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giovedì 9 luglio 2015

Tornado a Mira - Mirano - Cazzago (2015)

Il clima sta cambiando, oramai se ne sono resi conto tutti.
I vortici d'aria o peggio i tornado iniziano a ripetersi ogni anno sempre più spesso, pur essendo secondo le statistiche metereologiche un fenomeno raro per il Mediterraneo.
A differenza degli anni passati quest'anno il tornado si è scatenato con venti di 300 km/h (stima approssimativa con una scala basata sui disastro effettuati... un po' come la mercalli per i terremoti al contrario della scala Richter, basata sulla magnitudo del sisma).

Degli audaci hanno messo a rischio la loro vita per andare a vedere il tornado da vicino (magari per rivendere in seguito il video a qualche TV / TG).
Arrivati a poche centinaia di metri dal vortice, si vede il tornado causare la devastazione, abbattere alberi come fuscelli e proseguire la sua corsa, per forturna trasversalmente alla visuale dell'auto.



Dalla lontana America, dove i tornado sono una consuetudine (anche 80 al mese, ma su aree più vaste del solo veneziano) si scopre come le nostre abitazioni siano indifese a fenomeni atmosferici di tale portata.
Abitazioni troppo vicine da un lato possono ripararsi l'un l'altra smorzando la forza del vento, ma dall'altro possono danneggiarsi a vicenda, scaraventando le macerie dell'una addosso all'altra.
I tetti, difficilmente verificati a tali forze rischiano di crollare le le forti depressioni che provoca il vento (un alternarsi di pressioni e depressioni che rompe a fatica e flessione gli elementi portanti).
I coppi, sollevati da un vento capace di alzare auto per centinaia di metri come avvenuto a Mira, divengono veri e propri proiettili, in parte taglienti, capaci di ferire chiunque, spaccare persiane e vetri.
Non è un caso che negli USA le tegole delle case nelle aree a rischio tornado vengono inchiodate al tetto e non solo posate come i coppi.
Quindi, è importante raggiungere subito un luogo coperto, possibilmente con poche finestre, persiane o balconi di legno da chiudere per fornire ulteriore riparo (magari qualche mobile davanti alla porta.
Venti così forti possono distruggere anche i mobili all'interno delle abitazioni se trovano una via per entrare, porta o finestra (in genere si crea una corrente se da una parte entra e da un'altra esce, motivo per cui riparandosi in una stanza si devono bloccare sia la porta che le finestre).
Nel caso  venti ed i detriti siano così forti da far crollare la casa non c'è via di scampo, se non forse ripararsi sui fori in muri portanti (per esempio da 40 cm).
Negli USA i rifugi anti-tornado sono scantinati, distanti dall'abitazione (i detriti potrebbero ostruire l'uscita) e chiusi (solo un ingresso e non altre vie di aerazione in modo tale che appaia come un contenitore chiuso), ove ripararsi mentre passa il fenomeno estremo.

Nella speranza di non rivedere tanta distruzione per altri 500 anni...

domenica 2 dicembre 2012

ZTL a Mira

Scontro fra Comune, commercianti e residenti sulle ZTL imposte a Mira - La Nuova Venezia

Come già scritto in passato le  Zone a Traffico Limitato rappresentano un notevole impatto per i frontisti siano essi abitanti residenti, negozianti dell'area, anche figli che visitano i genitori, imprese che intervengono per lavori in qualche edificio o più semplicemente persone che semplicemente transitano per un'area chiusa.
Di tutti questi casi citati, spesso le ZTL vengono attivate con la sola idea di ridurre il traffico semplicemente passante per migliorare la vivibilità dell'area o ridurre le emissioni di CO2 (comunque il traffico passa in altra zona ed emette CO2 a seconda del tragitto diverso compiuto).
Per tutti gli altri casi aumenta la burocrazia con l'emissione in genere di particolari permessi per tot ore/giorni che permettano l'accesso all'area limitata, dato che per esempio non si può impedire ad un'impresa di lavorare o gravarla dei costi di varie multe o ai figli di vedere i propri genitori.

Ma esistono i mezzi alternativi con cui recarsi nell'area pubblica ad alto rischio multe staccate da azienda privata, cooperativa o municipalizzata: pedoni, biciclette, ecc...
Il problema è che non si ha alcun riscontro che le ZTL convertano il traffico in eguale flusso di pedoni e ciclisti, bensì semplicemente lo spostamento del tragitto di percorrenza, così come rilevato da associazione dei negozianti e persone che subiscono spesso le variazioni dovute alla creazione di inopportuni sensi unici.

Tutto lo scontro su parcheggi blu e ZTL nel Comune di Spinea nasce con l'interrogazione in consiglio comunale del consigliere PDL Piazzi, il quale confrontando le cifre delle multe staccate dalla polizia municipale di Mestre e Mirano notava come a Spinea il Comune "guadagnasse" meno dei comuni limitrofi in questa voce di bilancio.
Da ciò la maggioranza si impegnò a chiamare Trolese, capo del Comando di Polizia Municipale in seconda commissione consigliare per spiegare il motivo del minor numero di multe.
Ne risultò che i Comuni di Mirano (Mirano, superati 500 mila euro di multe) e Mestre hanno avuto un picco di multe perchè autisti ignari delle ZTL erano entrati nell'area pubblica limitata sotto il controllo di un'azienda privata.
Da qui dovrebbe nascere l'idea di studiare la possibilità del Comune di istituire sia dei parcheggi blu che delle ZTL, poi così contestata da uomini di Tessari - PDL e commercianti/residenti.

A favore delle strisce blu e delle ZTL si schierano anche Spinea Cinque Stelle ed alcuni comitati pro-ambiente e pro-biciclette, nella convinzione che le multe invoglino i cittadini ad abbandonare i loro 10-20 mila euro di auto in garage, più delle accise del carburante.
Quindi a tal scopo economico val bene una cattiva segnalazione delle aree ZTL o degli orari di attivazione (si pensi ad un'auto parcheggiata in un'area ZTL quando si può che non può essere mossa a restrizioni attive, per il rischio di portarla davanti alle telecamere di controllo).senza cartelli chiari che mettano in pericolo esborso di molti euro coloro che girano con un autoveicolo.
Quindi se da un lato commercianti che vendono beni leggeri non hanno molto da lamentarsi, diversa diviene la questione con magazzini o beni che necessitano di un bagagliaio per essere trasportati (es: anziano di 70 anni con 4 borse della spesa in bicicletta? in autobus? a piedi?!).
Tuttavia nel caso di Mira, un ristorante chiuso dalla ZTL, pur vendendo un bene prodotto leggero e consumato sul posto critica la zona a traffico limitato, poichè inficierebbe la visibilità del suo locale, facendogli perdere clienti.
In effetti la cultura della movimentazione scontrandosi con la libertà dell'individuo è un onere che varia a seconda dei gusti delle persone stesse (o per esempio le condizioni meteo, si immagini per esempio andar a piedi al ristorante con gli amici in un giorno invernale con 7 gradi e pioggia...), ed i cui costi per invogliare a non utilizzare l'auto non possono ricadere sul singolo privato.
Ben inteso quindi che non si può imporre a qualcuno come muoversi, vi è il conflitto fra chi ci guadagna e chi ci perde nell'adozione di tali mezzi relativamente ad un suolo pubblico.

Da notare anche che la società che ha partecipato al bando per la ZTL di Mira segnala la presenza di sovvenzioni regionali, ma indica anche che solo undici comuni in Veneto hanno adottato una tale misura...un po' pochi dato che tre sono intorno a Spinea (Mestre, Mirano, e Mira).

In generale le ZTL sono una complicazione per la guida e per la circolazione nelle città.
Spesso la loro segnalazione non è intuitiva, tanto che molti dei malcapitati che vi entrano oggi è a causa del fatto che in auto l'area limitata non viene percepita nella sua forma (es: di un flusso di auto diretto nell'area solo i residenti possono entrare gli altri no pena multa, solo da tal ora a tal ora si può entrare), diversamente da ciò che avviene per i segnali stradali verticali ed orizzontali.

Proprio per questo creano un forte malcontento popolare, mentre non necessariamente questo disago spinge il singolo individuo ad utilizzare altri mezzi di locomozione.



PS: Mirano pur avendo parcheggi blu e ZTL non incidenti sul traffico di via Miranese è forse l'unico caso di ottima disposizione di parcheggi gratuiti ed a pagamento fra aree di scorrimento, servizi ed aree storiche.

sabato 28 luglio 2012

Città metropolitana...e chi paga?

Sempre più spesso il potere politico sovracomunale (regioni e/o provincie) parla di Città Metropolitana.

Questo progetto di riunificazione dei Comuni del miranese in un unico grande Comune che accorpi il centro di Venezia con gli abitati di Mestre, Chirignago, Mira, Spinea, e forse anche Mirano, Marcon e Martellago, sembra basarsi sulla semplice considerazione che le aree costruite e le case sono diventate così attigue fra i diversi confini comunali da far sembrare il tutto un'unica grande metropoli, piuttosto che tante città affiancate.

Ma la realtà è che l'idea delle Città Metropolitane ha radici storiche profonde nella politica nazionale italiana, dato che costituiva di uno degli esclusivi punti politici del Piano di Rinascita Democratica (altra fonte, wikipedia) della poco democratica loggia massonica P2, ma molto efficiente entità occulta italiana, preso atto che a decenni dallo scioglimento ancora vede realizzarsi punti del suo piano politico totale.

Di certo tralasciando il passato storico così velocemente dimenticato, a sostegno della bontà di tale modifica urbanistica si possono trovare delle ragioni architettoniche ed urbanistiche sufficienti che accostino onorevolmente gli stili ed i canoni di Venezia, con le ville dell'entroterra, l'abitato privo di auto con il traffico caotico del centro di Mestre o le soluzioni urbanistiche da città dormitorio al servizio delle fabbriche di Porto Marghera dei vicini comuni di Spinea e Mira.

Ma la realtà economica che può interessare al cittadino medio degli abitanti di Mira, Mirano, Spinea, Marcon, Martellago....e di tutti gli altri Comuni che verrebbero fatti confluire nella Città Metropolitana, sicuramente investirebbe la tassazione dell'Imposta Unica Municipale sugli immobili.
Infatti, se realtà Comunali attigue al comune di Venezia (Venezia, porto marghera, mestre, chirignago, ...) presentano bilanci in buono stato, scarsa esposizione finanziaria od anche in alcuni casi parziale attivo, il Comune di Venezia in controtendenza con la Regione Veneto, presenta una forte esposizione finanziaria (fonte: Giornalettismo).



Se quindi la Regione Veneto ha un disavanzo pro capite di 6 euro per abitante, il Comune ha un disavanzo pro capite di 1500 euro circa pro capite.
Quindi, aumentando il numero dei cittadini facenti parte del comune, il disavanzo diminuisce ed incrementi di tassazione su più persone permettono un maggiore guadagno per ripianare il debito. Ciò sempre che le maggiori entrate non vengano utilizzate per esporsi a nuovi debiti (questione inerente la gestione della cosa pubblica).
Invece da parte dei cittadini accorpati dal Comune confinante alla Città Metropolitana di Venezia, vi è il passaggio da un Comune non in passivo o con passivo ridotto, che raccoglie soldi per finanziare opere per il territorio al Comune con un pesante passivo, la cui scala delle priorità dovrebbe mettere ai primi posti le spese per risanare il bilancio, le spese per la gestione della città storica di Venezia e non le piccole necessità delle realtà locali accorpate.

Quindi, se già il fondo di perequazione dell'IMU gravava sui Comuni confinanti a Venezia ridistrubuendo risorse in funzione del ricavo di tutti i Comuni confinanti (diversa quantità di abitanti, di case principali o secondarie, diverse aliquote, diverse rendite degli immobili, ecc...), ovvero avendo vicino un Comune con una forte esposizione finanziaria, parte delle risorse previste per i Comuni in attivo per il meccanismo del fondo di perequazione dovrebbero essere distribuite al Comune in forte passivo, l'idea di creare una città metropolitana potrebbe diventare una mazzata ben peggiore per i "cittadini pagatori di IMU".
In effetti questi, accorpati alla città metropolitana, da residenti di entità moderate si troverebbero a ripagare con un aumento delle aliquote IMU i debiti di un Comune di cui non avevano mai fatto parte e che li ignorera nelle loro necessità, per esigenze di bilancio, da quando ne faranno parte.

Sembra ieri quando si professava l'idea del "Vedo Pago Voto" a sostegno dell'IMU, quale pubblicità della tassazione che avrebbe valorizzato le realtà locali, garantendo denaro ai Comuni, e permesso una partecipazione attiva del cittadino alla politica (vedo l'amministratore che aliquote impone, pago le tasse e tengo da conto dove vengono impiegati i soldi, voto una coalizione o l'altra fra le sole due scelte possibili nel sistema bipolare italiano).
L'illusione del messaggio pubblicitario "Vedo Voto Pago", del tutto simile all'illusorio "Veni Vidi Vici" del "De Bello Gallico", che già appariva strano per il semplice fatto che le case maggiormente tartassate dalle aliquote IMU sono le seconde case, ove il proprietario non ha residenza e quindi non ha diritto di voto, assume una sua concretezza piena nella realizzazione delle Città Metropolitane, che garantiranno un notevole flusso di denaro ai Comuni economicamente disastrati d'Italia per i quali non era bastato il Patto di Stabilità (esempio: proteste), e nemmeno i trucchetti degli enti territoriali speciali (esempio: ente territoriale speciale Roma Capitale).

Il "Vedo Pago Voto"
già dimenticato dalle realtà politiche locali, provinciali e regionali, non sembra nemmeno aver coinvolto i giornalisti, assunti per scopi pubblicitari, più che per documentare ed informare i lettori.

Qui par proprio di sognare; manca solo che brevettino l’acqua calda e con questo caldo sarebbe fatta!...
Come possa la Città Metropolitana curare da Venezia le funzioni anche comunali nell’intera area dell’attuale Provincia non è dato d’immaginare. E non si tratta, come s’é assistito in questi giorni, di rivendicare scranni di comando o blasoni, ma di assicurare alla gente servizi adeguati; e per farlo efficacemente la partecipazione dei cittadini diventa presupposto essenziale. Ma il tema Città Metropolitana è solo l’occasione per rimeditare e risolvere «alla veneta» l’organizzazione funzionale del territorio Veneto, cosi peculiare nella sua configurazione sia geografica che storico- culturale.
Nessun’altra Regione è caratterizzata da un altrettanto marcato policentrismo.
L’intero territorio è rappresentato dalle sue «capitali», che vanno valorizzate nel loro ruolo di espressione del proprio hinterland per confini di funzioni, non cartacei; si chiamino mandamenti, distretti, comprensori, circoscrizioni (in Montagna Comunità di Vallata, bacini omogenei o cos’altro) con funzioni sovracomunali, assorbendo il problema dell’accorpamento dei piccoli Comuni. Questa potrebbe essere l’ora della Regione, chiamata a colmare i vuoti di funzioni aperti della mannaia statale, inventando un nuovo potere locale. Ecco la sfida.
Ivone Cacciavillani
12 luglio 2012
corriere del veneto.corriere.it

Ciò che resta difficile stimare rimane sempre quanto costeranno le Città Metropolitane ai singoli cittadini accorpati ai Comuni con bilancio in forte negativo, in un piano predeterminato a cui non sembra possibile opporsi (esempio: Città metropolitana la provincia dice si, La Nuova Venezia), in un paese dove si trova sempre una scappatoia alle promesse elettorali (fatta la legge gabbato lo santo) o dove i politici spostano beni del partito all'estero, invece che informare i cittadini della crisi economica alle porte (esempio: lastampa.it).

Invece quanto costerà in termini totali alla popolazione delle città metropolitane questa fantastica invenzione politica, è noto: basta bilanciare i passivi e gli attivi dei comuni accorpati. Il passivo economico risultante sarà ripagato con un aumento delle aliquote IMU dai cittadini, con le loro prime e seconde case.


Aggiornamento
Una lettura più approfondita dell'articolo di legge che prevede l'istituzione delle città metropolitane indica che i bilanci dei singoli comuni rimarranno tali, mentre il bilancio della provincia dovrebbe essere accorpato con quello della città capoluogo.
La carica di sindaco metropolitano verrà definita dall'accordo dei comuni, assieme allo statuto della città metropolitana e dagli eventuali veti imposti da sindaco della città capoluogo o dal presidente della provincia.
La buona organizzazione di tali aree territoriali omogenee verrà inoltre incentivata con la dislocazione di funzioni provinciali ed anche regionali anche alle amministrazioni comunali. Quest'ultimo aspetto, trattato come benefico dai sostenitori delle città metropolitane, potrebbe nascondere alcune problematiche (formazione del personale, costi di gestione, stato economico delle funzioni o degli enti al momento del conferimento alle amministrazioni locali).
In effetti le cariche provinciali, del tutto onorifiche, assegnate ai sindaci delle città capoluogo dovrebbero passare dall'attuale forma gestionale (su tre tematiche agricoltura/ambiente, mobilità, istruzione secondaria superiore) a semplice funzione di coordinamento fra le realtà comunali.
Men che meno è chiaro se nel futuro possano verificarsi problemi di conflitto di interessi nella figura del sindaco metropolitano, il quale è sia sindaco del capoluogo, sia possessore delle cariche provinciali di coordinamento.
Un esempio di scontro fra comuni della provincia e comune capoluogo (generato anche dal comportamento dei cittadini del comune capoluogo) è lo scandalo rifiuti di Napoli, risolto con l'intervento della protezione civile - Stato e l'ausilio di leggi speciali.
Tutto si gioca sullo statuto.... ma il sindaco della città capoluogo può porre il veto, autoeleggendosi automaticamente e poi può definire lo statuto con i suoi consiglieri da lui eletti, senza un organo di decisione collegiale.
Inoltre dato che esistono tre possibili meccanismi di elezione del sindaco metropolitano, è possibile che al variare delle città metropolitane si instaurino meccanismi burocratici diversi, cosa assolutamente nuova per l'ordinamento italiano.
Rimane la questione del buonsenso, fronte ai debiti delle città capoluogo: è giusto dare maggiori poteri ad amministrazioni in pesante deficit senza un meccanismo di elezione diretta dei cittadini di tutti i comuni della città metropolitana?

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domenica 27 maggio 2012

Possibili percorsi ciclabili



Si può raggiungere l'area ciclopedonale di Mirano, a cavallo del Taglio o raggiungere la piazza centrale.
Si può passare da Chirignago a Mirano, attraverso Spinea, seguendo strade con pista ciclabile o con bassa circolazione.
Si può prevedere un percorso chiuso, attraverso Borbiago per circa 15 km.
Un prossimo sottopassaggio migliorerà l'attraversamento pedonale a ridosso della corsia di immissione della rotatoria in località Fossa.

I Comuni di Martellago-Maerne e di Mira non sono raggiungibili con piste ciclabili o strade non troppo trafficate.
Chirignago risulta sviluppata a cavallo di via Roma, con scarsa separazione fra il traffico ciclabile ed a motore.
Miglioramenti possono essere eseguiti con una collaborazione fra i Comuni del Miranese, tramite interventi mirati.
Per esempio
  • un sottopassaggio fra il Graspo de Uva e il quartiere Dante a Spinea che non costringa a passare ciclisti e pedoni per via Fornase e via Unità;
  • un sottopassaggio sotto la ferrovia fra via Fornase a Spinea e l'incontaminata via delle Ferrovie che non costringa al lungo percorso per via Oriago, ben più trafficata e stretta;
  • potenziamento delle piste ciclo pedonali a fianco del Passante di Mestre (ex strade per la costruzione dell'opera), che in questo modo potrebbero permettere di giungere anche a Martellago e Maerne;
  • miglioramenti alla viabilità (anche la circolazione delle auto presenta difficoltà) nell'area compresa fra Borbiago e Crea, dove sembra sussistere una separazione netta fra i comuni di Mira e Spinea;
  • un miglioramento del "parco del Rio Cimetto", un insieme di prati verdi inseriti fra molteplici palazzoni, sconnesso da viabilità ciclopedonale (ottimo sarebbe stato un collegamento con il Parco Nuove Gemme);
  • un miglioramento della viabilità del nord di Spinea - Asseggiano, basata su strade strette e trafficate, magari coinvolgendo il sottopassaggio di via Macello;
  • un collegamento fra il sottopassaggio vicino alla stazione di Maerne-Martellago attraverso strade che non siano la camionabile via della Costituzione.


Per accedere a Mira il passaggio migliore, sebbene poco sviluppato e molto trafficato, sembra essere la percorrenza di via Oriago.

Mappa delle telecamere - ZTL - box autovelox a Spinea e dintorni




Sono gradite indicazioni e segnalazioni alla mappa nei commenti


Altre sulle telecamere:
  • Telecamere in cimitero contro i satanisti: non se ne parla più, non si sa se installate;
  • Telecamere al centro Bennati contro i vandali: non se ne parla più, pare non siano state installate;
  • Telecamere sulle isole ecologiche per scovare chi infrange la raccolta differenziata: 3 telecamere mobili spostate di volta in volta.

Aggiornamento 15-08-2014
Si consiglia di utilizzare un navigatore ed i punti GPS di postazioni autovelox fissi e mobili, così come indicato in questo articolo: Navigatori satellitari ed autovelox.

sabato 16 febbraio 2008

Articolo di giornale - opere complementari, servono altri 30 milioni

LA NUOVA
MERCOLEDÌ, 13 FEBBRAIO 2008
Provincia I soldi potrebbero essere messi dalla società mista chiamata a gestire l’autostrada Opere complementari, servono altri 30 milioni Le bretelle sono alla progettazione definitiva. Vernizzi. «In primavera le gare d’appalto» L’area di Roncoduro a cavallo tra i Comuni di Mirano, Mira, Dolo e Pianiga sarà interessata da importanti varianti
FRANCESCO FURLAN


MESTRE. C’è un solco di cantieri aperti lungo 32 chilometri che attraversa dodici comuni delle province di Venezia e Treviso per la costruzione del Passante di Mestre. Apertura prevista, dice il cronoprogramma: fine dicembre 2008, ma senza i caselli intermedi di Crea, Cappella e Preganziol. Gli occhi dell’Italia che lavora e produce e muove le merci su gomma sono sul Passante di Mestre, ma quelli dei sindaci dei territori attraversati sono altrettanto vigili sulle opere complementari, che serviranno per rendere più “morbido” l’atterraggio del Passante e del traffico che porterà in dote. Che ne è delle tante strade, e rotatorie, e bretelle di cui si è discusso in decine di incontri, riunioni, conferenze? Quelle di fascia “A” - le più urgenti - sono in fase di progettazione definitiva. E i primi bandi per l’assegnazione dei lavori saranno pubblicati tra maggio e giugno. «Ma per poterle realizzare tutte mancano almeno - stima il commissario speciale Silvano Vernizzi - 30 milioni di euro». Che da qualche parte bisognerà pur tirar fuori.
La progettazione. Intanto la progettazione, in capo a Veneto Strade, va avanti senza grossi intoppi, ed è giunta alla fase definitiva (che è la penultima prima di quella esecutiva). Gli accordi con i comuni sono stati trovati cercando di soddisfare le esigenze dei sindaci che hanno cercato di sfruttare questa possibilità con un obiettivo comune in testa, a Quarto d’Altino, come a Spinea, a Mira come a Salzano: utilizzare la viabilità di collegamento al Passante per cercare di dirottare il traffico all’esterno dei centri urbani. «I cantieri delle prime opere complementari - ipotizza Vernizzi - potranno partire in autunno e qualcuna potrebbe essere pronta tra l’estate e l’autunno del 2009». I bandi d’appalto saranno realizzati accorpando due o più progetti, per mettere insieme interventi che raggiungano un valore di almeno 10 milioni di euro. Per i primi mesi del 2009 è prevista l’apertura anche dei cantieri in un nodo strategico della provincia, nell’area compresa tra i comuni di Mirano, Dolo, Pianiga e Mira dove si interesecheranno Passante, A4, metropolitana di superficie, e forse anche la Romea commerciale. Sono i cantieri della variante di Roncoduro, che collegherà la Brentana con l’A4 e, più a Est, il collegamento tra la strada Brentana e Oriago.
I finanziamenti. Data la celerità con cui procedono cantieri del Passante e progettazione delle opere complementari il nodo da sciogliere in tempi urgenti è quello che riguarda i finanziamenti. Nella cassaforte del commissario Vernizzi ci sono 106 milioni di euro, di cui 81 messi a disposizione dalla Regione e 25 dallo Stato con due diverse manovre finanziarie. «Ma per realizzare tutti gli interventi di cui è in corso la progettazione definitiva, e che comprendono anche gli interventi nel Trevigiano - dice Vernizzi - ne servono almeno altri 30». Proprio lunedì l’assessore alla viabilità della Provincia di Venezia, Paolo Gatto, ha incontrato a Roma il nuovo direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Lorenzo Quinzi, per discutere, tra le altre cose, dei finanziamenti necessari per il Passante. «I soldi vanno trovati - dice Gatto -, tutte queste sono opere fondamentali, non a caso è stato deciso che dovessero essere inserite in fascia “A”. L’altro aspetto che preme alla Provincia e ai Comuni è che l’apertura dei caselli intermedi e quella delle bretelle di collegamento sia contemporanea». Ma dove pescare i 30 milioni di euro mancanti che rispetto ai numeri del Passante (il cui costo è di 750 milioni di euro) saranno poca cosa ma che tradotti in asfalto equivalgono a tre-quattro tangenziali, e quindi tre-quattro centri con meno traffico?
Le ipotesi. Non è che siano poi molte le opportunità. Se governo (per ora è meglio non contarci) e Regione non provvederanno con uno specifico finanziamento, la risposta potrebbe arrivare dalla costituzione della società mista Anas-Regione che sarà chiamata a gestire il Passante di Mestre e che ha tra gli obiettivi quello di reinvestire gli utili sul territorio. Il braccio di ferro tra Regione e Anas, che rivendica le redini operative del nuovo soggetto, non si è ancora placato, ma è già stata fissata una data per la nascita della nuova società: il primo marzo. Stando a quel che Quinzi ha riferito a Gatto, il governo - impegnato a traghettare il Paese verso le elezioni - vorrebbe comunque chiudere la partita prima delle elezioni di aprile. In ogni caso i 30 milioni mancanti non saranno disponibili da domani e sarà necessaria una scelta. Il sindaco di Quarto d’Altino, Loredano Marcassa, ha già alzato la mano: «Ehi, ci siamo prima noi».

Il comune di Spinea ha in Fascia A (progetto preliminare approvato e progettazione definitiva in corso) l'adeguamento della SP36 dalla Fossa a via Rossignago (via della Costituzione).
Le zone indicate si spera non siano indicative dei capi estremi visto che rimane un tronco di SP36 fra via Rossignago fino al passaggio a livello con Maerne, tanto più che l'innesto della cosiddetta tangenziale nord avviene proprio oltre via Rossignago.
Un potenziamento di quelle strade è necessario già oggi, prima ancora dell'apertura del Passante al seguito dell'intensificazione del traffico.
Le stime di impatto del Passante.

Non sono inseriti nella Fascia A il collegamento fra via Martiri, via Capitanio, via Cici e via Matteotti, nè il potenziamento della strada statale fra Fornase, Crea e Mirano.


lunedì 28 gennaio 2008

Articoli di giornale - Via Zigaraga ed il traffico pesante

Il GAZZETTINO
Domenica 26 gennaio 2008 MAERNE DI MARTELLAGO 50 famiglie che abitano in una strada ai confini con tre comuni che si trova vicino ad un cantiere del Passante «I camion ci stanno distruggendo le case» Alle pareti si sono aperte grosse crepe e i residenti sono decisi a rivolgersi alla Procura
(ndr) Un terremoto, ma provocarlo non è la natura bensì i camion del Passante che sfrecciano su una strada tutta buche: l'effetto però è lo stesso, sommovimenti tellurici nelle case dove si aprono crepe à gogo.Sono arrabbiati e pronti ad adire alle vie legali per ottenere risarcimento dei danni, come scrivono in una petizione firmata da 50 famiglie, i cittadini del comitato "Salviamo Zigaraga", lunga via che, tra le varie, ha la sfortuna di essere in periferia e al confine tra 3 comuni (Spinea , Martellago e Salzano), con relativi vuoti di competenze, e di trovarsi nel bel mezzo di un cantiere del Passante.I residenti da anni denunciano l'abuso della loro sconnessa e stretta strada da parte di camionisti e automobilisti poco rispettosi dei limiti di velocità e divieti di transito per certe tipologie di mezzi pesanti, ma la situazione è degenerata con l'apertura dei cantieri dell'autostrada.Gli abitanti si sono fatti una ragione dell'inevitabilità dell'opera, ma chiedono che sia data loro la possibilità di conviverci in modo dignitoso, e con disagi minimi.Sotto accusa l'inciviltà di alcuni camionisti di tir e betoniere autorizzati, che prendono la Zigaraga come un circuito, ma soprattutto l'immobilismo dei Comuni che non si decidono ad attuare un lavoro minimo ma essenziale, un'asfaltatura decente per coprire le buche che talvolta sono crateri con relativi pericoli per ciclisti e pedoni.E su cui le ruote dei camion sobbalzano, dando scosse continue alle abitazioni dove si sono create innumerevoli lesioni alle pareti (persino sui sanitari), senza contare lo stress cui vengono sottoposti i residenti."Nonostante le tante segnalazioni alle amministrazioni non si è mosso nulla - lamentano gli abitanti del civico 1, a Maerne - L'unico che ha fatto qualcosa, va dato atto, è il sindaco di Martellago che ha fatto asfaltare un pezzo di strada davanti a casa nostra, ma è stato un intervento molto parziale: è stato sistemato solo un piccolo tratto e sono state lasciate le buche maggiori.Né abbiamo mai visto un vigile a controllare. Viviamo in una strada diventata di cantiere ma che di cantiere non è perché ci abitano centinaia di persone che in casa non hanno tregua e fuori rischiano la vita in questo percorso ad ostacoli. E le nostre abitazioni stanno cedendo".Il Comitato rinnova pertanto l'ultimatum agli amministratori dei tre comuni di intervento immediato per porre fine a tale situazione, e per i danni alle case e per i rischi per le persone ("se succederà qualcosa vi riterremo responsabili, ma bisogna attendere la tragedia per muoversi?"), li invita a farsi un giro, magari in bici, nel loro quartiere, per rendersi conto, e chiude la petizione ribadendo la delusione "nel vedere come i nostri amministratori, pronti ad accettare il Passante barattandolo con metri cubi edificabili e opere complementari, temporeggino di fronte alle richieste minime dei loro cittadini che fanno sacrifici seri nel tentativo di vivere dignitosamente".

Via Luneo e via Zigaraga sono nettamente insufficienti per l'odierno traffico e vengono a trovarsi in un'area in cui vi è un "buco" nel tessuto stradale di scorrimento.
Per questo motivo queste strade che anche se nettamente insufficienti rappresentano una valvola di sfogo vengono a trovarsi in una cattiva situazione di sicurezza a cui bisognerebbe ovviare costruendo qualche arteria che permetta il collegamento Salzano-Mirano con le statali prossime a Mirano Maerne e Spinea senza passare vicino all'abitato.
Per far questo servono investimenti, ministri delle infrastrutture che non cambiano ad ogni starnuto del governo e portano a compimento le opere di cui vi è necessità e non cercano di intralciare la cooperazione fra diversi livelli di amministrazione (per esempio con la sostituzione di Vernizzi).

Il Passante Verde dovrebbe interessare l'opera del Passante con la costruzione di una fascia verde di attenuazione dell'impatto ambientale fra comuntià e linea autostradale.

articoli di giornale - Auto vietate a Mirano e Spinea per carnevale

LA NUOVA
SABATO, 26 GENNAIO 2008
Provincia L’INIZIATIVA Al via la prima domenica ecologica Auto vietate solo a Spinea e Mirano Ma le piazze resteranno deserte: non è prevista alcuna iniziativa
MIRANO. Solo Mirano e Spinea per la prima domenica a piedi. Partono domani le giornate ecologiche promosse dalla Provincia, ma come per le targhe alterne, i comuni non sembrano sgomitare per varare provvedimenti anti-traffico.
E così domani a chiudere i propri centri alle auto saranno solamente due comuni su sette. Qualcosa di più potrebbe arrivare nelle prossime due domeniche a piedi, in programma il 24 febbraio e 30 marzo, quando potrebbero aggregarsi anche Salzano e Noale.
A Mirano domani circolazione interdetta dalle 9 alle 18 in tutta l’area del centro storico compresa tra via della Vittoria (dall’incrocio via XX Settembre all’incrocio con piazzale Garibaldi) e via Cavin di Sala (dall’incrocio con via XX Settembre fino all’incrocio via Gramsci), oltre naturalmente alla piazza già interessata dalla Ztl domenicale. Il traffico sarà dunque deviato all’incrocio del Ponte nuovo su via Taglio e all’incrocio delle vie Cavin di Sala-Battisti-Scaltenigo sulla camionabile viale Venezia.
Per quanto riguarda le strade comunali interne, il traffico verrà deviato da via Porara agli incroci con viale Venezia, via Firenze, via Verdi e via Rossigni, in via Wolf Ferrari all’incrocio con via Bellini, in via della Vittoria all’incrocio con via Mascagni e con piazzale Garibaldi e in via Cavin di Sala all’incrocio con via Pensieri e con via Gramsci.
Dal provvedimento sono esclusi i residenti all’interno dell’area sottoposta a limitazione, ai quali sarà comunque consentito di uscire e rientrare dalla propria abitazione. Sono esclusi inoltre i veicoli di soccorso e polizia e gli autobus adibiti al trasporto pubblico.
A Spinea invece, così come avviene anche per le targhe alterne, sarà interessato tutto il territorio comunale, escluse le tangenziali esterne. Il blocco delle auto sarà però operativo in una fascia oraria più ridotta, dalle 10 alle 17.
Sono previste deroghe per i veicoli con almeno tre persone a bordo, mezzi di servizio e delle società sportive e quelli con a bordo persone dirette a manifestazioni sportive, religiose e sociali. In entrambi i comuni il provvedimento persegue l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell’inquinamento da polveri sottili. Mirano e Spinea rientrano infatti nella cosiddetta fascia A, comprendente i comuni con il fattore di rischio più alto per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico. Peccato solo per la totale assenza in entrambi i centri di qualsiasi iniziativa culturale o festa di piazza: ad animare i paesi ci penseranno comunque i bambini, che invaderanno le piazze con coriandoli e mascherine nella penultima domenica di carnevale. (Filippo De Gaspari)


LA NUOVA
DOMENICA, 27 GENNAIO 2008
Provincia L’INIZIATIVA PER COMBATTERE LO SMOG C’è la domenica ecologica, tutti a piedi a Spinea e Mirano
MIRANO. Domenica a piedi oggi a Mirano e Spinea, unici comuni del Miranese ad aderire alla prima delle tre giornate ecologiche promosse dalla Provincia. Nei due comuni non sono però in programma manifestazioni o iniziative culturali di rilievo. A Mirano circolazione interdetta dalle 9 alle 18 in tutta l’area del centro storico compresa tra l’incrocio di via della Vittoria con piazzale Garibaldi e quello di via Cavin di Sala con via Gramsci, oltre naturalmente alla piazza, già interessata dalla Ztl domenicale. Il traffico sarà deviato all’incrocio del Ponte nuovo su via Taglio e all’incrocio delle vie Cavin di Sala-Battisti-Scaltenigo sulla camionabile, viale Venezia. Cambia la circolazione anche nelle strade comunali interne del quartiere Moro: le auto verranno deviate da via Porara agli incroci con viale Venezia, via Firenze, via Verdi e via Rossini, in via Wolf Ferrari all’incrocio con via Bellini, in via della Vittoria all’incrocio con via Mascagni e con piazzale Garibaldi e in via Cavin di Sala all’incrocio con via Pensieri e via Gramsci. Dal provvedimento sono esclusi i residenti all’interno dell’area sottoposta a limitazione, che potranno comunque uscire e rientrare dalla propria abitazione. Dal blocco sono esclusi gli autobus di linea. A Spinea sarà invece interessato tutto il territorio comunale, escluse le camionabili esterne. Il blocco delle auto sarà però operativo solamente dalle 10 alle 17, con deroghe per i veicoli con almeno tre persone a bordo, mezzi di servizio e delle società sportive e quelli diretti a manifestazioni sportive, religiose e sociali. Le prossime domeniche ecologiche sono in programma il 24 febbraio e il 30 marzo: allora potrebbero aggregarsi anche altri comuni, come Salzano e Noale. (Filippo De Gaspari)

LA NUOVA
LUNEDÌ, 28 GENNAIO 2008
La prima domenica ecologica è con tante auto a spasso
MIRANO. Pur senza iniziative di rilievo o manifestazioni organizzate, ci ha pensato il bel tempo a riempire la piazza di Mirano nella prima delle tre domeniche ecologiche promosse dalla Provincia. Molti i cittadini, soprattutto famiglie, che approfittando del sole, hanno scelto di trascorrere in città un’insolita domenica senz’auto, passeggiando lungo strade solitamente molto trafficate. Centri chiusi ieri sia a Mirano che Spinea, ma non del tutto blindati: molte le deroghe concesse agli automobilisti e del resto Comuni e comandi di polizia locale avevano provveduto ad informare per tempo i cittadini. A Mirano, con il blocco in vigore dalle 9 alle 18, ad animare piazza Martiri ci hanno pensato centinaia di bambini in maschera, che in poco tempo hanno formato un grande tappeto colorato di coriandoli. A Spinea il blocco è stato più breve, cominciato alle 10 e terminato alle 17, ma ha riguardato tutto il territorio comunale, escluse solamente le tangenziali esterne. Nessuna sanzione elevata dai vigili, che si sono limitati a presidiare i principali accessi alla città. Del resto in entrambi i comuni aderenti i comandi di polizia locale hanno scelto di non reprimere, preferendo dare informazioni agli automobilisti su orari del blocco e sulle deviazioni in zona. I cittadini sembrano aver apprezzato. «Senz’auto è certamente meglio - ha affermato un miranese - ma si poteva pensare a qualche iniziativa di sensibilizzazione, come ha fatto Mestre con l’Energy day».(Filippo De Gaspari)


IL GAZZETTINO
venerdì 25 gennaio 2008
Domeniche ecologiche Chi aderisce e chi "marca visita"
Al via le "domeniche ecologiche" promosse dalla Provincia di Venezia: nel Miranese sono solo due i comuni che aderiscono alla prima delle tre giornate, quella di domenica 27 gennaio. Piazze senz'auto e traffico deviato infatti, secondo le indicazioni di Ca'Corner, anche il prossimo 24 febbraio e 30 marzo.Tra i sette comuni, appunto, solo Mirano e Spinea hanno deciso di adottare il provvedimento che, al di là degli effetti sulla riduzione dell'inquinamento, mira a sensibilizzare la cittadinanza su altri temi importanti, uno tra tutti la mobilità alternativa.Mirano, in effetti, necessita anche di campagne di questo tipo facendo parte di quei comuni che rientrano nella cosiddetta fascia A, etichetta che sta a significare il più elevato fattore di rischio per quanto riguarda l'inquinamento da polveri sottili. Proprio aMirano, quindi, dalle 9 alle 18 di domenica (anzi, di tutte e tre le domeniche) sarà quindi interdetta la circolazione ai veicoli a motore in tutta l'area compresa tra via della Vittoria (dall'incrocio via XX Settembre all'incrocio con piazzale Garibaldi) e via Cavin di Sala (dall'incrocio con via XX Settembre fino all'incrocio via Gramsci) e il centro storico interessato dalla zona a traffico limitato domenicale e festiva. Il traffico della strada provinciale Miranese sarà deviato all'intersezione del Ponte Nuovo sulla provinciale Mirano-Mira e, all'intersezione delle vie Cavin di Sala-Battisti-Scaltenigo, sulla strada provinciale Dolo-Scaltenigo-Mirano. Il traffico delle strade comunali sarà così deviato: via Porara alle intersezioni con viale Venezia, con via Firenze, con via Verdi e con via Rossini; via Wolf Ferrari all'intersezione con via Bellini; via Vittoria all'intersezione con via Mascagni e con piazzale Garibaldi; via Cavin di Sala all'intersezione con via Pensieri e con via Gramsci. Dal provvedimento, ovviamente, sono esclusi i cittadini residenti nell'area sottoposta a limitazione.ASpinea , invece, circolazione vietata dalle 10 alle 17 su tutto il territorio comunale. Provvedimento non troppo severo, a dire la verità, a giudicare dal gran numero di deroghe: i veicoli con almeno tre persone a bordo potranno circolare liberamente, così come i veicoli di servizio, delle forze dell'ordine, delle società sportive e le vetture con persone che si recano a manifestazioni sportive, religiose e sociali. Né a Mirano né a Spinea , comunque, sono previste feste e animazioni particolari.Tra gli altri comuni,Martellago chiude la Piazza in occasione del carnevale dei bambini (si può dire quindi che aderisce "indirettamente")Salzano eNoale marcano visita alla prima ma hanno già in programma biciclettate e manifestazioni in piazza per le giornate di febbraio e marzo.Davide Tamiello



giovedì 24 gennaio 2008

Articoli di giornale - Via Luneo e la ZTL

LA NUOVA
GIOVEDÌ, 24 GENNAIO 2008
Provincia Mirano. Il comitato locale ha bocciato il progetto Via Luneo contro la Ztl «Così arriva traffico»
MIRANO. «Scalici parla a titolo personale, a noi la Ztl in centro non piace proprio». Non usa mezzi termini Oscar Sorato, portavoce del comitato «No tangenziale Nord» di via Luneo. Dopo l’apertura di Giuseppe Scalici, che aveva salutato con favore la richiesta dei comitati di Mirano capoluogo per avere subito zone a traffico limitato, blocco delle deroghe e limiti a 30 chilometri all’ora in centro, si spacca dunque il fronte nel no alle tangenziali. Per Sorato la Ztl in centro non avrebbe altro effetto che riversare tutto il traffico pesante su via Luneo, rendendo impossibile viverci. «Va bene tendere la mano al Cosp e agli altri comitati - sbotta Sorato - ma noi la Ztl non la vogliamo, almeno che le stesse misure non vengano istituite anche in via Luneo». Se dunque il Cosp voleva con la sua proposta dividere il fronte avversario, il tentativo sembra aver sortito l’effetto sperato, anche se via Luneo rimane ferma sul no alle tangenziali. A confermare come il comitato di via Luneo abbia preso una strada a sé c’è anche il fatto che Sorato sta organizzando per venerdì sera, nell’ex scuola elementare del quartiere, una riunione tra tutti gli abitanti del Luneo e di via Zinelli, per individuare soluzioni condivise da proporre ai prossimi candidati sindaco di Mirano. L’obiettivo è di strappare, approfittando della campagna elettorale, promesse chiare per una riqualificazione di via Luneo. Sorato ha già le idee chiare: «Serve una rotatoria all’incrocio tra via Luneo e via Zinelli e una pista ciclabile in via Zinelli, per mantenere il collegamento col centro di Mirano». Sorato chiede anche di ripristinare subito il divieto di transito ai Tir su via Luneo, tolto dopo il completamento dei lavori del sottopasso di Spinea. (f.d.g.)

Si tende sempre a dimenticare che vie problematiche e strette subiscono problemi di viabilità anche con piccoli aumenti della percentuale di traffico transitante.
Risulta difficile credere che le targhe alterne siano molto rispettate (basti vedere le proteste già sorte a riguardo).
Allo stesso modo una ZTL (zona a traffico limitato) andrebbe imposta solo con una forte presenza di forze dell'ordine nel territorio e con una politica punitiva.
Proteste sulle targhe alterne
Tangenziale nord


giovedì 17 gennaio 2008

Articoli di giornale - La finanziaria farà diminuire l'Ici

LA PIAZZA del Miranese Sud
dicembre 2007
La Finanziaria farà dimuinire l’Ici I sindaci Fardin e Tessari: “Ci saranno forti ritardi nei trasferimenti statali. Ci saranno meno entrate dall’imposta sugli immobili. Rischiano si saltare i mutui delle opere pubbliche
“Più che tagli, la nuova legge Finanziaria produrrà ritardi nei pagamenti dei trasferimenti statali". Lo affermano i sindaci del Miranese, alle prese in questi giorni con le nuove norme contenute nella manovra in discussione in Parlamento. Tra emendamenti e decreti fiscali collegati, il giudizio dei Comuni, anche nel nostro comprensorio, è moderatamente negativo. Secondo Gianni Fardin, primo cittadino di Mirano: "La finanziaria abbatterà l’Ici tanto che l’introito principale per il Comune sarà costituito da maggiori finanziamenti statali trasferiti dallo Stato". Se a prima vista la cosa appare vantaggiosa per gli enti locali, ma soprattutto per i cittadini, è pur vero che sui comuni incombe l’incognita del calcolo dell’importo specifico da trasferire. Si chiede infatti Fardin: "Come farà il governo centrale a calibrare i trasferimenti ai comuni? Farà dei calcoli per ogni ente, e in tal caso c’è da capire sulla base di quali dati, oppure farà una specie di studio di settore?". Per Fardin, ma non solo, si rischiano dunque problemi di natura temporale: "Non sapendo quanti soldi possono arrivare, e con quali tempi, rischiano di saltare mutui e di conseguenza le opere pubbliche appaltate, dato che i servizi erogati dall’ente non possono certo essere tagliati". Insomma, cambiano le modalità del trasferimento, ma per i Comuni il problema rimane sempre lo stesso: non potendo permettersi di tagliare i servizi ai cittadini, a risentirne saranno i lavori. Lo spauracchio è insomma lo stesso delle precedenti leggi finanziarie, quando il terrore dei sindaci erano i tagli. Per Claudio Tessari, primo cittadino di Spinea, i problemi riguarderanno, più che le nuove opere pubbliche, le manutenzioni. "L’Ici è per un Comune l’unica fonte di sostentamento, ridurla comporterà problemi di incassi e quindi di investimenti a livello dei singoli paesi". La stessa Anci, l’associazione che raggruppa i comuni d’Italia, conferma i timori locali: "Non si consente ai comuni – spiegano i sindaci in una proposta di emendamento ad alcuni articoli della Finanziaria – l’iscrizione in bilancio di una somma certa. Si prevede infatti che a seguito della maggiore detrazione Ici per la prima casa, il trasferimento compensativo sia riconosciuto “in via previsionale”. I Comuni dovrebbero invece avere la possibilità di porre a conoscenza del Governo i dati reali sulla base dei quali effettuare il rimborso". “Chiarezza” è dunque la parola d’ordine dei sindaci.

Anche perché non si può far mistero di come ogni bilancio comunale si basi in buona parte sugli incassi dell’imposta sugli immobili. Di fronte ad una Finanziaria che penalizza questo aspetto, i Comuni potrebbero reagire in due modi: riducendo le spese e migliorando l’efficienza, oppure, anche se sembra un paradosso, tagliando la riduzione Ici di competenza comunale, in pratica aumentando la tassa fino a vanificare gli effetti delle novità introdotte dalla Finanziaria. Ci sono poi i piccoli comuni, come Santa Maria di Sala, che si ritengono penalizzati dal meccanismo dei trasferimenti: i salesi ricevono infatti la più bassa contribuzione pro capite della Provincia, circa 109 euro per abitante, a fronte dei 195 euro di Salzano. "Ingiusto – spiega il sindaco Paolo Bertoldo – che ad ottenere più trasferimenti siano quei comuni che hanno sforato i bilanci in tutte le maniere, mentre tutti quelli più virtuosi, come il nostro, si trovano ad ottenere meno di tutti". Anche a Martellago aria di disagio per i provvedimenti governativi: “Cercheremo di aiutare gli enti locali con delle direttive precise in tema fiscale e dei trasferimenti” spiega Marco Stradiotto, ex sindaco di Martellago ora parlamentare.



Anche se non proprio in sincrono con quanto affermato nell'articolo sulla questione mutui per finanziare opere pubbliche è stata prodotta anche una puntata di Report mandata in onda il 14 ottobre 2007 "il banco vince sempre"

STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
E ci sono anche 900 enti pubblici che si sono esposti per 10 miliardi e mezzo.

STEFANIA RIMINI
E’ stata assorbita una perdita di?

ENRICO CARDILLO- Assessore Bilancio Comune di Napoli
Di 30milioni di euro.

STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Tutte queste perdite sono figlie della stessa famiglia: quella dei derivati.
Londra è la loro patria: si fabbricano qui i prodotti più sofisticati destinati al fragile mercato italiano. Nelle banche d’investimento della City lavorano giovani banchieri dai 25 ai 40 anni che escono dai migliori programmi di finanza statunitensi e a quelli che riescono a chiudere uno swap con un Ente locale italiano, le banche assegnano dei premi di centinaia di migliaia di sterline.

STEFANIA RIMINI
Qui a Londra quello che si legge e che si sente è che gli Enti locali italiani sono stati un mercato ricchissimo fino adesso per le banche d’investimento?

LUCA BARONE- Specialista in derivati di credito strutturati Sta al cliente essere informato o in qualche modo avere la conoscenza di prodotti che sono particolarmente complessi per essere in grado per lo meno di capire che tipo di rischi si sta assumendo, perché ci sono dei prodotti derivati in cui non puoi mai perdere di piu’ di quello che hai investito, ci sono derivati in cui puoi perdere 100 volte quello che hai investito.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
E se è una regione o un comune a perdere 100 volte quello che ha investito, paghiamo noi con l’Ici, allora la faccenda ci riguarda anche se la materia è da mal di testa. Allora i derivati o swap si chiamano così perché derivano il loro valore da variabili esterne. Sono operazioni che di solito si costruiscono su un debito. Sul debito si pagano gli interessi, che possono aumentare a seconda di come vanno i mercati. E allora la banca di solito ti propone una assicurazione. Prospettata così nessuno dice di no. E infatti li hanno piazzati un po’ a tutti, dalla grande Regione al piccolo Comune di montagna, dal policlinico al salumificio, all’istituto delle suore. Solo che spesso quest’assicurazione invece che tutelarti dai rischi spesso te ne rifila degli altri. E tu non lo capisci, perché sono contratti così complessi che addirittura l’ex ministro delle finanze Siniscalco ha detto: “ Io stesso ho difficoltà a leggerli e a capirli”.
Allora figuriamo ci il funzionario di un piccolo comune, o un carrozziere. L’inchiesta della nostra Stefania Rimini comincia proprio dai piccoli imprenditori.
....
Video della puntata


martedì 15 gennaio 2008

Articoli di giornale - 52/66 parcheggi scambiatori contro l'attraversamento di 50000 veicoli al giorno per Mirano

LA NUOVA
MARTEDÌ, 15 GENNAIO 2008
Provincia MIRANO Per evitare traffico nel centro urbano Un parcheggio scambiatore alla Fossa Sono 66 i posti auto previsti in via Miranese vicino all’area ex Volvo
MIRANO. Sessantasei nuovi posti auto in arrivo a Mirano, sempre più assetata di parcheggi. Gli stalli usciranno belli pronti fra qualche settimana dal cantiere di via Miranese alla Fossa, non lontano dall’area ex Volvo. Qui la ditta Carraro Strade sta realizzando un ampio parcheggio che servirà in parte la nuova lottizzazione prevista a Sud ed in parte le attività del quartiere ai confini tra Mirano e Spinea. Ma per il Comune le potenzialità del parcheggio vanno ben oltre la previsione di 66 nuovi posti auto. «L’idea - spiega l’assessore all’Urbanistica Anna Gnata - è di creare proprio all’ingresso Est di Mirano un parcheggio scambiatore per incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico». Non a caso infatti, proprio a ridosso del nuovo parcheggio, si trova la prima importante fermata dell’autobus proveniente da Venezia e diretto a Mirano. Non solo: poche decine di metri dopo, al bivio tra via Miranese e via Della Vittoria, inizia la cosiddetta area urbana della città, sottoposta alle limitazioni del traffico previste dal tavolo tecnico zonale nei periodi di blocco. «Chi arriva da fuori Mirano - spiega Gnata - potrà lasciare l’auto nel nuovo parcheggio della Fossa, prendere l’autobus ed entrare in città senza problemi». Il nuovo parcheggio nasce dunque in una zona strategica per il futuro del trasporto pubblico cittadino, nonostante le dimensioni della nuova area di sosta siano di media grandezza. Dei 66 nuovi posti auto infatti, 52 saranno destinati alla collettività, mentre gli altri 14, quelli più interni, saranno prevalentemente di servizio alla nuova zona residenziale prevista a Sud, anche se rimarranno comunque pubblici. Alle spalle del nuovo parcheggio è prevista la realizzazione di circa 6 mila metri cubi di lottizzazione. I lavori dovrebbero iniziare a breve e riguarderanno la costruzione di una ventina di appartamenti, divisi su tre edifici: due palazzine di tre piani e una terza con alloggi disposta su due livelli. Contestualmente alla realizzazione del nuovo insediamento e del parcheggio, che in virtù di una apposita convenzione passerà in mano comunale una volta ultimata la sua realizzazione, verrà risistemata tutta la zona di confine del quartiere della Fossa, in particolare la laterale di via Miranese che porta a realtà commerciali e produttive. (f.d.g.)

Una ventina di nuovi appartamenti, o meglio una ventina di nuove famiglie portano 1-2 auto per famiglia, cioè circa 20-40 posteggi auto.
Anche ammettendo che i parcheggi scambiatori siano 52, sembrano essere alquanto esigui rispetto le cifre di attraveramento giornalieri indicate dal sindaco nel momento in cui intervenne all'assemblea sulla viabilità giornaliera transitante per via Luneo, via Miranese e via Vittoria
Ogni giorno cinquanta mila veicoli entrano a Mirano - ha spiegato il sindaco - e via Luneo è già una delle strade più trafficate. link



Articolo di giornale - incidente alla Fossa

LA NUOVA
Sabato 12-01-08,
Provincia Incidente tra Spinea e Mirano. I vigili del fuoco segano il palo Cartello abbattuto, traffico nel caos di Filippo De Gaspari
SPINEA. Abbattuto da un camion il portale che segna l’ingresso nel comune di Spinea, in località la Fossa. E’ accaduto ieri mattina, intorno alle 8.30, proprio davanti alla fermata dell’autobus, al confine tra Mirano e Spinea. Ad urtare la pesante struttura in ferro è stato, durante una fase di manovra, un tir con rimorchio, diretto a Mirano. Un banale incidente senza conseguenze, se non per il traffico, precipitato letteralmente nel caos. Dopo l’urto infatti il pilastro in ferro che sorreggeva il cartello si è pericolosamente inclinato sulla sede stradale, tanto che sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Mestre e i tecnici del settore viabilità della Provincia per rimuoverlo e mettere in sicurezza l’area. Gli uomini del 115 e della Provincia hanno lavorato oltre un’ora per imbragare il tabellone, servendosi di un’autogrù e un’autoscala, per evitare che la struttura potesse crollare in strada. In un secondo momento i tecnici hanno provveduto a tagliare alla base il grosso pilastro, adagiandolo sulla carreggiata e frazionandolo in più parti per il trasporto. Durante la prima fase del delicato intervento la polizia locale di Spinea ha istituto un senso unico alternato in via Miranese, con forti rallentamenti su entrambi i sensi di marcia, ma è verso le 10.30 che il traffico è letteralmente andato in tilt. Per permettere di rimuovere in sicurezza la pesante struttura è stato infatti necessario interrompere la circolazione sulla provinciale che collega Mirano con Spinea. Lunghe code si sono formate su via Della Vittoria e via Miranese, verso Mirano, con diversi automobilisti costretti a invertire la marcia e riversarsi su strade secondarie o su viale Venezia per raggiungere Spinea e Mestre. Ancor peggiore se possibile la situazione dall’altro lato, in comune di Spinea. La polizia locale ha dovuto bloccare l’ingresso alla Fossa già allo svincolo della rotatoria, dove tra l’altro sono in corso i lavori per la realizzazione del Passante, dirottando il traffico proveniente dal centro di Spinea e da via della Costituzione, lungo la camionabile 81, verso Marghera. Per alcune ore la Fossa è rimasta praticamente isolata. La situazione è potuta tornare alla normalità soltanto verso mezzogiorno. Molti i curiosi, soprattutto residenti, rimasti a seguire col naso all’insù le operazioni di amputazione e rimozione dell’imponente portale di ferro, che da decenni sovrasta via Miranese segnando il confine tra i due comuni. La polizia locale di Spinea sta ora cercando di capire se sussistano gli estremi per sanzionare l’autista del tir, protagonista dell’azzardata manovra.

martedì 8 gennaio 2008

Articoli di giornale - limitazioni del traffico dal 7 gennaio

LA NUOVA
Sabato 05-01-08,
Dal 7 gennaio le limitazioni al trafffico
MIRANO. Tornano da lunedì 7 gennaio dopo il periodo di pausa natalizia le limitazioni al traffico a Mira, Mirano e Spinea. A Mira saranno interessate le frazioni di Mira Taglio, Oriago, Borbiago e Gambarare. Interesseranno strade come la Brentana e la provinciale via Giovanni XXIII. Chi viola il divieto non avendo titolo alle deroghe, pagherà 74 euro di multa. L’ordinanza che interessa i cinque comuni di terraferma prevede per i veicoli catalizzati la circolazione a targhe alterne il giovedì e il venerdì dalle 8 alle 18. Nei giorni pari potranno circolare solo auto con targhe pari nei dispari quelle con targhe dispari Per informazioni Ufficio relazioni con il pubblico tel. 0415628161. Si potrà circolare liberamente sulla Romea, sulla provinciale Miranese e sulla Sp 81. A Mirano il provvedimento riguarda l’area delimitata ad ovest dalle vie Battisti-Scaltenigo, a Sud da viale Venezia, ad Est da via dei Dori e a Nord dalle vie Miranese-Mariutto. All’interno di quest’area si potrà circolare liberamente solo lungo le strade di accesso ai parcheggi di via dei Pensieri, via Belvedere, via Colombo, piazza Moro, via Pestrino, via Paganini ed il parcheggio della chiesa S. Leopoldo Mandic, seguendo appositi percorsi. A Spinea è interessato dall’ordinanza tutto il territorio comunale, ad eccezione delle provinciali esterne. Info Mirano allo 041.430640, Spinea allo 041.994447. In tutti comuni potranno circolare, al di là del numero di targa, anche i veicoli a Gpl e metano, quelli di classe Euro 4 o superiore, i veicoli car-sharing e car-pooling e quelli dotati di filtro antiparticolato. Divieto per i non catalizzati da lunedì a venerdì dalle 8 alle 18. (a.ab.)

Cocem contro le limitazioni del traffico


Articoli di giornale - Tangenziale nord non deve essere costruita


La tangenziale nord non s'ha da fare. I comitati uniti l'hanno detto chiaro e tondo, inutile girarci intorno. Il sindaco di Mirano Gianni Fardin, ci ha provato in tutti i modi a spiegare l'importanza di un anello tangenziale per eliminare il traffico di attraversamento a Mirano, ma è stato tutto inutile. "Nel quartiere nord tra qualche anno transiteranno circa 20000 veicoli al giorno, è inutile negarlo. Via Luneo sarà compresa tra due rotonde, quella di Salzano e quella di Spinea, presto verrà innaugurato il nuovo sottopasso. Non si può pensare che il traffico veicolare andrà da qualche altra parte, passerà di qui. E allora l'unica alternativa è realizzare una nuova strada, a una corsia, ma adatta a sopportare il traffico di attraversamento". Le motivazioni del sindaco, però, non hanno smosso di un millimetro i Comitati uniti, convinti sempre più della bontà del progetto alternativo al PUM presentato da loro, la grande circolazione che sfrutterebbe strade già esistenti o in via di progettazione. "Dobbiamo renderci conto che gli altri comuni stanno operando in questo senso: la tangenziale sud di Robegano, la tangenziale nord di Spinea - ha ribadito Oscar Sorato del comitato di via Luneo - A cosa serve allora una tangenziale nord a Mirano? Col Casello di Cappella e la realizzazione del sottopasso a Maerne non ci saranno più camion in via Parauro, perchè useranno via Costituzione. Mirano potrà limitare il traffico ma fino ad un certo punto: il centro storico deve capire che ha un mercato, delle scuole ed un ospedale. Tanti servizi che si pagano con il traffico, è inevitabile, a prescindere dalle tangenziali". Fardin crede ancora che si tratti di un'opera fondamentale per la viabilità del futuro, ma visti gli effetti l'ipotesi di una clamorosa marcia indietro non è più così remota. "I comitati continueranno ad avere la loro opinione - ammette il primo cittadino - e cioè che sia sufficiente un anello largo per risolvere la questione del traffico. Io continuo a pensare che non basti e che la tangenziale nord sia vitale per Mirano. Certo nessuno ha la sferma magica per sapere cosa avverrà in futuro. Potremmo anche aspettare per vedere cosa succede ed operare in seguito". Insomma, un passo indietro Fardin l'ha fatto....
Succede che Spinea sta costruendo la tangenziale nord per niente visto che senza un'azione ad imbuto che delocalizzi tutto il traffico su una diversa direttrice il risultato appare assai sconveniente nella sola rotonda fra Spinea e Mirano.
Non è nemmeno vero che con la viabilita fortemente congestionata senza nessuna previsione, in seguito sia facile o meno oneroso intervenire.
Nella viabilità prevenire è da sempre meglio che curare (concetto ben dimostrato dalla natura stessa del Passante e dalla sua evoluzione progettuale dispendiosa e malvoluta dai vari comuni della provincia raggiunti dal tracciato).
...La maggioranza ora sembra anche meno compatta a proposito della tangenziale nord. Franco Marchiori, ex-sindaco di Mirano e consigliere della Margherita pensa che sia "Impossibile fare la viabilità contro il volere dei cittadini, è controproducente. Il discorso della tangenziale è complesso, molto delicato. Ci sono troppi fattori in ballo. Potrebbe anche essere che le opere già esistenti o in via di progettazione possano bastare ad attutire il colpo inferto dal Passante di Mestre. Mi riferisco alla nuova tangenziale di Robegano e alla tangenziale di Spinea. Queste due opere potrebbero anche rendere inutile la nuova strada di Luneo"
Qui si sotiene la necessità di creare una via alternativa a nord di Mirano che capti il traffico passante proprio come via Taglio in parte per la natura geometrica delle strade in parte per dissociare il traffico pesante dall'abitato.
La mancanza di tale opera rende poco utile la tangenziale nord in fase di realizzazione a Spinea poichè appare del tutto sconveniente rispetto a via Roma/Miranese.

Il problema presenta caratteristiche di diffuso non solo in ambito comunale, ma ben più esteso da città a città (Venezia-Padova).
Ciò rende il problema di assai difficile risoluzione almeno di ambito intercomunale, meglio se considerato di ambito provinciale.
La risoluzione di questo deve necessariamente essere condivisa da parte della popolazione, ma anche tenere in considerazione un continuum di azione fra territorio comunale e territorio comunale, tale da non creare delle cattedrali nel deserto.
Strumenti messi in atto dalla recente legge urbanistica regionale sono molteplici (per esempio il PATI), nessuno rodato e tutti sfruttabili per accontentare sia i portatori di interesse sia che siano enti, attività commerciali o semplici cittadini residenti.
In tale ottica il potenziamento di alcune necessarie arterie viarie per la situazione odierna (senza Passante) è necessario per garantire un minimo di sussistenza che in futuro permetterebbe la formazione di un equilibrio discreto con le modifiche apportate dall'apertura del Passante.
La scombinazione fra le decisioni prese tra comuni, l'incertezza economica ed i progetti dilazionati a 2 anni dopo del Passante costituiscono invece un fattore di rischio che non viene di certo agevolato da previsioni di aumento del numero di cittadini presenti nell'ambito territoriale (link per esempio).


lunedì 7 gennaio 2008

Articoli di giornale - Veneto City


... L'ingegnere Endrizzi lo disse chiaramente l'altro anno, in Provincia: "noi dobbiamo costruire i contenitori (torri alte 30 metri che cancellano l'identità dei campanili dei centri storici di Mirano, Scaltenigo, Ballò, Cazzago, Dolo, Pianiga) altri avranno il compito di riempire tali contenitori"...
"Completamente diverso è prevedere la multifunzionalità di Veneto City - continuano - a metà tra una Disneyland ed una Manhattan con implicazioni viabilistiche che non impegneranno solo le lunghe percorrenze, ma anche e soprattutto le brevi dei territori contermini. Per questo non è prevista alcuna soluzione, soprattutto da Nord, dove la presenza del reticolato romano crea gravissimi problemi di viabilità e circolazione di un territorio, ancora integro sotto il profilo del rispetto dei segni dell'antica centuriazione. Quali vantaggi avrà la nostra città? (Mirano) Nessuno, perchè nelle tre fasi di intervento previste dalla proposta, la prima sarà quella della trasformazione delle aree ancora vergini, ma di proprietà della ditta proponente, mentre Mirano ed in parte Pianiga, dovranno fare i conti con aree già pianificate ed in buona parte costruite a capannoni". Mirano sarà interessata per 90000 metri quadri, si prevede un movimento di 150000 persone e 70000 veicoli al giorno: "questi non sono numeri marginali in una città che è già messa in ginocchio dall'inquinamento a causa del traffico".
Un articolo correlato: controdeduzione minigrattacieli.

Tre sono le possibilità che interessano l'edilizia: la costruzione, la decostruzione e il restauro.
La costruzione di nuovi edifici dovrebbe avvenire laddove vi sia la necessità secondo il soddisfacimento dei servizi e delle richieste della comunità (può essere necessaria la costruzione di strade per servire una comunità intasata, di servici per quartieri residenziali o di nuovi quartieri residenziali qualora poli industriali vantino mancanza di manodopera).
Il restauro prevede un'opera di messa a nuovo di strutture più o meno storiche per rimarginare problematiche sorte negli anni dovute al degrado del tempo o per aggiornare la sicurezza di questi edifici alle attuali norme costruttive, antisismiche o anticendio.
In contrapposizione con la decostruzione, il restauro va ad agire su strutture di cui si voglia mantenere il tempo di vita utile nell'arco degli anni ripristinandolo e rinnovando la loro presenza sul territorio.
La decostruzione può essere vista in due modi: semplice distruzione di edifici in disuso con tecniche rapide e poco costose o operazione di disassembramento dei materiali che compongono la struttura con maggiori costi e una minore velocità, tuttavia con il pregio del riciclaggio di parte d'essa.
La decostruzione in genere viene oggi svolta ai fini di ricostruire nuovamente in loco o in progetti ampi che difficilmente vedono una diminuzione della cubatura.
Manca una qualsiasi forma di dismissione di edifici per adibire complessivamente nuove aree a verde.

Vari sono i lavori di costruzione e tutti legati fra loro (si distungono dal punto di vista del finanziamento economico, visto che tendenzialmente le opere viarie a livello locale o provinciale derivano da finanziamenti pubblici, le opere edilizie da finanziamenti sia pubblici che privati e i servici sono distinti nettamente fra attività commerciali di privati e quelli pubblici per la comunità).
La presenza di un sistema viario scorrevole facilità e invoglia industrie e persone a stabilirsi in una determinata zona.
Esempio tipico è il nucleo di Mestre, un tempo libero da problematiche di traffico e con un sistema di collegamenti a nucleo che permetteva di raggiungere facilmente tutto l'entroterra; oggi ingorgo perenne di lunghezza variabile (da qualche km fino a decine di km) e poco appetibile per attività o residenti.
Case ed industrie chiamano strade e parcheggi, ma anche il contrario, strade e parcheggi chiamano case ed industrie.
Ovviamente il tasso di disoccupazione dell'area lega le case e le industrie o la percentuale d'uso dei vari mezzi di trasporto.
Un polo industriale sviluppato (rumoroso e trafficoato, insomma poco adatto a fini residenziali) richiede comunque vicino dei quartieri dormitorio di personale che ogni giorno vi si recherà a lavorare.
Tendenzialmente ogni mattino ognuno percepisce 10-20km come strada accettabile per recarsi al posto di lavoro, meno di 5 km un brevissimo tratto per recarsi a lavoro e distanze maggiore come un posto di lavoro lontano dalla dimora, nonchè assai sconveniente (dal punto di vista dei tempi 10-15 minuti sono il fattore che tende a far cambiare opinione sulla facilità di accesso al posto di lavoro).
Oltre a ciò vi sono altri servizi a contorno della vita sociale e che prevedono un movimento delle persone.
Un esempio che va molto in voga nella città natale di una campionessa di nuoto: la piscina.
Nel caso di ubicazione delle piscine extracomune ciò comporta un traffico periodico a tutte le ore del giorno direzionato verso fuori e in rientro secondo le direttrici di passaggio.
La costruzione di tutto ciò che serve in loco trasforma il traffico da passante intercomunale in variabile locale con riduzione della distanza percorribile e quindi del tempo in cui i veicoli restano su strada.
Case senza lavoro è impossibile comprarle, soprattutto oggi che i mutui rischiano di mandare in fallimento molte famiglie a causa dell'inflazione.
Quindi per ogni quartiere residenziale creato c'è un rilancio anche nel campo industriale per garantire un posto di lavoro ed un basso tasso di disoccupazione (il tutto si traduce in benessere sociale), ma anche nuovi flussi di clienti per attività commerciali varie (anche richiesta di costruzione di nuove attività commerciali), cosa che tuttavia porta con se nuove richieste di trasporto merci.
Da non dimenticare che data la superficie utile comunale o provinciale, un settore sgomita contro l'altro (il verde contro le costruzioni, le strade direttrici o dorsali contro le isole residenziali, le attività industriali e commerciali contro la quiete residenziale, ecc...)

Attualmente vaste fasce della popolazione da Mestre fin dentro l'entroterra, quasi fino a Vigonza e Padova sentono in modo pressante l'arretratezza del territorio nei confronti della viabilità.
Si dovrebbe quindi perseguire a più livelli questo fine costruttivo, piuttosto che quello residenziale (che come prima spiegato richiamerebbe con minore area utile necessità di ulteriore urbanizzazione industriale e viaria per il sostentamento).

Piani di decostruzione per aumentare il verde o rinucleare i centri in forma più coerente non sono previsti, se non forse lungo quella fascia che andrà a comporre il Passante Verde.
Il restauro costituisce la pagnottella giornaliera di quella moltitudine di architetti, ingegneri, geometri disegnatori e restauratori/operai specializzati che sono presenti nel territorio, ma la totale mancanza di finanziamenti regionali o piani di sgravio fiscale per il miglioramento dell'estetica del costruito (diversamente da quanto avviene per esempio nella regione a statuto speciale del Trentino Alto Adige) non permettono di dar alla materia piena forma se non marginale.
La verifica di sicurezza delle abitazioni alle nuove normative sismiche, anticendio e agli stati limite (o normative europee) invece sono capitolo forse sconosciuto.

La bolla speculativa del mattone sono forse 20 anni che deve esplodere: case a prezzi sempre più alti e difficoltà con normali stipendi di acquistarle preferiscono altre forme come affitto e mutuo.
Alte tasse sugli immobili sono una perdita continua che deve essere reintegrata in qualche modo e la presenza di un sempre maggior numero di persone facilita la possibilità che si possa sfruttare una rendita di locazione, cosa effettuabile con un alto indice delle nascite (ciò non si verifica) o con un moto di immigrazione nell'area di interesse.

Se ne può dedurre che costruire è relativamente facile.
Mantenere una cittadinanza equilibrata è difficile, cosa verificatasi forse per troppo tempo in questa provincia.

Articoli di giornale - Varie sul Passante

LA NUOVA
VENERDÌ, 28 DICEMBRE 2007
Provincia Il commissario fa il punto sull’opera e sullo stato della progettazione. E garantisce che l’inaugurazione avverrà il 23 dicembre 2008 «Apriremo il Passante tra un anno» Ma i caselli di Crea e Preganziol slittano al 2009, tempi incerti per Scorzè


MESTRE. Visto dall’alto dell’elicottero, sembra una di quelle piste per le biglie che in spiaggia si disegnano trascinando il più piccolino per le gambe, usando il fondoschiena per sagomare il percorso sulla sabbia. Ci sono i rettilinei, le curve in ripetizione, i ponti e i tunnel, che solitamente sono i più difficili da affrontare. Il Passante di Mestre è ormai un unico grande solco sul terreno di 32 chilometri.

Un unico grande solco inciso dal “vomere” delle decine di ruspe delle 66 imprese - tra appalti e subappalti - che lavorano nei cantieri. Un solco che si vede e che resterà perché non basta un colpo di mano sulla sabbia per far finta che non sia successo nulla. «Fa un bell’effetto - dice il commissario speciale al Passante e dirigente della Regione, Silvano Vernizzi - vedere che l’autostrada sta prendendo forma, anche perché non è stata facile la relazione con il territorio».

Commissario Vernizzi, il 23 dicembre 2008 è prevista l’apertura del Passante: ce la farete davvero?

«Siamo nei tempi previsti, abbiamo anche aperto i cantieri nei due tratti più complicati dal punto di vista tecnico».

A quali si riferisce?

«Il tunnel sotto la Castellana, a Martellago, perché è il tratto più lungo in galleria, circa 400 metri. E i tunnel sotto la tratta ferroviaria Padova-Venezia, a Vetrego di Mirano, dove il terreno è molto friabile e ci sono molte falde d’acqua».

Gli anziani del posto ricordano un vecchio proverbio: “A Vetrego o me bruxo o me nego”. Già anni fa un cantiere per un sottopasso provocò lo smottamento della massicciata ferroviaria. Rischiate di rimanere scottati?

«E’ un proverbio che non conoscevo ma che è perfetto per il luogo, perché c’è un terreno pieno di insidie, che cambia conformazione a distanza di pochi metri. Abbiamo già realizzato un sottopasso per una bretella complementare, e non abbiamo avuto problemi, anche se abbiamo dovuto fare i conti con una falda in pressione spuntata all’improvviso. E’ andata bene e speriamo che continui ad andare bene».

Altri interventi importanti?

«A metà febbraio dovremo abbattere un altro viadotto, all’altezza di Dolo, quindi chiuderemo per una notte l’autostrada nel tratto Villabona-Dolo».

Febbraio è lontanissimo. Entro fine anno il ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro la vuole sostituire. In sua difesa di sono schierati sindaci, Provincia, Regione, parlamentari veneti, e perfino i comitati.

«E’ evidente che il sostegno di tutti questi soggetti mi ha fatto molto piacere. Ma il sostegno dei comitati, con i quali gli scontri, sempre civili, sono stati molti, in modo particolare, perché proprio non me lo aspettavo».

Ipotizziamo che lei continui ad essere il commissario al Passante anche nel 2008: come la mettiamo con l’attraversamento del canale Taglio a Mirano?

«Il progetto del ponte pensato dal’architetto Siviero è pronto da tempo e soddisfa il Comune di Mirano. Il sindaco Gianni Fardin aspettava solo la conferma dal governo del finanziamento di 20 milioni di euro per le opere di mitigazione. Quei soldi ora sono sicuri, quindi non ci sono più ostacoli all’accordo, che dovrebbe essere siglato all’inizio di gennaio».

Il 23 dicembre del 2008 aprirà l’autostrada tra Dolo e Quarto d’Altino. Ma quanto bisognerà aspettare per i caselli intermedi del Passante?

«L’apertura dei caselli di Crea e Preganziol è prevista per l’estate del 2009. Per quello di Martellago-Scorzè, che ha subìto uno spostamento a causa di una modifica al progetto per la tutela dell’oasi vincolata di Robegano bisognerà attendere».

A che punto è la progettazione?

«Abbiamo realizzato il progetto preliminare, che lo localizza a Cappella. Il progetto dovrà essere approvato dal Cipe, ma prima, a inizio gennaio, lo faremo vedere ai comuni interessati: Scorzè, Martellago e anche Salzano».


Rebus opere complementari garantiti 200 milioni di euro Una storia lunga 30 anni che ha avvelenato Mestre MITIA CHIARIN

MESTRE. La partita non si chiude tra un anno. Resta il rebus delle opere complementari che gli enti locali reclamano. Gli interventi di fascia A sono finanziati per 106 milioni di euro. Altri 100 milioni li garantisce il governo; serviranno anche per il Passante verde, la grande opera che deve attenuare l’impatto della nuova autostrada. Per le opere di fascia B non c’è un euro. Nuovi fondi al territorio saranno garantiti dalla società mista tra Anas e Regione Veneto che nascerà all’inizio del 2008, primo esempio di «federalismo autostradale», ha promesso il ministro Di Pietro. Che nel frattempo vuol «licenziare» il commissario Vernizzi per sostituirlo con il presidente dell’Anas Ciucci. E il Veneto, è storia di questi giorni, torna ad alzar le barricate. E va deciso il futuro della tangenziale di Mestre. Probabilmente resterà un sogno l’abbattimento; il rischio è che rimanga a pieno servizio, se non si troverà un innesto diverso per la Romea commerciale, il cui tracciato è stato bocciato. Ecco le questioni ancora aperte di un progetto, il Passante appunto, che ha oramai trent’anni di storia anche se i cantieri chiuderanno solo il prossimo anno. Mestre attende dagli anni Settanta una alternativa al caos quotidiano sulla tangenziale. Affossati le complanari, il tunnel e il collegamento «largo» con Vicenza, dal 1990 la priorità del Veneto si chiama Passante. Il primo progetto preliminare è del 1997, confermato nel secondo accordo Stato-Regione del 2001 e dalla delibera del Cipe del 2002, quando la Legge Obiettivo mette fine alle doglianze dell’Ue sulla scelta di affidare alle tre concessionarie autostradali (Autovie Venete, Autostrade Spa e Venezia-Padova) la realizzazione e gestione della nuova autostrada. Il 30 novembre 2002 arriva il nuovo progetto preliminare. E’ cosa fatta? No. A Mestre è allarme smog, la tangenziale è al collasso. La terza corsia non può bastare. Nel febbraio 2003 il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dichiara lo stato di emergenza ambientale per la tangenziale e poi a marzo nomina il commissario delegato; è il segretario regionale delle infrastrutture della Regione Veneto, Silvano Vernizzi. Nell’aprile del 2003 il commissario attiva le procedure per l’approvazione del progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale che viene approvato dal Cipe nel novembre dello stesso anno. E comincia lo scontro, durato fino ad oggi, con i cittadini e gli amministratori locali, da Treviso a Venezia, contrari al tracciato. Ad agosto 2003 viene approvato il bando di gara per il «general contractor». Nel febbraio 2004, la gara viene assegnata all’Ati, sostituita poi dalla Società di progetto «Passante di Mestre». Il contratto viene firmato il 30 aprile del 2004 da Impregilo Spa, Grandi Lavori Fincosit, Fip Industriale, Cooperativa Muratori e Cementisti, Consorzio Veneto Cooperative, Serenissima costruzioni. Il via ai lavori l’11 dicembre del 2004. Sul cartello di cantiere, i 1320 giorni di lavori necessari per realizzare l’opera che vale 864 milioni e 262 mila euro, scadono il 1º maggio 2008 ma la fine dei lavori ci sarà solo tra un anno. Sia perchè le opere sono oggi, a tre anni di distanza, realizzate per il 60% sia perchè le ultime varianti al tracciato, quelle di Salzano e Martellago, hanno ritardato i cantieri. Nel frattempo c’è già una inaugurazione da ricordare. Il 7 agosto scorso sono stati aperti al traffico i primi sette chilometri, tra Quarto d’Altino e Mogliano per collegare l’A4 alla A27. Ma è un flop: la striscia d’asfalto è scarsamente utilizzata.



I NUMERI Lavori al 60% espropri al 98% Finanziamenti pari a zero per gli interventi in fascia B, compito della nuova società Anas-Regione

Lavori realizzati al sessanta per cento, cantieri consegnati all’ottanta per cento, mentre affidamenti, monitoraggio ambientali e bonifiche belliche sono concluse. Ecco il bilancio dei cantieri del Passante, «fotografati» al 30 novembre scorso. I ritardi per le varianti al tracciato reclamate dalle amministrazioni di Salzano e Martellago, spiegano dalla Regione, hanno rallentato il lavoro dei 670 tra impiegati ed operai di 66 imprese tra appalti e subappalti che operano tra Mira e Quarto d’Altino, lungo i 32 chilometri e 200 metri che comporranno la nuova autostrada. In questo momento si lavora per chiudere gli espropri degli edifici che dovranno lasciar spazio alla striscia di asfalto, lungo la Castellana. Per questo gli espropri sono conclusi ad oggi per il 98 per cento mentre per le interferenze la percentuale scende al 60 per cento per la necessità di coordinare gli interventi nei cantieri con Acm, Enel, Telecom, Consorzi di bonifica. (m.ch.)




I COMITATI «Impatto ambientale contenuto, intervento condiviso» I residenti a difesa del commissario Vernizzi: rischiamo di ripartire da zero

MIRANO. «Niente cambio di commissario al Passante. Meglio continuare con Silvano Vernizzi altrimenti si rischia di tornare indietro e perdere altro tempo». Così la portavoce del comitato No al Passante, Rosanna Zanon, commenta la decisione del ministro per le Infrastrutture, Antonio Di Pietro, di sostituire Vernizzi col presidente dell’Anas, Pietro Ciucci. In pratica per i comitati è questa la preoccupazione maggiore ad un anno esatto dall’apertura dell’autostrada Dolo-Quarto d’Altino. Così hanno deciso di scendere in campo per difendere Vernizzi. «Anche noi abbiamo inviato una lettera a Di Pietro - continua Zanon - dove lo invitiamo e rivedere la sua posizione. Cambiare commissario a pochi mesi dall’inaugurazione del Passante è controproducente». Il ragionamento di Zanon è molto semplice. In questi anni di attività il comitato si è concentrato soprattutto sulle opere di mitigazione ambientale. Con Vernizzi si è instaurato un dialogo nel rispetto reciproco dei ruoli e alla fine i risultati stanno dando i loro frutti. «Nel progetto originario - continua Zanon - c’erano solo le barriere fonoassorbenti e la recinzione a sette metri dal confine della strada. Ora, invece, sono stati stanziati fondi per il Passante Verde, abbiamo studiato fasce di rispetto dove non edificare, piste ciclabili a ridosso delle opere complementari, cercato di salvaguardare le aree agricole, creato boschi specie a Mirano, Martellago e Scorzè. Per raccogliere gli euro necessari abbiamo contattato e stimolato i parlamentari veneti per rendere meno drammatico l’impatto ambientale del Passante. Alla fine avremo un’infrastruttura abbastanza condivisa dal territorio e sarebbe la prima volta in Italia. Per questo motivo cambiare Vernizzi non servirebbe a granché. Siamo in una fase molto delicata, dove abbiamo chiarito con gli enti locali quali potrebbero essere gli scenari futuri. Con lo stesso attuale commissario abbiamo studiato e apportato alcune migliorie all’opera ma se ora venisse a mancare questa esperienza, collaudata in tre anni di lavoro, si perderebbe solo del tempo mentre noi vorremmo che i lavori di costruzione dell’autostrada e del Passante Verde procedessero assieme. Ricordiamoci che ci sono ancora due ricorsi al Tar congelati».(Alessandro Ragazzo)



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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013