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martedì 21 gennaio 2014

PAES, manca qualcosa?

Il PAES può essere un utile strumento per la stima e la riduzione delle emissioni di un comune, secondo l'accordo fra sindaci e Comunità Europea.
Tuttavia è un piano relativamente recente, non derivante da una sedimentazione di progettazione e verifica, per questo in molti casi sembra più uno strumento utilizzato dall'amministrazione comunale per avallare le scelte e gli interessi della politica, piuttosto che al contrario una base dalla quale la politica debba muovere le sue scelte.
Già in due precedenti post del blog (Viabilità, cosa prevede il PAES e Tangenziale nord e PAES, qualcosa da nascondere?) era parso che lo studio del PAES, così come pubblicato nel PDF del comune, non fosse così imparziale rispetto quella politica bipolare che da anni modifica gli assetti viari del comune di Spinea; tuttavia, discutendo del Passante di Mestre con un caro lettore di questo blog, emerge qualche altro aspetto fin'ora non considerato...o meglio si evidenziano delle vere e proprie lacune del PAES di Spinea.

In primo luogo bisogna notare che il Patto dei Sindaci, fra i sindaci e la Comunità Europea, impone all'amministrazione locale di dotarsi del PAES, Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e dell'IBE, Inventario di Base delle Emissioni, al fine del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Patto 202020.
Il patto prevede:
  1. ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 20% rispetto ai livelli del 1990;
  2. aumentare al 20% la quota di energie rinnovabili nel consumo energetico dell'UE;
  3. ridurre il consumo di energia primaria del 20% rispetto ai livelli previsti, grazie all'efficienza energetica.
Un piccolo appunto doveroso: trattandosi di emissioni di gas ad effetto serra, il piano prevede la riduzione non solo delle emissioni di CO2, ma anche quelle di metano,e biogas emesso dalle discariche.

Il dato che invece ci interessa è la data di riferimento per la riduzione delle emissioni di CO2 previste nel PAES: il 1990.
Il 2005 ed il 2010 sono le date utilizzate nel PAES per stimare l'evoluzione dell'impatto della popolazione sul territorio comunale (emissioni, crescita della popolazione, ecc...).

Ma in che condizioni era Spinea nel 1990?
Trascuro le caratteristiche che sono forse inconoscibili, o stimabili statisticamente con una certa percentuale d'errore (per esempio emissioni degli edifici con caldaie vecchie nel 1990; quantità d'auto per le strade negli '90, ecc...).

Al contrario alcune macro-caratteristiche sorte fra il 1990 ed il 2013-2014 sono talmente note che ci si dovrebbe stupire del fatto che non vengano trattate nel PAES.

Per esempio nella Spinea del 1990 non c'era il servizio di cremazione dei cadaveri, impianto costruito negli anni a venire ed oggetto alcuni anni fa di uno studio sull'incidenza delle polveri sottili nell'area adiacente.
Lo studio di ARPAV non dovrebbe aver misurato le emissioni di CO2 del sistema di cremazione, ma solo quello delle polveri sottili, valutando che le quantità presenti si attestano nella media provinciale.
Come già detto nel PAES del comune di Spinea non si cita minimamente questo aspetto e vi è quindi una lacuna a tal riguardo.
E' bene ricordare che in passato era in funzione l'inceneritore fra Spinea e Mirano, oggi divenuto discarica.

Un altra lacuna dimenticata dai tecnici del PAES è lo studio della "catena del freddo".
La catena del freddo è costituita da quei servizi di trasporto, distribuzione e vendita su bancone di prodotti in genere deperibili che vengono conservati a basse temperature o surgelati.
Oltre ad avere forti dispersioni termiche sui banconi, in pratica dei frigoriferi con lo sportello sempre aperto, tutto il sistema di vendita di prodotti surgelati impatta i consumi di un territorio, in funzione del maggior periodo di stazionamento in una cella frigorifera o trasporto su camion frigorifero.
Avendo macellerie, pescherie, supermercati all'ingrosso, questo aspetto andrebbe trattato in un piano di rilevanza comunale-internazionale, come il PAES, trovando forse qualche forma di incentivo per i prodotti freschi od a chilometro zero.

Altro macro-caratteristica dimenticata: il Passante di Mestre.
Il Passante di Mestre dovrebbe aver giovato alla circolazione interprovinciale del comune di Venezia-Mestre, aumentando la velocità media di percorrenza delle auto rispetto al collo di bottiglia rappresentato dalla vecchia tangenziale a Mestre.
Le auto/camion viaggiando più spediti possono così raggiungere prestazioni ottimali fra strada percorsa ed emissioni di CO2: si pensi per esempio alle auto ferme in coda che emettono CO2 solo per tenere il motore acceso.
La diluizione del traffico su due rami (la vecchia tangenziale A57 ed il Passante di Mestre A4) ha però spostato l'area geografica delle emissioni di CO2.
Prendendo qualche percentuale a caso, un po' come abbiamo visto fare dagli studenti dello IUAV o dai tecnici del PAES per saggiare la bontà della Tangenziale Nord-via 11 settembre, possiamo stimare che un 50% delle auto che una volta passavano per la vecchia tangenziale di Mestre, oggi passano sull'area geografica dei comuni dell'entroterra, fra cui anche il comune di Spinea, piuttosto che su quella del comune di Venezia-Mestre.
Il numero di veicoli sulla tangenziale di Mestre nel 1972 era stimato in 55 mila unità, mentre nel 2000 circa 150 mila veicoli di media, con picchi di 170 mila e circa il 30% di mezzi pesanti.
Il sito wikipedia per l' Autostrada A57 indica che nel 2008 sono transitati sul Passante di Mestre 61 mila veicoli leggeri e 24 mila veicoli pesanti (in totale 85 mila veicoli, ovvero tre volte il traffico di via Roma).
Questo traffico, transitando per alcuni chilometri nel comune di Spinea fra il confine con Martellago, la Fossa e il casello fra Crea, Mira e Mirano emette anidride carbonica che geograficamente va computata per la % di competenza al comune di Spinea.
Pur non avendo giurisdizione sul Passante di Mestre, benchè sia stato lo stesso comune con Claudio Tessari sindaco a dare piena disponibilità ad accettare le emissioni del traffico della tangenziale di Mestre sul nuovo tratto del Passante di Mestre, dovendo fare l'inventario delle emissioni (IBE) del comune di Spinea, il Passante di Mestre non può essere trascurato, specie se il comune deve ridurre del 20% le emissioni totali nell'area geografica di competenza rispetto al 1990, anno in cui non c'era proprio questo tratto autostradale e nemmeno il casello di Spinea-Mirano.

Faccio notare che il medesimo problema si verifica con qualsiasi immobile di proprietà di provincie, regioni, enti o stato nazionale, i cui interventi per la riduzione delle emissioni spettano ad entità statali superiori al livello comunale, ma influiscono sul computo delle emissioni del PAES del comune e sul rispetto del Patto dei Sindaci voluto dal Sindaco.
Tali entità anche se non venissero prese in considerazione perchè controllate da altre enti statali superiori, comunque debbono rientrare nell'IBE, poichè aggravano il computo di emissioni del territorio.
Ovviamente se si deve raggiungere sempre un decremento del 20%, ciò implica che il comune dovrà far uno sforzo maggiore con le sue proprietà dovendosi far carico anche delle emissioni non di sua competenza, ma sul suo territorio geografico.
Ciò significa che accettando il passaggio del Passante di Mestre nel 2007 con il suo carico di 85 mila veicoli (computo del 2008), il comune di Spinea dovrà ridurre il 20% le emissioni di 85 mila veicoli su circa 3-4 km di stradain qualche altro settore/luogo.
Di fatto il PAES dimentica di conteggiare le emissioni del Passante di Mestre, forse perchè questo ridicolizzerebbe il beneficio delle opere compensative ottenute come merce di scambio nella trattativa con il governo sotto regime della Legge Obbiettivo.

Tuttavia, come discusso con il lettore di questo blog che mi aveva interpellato sull'argomento, i problemi non si limitano solo a queste lacune del PAES.
Già nel 2011 i "furbetti del casello" uscivano e rientravano dal casello di Mirano-Spinea al casello di Dolo (e viceversa) per non pagare 2,2 euro di pedaggio per l'ultimo tratto di Passante di Mestre, riducendo la distanza percorsa ed inserendosi nel tratto della A57 detassato.
Un intervento del governo italiano diede il via libera alla modifica delle tariffe riequilibrando la situazione.
Tuttavia i recenti aumenti del pedaggio delle autostrade, hanno ricreato il problema...ma in senso inverso, rendendo più conveniente entrare nel casello di Mirano-Spinea piuttosto che in quello di Dolo per recarsi verso Marghera (ovvio aumento delle emissioni di CO2).

Invece il problema futuro è rappresentato dal nuovo casello di Martellago-Scorzè, realizzato in un'area a nord della storica via di collegamento fra il centro di Martellago e Scorzè.
Il casello oltre che collegarsi con la Castellana ad est del centro di Martellago, si collega con la nuova strada realizzata a sud ed a ovest del centro, utilissima per far circolare le auto fuori dal centro del comune
In questo modo sarà possibile per le auto ed i camion passare dal casello di Martellago-Scorzè (due rotatorie a circa metà del Passante di Mestre), percorrere un tratto ordinario di strada con varie rotatorie (cinque) che aggira il centro (ove non sarebbero potuti passare i camion), fino al sottopasso Spinea-Maerne (due rotatorie), via della Costituzione (tre rotatorie), le due rotatorie della Fossa, casello di Spinea-Mirano (costituito da 2 rotatorie), oppure proseguendo il tratto di strada verso il casello di Dolo (altre 4 rotatorie), ove non si paga pedaggio.
Il percorso è sconveniente, risultando più lungo (forse doppio rispetto al tratto di Passante di Mestre) e con un maggior numero di rotatorie; ma come in passato il percorso gratuito su strada ordinaria è risultato più appetibile per la modica cifra di 2,2 euro, lo stesso potrebbe avvenire in futuro fra il nuovo casello di Martellago-Scorzè e quello di Mirano-Spinea o Dolo, inficiando così sulle emissioni nel tratto di competenza di via della Costituzione per il comune di Spinea.
Questa problematica dovrebbe essere trattata nel PAES, o quanto meno essere inserita nell'IBE, inventario base delle emissioni.

Utilizzando il sito ladistanza.it e conteggiando dalla rotatoria sulla castellana (nell'immagine precedente la rotatoria grigia in mezzo a sinistra):

casello Martellago-Scorzè fino al casello di Mirano-Spinea



casello Martellago-Scorzè (conteggio dalla rotatoria sulla castellana) fino al casello di Dolo


Per il collegamento dal casello di Martellago-Scorzè fino a Mirano-Spinea risulta a rischio anche la strada provinciale 37, che da Scorzè arriva a Mirano passando per Salzano, poi però risulta forse difficile aggirare il centro di Mirano verso il casello di Spinea-Mirano.

domenica 2 agosto 2009

Prova estiva fallita

ESODO: PASSANTE MESTRE IN TILT PER 30 KM DI CODA. CHIUSO E RIAPERTO
Il nuovo Passante di Mestre e' stato chiuso per qualche ora e poi finalmente riaperto. Troppo lunga, la coda, piu' di 30 chilometri (30 km su 35 di Passante).
Gli automobilisti sono stati a quel punto invitati ad usare la vecchia tangenziale di Mestre. Poi, una volta sufficientemente smaltita la lunga fila di automezzi, il traffico e' stato nuovamente consentito sulla nuova infrastruttura.
link
I motivi per cui è stato costruito il Passante di Mestre sono molteplici.
Uno di questi era decongestionare la tangenziale di Mestre, troppo insicura e stretta per il traffico che supportava.
Un altro era evitare i soliti 30-40 km di coda che si verificavano nei giorni di mobilitazione del traffico vacanziero verso le spiagge.
A quanto pare questa seconda prova è fallita, dato che la coda è passata dalla tangenziale di Mestre all'autostrada del Passante di Mestre.
Il disagio aumenta se si considera che nella recente apertura del casello di Spinea, cartelli non proprio corretti indicano il suddetto casello come uscita per Venezia.
Questo fatto assommato al mancato aggiornamento dei navigatori satellitari con i tracciati del Passante e delle nuove vie di comunicazione e svincoli, legati a quest'infrastruttura, traggono in inganno molti vacanzieri che si trovano in tutt'altro luogo rispetto alla meta del loro viaggio.

lunedì 9 febbraio 2009

Universitalia e Passante verde

Nell'inserto della Nuova Venezia, La sfida del Passante, pubblicato l'8 febbraio 2009 giorno dell'apertura del tracciato autostradale si parla del progetto del Passante Verde.
Il sito: www.passanteverde.it (whois)

Il Passante Verde è un'idea attribuita all'ingegnere Sebastiano Steffinlongo, definito come curatore e realizzatore del progetto.
L'idea consiste nel riqualificare più lotti di terreno a ridosso dell'autostrada del Passante per migliorare la qualità urbana delle aree residenziali adiacenti vicine alla via di comunicazione.
L'intervento, che nel migliore dei casi mira a creare due fasce di terreno lasciate a verde, vegetazione e bosco per tutta la lunghezza del Passante, ha molteplici ripercussioni.
In primo luogo, un bosco creato a ridosso di una via di comunicazione destinata a sopportare parte del traffico che intasava Mestre e la tangenziale permette di ridurre il fall-out di inquinamento e polveri sottili che vengono prodotte, con effetti benefici anche in campo dell'inquinamento acustico.
In secondo luogo tale opera permette di creare una zona a verde ad uso pubblico per quella parte delle residenze che vengono a trovarsi ai margini delle città, in particolar modo lato Mestre in cui la metropoli sta sempre più eliminando i confini fra comune e comune.
A svantaggio dell'opera vi sono le case e le costruzioni già presenti a ridotto del Passante, in quel territorio ricco di diffuso, che nel linguaggio della pianificazione territoriale significa aree non ben definite con compenetrazione sparsa di campi, residenze ad uso abitazione ed attività industriali, manifatturiere od artigianali.
Va da sè che l'optimun si otterrebbe concentrando aree indutriali il più vicino possibile al Passante o meglio ai caselli del Passante.
L'idea del Passante Verde è stato un ottimo mezzo per convincere anche i sostenitori tenaci dell'ambientalismo, molti dei quali riuniti in comitati no-Passante, ad accettare l'idea di un tracciato non interrato, che passa per vari comuni dell'entroterra veneziano.
In realtà ci sono molte altre cose da dire a riguardo del Passante Verde.
Se per esempio osserviamo i dati della Fondazione Pellicani sulla "metropoli" del venziano-miranese notiamo come un abitato già esistente di 500.000 persone e circa 200.000 famiglie, a seguito dell'opera del Passante autostradale non avrà una contrazione di crescita, bensì un'aumento delle unità residenti.
Di fatto in questi ultimi cinque anni (l'ultima tornata elettorale per capirsi), tutti i comuni hanno dato varie concessioni edilizie e costruito, sebbene sia opinione diffusa in Italia che con l'attuale bolla speculativa dell'immobile non sia più molto conveniente investire nel mattone (leggasi come alto rischio di investire su un immobile per poi non trovare acquirenti o pagare alte tasse di ICI come seconda casa, e rischio aggiunto che da un giorno all'altro i costi delle abitazioni siano costretti a smaltire i quasi 100.000 euro che separano i costi di vendita della maggior parte degli immobili dal prezzo medio sborsabile da una famiglia senza dover stipulare un mutuo).
Non dovrebbe aver favorito l'equilibrio interno di compravendita degli immobili nemmeno l'attuale crisi economica, ingenerata dalle banche per truffe perpetrate proprio da alcune banche di varie nazioni (soprattutto America) con vari fondi di investimento scoperti per l'acquisto di mutui.
Eppure vari analisti economici e banche continuano ad investire nella zona, convinte che vi sarà crescita sia delle unità residenziali sia dei residenti, proprio grazie al miglioramento apportato dai vari Caselli del Passante.
D'altra parte un casello autostradale porta possibilità di risparmio con facilità di collegamento, area fertile per lo sviluppo di aziende ed industrie, magari di qualche settore che grazie al corridoio 5 (vedi TENT o meglio TEN-T) commercerà con l'estero o con paesi in via di sviluppo dei Balcani.
La conseguenza dell'aumento di aziende, oltre che all'aumento del prodotto interno locale, tocca anche il tasso di disoccupazione e l'aumento del numero dei residenti.
Tuttavia se ciò può essere considerato benefico ai fini del benessere cittadino (tralasciando la questione dell'inquinamento procurato dal settore agro-industriale) e del consumismo, ha la sconvenienza di ampliare sempre più la richiesta di terreno agricolo da riconvertire in terreno edificabile.
Un maggior numero di famiglie e di residenti porta anche ad un maggior traffico veicolare sulle strade, con direzioni molteplici in funzione delle attività giornaliere e dei centri di attrazione (servizi di varia natura, luogo del posto di lavoro, attività amatoriali...).
E' così che le città come Mestre arrivano a inglobare le tangenziali nel tessuto interno, trovandosì da un decennio all'altro strette nella morsa del caos.
Certo è difficile fare stime concrete e sicure sul futuro del Passante, dato che fra il 2030 stime pessimistiche e il 2060, stime americane (le uniche ottimistiche) sono previsti radicali modificazioni sul consumo del petrolio: semplicemente il petrolio liquido con i consumi attuali si ridurrà a zero, il metano estratto in relazione al petrolio subirà un notevole aumento di costo dato anche il suo legame alle reti di cucine e di caldaie per riscaldamento casalingo; ciononostante è impensabile la mancanza di mobilità per l'uomo moderno.
Vi saranno in tutta probabilità forme alternative di energia, e nuovi equilibri socio-economici basati anche sull'evoluzione strutturale che la civiltà occidentale subirà (esempio: dalla riconversione di 35 milioni di veicoli italiani ad altra forma energetica...alla faccia dei finanziamenti per la FIAT in un anno di magra, alla pedita della sudditanza dal mondo arabo dell'OPEC...).
In quest'ottica di lungo periodo si ha quindi una crescita della metropoli del mestrino, case sempre più a ridosso del Passante e sempre maggiori situazioni di ingorgo create dall'aumento dell'afflusso di mezzi su strada.
In quest'ottica di lungo periodo si inserisce il Passante Verde.
Oggi un utile mezzo per abbattere l'impatto delle polveri sottili prodotte e dell'inquinamento.
Un domani, terreno fertile e non edificato su cui costruire eventuali ampliamenti del Passante, dati dall'aumento dei residenti circolanti nell'area, magari con autoveicoli basati su altra forma di energia scevra degli attuali PM10, PM2.5 e CO2.
Piccolo appunto: auto ad idrogeno producono vapore acqueo a temperature di 60°C circa...ottime per gelate notturne, afa e surriscaldamento dell'atmosfera....il concetto di inquinamento moderno è alquanto curioso.

Un altro aspetto curioso del Passante Verde è la sua stesura.
Non è ben chiaro chi abbia avuto l'idea dell'opera, checchè ne dicano i giornali.
In effetti il curatore e responsabile non viene indicato come ideatore, ed anzi sovente il progetto del Passante Verde è stato dato come esercitazione al corso di Pianificazione territoriale per geografi, edili e ingegneri civili dell'università di Padova.
Le prime tracce sull'idea nascono proprio in relazione ad un'esercitazione di pianificazione territoriale sviluppata da cinque studenti che doveva descrivere i fattori strutturali del territorio intercomunale a cavallo dell'opera del Passante, individuando criticità e soluzioni di equilibrio per la circolazione intercomunale e per le varie aree a differente uso della cittadinanza.
Proprio in quest'ottica venne sviluppata una tavola A0 che realizzava una fascia di rispetto da mantenere a verde lungo tutta l'opera del Passante, del tutto similare a quelle esistenti per legge regionale per spiaggie, linee ferroviarie, cimiteri e stazioni di distribuzione di carburante.
Un'ottima esercitazione per la verifica di quanto appreso a lezione e per cominciare a sviluppare idee concrete utili per il proprio futuro professionale.
A seguire l'idea di un Passante Verde venne sviluppata dividendo il territorio a cavallo dell'autostrada in vari aree vicine a differenti comuni in cui realizzare il concetto così ben visto oggi da giornali di tutte le sponde politiche (pro-sinistra e pro-destra).
Anche in questo caso le varie aree sono state fornite a vari esaminandi del corso di Pianificazione Territoriale, al fine di sviluppare la tematica del Passante Verde con i concetti appresi a lezione in più esercitazioni ricche di contenuti e disegni.
Indubbiamente il curatore e responsabile dell'opera ha il merito di aver raccolto le idee elaborate dagli studenti e di averle trattate o forse rielaborate, tanto da assumere il ruolo di ideatore del progetto.

sabato 7 febbraio 2009

Passante, non solo traffico

Leggendo articoli di giornale e l'inserto gratuito de La Nuova Venezia, La sfida del Passante, mi è sorta una domanda:

Quando il petrolio sfiorava i 150 dollari, molti dei prodotti di outlet, negozi cittadini, grandi magazzini, per esempio quelli della linea dei capannoni da Mestre a Marcon a fianco di Zelarino e del nuovo ospedale, subirono notevoli rialzi dovuti proprio alle spese di trasporto.
La tangenziale di Mestre strozzata da code e rallentamenti del traffico, collo di bottiglia per automobilisti e camion, allungava il tempo di rifornimento di tali esercizi commerciali con lunghe percorrenze (la benzina viene spesa anche stando fermi in coda).
Oggi fortunatamente la speculazione sul petrolio, il cui prezzo dal 2000 ad oggi per un decennio è rimasto elevato a causa del terrorismo (non solo quello islamico) e dei disastri naturali (non solo i tornado che hanno devastato i campi di estrazione americani), è scesa con il dirottamento di molti investimenti dei fondi sovrani da tale materia prima a varie aziende e società nei più svariati settori (Manchester City docet).
La riduzione dei costi del carburante dovrebbe estendere la possibilità di ribassare i prezzi della mercanzia dei negozi e centri commerciali, una volta smaltita l'eccendenza di deposito acquistata nel periodo con costi elevati.
Analogamente la riduzione dei tempi di percorrenza è di per sè una notevole riduzione del costo di carburante, dato che, percorrendo più velocemente l'ultimo miglio di distribuzione da magazzino a punto vendita, vi è una notevole riduzione delle quantità di combustibile impiegato.
Quindi in un periodo di crisi economica mondiale ingenerata da frodi bancarie in cui vengono a mancare le liquidità per il cittadino comune, alias consumista, la riduzione del costo del petrolio/carburanti e la velocizzazione del trasporto di merci non possono che giovare all'economia complessiva ed al PIL regionale o locale.
Tuttavia il passo fondamentale perchè ciò avvenga si basa su una moltitudine di conciddatini della metropoli che si sviluppa fra Passante e Mestre, i quali guadagnano dalla riduzione dei costi per l'acquisto delle merci e dall'aumento del prezzo di vendita dei medesimi prodotti.

Non mi sarebbe dispiaciuto un accenno a tale fatto negli articoli di giornale sul Passante.

domenica 18 maggio 2008

Articolo di giornale - Passante risolverà i problemi a medio e lungo termine?

LA NUOVA
VENERDÌ, 16 MAGGIO 2008 Pagina 30 - Provincia IL PASSANTE «Non servirà a risolvere tutti i disagi»
MIRA. Il Passante risolverà i problemi degli autotrasportatori nel breve termine. Ma nel medio e lungo? L’opera sarà più importante per i camionisti di passaggio o per tutti gli operatori del territorio? Queste sono alcune delle questioni sollevate ieri da Biagio Da Re segretario provinciale della Fita Cna.
...
«Bisognava sicuramente intervenire prima anche perché alla fine sono passati quasi vent’anni e nel frattempo la Tangenziale è diventata impercorribile». Da Re non è ottimista, come è invece l’assessore provinciale Paolo Gatto, che la soluzione del problema ci sarà con l’apertura del Passante. «Non sono se veramente tutti i problemi saranno risolti. Anche perché questa nuova arteria sarà sicuramente più favorevole al traffico di attraversamento ma non a tutti quegli autotrasportatori che sono attivi nel territorio». ... (Giacomo Piran)

domenica 16 marzo 2008

articolo di giornale - Casello di Borbiago, 400 Tir ignorano il divieto, dati provincia, 1000 veicoli sulla PS81

LA NUOVA
MERCOLEDÌ, 12 MARZO 2008
Provincia I comitati di Borbiago: «Era logico, pronti a protestare» Casello, qualche Tir ignora il divieto Il Comune: «Controlli severi». Autostrade: «I cartelli ci sono» Vendramin (Verdi): «Sono transitate pericolose cisterne» Il sindaco Carpinetti: «L’accordo deve essere rispettato» Si pensa alle multe GIACOMO PIRAN
MIRA. Alcuni camion, violando il divieto di transito, hanno utilizzato ieri il casello di Borbiago nel suo primo vero giorno di apertura. Dopo la notizia il sindaco di Mira, Michele Carpinetti, ha confermato di voler usare il «pugno di ferro» contro i trasgressori e di aver chiesto la collaborazione del Comune di Venezia per avere una pattuglia della polizia locale di supporto. Nel frattempo la Società Autostrade ha intensificato l’attività di comunicazione mentre rimangono in allerta i comitati.
Comitati che attendono la riunione di domani per decidere eventuali azioni di protesta. «Sono stati io a segnalare al sindaco - spiega il portavoce dei Verdi Francesco Vendramin - il passaggio di due camion cisterna al casello di Borbiago. Questo dimostra che non si riesce a promettere quello che è stato detto lunedì e che quello che si prospettava so è verificato. Se la situazione prosegue, noi siamo disposti a bloccare tutto. Sono passati camion con cisterne che sono molto pericolosi. Dobbiamo aspettare che succeda un incidente grave?».
Il sindaco di Mira conferma nel frattempo l’accordo fatto con Lino Brentan ed annuncia tolleranza zero contro chi viola il divieto. «Ci siamo attivati perché l’accordo vada rispettato, i camion non devono transitare per il casello. Abbiamo mobilitato i nostri vigili e abbiamo chiesto la collaborazione del comune di Venezia per avere una pattuglia di rinforzo poiché questo problema riguarda anche l’area comunale di Venezia. Ho parlato con Lino Brentan ed ho avuto rassicurazioni da parte sua sul fatto che saranno intensificati i controlli. I camion che usciranno saranno multati nella Bretella di collegamento dalla Polstrada mentre appena entreranno nella sp 81 saranno multati dai nostri vigili. Quello che si doveva fare è stato fatto». La Società Autostrade chiede un pò di pazienza in questi primi giorni e conferma che è stata intensificata la campagna informativa. Ieri, infatti, lungo la Romea, a Marghera ed in A4 erano presenti cartelli con il divieto di uscita a Borbiago per i mezzi superiori alle 7,5 tonnellate. «Ci vuole un po’ di pazienza - spiega Giorgio Mattiello, direttore esercizio di Autostrade - e la notizia si diffonderà. Per questo è stata potenziata la segnaletica e abbiamo diffuso messaggi, sia via radio sia contattando le associazioni di categoria, avvisando del divieto. Continuiamo il monitoraggio sulla zona e siamo in contatto con la Polstrada che presiederà il casello». Critico il commento del portavoce del comitato Mattia Donadel che conferma che continuerà l’azione di controllo e che sarà presa una decisione su come agire solo dopo la riunione pubblica che si svolgerà domani alle 20.30 al centro anziani di Oriago. «Come volevasi dimostrare l’accordo non dice niente rispetto a lunedì. Questo non ha retto neanche un giorno e sapevamo anche prima che i vigili non sarebbero riusciti a controllarlo a causa del poco personale. Noi continuiamo a controllare la situazione e decideremo domani sera cosa fare. Non è escluso che attueremo altre forme di protesta».



LA NUOVA
VENERDÌ, 14 MARZO 2008
Provincia Borbiago. I comitati rilanciano: «Siamo pronti a protestare ancora» «Al casello 400 Tir in quattro giorni» Il Comune di Venezia corre in aiuto di Mira con vigili per i controlli
ALESSANDRO ABBADIR
MIRA. «Hanno passato il casello di Borbiago quasi 400 tir in 4 giorni. Se continua in questo modo, senza alcun controllo siamo pronti a bloccare il casello con azioni dimostrative. Ci stanno prendendo in giro». E’ questa la presa di posizione dei comitati pronti di nuovo alla protesta, se le promesse fatte dalla Società Autostrade non verranno rispettate. Intanto per il Comune un aiuto. Ieri mattina il vicesindaco di Venezia Michele vinello ha risposto alla lettera del collega di Mira, Michele Carpinetti.Con i vigili di Mira a fermare i tir ci saranno anche quelli di Venezia. Il sindaco, però, ammette: molti camion superiori alle 7,5 tonnellate, legati alle aziende della zona passano il casello, ma non basta controllarli, vanno fermati. «Nel giro di 4 giorni - spiegano Mattia Donadel, Aldo Bertoldo, Gianna Causin, Orlando Zampieri e Francesco Vendramin - sono passati dal casello quasi 400 camion, alla faccia dei controlli promessi da Brentan. Cosa servono questi controlli se i Tir non vengono fermati? La zona di Ca’ Rubaldi verrà letteralmente invasa dallo smog. Siamo davvero senza armi. I vigili di Mira devono cominciare a far rispettare i divieti, altrimenti i Tir li fermiamo noi. Siamo stanchi delle chiacchiere e delle prese in giro». I Verdi sono ancora più decisi. «Dopo aver violato gli accordi del 1999 - dicono Francesco Vendramin e il coordinatore dei verdi della Riviera, Andrea Bortolato - ora la Regione cerca addirittura di rimangiarsi gli accordi siglati tre giorni fa in Municipio a Mira. Aiuteremo i cittadini a tutelare il proprio diritto alla salute anche con azioni dimostrative. Abbiamo contato i camion: quasi 400 in 4 giorni». I residenti chiedono anche migliore cartellonistica per indicare la stazione dei treni di Oriago Porta Ovest e il parcheggio scambiatore da 600 posti. «Con Pasqua e Pasquetta - dice Vendramin - assisteremo al primo test con l’arrivo di decine di pullman turistici. Vedremo se la viabilità non andrà in tilt». Il Comune di Mira intanto annuncia l’arrivo di aiuti per il controllo del traffico da parte del Comune di Venezia. «Il vicesindaco di Venezia Michele Vianello - dice il sindaco Michele Carpinetti - ci ha aiutato. Da questo fine settimana e soprattutto da lunedì ci sarà all’imbocco del casello una pattuglia di vigili di Venezia, che affiancherà i nostri a tutte le ore del giorno». Il sindaco ammette che diversi camion sono passati. «Sono passati effettivamente - dice il sindaco - camion di grossa stazza, soprattutto betoniere e camion con materiali edili, mezzi legati alle ditte della zona. Non è passato invece il grosso traffico di tir internazionale, che si muove con il navigatore satellitare. Al momento infatti il casello non è segnalato sulle mappe». Sempre fiacco al momento l’utilizzo della nuova stazione di Oriago. Le corse dirette a Venezia sono le stesse di sempre. «Una stazione del genere con un treno all’ora - ommentano diversi cittadini - serve a ben poco».



LA NUOVA
Sabato 15-03-08, 38 Provincia Brentan (Venezia-Padova) fornisce i dati sui tir: «Sono pochissimi» «Al casello di Borbiago quasi tutte auto» Francesco Furlan
MIRA. «Il casello di Borbiago è un casello per le auto, e i dati lo dimostrano». Lino Brentan, amministratore delegato dell’autostrada Padova-Venezia, tira fuori dal cassetto i dati delle entrate e delle uscite del nuovo casello e cerca di tranquillizzare i comitati che hanno detto di aver contato 400 tir negli ultimi quattro giorni. «Sono molti meno, i controlli ci sono, e funzionano praticamente al cento per cento - attacca Brentan -. I pochi tir che passano sono di quei camionisti che lavorano nella zona». Lo conferma, dice Brentan, il fatto che siano tutti tir entrati e usciti con il telepass: «Sono camionisti che per tornare a casa sarebbero obbligati ad uscire a Mestre, prendere la rotonda della Romea e poi percorrere al ritroso la provinciale 81. Non fanno la differenza nell’impatto del traffico». Ecco dunque i dati per i mezzi sopra i 75 quintali, per i quali vige l’ordinanza di divieto di transito. Martedì sono state registrate 25 entrate e 33 uscite (totale: 58). Mercoledì 14 entrate e 18 uscite. Infine giovedì: 12 entrate e 21 uscite. Questo a fronte di un dato complessivo sui volumi di traffico che mercoledì ha registrato 1.641 entrate e 2.655 uscite e giovedì 1.675 entrate e 2.638 uscite. Automobilisti che prima in gran parte gravitavano sul casello di Dolo, che infatti ha registrato un notevole calo nel numero dei passaggi. «I comitati possono stare tranquilli - spiega Brentan - perché i numeri parlano chiaro: qui non ci sono tir di passaggio. E’ un casello al servizio del territorio, di chi dalla zona di Mira deve spostarsi per raggiungere Padova, ed è molto più comodo a prendere il casello di Borbiago». I comitati, soprattutto nella zona di Ca’ Rubaldi, denunciano un aumento incontrollato dei tir di passaggio. «Dati alla mano dico che non è vero», aggiunge Brentan, che spiega: «Tra mercoledì e giovedì sono transitati 1 o 2 camion all’ora. Se noi decidessimo di aprire il casello ai tir sopra le 7.5 tonnellate potrebbero essere interessati tra i 300 e i 400 camion che potrebbero raggiungere la zona di porto Marghera attraverso la camionabile, ma sappiamo che non si può fare». Non si può per almeno un paio di motivi. Prima di tutto perché la strada, al centro di un progetto di sistemazione lungo tutto l’asse da Marghera a Spinea, non è in grado di sopportare un simile carico di traffico pesante. «In secondo luogo perché deve esserci l’accordo con il territorio - spiega Brentan -, questa non è certo una decisione che possiamo prendere da soli». Ma il traffico sull’area del casello è destinato a crescere? «Rispetto ai transiti attuali, circa 4.300 tra entrate e usciti - aggiunge Brentan - io credo che ci sarà un aumento di altri 500-600 mezzi, perché il casello non è ancora molto conosciuto da tutti». Sulla questione interviene anche l’assessore regionale alla Mobilità, Renato Chisso: «Non capisco a chi giova creare allarmismo sul casello di Mira. I timori che vengono continuamente esternati pubblicamente sono infondati e lo dimostrano i dati della società Padova-Venezia, gli unici attendibili. Non si può barare con i numeri e non si può fare politica con le angosce della gente».


LA NUOVA
GIOVEDÌ, 20 MARZO 2008
Provincia BORBIAGO. IERI LA COMMISSIONE Mille auto in più sulla provinciale Con l’apertura del casello è aumentato il traffico dei mezzi
MIRA. «Il casello autostradale di Borbiago ha fatto aumentare il traffico sulla provinciale 81 di poco più del 10%. Da 9 mila veicoli al giorno siamo arrivati a 10 mila. Il casello ne aggiunge 1000 in più al giorno, al momento. Una verifica sul posto la faremo con società autostrade in un’altra riunione il 4 aprile. Ora aspettiamo l’esodo Pasquale per capire se il casello reggerà all’urto dei turisti». E’ questa la presa di posizione dell’assessore ai lavori pubblici e al Traffico Stefano Lorenzin che ieri mattina ha partecipato con i comitati alla commissione di controllo sul traffico organizzata da Regione e Provincia. Alla commissione di controllo sul traffico ha partecipato anche per la prima volta in rappresentanza dei comitati di Ca’ Rubaldi Antonella Panzonato. «I dati che abbiamo già a disposizione - spiega l’assessore Stefano Lorenzin - sono del tutto provvisori. Ci era stato chiesto di fare un primo bilancio il 31 di marzo, ma invece abbiamo posticipato l’analisi dei flussi al 4 aprile. In quell’occasione controlleremo direttamente l’entrata dei mezzi nel casello di Borbiago soprattutto nelle ore di punta. I dati sono precisi: dal casello entrano 1.000 auto in più al giorno sulla sp81. Resta da vedere quante entreranno a Pasqua e Pasquetta e quante dopo che in autunno partirà il servizio della Metropolitana di Superficie». A controllare che il traffico pesante non invada i centri urbani ci saranno i vigili di Mira e Venezia al mattino e nelle ore di punta. Oltre che sulla rotatoria di accesso, i vigili dei due comuni controlleranno anche l’accesso nelle strade comunali e cioè in via Ghebba ad Oriago, in via Colombara a Ca’ Sabbioni, in via Giovanni XXIII a Borbiago. Vigili che in questi giorni hanno già dato diverse multe ai camionisti (con camion superiori alle 7,5 tonnellate) che hanno violato il divieto. Contemporaneamente all’apertura del casello autostradale è entrata in funzione a poche centinaia di metri di distanza la nuova stazione dei treni di Venezia Porta Ovest. Le corse fino ad autunno resteranno le stesse, una ogni 20 minuti. (a.ab.)


venerdì 7 marzo 2008

Articolo di giornale: Passante e impresa agricola, legge esproprianzione

LA NUOVA
VENERDÌ, 07 MARZO 2008
Provincia Il Passante. Indennizzi in ritardo. E la Coldiretti minaccia il blocco Tensione in cantiere, arrivano i carabinieri Ruspe in azione nella proprietà di Frasson. Lavori congelati fino a lunedì FILIPPO DE GASPARI
MIRANO. Tensione ieri mattina lungo i cantieri del Passante a Mirano, dopo l’avvio dei lavori nella zona di via Olmo, ad Est del canale Taglio. Tra operai e titolari di un’azienda agricola sono volate parole grosse e minacce di blocco dei cantieri dopo che ruspe e camion hanno preso possesso di alcuni terreni, senza che prima fossero elargiti i dovuti indennizzi. Sul posto anche i carabinieri, allertati dalla Coldiretti, che ora minaccia blocchi e manifestazioni.
L’azienda è quella di Gino Frasson, in via Olmo 11, oltre 500 capi di bestiame e 30 ettari di terreno che il Passante di Mestre taglierà in due, in zona Ca’ Perale. Ieri mattina Frasson si è trovato i campi invasi da ruspe, camion e operai. A detta di Frasson non solo i lavori sarebbero cominciati senza preavviso, ma non sarebbero nemmeno state evase le normali procedure espropriative, iniziate il 21 giugno 2006 e che interessano oltre 7 ettari. ««Ho più volte sollecitato un incontro per individuare il giusto indennizzo - spiega il titolare - ma fino a ieri non abbiamo ancora visto un euro, alla faccia dei 60 giorni previsti: non può essere che improvvisamente mi svegli una mattina e mi trovi il cantiere in casa». Prima i soldi, sembra dire Frasson, che nella vertenza è sostenuto dalla Coldiretti del Miranese. Ma non si tratta solo di una questione di principio. «In ballo - spiega per la Coldiretti Gabriele Zampieri - ci sono questioni tecniche ancora irrisolte: il passaggio di collegamento tra i fondi che verranno tagliati dal Passante, il mantenimento del collegamento idraulico per l’irrigazione dei fondi a Sud ed il problema della linea elettrica sotterranea che alimenta l’impianto a biogas dell’azienda. O arrivano risposte chiare e tempi certi o bloccheremo il cantiere coi trattori». Ieri, dopo lo scoppio della protesta, i lavori sono stati sospesi: riprenderanno lunedì, il tempo di sistemare le cose. Nel pomeriggio Zampieri ha incontrato i responsabili della società del Passante. «Garantito che i soldi arriveranno in tempi rapidi e che risolveremo i problemi», spiegano quelli del Passante. Ma la minaccia di manifestazioni e blocchi da parte della Coldiretti rimane, mentre oggi ci sarà una nuova riunione. «Questa azienda - spiega Zampieri - subisce già un danno notevole: non siamo contro il Passante, ma chi lo realizza deve rispettare la parola data».




lunedì 28 gennaio 2008

Articoli di giornale - costruzione del viadotto del Passante

LA NUOVA
DOMENICA, 27 GENNAIO 2008
Provincia SPINEA: IL PASSANTE Apre il cantiere per il cavalcavia Verrà realizzato all’incrocio tra la provinciale e via Crea
SPINEA. Procedono spediti i lavori per il Passante nel territorio di Spinea. A partire da domani i cantieri interesseranno in modo più rilevante ed evidente anche la strada provinciale 81, nel tratto compreso tra il confine con Mirano e la rotatoria di via della Costituzione.
L’accesso a via Crea Ovest resterà infatti chiuso per almeno due settimane, per permettere la realizzazione di un by-pass provvisorio alla camionabile. In quel punto infatti dovrà essere realizzato il nuovo cavalcavia autostradale sul Passante. I lavori procederanno per fasi: per prima cosa verrà steso un nastro d’asfalto provvisorio parallelo alla provinciale, su cui sarà dirottato il traffico della camionabile e questo determinerà la chiusura temporanea di via Crea. In quest’arco di tempo (due settimane circa) il centro della frazione potrà essere raggiunto solamente da Est, cioè da via della Costituzione.
In un secondo momento si procederà alla demolizione dell’attuale tratto di provinciale 81 e alla successiva realizzazione del cavalcavia al posto della vecchia strada. Appena pronto il viadotto, il traffico potrà tornare sulla provinciale e si potranno quindi riprendere i lavori del Passante sotto il nuovo manufatto. Di lì l’autostrada, dopo aver lambito l’abitato di Crea, passerà in trincea, proseguendo a Nord verso la rotatoria della Fossa. Da domani dunque si procederà con i lavori di asfaltatura del by-pass provvisorio alla provinciale, che comporterà la chiusura dell’incrocio con via Crea. Se i lavori non subiranno intoppi l’opera sarà completata nel giro di due settimane, dopodiché l’accesso a Crea dalla provinciale 81 sarà ripristinato.
Si passerà quindi alla seconda fase, con la realizzazione del nuovo cavalcavia autostradale. Intanto l’impresa Mantovani ha inoltrato la richiesta per procedere, sempre in quella zona, con la chiusura definitiva delle vie Villafranca e Rossini, nel tratto interessato dal tracciato dell’autostrada. Entrambe le strade saranno infatti tagliate dal Passante e diventeranno vie senza uscita.
Via Rossini perderà di fatto lo sbocco a Crea su via Verona, rimanendo raggiungibile solo dalla provinciale 81, mentre via Villafranca non terminerà più sulla provinciale camionabile, ma sarà raggiungibile solo da viale Venezia, via dei Dori e via Vecellio. (Filippo De Gaspari)

Articoli di giornale - Via Zigaraga ed il traffico pesante

Il GAZZETTINO
Domenica 26 gennaio 2008 MAERNE DI MARTELLAGO 50 famiglie che abitano in una strada ai confini con tre comuni che si trova vicino ad un cantiere del Passante «I camion ci stanno distruggendo le case» Alle pareti si sono aperte grosse crepe e i residenti sono decisi a rivolgersi alla Procura
(ndr) Un terremoto, ma provocarlo non è la natura bensì i camion del Passante che sfrecciano su una strada tutta buche: l'effetto però è lo stesso, sommovimenti tellurici nelle case dove si aprono crepe à gogo.Sono arrabbiati e pronti ad adire alle vie legali per ottenere risarcimento dei danni, come scrivono in una petizione firmata da 50 famiglie, i cittadini del comitato "Salviamo Zigaraga", lunga via che, tra le varie, ha la sfortuna di essere in periferia e al confine tra 3 comuni (Spinea , Martellago e Salzano), con relativi vuoti di competenze, e di trovarsi nel bel mezzo di un cantiere del Passante.I residenti da anni denunciano l'abuso della loro sconnessa e stretta strada da parte di camionisti e automobilisti poco rispettosi dei limiti di velocità e divieti di transito per certe tipologie di mezzi pesanti, ma la situazione è degenerata con l'apertura dei cantieri dell'autostrada.Gli abitanti si sono fatti una ragione dell'inevitabilità dell'opera, ma chiedono che sia data loro la possibilità di conviverci in modo dignitoso, e con disagi minimi.Sotto accusa l'inciviltà di alcuni camionisti di tir e betoniere autorizzati, che prendono la Zigaraga come un circuito, ma soprattutto l'immobilismo dei Comuni che non si decidono ad attuare un lavoro minimo ma essenziale, un'asfaltatura decente per coprire le buche che talvolta sono crateri con relativi pericoli per ciclisti e pedoni.E su cui le ruote dei camion sobbalzano, dando scosse continue alle abitazioni dove si sono create innumerevoli lesioni alle pareti (persino sui sanitari), senza contare lo stress cui vengono sottoposti i residenti."Nonostante le tante segnalazioni alle amministrazioni non si è mosso nulla - lamentano gli abitanti del civico 1, a Maerne - L'unico che ha fatto qualcosa, va dato atto, è il sindaco di Martellago che ha fatto asfaltare un pezzo di strada davanti a casa nostra, ma è stato un intervento molto parziale: è stato sistemato solo un piccolo tratto e sono state lasciate le buche maggiori.Né abbiamo mai visto un vigile a controllare. Viviamo in una strada diventata di cantiere ma che di cantiere non è perché ci abitano centinaia di persone che in casa non hanno tregua e fuori rischiano la vita in questo percorso ad ostacoli. E le nostre abitazioni stanno cedendo".Il Comitato rinnova pertanto l'ultimatum agli amministratori dei tre comuni di intervento immediato per porre fine a tale situazione, e per i danni alle case e per i rischi per le persone ("se succederà qualcosa vi riterremo responsabili, ma bisogna attendere la tragedia per muoversi?"), li invita a farsi un giro, magari in bici, nel loro quartiere, per rendersi conto, e chiude la petizione ribadendo la delusione "nel vedere come i nostri amministratori, pronti ad accettare il Passante barattandolo con metri cubi edificabili e opere complementari, temporeggino di fronte alle richieste minime dei loro cittadini che fanno sacrifici seri nel tentativo di vivere dignitosamente".

Via Luneo e via Zigaraga sono nettamente insufficienti per l'odierno traffico e vengono a trovarsi in un'area in cui vi è un "buco" nel tessuto stradale di scorrimento.
Per questo motivo queste strade che anche se nettamente insufficienti rappresentano una valvola di sfogo vengono a trovarsi in una cattiva situazione di sicurezza a cui bisognerebbe ovviare costruendo qualche arteria che permetta il collegamento Salzano-Mirano con le statali prossime a Mirano Maerne e Spinea senza passare vicino all'abitato.
Per far questo servono investimenti, ministri delle infrastrutture che non cambiano ad ogni starnuto del governo e portano a compimento le opere di cui vi è necessità e non cercano di intralciare la cooperazione fra diversi livelli di amministrazione (per esempio con la sostituzione di Vernizzi).

Il Passante Verde dovrebbe interessare l'opera del Passante con la costruzione di una fascia verde di attenuazione dell'impatto ambientale fra comuntià e linea autostradale.

giovedì 24 gennaio 2008

Articoli di giornale - sicurezza per la statale 81 e realizzazione caselli di Borbiago

LA NUOVA
DOMENICA, 20 GENNAIO 2008
Provincia Mira. Accelerati i tempi per la stazione della metropolitana di superficie «Oriago Porta Ovest apre il primo marzo» Annuncio dell’assessore Gatto. Brentan (Autovie) preme per il casello
MIRA. «La Regione ci ha comunicato che la nuova stazione di Oriago Porta Ovest della metropolitana di superficie sarà aperta il primo marzo. Ci saranno decine di corse ogni giorno dirette a Venezia. E’ evidente che anche il casello autostradale di Borbiago dovrà essere aperto». Lo ha detto Paolo Gatto, assessore alla viabilità della Provincia e lo conferma Lino Brentan, presidente di Autovie Venete.
«Entro un mese - dice Brentan - il casello autostradale di Borbiago dovrà essere completato. Non potrà sicuramente restare chiuso per anni. I lavori di messa in sicurezza potranno essere fatti contemporaneamente all’apertura del casello autostradale. Il casello autostradale è stato realizzato anche per servire il parcheggio scambiatore della nuova stazione». La stazione di Oriago Porta Ovest, ormai completata, infatti è uno degli assi portanti del Sistema ferroviario metropolitano regionale in Riviera. E’ sorto anche un parcheggio scambiatore da 600 posti auto previsto per assorbire fenomeni di congestionamento autostradale. E’ stato realizzato un binario di precedenza (la Mestre-Adria è a singolo binario), dove c’è l’incrocio di treni provenienti da opposte direzioni. Ci sono banchine dotate di pensilina, marciapiedi alti per favorire la discesa e la salita dei passeggeri, l’accesso ai disabili, un sottopasso a scale fisse con rampe di superamento delle barriere. L’assessore provinciale alla viabilità Paolo Gatto chiarisce. «La Regione - dice Gatto - ci ha comunicato ufficialmente che la nuova stazione completata da anni sarà aperta con fermate e corse per residenti e turisti il primo marzo, cioè praticamente fra un mese. E’ evidente che spingerà per l’apertura del nuovo casello sulla A4». Il comune di Mira si era espresso contrario a questa ipotesi. «Prima di aprire il casello - spiega l’assessore ai trasporti di Mira Stefano Lorenzin - devono mettere in sicurezza la Provinciale 81 e ci vorranno anni. Non sarà pronta prima del 2009». Anche i residenti hanno promesso proteste se si apre la strada. Intanto arrivano le proteste del centrodestra contro la maggioranza sull’esclusione dall’assemblea pubblica sugli espropri legati all’allargamento della sp 81. «Come opposizione - spiega il capogruppo di Forza Italia Vanna Baldan - abbiamo sempre offerto la più ampia disponibilità, nelle commissioni ed in consiglio, a valutare soluzioni provvisorie che, se pur non ottimali, accelerino il processo di apertura del casello. Ciò a cui non rinunciamo è la denuncia di incapacità agli amministratori che in questi anni hanno permesso la costruzione del casello e oggi vogliono mantenerlo chiuso. Forse per timore di queste critiche hanno preferito non invitarci all’assemblea degli espropriati». (Alessandro Abbadir)


Ora che il governo è caduto e si vive nell'incertezza della forma politica che governerà nel prossimo futuro si può aggiungere qualche altro motivo per i ritardi e l'insicurezza per il potenziamento della provinciale81

martedì 15 gennaio 2008

Articolo di giornale - incidente alla Fossa

LA NUOVA
Sabato 12-01-08,
Provincia Incidente tra Spinea e Mirano. I vigili del fuoco segano il palo Cartello abbattuto, traffico nel caos di Filippo De Gaspari
SPINEA. Abbattuto da un camion il portale che segna l’ingresso nel comune di Spinea, in località la Fossa. E’ accaduto ieri mattina, intorno alle 8.30, proprio davanti alla fermata dell’autobus, al confine tra Mirano e Spinea. Ad urtare la pesante struttura in ferro è stato, durante una fase di manovra, un tir con rimorchio, diretto a Mirano. Un banale incidente senza conseguenze, se non per il traffico, precipitato letteralmente nel caos. Dopo l’urto infatti il pilastro in ferro che sorreggeva il cartello si è pericolosamente inclinato sulla sede stradale, tanto che sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Mestre e i tecnici del settore viabilità della Provincia per rimuoverlo e mettere in sicurezza l’area. Gli uomini del 115 e della Provincia hanno lavorato oltre un’ora per imbragare il tabellone, servendosi di un’autogrù e un’autoscala, per evitare che la struttura potesse crollare in strada. In un secondo momento i tecnici hanno provveduto a tagliare alla base il grosso pilastro, adagiandolo sulla carreggiata e frazionandolo in più parti per il trasporto. Durante la prima fase del delicato intervento la polizia locale di Spinea ha istituto un senso unico alternato in via Miranese, con forti rallentamenti su entrambi i sensi di marcia, ma è verso le 10.30 che il traffico è letteralmente andato in tilt. Per permettere di rimuovere in sicurezza la pesante struttura è stato infatti necessario interrompere la circolazione sulla provinciale che collega Mirano con Spinea. Lunghe code si sono formate su via Della Vittoria e via Miranese, verso Mirano, con diversi automobilisti costretti a invertire la marcia e riversarsi su strade secondarie o su viale Venezia per raggiungere Spinea e Mestre. Ancor peggiore se possibile la situazione dall’altro lato, in comune di Spinea. La polizia locale ha dovuto bloccare l’ingresso alla Fossa già allo svincolo della rotatoria, dove tra l’altro sono in corso i lavori per la realizzazione del Passante, dirottando il traffico proveniente dal centro di Spinea e da via della Costituzione, lungo la camionabile 81, verso Marghera. Per alcune ore la Fossa è rimasta praticamente isolata. La situazione è potuta tornare alla normalità soltanto verso mezzogiorno. Molti i curiosi, soprattutto residenti, rimasti a seguire col naso all’insù le operazioni di amputazione e rimozione dell’imponente portale di ferro, che da decenni sovrasta via Miranese segnando il confine tra i due comuni. La polizia locale di Spinea sta ora cercando di capire se sussistano gli estremi per sanzionare l’autista del tir, protagonista dell’azzardata manovra.

lunedì 7 gennaio 2008

Volantino di propaganda della provincia


Buoni propositi, che tuttavia dovrebbero già essere stati applicati.
La situazione è disastrosa già ora che non è ancora entrato in funzione il Passante (valutazione impatto ambientale del Passante), e probabilmente peggiorerà in futuro quando questo sarà in funzione (più forse altri progetti come Veneto City).
Tuttavia tali progetti provinciali di ammodernamento della rete stradale saranno completati nel 2010, due anni dopo il completamento del Passante.
Bisogna far notare che la risoluzione dei problemi di viabilità risulta essere estremamente difficile in situazioni di sfruttamento massiccio della zona in cui si vuole intervenire.
Per esempio i lavori di messa in sicurezza e potenziamento di una strada statale comportano il rischio di rallentamenti o blocchi del traffico con conseguente dilavamento nel tessuto residenziale dei mezzi di trasporto leggero e pesante.
Tale caratteristica risente enormemente degli indici di flusso del traffico, e rende più conveniente prevenire che curare.
Tuttavia l'attuale situazione è già compromessa a tal punto che è ineludibile la necessità di trovar una cura.
Insomma si dovrebbe premere sull'acceleratore per queste opere e realizzarle il prima possivile.
Se il Passante, doveva essere costruito già 30 anni fa come prevenzione per i giorni attuali, ed è opera prioritaria per la discarica di PM10 mestrina, il potenziamento delle strade statali intorno ai comuni di Spinea-Mirano-Maerne/Martellago è altrettanto prioritario per l'ambito locale e necessiterebbe di tempi certi e rapidi di realizzazione.



Totale indicato: 78.65 mil di euro
Visto che si parlava di una spesa di 100 mil di euro, probabilmente molte "opere minori" non sono indicate.
Va considerato tuttavia che l'aumento dei costi del petrolio comporta anche un aumento dei costi di costruzione/trasporto, cosa che fa lievitare il 78 mil previsti a cifre più alte.
La cifra stanziata invece tende in genere a restare fissa, cosa che comporta la cancellazione delle opere secondarie o la cui natura è considerata di secondaria importanza.
Resta il rebus delle opere complementari che gli enti locali reclamano. Gli interventi di fascia A sono finanziati per 106 milioni di euro. Altri 100 milioni li garantisce il governo; serviranno anche per il Passante verde, la grande opera che deve attenuare l'impatto della nuova autostrada. Per le opere di fascia B non c'è un euro. Nuovi fondi al territorio saranno garantiti dalla società mista tra Anas e Regione Veneto che nascerà all’inizio del 2008,...link



strade mobilità e sicurezza: no result


Non si fa notare un'importante aspetto: la dimensione della rotonda.
Una generica rotonda infatti soddisfa gli enunciati riportati dal volantino di propaganda della provincia.
Tuttavia per mancanza di spazio vista la contiguità fra abitato e intersezioni stradali sono state realizzate rotonde non classiche.
Cosa si intende per rotonda non classica: una rotonda dalle dimensioni ridotte, senza corsie di immissione separate, con un marcatore del centro dell'incrocio/rotonda e dei segnali di dare la precedenza su tutte le strade di intersezione.
Queste si distinguono in due casi, quelle di dimensioni ridotte ma tali da lasciar comprendere le intenzioni degli autisti dentro la rotonda con sufficiente preavviso e quelle con dimensioni così scarse che lo sfruttamento della rotonda o l'inversione di marcia è paragonabile ad una svolta ad U interna alla carreggiata della strada confluente.
In entrambi i casi si verificano notevoli problemi sull'utilizzazione delle rotonde non classiche poichè il segnale di "dare la precedenza" riporta i guidatori nelle classiche situazioni da test vero/falso per l'ottenimento della patente.
In altre parole ci si trova nella situazione di dover ragionare quale strada delle confluenti debba avere la precedenza con due o più veicoli in movimento (il dare la precedenza non impone lo stop, ma solo il rallentamento del veicolo e la fermata nel caso in cui sia da dar la precedenza).
Il tutto degenera nell'incrocio non regolato a tre o quattro intersezioni con altrettanti dare la precedenza, da sempre uno dei più pericolosi esistenti.
Inoltre ben diverso è il comportamento degli autisti rispetto al codice della strada (la sicurezza sulle strade si basa sul codice della strada, ma dovrebbe prevedere il comportamento degli autisti e prevenire le incertezze o i cattivi comportamenti).
In questo caso spesso si nota da parte degli autisti un comportamento di accelerazione in prossimità della rotonda per sorpassarla celermente ed evitare di ritrovarsi in situazioni in cui si dovrebbe valutare il diritto di precedenza.
Tale aspetto costituisce per l'ex-incrocio un notevole calo della sicurezza.

Articoli di giornale - Varie sul Passante

LA NUOVA
VENERDÌ, 28 DICEMBRE 2007
Provincia Il commissario fa il punto sull’opera e sullo stato della progettazione. E garantisce che l’inaugurazione avverrà il 23 dicembre 2008 «Apriremo il Passante tra un anno» Ma i caselli di Crea e Preganziol slittano al 2009, tempi incerti per Scorzè


MESTRE. Visto dall’alto dell’elicottero, sembra una di quelle piste per le biglie che in spiaggia si disegnano trascinando il più piccolino per le gambe, usando il fondoschiena per sagomare il percorso sulla sabbia. Ci sono i rettilinei, le curve in ripetizione, i ponti e i tunnel, che solitamente sono i più difficili da affrontare. Il Passante di Mestre è ormai un unico grande solco sul terreno di 32 chilometri.

Un unico grande solco inciso dal “vomere” delle decine di ruspe delle 66 imprese - tra appalti e subappalti - che lavorano nei cantieri. Un solco che si vede e che resterà perché non basta un colpo di mano sulla sabbia per far finta che non sia successo nulla. «Fa un bell’effetto - dice il commissario speciale al Passante e dirigente della Regione, Silvano Vernizzi - vedere che l’autostrada sta prendendo forma, anche perché non è stata facile la relazione con il territorio».

Commissario Vernizzi, il 23 dicembre 2008 è prevista l’apertura del Passante: ce la farete davvero?

«Siamo nei tempi previsti, abbiamo anche aperto i cantieri nei due tratti più complicati dal punto di vista tecnico».

A quali si riferisce?

«Il tunnel sotto la Castellana, a Martellago, perché è il tratto più lungo in galleria, circa 400 metri. E i tunnel sotto la tratta ferroviaria Padova-Venezia, a Vetrego di Mirano, dove il terreno è molto friabile e ci sono molte falde d’acqua».

Gli anziani del posto ricordano un vecchio proverbio: “A Vetrego o me bruxo o me nego”. Già anni fa un cantiere per un sottopasso provocò lo smottamento della massicciata ferroviaria. Rischiate di rimanere scottati?

«E’ un proverbio che non conoscevo ma che è perfetto per il luogo, perché c’è un terreno pieno di insidie, che cambia conformazione a distanza di pochi metri. Abbiamo già realizzato un sottopasso per una bretella complementare, e non abbiamo avuto problemi, anche se abbiamo dovuto fare i conti con una falda in pressione spuntata all’improvviso. E’ andata bene e speriamo che continui ad andare bene».

Altri interventi importanti?

«A metà febbraio dovremo abbattere un altro viadotto, all’altezza di Dolo, quindi chiuderemo per una notte l’autostrada nel tratto Villabona-Dolo».

Febbraio è lontanissimo. Entro fine anno il ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro la vuole sostituire. In sua difesa di sono schierati sindaci, Provincia, Regione, parlamentari veneti, e perfino i comitati.

«E’ evidente che il sostegno di tutti questi soggetti mi ha fatto molto piacere. Ma il sostegno dei comitati, con i quali gli scontri, sempre civili, sono stati molti, in modo particolare, perché proprio non me lo aspettavo».

Ipotizziamo che lei continui ad essere il commissario al Passante anche nel 2008: come la mettiamo con l’attraversamento del canale Taglio a Mirano?

«Il progetto del ponte pensato dal’architetto Siviero è pronto da tempo e soddisfa il Comune di Mirano. Il sindaco Gianni Fardin aspettava solo la conferma dal governo del finanziamento di 20 milioni di euro per le opere di mitigazione. Quei soldi ora sono sicuri, quindi non ci sono più ostacoli all’accordo, che dovrebbe essere siglato all’inizio di gennaio».

Il 23 dicembre del 2008 aprirà l’autostrada tra Dolo e Quarto d’Altino. Ma quanto bisognerà aspettare per i caselli intermedi del Passante?

«L’apertura dei caselli di Crea e Preganziol è prevista per l’estate del 2009. Per quello di Martellago-Scorzè, che ha subìto uno spostamento a causa di una modifica al progetto per la tutela dell’oasi vincolata di Robegano bisognerà attendere».

A che punto è la progettazione?

«Abbiamo realizzato il progetto preliminare, che lo localizza a Cappella. Il progetto dovrà essere approvato dal Cipe, ma prima, a inizio gennaio, lo faremo vedere ai comuni interessati: Scorzè, Martellago e anche Salzano».


Rebus opere complementari garantiti 200 milioni di euro Una storia lunga 30 anni che ha avvelenato Mestre MITIA CHIARIN

MESTRE. La partita non si chiude tra un anno. Resta il rebus delle opere complementari che gli enti locali reclamano. Gli interventi di fascia A sono finanziati per 106 milioni di euro. Altri 100 milioni li garantisce il governo; serviranno anche per il Passante verde, la grande opera che deve attenuare l’impatto della nuova autostrada. Per le opere di fascia B non c’è un euro. Nuovi fondi al territorio saranno garantiti dalla società mista tra Anas e Regione Veneto che nascerà all’inizio del 2008, primo esempio di «federalismo autostradale», ha promesso il ministro Di Pietro. Che nel frattempo vuol «licenziare» il commissario Vernizzi per sostituirlo con il presidente dell’Anas Ciucci. E il Veneto, è storia di questi giorni, torna ad alzar le barricate. E va deciso il futuro della tangenziale di Mestre. Probabilmente resterà un sogno l’abbattimento; il rischio è che rimanga a pieno servizio, se non si troverà un innesto diverso per la Romea commerciale, il cui tracciato è stato bocciato. Ecco le questioni ancora aperte di un progetto, il Passante appunto, che ha oramai trent’anni di storia anche se i cantieri chiuderanno solo il prossimo anno. Mestre attende dagli anni Settanta una alternativa al caos quotidiano sulla tangenziale. Affossati le complanari, il tunnel e il collegamento «largo» con Vicenza, dal 1990 la priorità del Veneto si chiama Passante. Il primo progetto preliminare è del 1997, confermato nel secondo accordo Stato-Regione del 2001 e dalla delibera del Cipe del 2002, quando la Legge Obiettivo mette fine alle doglianze dell’Ue sulla scelta di affidare alle tre concessionarie autostradali (Autovie Venete, Autostrade Spa e Venezia-Padova) la realizzazione e gestione della nuova autostrada. Il 30 novembre 2002 arriva il nuovo progetto preliminare. E’ cosa fatta? No. A Mestre è allarme smog, la tangenziale è al collasso. La terza corsia non può bastare. Nel febbraio 2003 il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dichiara lo stato di emergenza ambientale per la tangenziale e poi a marzo nomina il commissario delegato; è il segretario regionale delle infrastrutture della Regione Veneto, Silvano Vernizzi. Nell’aprile del 2003 il commissario attiva le procedure per l’approvazione del progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale che viene approvato dal Cipe nel novembre dello stesso anno. E comincia lo scontro, durato fino ad oggi, con i cittadini e gli amministratori locali, da Treviso a Venezia, contrari al tracciato. Ad agosto 2003 viene approvato il bando di gara per il «general contractor». Nel febbraio 2004, la gara viene assegnata all’Ati, sostituita poi dalla Società di progetto «Passante di Mestre». Il contratto viene firmato il 30 aprile del 2004 da Impregilo Spa, Grandi Lavori Fincosit, Fip Industriale, Cooperativa Muratori e Cementisti, Consorzio Veneto Cooperative, Serenissima costruzioni. Il via ai lavori l’11 dicembre del 2004. Sul cartello di cantiere, i 1320 giorni di lavori necessari per realizzare l’opera che vale 864 milioni e 262 mila euro, scadono il 1º maggio 2008 ma la fine dei lavori ci sarà solo tra un anno. Sia perchè le opere sono oggi, a tre anni di distanza, realizzate per il 60% sia perchè le ultime varianti al tracciato, quelle di Salzano e Martellago, hanno ritardato i cantieri. Nel frattempo c’è già una inaugurazione da ricordare. Il 7 agosto scorso sono stati aperti al traffico i primi sette chilometri, tra Quarto d’Altino e Mogliano per collegare l’A4 alla A27. Ma è un flop: la striscia d’asfalto è scarsamente utilizzata.



I NUMERI Lavori al 60% espropri al 98% Finanziamenti pari a zero per gli interventi in fascia B, compito della nuova società Anas-Regione

Lavori realizzati al sessanta per cento, cantieri consegnati all’ottanta per cento, mentre affidamenti, monitoraggio ambientali e bonifiche belliche sono concluse. Ecco il bilancio dei cantieri del Passante, «fotografati» al 30 novembre scorso. I ritardi per le varianti al tracciato reclamate dalle amministrazioni di Salzano e Martellago, spiegano dalla Regione, hanno rallentato il lavoro dei 670 tra impiegati ed operai di 66 imprese tra appalti e subappalti che operano tra Mira e Quarto d’Altino, lungo i 32 chilometri e 200 metri che comporranno la nuova autostrada. In questo momento si lavora per chiudere gli espropri degli edifici che dovranno lasciar spazio alla striscia di asfalto, lungo la Castellana. Per questo gli espropri sono conclusi ad oggi per il 98 per cento mentre per le interferenze la percentuale scende al 60 per cento per la necessità di coordinare gli interventi nei cantieri con Acm, Enel, Telecom, Consorzi di bonifica. (m.ch.)




I COMITATI «Impatto ambientale contenuto, intervento condiviso» I residenti a difesa del commissario Vernizzi: rischiamo di ripartire da zero

MIRANO. «Niente cambio di commissario al Passante. Meglio continuare con Silvano Vernizzi altrimenti si rischia di tornare indietro e perdere altro tempo». Così la portavoce del comitato No al Passante, Rosanna Zanon, commenta la decisione del ministro per le Infrastrutture, Antonio Di Pietro, di sostituire Vernizzi col presidente dell’Anas, Pietro Ciucci. In pratica per i comitati è questa la preoccupazione maggiore ad un anno esatto dall’apertura dell’autostrada Dolo-Quarto d’Altino. Così hanno deciso di scendere in campo per difendere Vernizzi. «Anche noi abbiamo inviato una lettera a Di Pietro - continua Zanon - dove lo invitiamo e rivedere la sua posizione. Cambiare commissario a pochi mesi dall’inaugurazione del Passante è controproducente». Il ragionamento di Zanon è molto semplice. In questi anni di attività il comitato si è concentrato soprattutto sulle opere di mitigazione ambientale. Con Vernizzi si è instaurato un dialogo nel rispetto reciproco dei ruoli e alla fine i risultati stanno dando i loro frutti. «Nel progetto originario - continua Zanon - c’erano solo le barriere fonoassorbenti e la recinzione a sette metri dal confine della strada. Ora, invece, sono stati stanziati fondi per il Passante Verde, abbiamo studiato fasce di rispetto dove non edificare, piste ciclabili a ridosso delle opere complementari, cercato di salvaguardare le aree agricole, creato boschi specie a Mirano, Martellago e Scorzè. Per raccogliere gli euro necessari abbiamo contattato e stimolato i parlamentari veneti per rendere meno drammatico l’impatto ambientale del Passante. Alla fine avremo un’infrastruttura abbastanza condivisa dal territorio e sarebbe la prima volta in Italia. Per questo motivo cambiare Vernizzi non servirebbe a granché. Siamo in una fase molto delicata, dove abbiamo chiarito con gli enti locali quali potrebbero essere gli scenari futuri. Con lo stesso attuale commissario abbiamo studiato e apportato alcune migliorie all’opera ma se ora venisse a mancare questa esperienza, collaudata in tre anni di lavoro, si perderebbe solo del tempo mentre noi vorremmo che i lavori di costruzione dell’autostrada e del Passante Verde procedessero assieme. Ricordiamoci che ci sono ancora due ricorsi al Tar congelati».(Alessandro Ragazzo)



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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013