesso comune con Claudio Tessari sindaco a dare piena disponibilità ad accettare le emissioni del traffico della tangenziale di Mestre sul nuovo tratto del Passante di Mestre, dovendo fare l'inventario delle emissioni (IBE) del comune di Spinea, il Passante di Mestre non può essere trascurato, specie se il comune deve ridurre del 20% le emissioni totali nell'area geografica di competenza rispetto al 1990, anno in cui non c'era proprio questo tratto autostradale e nemmeno il casello di Spinea-Mirano.
Faccio notare che il medesimo problema si verifica con qualsiasi immobile di proprietà di provincie, regioni, enti o stato nazionale, i cui interventi per la riduzione delle emissioni spettano ad entità statali superiori al livello comunale, ma influiscono sul computo delle emissioni del PAES del comune e sul rispetto del Patto dei Sindaci voluto dal Sindaco.
Tali entità anche se non venissero prese in considerazione perchè controllate da altre enti statali superiori, comunque debbono rientrare nell'IBE, poichè aggravano il computo di emissioni del territorio.
Ovviamente se si deve raggiungere sempre un decremento del 20%, ciò implica che il comune dovrà far uno sforzo maggiore con le sue proprietà dovendosi far carico anche delle emissioni non di sua competenza, ma sul suo territorio geografico.
Ciò significa che accettando il passaggio del Passante di Mestre nel 2007 con il suo carico di 85 mila veicoli (computo del 2008), il comune di Spinea dovrà ridurre il 20% le emissioni di 85 mila veicoli su circa 3-4 km di stradain qualche altro settore/luogo.
Di fatto il PAES dimentica di conteggiare le emissioni del Passante di Mestre, forse perchè questo ridicolizzerebbe il beneficio delle opere compensative ottenute come merce di scambio nella trattativa con il governo sotto regime della Legge Obbiettivo.
Tuttavia, come discusso con il lettore di questo blog che mi aveva interpellato sull'argomento, i problemi non si limitano solo a queste lacune del PAES.
Già nel 2011 i "furbetti del casello" uscivano e rientravano dal casello di Mirano-Spinea al casello di Dolo (e viceversa) per non pagare 2,2 euro di pedaggio per l'ultimo tratto di Passante di Mestre, riducendo la distanza percorsa ed inserendosi nel tratto della A57 detassato.
Un intervento del governo italiano diede il via libera alla modifica delle tariffe riequilibrando la situazione.
Tuttavia i recenti aumenti del pedaggio delle autostrade, hanno ricreato il problema...ma in senso inverso, rendendo più conveniente entrare nel casello di Mirano-Spinea piuttosto che in quello di Dolo per recarsi verso Marghera (ovvio aumento delle emissioni di CO2).
Invece il problema futuro è rappresentato dal nuovo casello di Martellago-Scorzè, realizzato in un'area a nord della storica via di collegamento fra il centro di Martellago e Scorzè.
Il casello oltre che collegarsi con la Castellana ad est del centro di Martellago, si collega con la nuova strada realizzata a sud ed a ovest del centro, utilissima per far circolare le auto fuori dal centro del comune
In questo modo sarà possibile per le auto ed i camion passare dal casello di Martellago-Scorzè (due rotatorie a circa metà del Passante di Mestre), percorrere un tratto ordinario di strada con varie rotatorie (cinque) che aggira il centro (ove non sarebbero potuti passare i camion), fino al sottopasso Spinea-Maerne (due rotatorie), via della Costituzione (tre rotatorie), le due rotatorie della Fossa, casello di Spinea-Mirano (costituito da 2 rotatorie), oppure proseguendo il tratto di strada verso il casello di Dolo (altre 4 rotatorie), ove non si paga pedaggio.
Il percorso è sconveniente, risultando più lungo (forse doppio rispetto al tratto di Passante di Mestre) e con un maggior numero di rotatorie; ma come in passato il percorso gratuito su strada ordinaria è risultato più appetibile per la modica cifra di 2,2 euro, lo stesso potrebbe avvenire in futuro fra il nuovo casello di Martellago-Scorzè e quello di Mirano-Spinea o Dolo, inficiando così sulle emissioni nel tratto di competenza di via della Costituzione per il comune di Spinea.
Questa problematica dovrebbe essere trattata nel PAES, o quanto meno essere inserita nell'IBE, inventario base delle emissioni.
Utilizzando il sito ladistanza.it e conteggiando dalla rotatoria sulla castellana (nell'immagine precedente la rotatoria grigia in mezzo a sinistra):
casello Martellago-Scorzè fino al casello di Mirano-Spinea
casello Martellago-Scorzè (conteggio dalla rotatoria sulla castellana) fino al casello di Dolo
Per il collegamento dal casello di Martellago-Scorzè fino a Mirano-Spinea risulta a rischio anche la strada provinciale 37, che da Scorzè arriva a Mirano passando per Salzano, poi però risulta forse difficile aggirare il centro di Mirano verso il casello di Spinea-Mirano.
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