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mercoledì 28 ottobre 2015

Buone notizie per via Rossignago e via Asseggiano, grazie alla tangenziale nord

Tangenziale nord in dirittura d'arrivo, dopo quasi otto anni di promesse da parte di ben due sindaci di due diversi partiti politici di Spinea.

La strada che per i primi cittadini del comune dovrebbe portare fuori dal centro il traffico di via Roma/Miranese verrà aperta al pubblico nei prossimi mesi, dopo l'apertura già avvenuta della "tangenziale sud" fra via Martiri e via Capitanio.

Sugli articoli di giornale la "tangenziale nord" di Spinea diviene una strada di 2,3 km soltanto, inferiore persino a via Roma, lunga oltre 3 km.
In realtà, come già visto la strada che in obliquo, congiunge la strada statale SP36 vicino alla stazione dei treni di Maerne-Martellago con l'ex-cavalcavia fra Spinea e Chirignago, è un unico percorso spezzato in due tronconi, via 11 settembre 2001, già percorribile, e per l'appunto la tangenziale nord, che rende la deviazione così amata dai sindaci del comune (linea blu dell'immagine), molto più lunga del percorso per via Roma/Miranese (linea verde dell'immagine), specie per chi proviene dal comune di Mirano e si reca a lavoro verso Mestre/Marghera.
Inoltre, oltre alla lunghezza del percorso stesso va poi aggiunta la deviazione di oltre due chilometri (linea rossa dell'immagine) fra la rotatoria della Fossa (o peggio la rotatoria più a sud vicina al casello autostradale) e la rotatoria che si innesta con la tangenziale nord, vicina alla stazione dei treni.
Tutta questa deviazione affliggerà quotidianamente gli oltre 30 mila pendolari che transitano per via Roma, diretti verso Mestre, per recarsi sul luogo di lavoro, per realizzare la cosiddetta Piazza Lunga un Chilometro, ovvero la pedonalizzazione di via Roma fra il cinema Bersaglieri e via Rossignago e l'incrocio con via Matteotti, vicino alla chiesa San Vito e Modesto.
Non a caso alcuni pendolari su La Nuova Venezia hanno già espresso le loro riserve sulla volontà dei sindaci di Spinea di chiudere via Roma, deviando il traffico sui quartieri limitrofi o sulla tangenziale nord, bollando l'operazione come estremamente dispendiosa per le famiglie.
 
Questa follia, che rivaluterà in positivo il valore degli immobili del tratto pedonalizzato (a discapito di chi si trova vicino le tangenziali nord e sud stesse) e che non diminuirà minimamente la CO2 prodotta dagli autoveicoli, come certificato nel PAES stesso, costerà fino a 300 euro l'anno in più di benzina (come se si pagasse una TASI od IMU su prima casa in via indiretta), per tutti i pendolari da Mirano per Mestre e viceversa.

Tuttavia la chiusura e pedonalizzazione di via Roma non arriverà subito, ma verrà progressivamente instillata nelle persone per alcuni anni con la chiusura del tratto di via Roma/Miranese durante le feste cittadine (vedi feste di natale, Notte Gialla, ecc...).
Va fatto notare che durante il periodo delle festività il flusso di veicoli transitanti attraverso Spinea muta, venendo a mancare il grosso di pendolari diretti al luogo di lavoro, situazione ben diversa da una chiusura permanente del tratto di via Roma relativo alla Piazza Lunga un Chilometro.

All'atto pratico in questo periodo la "tangenziale nord" (e la tangenziale sud) apre terreno agricolo a sbocchi viari, una delle condizioni essenziali per poter edificare in seguito, dopo aver variato la destinazione d'uso, da terreno agricolo a terreno edificabile (oneri primari e secondari per il comune).
Inoltre la tangenziale nord, collegando la strada statale con via Roma/Miranese, permetterà di ridurre il traffico nella super-tutelata via Rossignago (strada che gode di ben tre autovelox, dossi a non finire ed a differenza di molte vie del comune di ampio marciapiede anche ambo i lati) ed in parte in via Asseggiano, strada utilizzata per evitare il centro di Spinea.

Oltre a queste evidenze, rimane poi il problema della linea degli autobus ACTV, di collegamento fra Mirano e Mestre, che attualmente percorre via Roma/Miranese a metà fra i quartieri a nord ed a sud del comune.
Realizzando la chiusura di via Roma per creare la "Piazza Lunga un Chilometro", lo spostamento della linea degli autobus sulla tangenziale nord, sbilancerebbe la linea ACTV, aumentando i tempi di percorrenza ed allontanandola notevolmente dalle aree maggiormente abitate, rendendo così il servizio ancor meno appetibile (quindi chi era solito utilizzare l'autobus passerebbe a mezzi privati aggravando l'emissione di CO2).

Quindi dopo anni di promesse ed aspettative da parte di chi governa il paese, non resta che osservare all'atto pratico l'opera complementare al Passante, barattata con un'autostrada che ha spostato sul territorio comunale un flusso di auto altamente emissivo di anidride carbonica.


sabato 4 ottobre 2014

Pini marittimi di Piazza Marconi e piazza lunga un chilometro

Passate le elezioni, la nuova vecchia giunta Checchin in continuità con la giunta Tessari si occupa del piano di ristrutturazione del centro di Spinea... il cui fine palesato è sempre quello di chiudere via Roma/Miranese (progetto Masterplan prima, e Piazza Lunga un Chilometro oggi).
Per ora il comune ha approvato e deciso di attuare una ristrutturazione della piazza Marconi, per farla diventare centro di attività culturali da svolgere sopra quello che oggi risulta essere uno dei parcheggi liberi più capienti della città, utilissimo per il vicino mercato di piazza Fermi (quando piazza Fermi viene utilizzata come parcheggio, le auto di centinaia di clienti usufruiscono di piazza Marconi per accedervi) e per le funzioni della vicina chiesa di San Vito e Modesto.
I progetti di chiusura di via Roma, Masterplan prima e Piazza Lunga un Chilometro prevedono un vasto aumento della cubatura (realizzazione di edifici alti anche fino a 30 metri) sull'area di piazza Marconi, costruzioni che andrebbero a ripagare il rifacimento della piazza Fermi intorno alla villa del Majno di proprietà di privati e le opere complementari utili per chiudere la viabilità di via Roma, dai Bersaglieri fino alla chiesa San Vito e Modesto o da villa del Majno fino alla chiesa.
In entrambi i casi si parla di progetti per il valore di decine di milioni di euro che tuttavia stravolgerebbero non solo la distribuzione del traffico locale e intercomunale spostandolo verso quartieri periferici (quartiere Dante, via Alfieri, via Capitanio, via Buonarroti), ma anche l'economia locale passando da un'area liberamente accessibile a chiunque ad un'area pedonalizzata (esempi di tali interventi sono visibili a Mestre, Noale, Mirano, ...).
Questi lavori non coinvolgono i lotti residenziali disabitati a fianco di piazza Marconi e via Matteotti a cui invece giova una ristrutturazione della piazza.

Come già visto con le foto storiche, piazza Marconi  che un tempo ospitava la vecchia scuola abbattuta decenni fa, dove oggi c'è il prato ed i pini marittimi, è passata negli anni da un luogo di formazione ad una distesa piatta di cemento con funzione di parcheggio, con il campanile invaso da un'immensa pianta di edera, ed in seguito su progetto di un geometra di Spinea ad un luogo più vario che poneva l'attenzione sul vicino edificio storico dell'asilo, inserendo del verde nel centro di Spinea.
L'evoluzione della piazza fino al progetto con i pini marittimi, costato pochi milioni di lire (qualche migliaio di euro) dell'epoca, ricorda molto l'evoluzione avvenuta per un'altra piazza, quella di Santa Bertilla, che recentemente ha visto l'abbattimento della scuola Pascoli, ormai in disuso e la rimozione di un'ampia area verde, sostituita con una nuova viabilità ed una nuova piazza in stile moderno.

Ora, il nuovo progetto della giunta Checchin non sembra essere così noto e compartecipato dai cittadini come spesso si palesa nei discorsi politici.
Non è chiaro se il lavoro che si intende attuare su piazza Marconi sia un progetto temporaneo, definitivo, in preparazione al piano di aumento della cubatura previsto dai progetti della Piazza Lunga un Chilometro o del Masterplan, oppure una semplice ristrutturazione di piazza Marconi mantenendone funzioni ed aspetto.
L'idea di edificare un polo culturale e per incontri su piazza Marconi non è nuova, dato che già quarant'anni fa partiti politici intendevano procedere su questa strada piuttosto che mantenere le funzioni di piazza e parcheggio dell'area.
Tuttavia il piano venne bocciato e per decenni l'area rimase invariata, con funzioni prima di mercato del pesce e parcheggio e negli ultimi 10 anni di stazione delle corriere e parcheggio, evitando così opere più complesse, ma anche economicamente più costose se per esempio si considera il buco di risorse creato dal teatro di Mirano, che ha drenato soldi al bilancio del vicino comune.

Attualmente il progetto di rifacimento della piazza dovrebbe comportare lo spostamento della fermata degli autobus dalla piazza, con accesso da via Matteotti allo spiazzo prospiciente via Roma.
Parallelamente si sta procedendo a rendere molti parcheggi del centro cittadino da normali a disco orario (il precedente piano mirava a trasformarli in parcheggi a pagamento).
Oltre a questo verranno divelte anche le aiole che delimitavano i parcheggi della piazza e sostituiti i pini marittimi con essenze (piante di basso fusto?!) naturali.
Subito sono sorte delle associazioni spontanee di cittadini che si oppongono all'idea di tagliare i pini marittimi, vecchi di 40 anni: non tagliate quei pini, a Spinea scatta la protesta; i 13 pini marittimi vanno salvaguardati e non abbattuti.
Insomma sembra non esserci più quell'intento dell'amministrazione comiunale che aveva portato il comune a piantare un albero per ogni nuovo nato.

Si può notare che in quasi tutti i progetti presentati nel concorso di idee di Piazza Marconi-Fermi, prevedono una pesante cementificazione dell'area, di supporto con la cubatura realizzata nel project financing alle spese utili per ristrutturare piazza Fermi (in altre parole sopra piazza Marconi si cementificherebbe, con stili poco attinenti alle ville venete per creare il surplus di denaro utile per spingere finanziatori privati a cedere gratuitamente dei lavori di ristrutturazione di parti pubbliche in piazza Fermi), tuttavia tali progetti erano fortemente contrari alle regole imposte dal PALAV, il piano provinciale di salvaguardia della laguna veneta
In effetti il PALAV inserisce via Miranese, assieme al Terraglio ed alla Riviera del Brenta fra i percorsi storico-monumentali, ovvero percorsi storicamente utilizzate da migliaia di generazioni per muoversi fra i centri abitati.
E' bene notare che questo non significa minimamente che la Riviera del Brenta od il Terraglio o peggio via Miranese / Roma debba essere chiusa al traffico e trasformata in piazza, proprio come poli industriali vengono restaurati in modo conservativo, mantenendovi all'interno attività varie (l'esempio più concreto è proprio villa del Majno).
Ciononostante il PALAV prevede fra le prescrizioni ed i vincoli per le vie storico-monumentali (qualsiasi area che sia Piazza Marconi o l'area di Santa Bertilla):
Prescrizioni e vincoli
Non è consentita la realizzazione di nuovi accessi, se non finalizzata alla riorganizzazione di quelli esistenti.
Nelle aree classificate agricole dai vigenti strumenti urbanistici non è consentita, entro una fascia di m. 100 ai lati del Terraglio, del Naviglio del Brenta e della Miranese, la realizzazione di nuovi edifici o manufatti;
sono consentiti l'ampliamento degli edifici esistenti ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 5 marzo 1985, n.24 e l'adeguamento delle reti tecnologiche esistenti.
Finché i Comuni non si adeguano a quanto disposto dal secondo comma del presente articolo, anche per stralci relativi ad ambiti territoriali significativi al fine della tutela del profilo paesaggistico, per le restanti aree previste dagli strumenti urbanistici, ad esclusione delle zone territoriali omogenee A e B, sono consentiti, entro la stessa fascia di cui al comma precedente, esclusivamente interventi di manutenzione ordinari a e straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia, nonché interventi finalizzati all'adeguamento igienico-sanitario e delle reti tecnologiche esistenti.
Non è consentita l'installazione di insegne e cartelloni pubblicitari, con esclusione delle insegne e cartelli indicatori di pubblici servizi o attrezzature pubbliche e private di assistenza stradale, attrezzature ricettive ed esercizi pubblici esistenti nelle immediate adiacenze, nel rispetto di quanto stabilito in materia nelle direttive del presente articolo.
In fregio ai percorsi di cui al presente articolo va previsto, nel rispetto delle disposizioni legislative vigenti in materia, il reimpianto degli elementi arborei a vario titolo abbattuti, anche mediante convenzione con le proprietà interessate.

Questi divieti prevedono delle restrizioni ben chiare sulla gestione del patrimonio edilizio esistente ed arboreo o sulla nuova edificazione a ridosso di via Roma / Miranese, ivi compreso il reimpianto degli elementi arborei tagliati per qualsivoglia ragione.
Qualche dubbio può sorgere sul rispetto delle disposizioni con l'intervento di installazione della casetta dell'acqua, avvenuto in via Matteotti, vicino l'incrocio con via Roma, dato che l'intervento non rientra nel caso igienico-sanitario, bensì idrico, ed l'impianto di erogazione di acqua pubblica a pagamento è equiparato ad un distributore di bevande ed affini.
Tuttavia divieti non valgono per le zone territoriali omogenee A e B e valgono fintanto che il Comune non si adeguano a quanto disposto dal secondo comma del presente articolo, anche per stralci relativi ad ambiti territoriali significativi al fine della tutela del profilo paesaggistico, per le restanti aree previste dagli strumenti urbanistici.
Il secondo comma viene evidenziato in grassetto qui di seguito:
I Comuni, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici al presente piano di area, delimitano una congrua fascia di territorio posta in fregio ai percorsi stessi su cui intervenire nel rispetto delle seguenti direttive:
- individuare e valorizzare tutti gli elementi edilizi ed urbanistici di valore storico, monumentale e ambientale direttamente o indirettamente connessi al percorso o caratterizzanti il quadro paesaggistico;
- individuare e salvaguardare i complessi di ville, i parchi, i sistemi di alberature in fregio o comunque connesse ai percorsi, gli elementi morfologici significativi (quali fossati, tratturi, ecc.), nonché gli ambiti di interesse storico-ambientale;
- individuare e valorizzare i manufatti e le "attrezzature di transito" e, nel caso della Riviera del Brenta, i manufatti e le opere idrauliche, le attrezzature per la navigazione, gli approdi nonché i documenti della civiltà industriale legati all'uso dell'acqua;
- predisporre adeguate soluzioni per rimuovere le situazioni di degrado paesaggistico e ambientale, con particolare riguardo alle aree abbandonate o mal utilizzate, agli edifici od alle destinazioni d'uso incongrue, alle situazioni di congestione funzionale;
- prevedere la sistemazione organica degli accessi esistenti;
- definire le tipologie, le caratteristiche e materiali delle insegne e dei cartelli indicatori consentiti, ai fini di un loro corretto inserimento ambientale.
Inoltre i Comuni interessati ad uno stesso percorso, attraverso appositi accordi di programma, prevedono la riqualificazione paesaggistica del percorso medesimo, mediante la predisposizione di criteri unitari finalizzati a coordinare gli interventi, e l'individuazione di soluzioni adeguate, per consentire una maggiore fruibilità collettiva del complesso monumentale ed ambientale.

Si evince in primo luogo che non vi sia scritto da nessuna parte come la fruibilità collettiva del complesso monumentale ed ambientale sia valorizzata dalla sua trasformazione in Piazza, pur imponendo l'articolo del PALAV ka tutela e la salvaguardia dei complessi di ville, dei parchi (l'area verde di piazza Marconi è registrata nel PRG come area attrezzata a parco gioco e sport) e sistemi di alberature in fregio.
Il quadro storico paesaggistico protetto dal PALAV è quello evidenziato dalle foto storiche disponibili nell'archivio comunale e quelle poche qui inserite, pubbliche in internet, qualcosa di ben diverso dai progetti presentati alla mostra della Piazza Lunga un Chilometro (o col Masterplan) col project financing, che per un'area a ridosso di villa del Majno prevedono stili e canoni lontani dall'architettura veneta per l'area egualmente protetta di Piazza Marconi.

Forse per questi motivi a settembre la fiera del paese oltre alle solite giostre ubicate in piazza Fermi ha visto la pro-logo cittadina organizzare un capannone proprio su piazza Marconi, per incentivare un festival storico del vintage, con gli anni '50 a tema.
(foto a lato di Fabio da Villa)


Ora, essendo evidente che la fruibilità di quanto avviene in piazza Fermi o alla chiesa San Vito e Modesto avviene grazie all'uso di Piazza Marconi quale parcheggio, o che il parcheggio di piazza Marconi abbia la funzione di parcheggio scambiatore fra auto e autobus, proprio come il parcheggio della stazione dei treni di Spinea ha medesime funzioni, e tenendo ben presenti tutti i problemi che creerebbe la chiusura di via Roma/Miranese alla viabilità locale dei quartieri limitrofi ed intercomunale ed alle attività commerciali al di fuori dei periodi di fiera, risulta difficile pensare con i vincoli del PALAV prescritti un progetto di project financing pubblico-privato con realizzazione di molti nuovi edifici nelle aree in questione.
Non sembra credibile nemmeno l'uso inverso fra Piazza Marconi e Fermi durante i periodi di fiera, ovvero piazza Fermi utilizzato come parcheggio scambiatore o di accesso alle funzioni della fiera, o simili ubicate in piazza Marconi, poichè la realizzazione del senso unico di via Matteotti, D'Annunzio e Bennati ha appesantito la circolazione nel quartiere Dante e sulla vicina via Capitanio, proprio per l'accesso al centro cittadino (antecedentemente si passava facilmente dai quartieri nord e sud per le vie che tagliano direttamente via Roma, senza impegnare il tratto di via monumentale-storica).
E' pur vero che le provincie stanno ormai scomparendo, ed il PALAV è un'opera collegata al PTCP, piano territoriale di coordinamento provinciale, con valore superiore ai PUT (piani urbani del traffico) e PAT (piani di assetto territoriali) comunali.
Tuttavia nella nuova formula le funzioni delle provincie (ivi compresa la modifica del PALAV) per l'ambito di Venezia passeranno al consiglio costituito da alcuni membri scelti dei vari comuni aderenti all'ambito omogeneo o città metropolitana: per ogni comune il sindaco, alcuni consiglieri di maggioranza ed un consigliere d'opposizione.

Da anni sindaci del bipolo politico sostengono praticamente la stessa idea: via Roma / Miranese sarà chiusa ed il traffico spostato nella vicina tangenziale nord / via 11 settembre, o nella tangenziale sud, posizione che permette di finanziare progetti come la Piazza lunga un chilometro od il Masterplan per il centro cittadino.
Tuttavia il blocco della viabilità di via Roma/Miranese comporta una deviazione per gli abitanti dei comuni limitrofi diretti a lavoro (5-6 giorni su 7, 2 volte al giorno) di chilometri, pari anche a 2700 chilometri l'anno.
Questi problemi creati ai pendolari che già oggi hanno dubbi sul piano di Spinea sicuramente saranno adito per dissidi fra sindaci ed assessori di vicine amministrazioni comunali, mettendo Spinea all'angolo nel consiglio dei sindaci, facente funzioni delle vecchie provincie che hanno emanato il PALAV.

mercoledì 1 ottobre 2014

Negozi costretti a chiudere

Notizia interessante al TG3 Regione Veneto di questa sera 01/10/2014, fra notizie sugli scandali del mose ed aziende locali costrette a chiudere dopo esser state acquisite da multinazionali estere: al minuto 11.44 viene presentato un servizio sullo stato dei negozietti cittadini, sempre più costretti a chiudere ed impossibilitati a riaprire, per la competizione con i vicini centri commerciali provvisti di parcheggi chiari e gratuiti, a differenza delle aree del centro chiuse con ZTL, pedonalizzazioni e parcheggi a pagamento con ubicazione poco chiara. L'esempio preso in considerazione è Mestre.
A questo si aggiunge la crisi con l'indebolimento della capacità d'acquisto (circolo vizioso ben descritto nel documentario Inequity for all) che di per se sta portando ad un calo dei consumi e si aggiunge l'aumento dei canoni d'affitto dei locali dei negozi, per l'aumento delle tasse sugli immobili (IMU, TASI, TARI, ...) per ripagare gli interessi sul debito pubblico alle banche e coprire i buchi creati dai subprime/derivati sugli enti pubblici italiani che li acquistarono prima del 2008.


domenica 12 gennaio 2014

Viabilità, cosa prevede il PAES?

Il PAES, Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, del comune di Spinea derivante dal Patto dei Sindaci (un'azione congiunta per la riduzione delle emissioni di gas serra, il miglioramento dell'efficienza energetica e la riconversione di una percentuale di energia consumata in fonti rinnovabili) è stato pubblicato sul sito del Comune.
Per una descrizione del documento si rimanda al sito del comune oppure a questo articolo.
La redazione del piano consta di una fase di analisi degli ambiti che contribuiscono alle emissioni, la redazione dell'IBE, Inventario di Base delle Emissioni, e la definizione di un piano d'azione al fine di ridurre l'impatto ambientale di pubblico e privato del comune entro i termini previsti dall'Unione europea con il Patto 202020.

Fra le varie voci considerate vi è anche il trasporto privato e commerciale, il quale inciderebbe sullle emissioni per il 40% rispetto all'edilizia residenziale (principalmente riscaldamento ed illuminazione), il patrimonio comunale (riscaldamento ed illuminazione), ed il comparto pubblico non comunale.
Per questo nel documento del PAES, circa a pagina 15 per quanto riguarda il traffico torna la vecchia ossessione comunale di togliere il traffco da via Roma... perchè se lo stesso numero di auto passano 1-2 km a sud ed a nord rispetto via Roma aumentando i tratti di percorrenza, pare cambi tutto ed i veicoli inizino a emettere profumo di rose:

Il  traffico,  principalmente  concentrato  sull’asse  “monumentale”  di  via  Roma  ed  equamente  suddiviso  in traffico  di  attraversamento  e  traffico  locale,  è  stato  spesso  oggetto  di  analisi  approfondite  allo  scopo  di diminuire  l’impatto  sull’inquinamento  e  sulla  comunità.  Le  soluzioni  individuate  sono  quelle  relative  allo spostamento dei veicoli verso le zone periferiche della città grazie al potenziamento della camionabile (a SUD) ed alla realizzazione della costruenda tangenziale nord di collegamento tra la zona del Graspo deUva.
Segue
Date queste caratteristiche della città di Spinea sono appunto i consumi residenziali e quelli legati al trasporto  che  fanno  impennare  le  tonnellate  di  CO2 emesse nella nostra città ed è li che dovremmo agire, operando non tanto con atti di amministativi coercitivi che superino in rigore le norme nazionali, quanto piuttosto con percorsi di condivisione capaci di coinvolgere da un lato gli utilizzatori di gas, energia elettrica e carburanti, ...
Niente di più lontano dalla realtà di Spinea, ove coercitivamente si suppone che tutti i pendonali che percorrono in auto Spinea da Mirano a Chirignago (e viceversa) debbano spostarsi sulla tangenziale nord (o sulla tangenziale sud), ove coercitivamente si impone la tangenziale sud sfruttando il vincolo dell'opera complementare al Passante di Mestre.
Analogamente l'idea stessa di chiudere via Roma e realizzare il Masterplan / Piazza Lunga un Chilometro non ha nè percorsi di condivisione, nè di partecipazione del cittadino, il quale non solo ha disertato tutti gli incontri di premiazione e pubblicazione dei progetti del concorso di idee per piazza Marconi, ma nel caso della mostra in via Alfieri ha espresso pareri estremamente negativi.

Leggiamo poi nel pdf del PAES:
La  realizzazione  del  Passante  di  Mestre  e  del  Sistema  Ferroviario  Metropolitano  Regionale,  hanno contribuito  a  sgravare  via  Miranese  da  una  pare del traffico di attraversamento, con  conseguente  miglioramento della qualità ambientale.
Questa affermazione che appare del tutto irrealistica a chi vive a Spinea è legata probabilmente ad alcune constatazioni, come per esempio che nel parcheggio della stazione  SFMR, pendolari lasciano l'auto per spostarsi in treno, oppure che dal casello di Mirano si possa accedere alla rete autostradale per dirigersi a Marghera senza pagare un euro.
Tuttavia la mancanza di cifre concrete sull'effettiva riduzione di traffico, ben si coniuga con l'impressione di chi vive a Spinea che non sia poprio mutato il traffico che percorre quotidianamemente via Roma.
In effetti se per esempio si considera la stazione dei treni con parcheggio scambiatore lo sgravio di traffico può essere considerato per recarsi alla stazione di Mestre od a Castelfranco più che nell'accedere con l'auto al parcheggio scambiatore stesso.
Di conseguenza via Roma e per i quartieri a Sud, via Alfieri e via Bennati hanno subito il flusso d'auto diretto verso il parcheggio scambiatore.

In seguito
Il  Comune  di  Spinea  occupa  una  posizione  strategica di  collegamento  tra  la  città  di  Mestre-Venezia e i principali centri urbani dell’entroterra veneziano. Pur essendo un asse urbano, via Miranese risulta dunque caricata  in  gran  parte  con  flussi  di  traffico  di  attraversamento  che  costituiscono  un  forte  elemento  di disturbo e interruzione del centro abitato.
Realizzare  un  quadro  di  riferimento  del traffico e della mobilità del comune non risulta cosa agevole; richiede  l’analisi  aggiuntiva  delle  dinamiche in  atto  esternamente  all’area  come  pure  la  valutazione  dei rapporti  tra  il  sistema  infrastrutturale  interno  e  quello  del  contesto  territoriale  in cui si trova inserito il comune. Ciò significa che le eventuali criticità sul traffico dipendono da fenomeni congiunti, che possono essere governati solo parzialmente dalle scelte assunte dal piano.

In questo si trova piena similitudine con quanto questo blog afferma da anni riguardo alle criticità indotte al trasporto locale e globale indotti con certi interventi sul territorio.

Tuttavia pur avendo una visione complessiva comune delle difficoltà insite nel Comune il PAES prosegue con:
4.7.3 Nuovi progetti ed evoluzione dei volumi di trafficolocale e di attraversamento
La  realizzazione  del  Passante  Autostradale  ed  il  Servizio  Ferroviario  Metropolitano  Regionale,  con  le necessarie  opere  complementari,  rappresentano  un’interessante  opportunità per  orientare  i  volumi  di traffico e nel complesso, la generale trasformazione del territorio Spinea. La realizzazione di queste opere ha  infatti  già  iniziato  a  sgravare  via  Miranese  da  una  parte  del  traffico di attraversamento, con conseguente miglioramento della qualità ambientale del comune.
...
La stazione dei treni nelle previsioni del PAES dovrebbe quindi "garantire la mobilità della popolazione in un contesto a struttura policentrica" che altro vuol dire se non divenire luogo ove i pendolari dovrebbero recarsi per dirigersi in treno verso i vari luoghi nel territorio urbano.
Il problema quindi sta nel travisare la Stazione come sgravio della circolazione d'auto, quando in realtà diviene punto da raggiungere per sgravare i territori limitrofi dalla circolazione delle auto (es: mi dirigo in auto alla stazione dei treni di Spinea per andare a Mestre senza passare per Chirignago in auto).

Viene quindi il turno delle lodi alla Tangenziale Sud, detta anche Strada Folle:
Durante  la  progettazione  del  sistema  del  Passante  di  Mestre sono stati definiti inoltre un insieme di interventi  infrastrutturali,  di  natura  essenzialmente  locale, definite "opere complementari" che rappresentano un adeguato bypass con la rete ordinaria nei nodi di scambio e permettono di convogliare in modo sostenibile la mobilità dell’area e migliorare il livello di servizio e il traffico congestionato.

Nel caso del territorio di Spinea le opere complementari del passante sono sostanzialmente tre:
[omesse]
Intervento 8 BIS -  Bretella Sud - collegamento via Martiri della libertà - via Capitanio. Poco più di un chilometro, niente rispetto a quello che accadrà a nord, ma la bretellina passerà sopra i campi  da calcio del Villaggio dei Fiori, scavalcando il Rio Cimetto e collegandosi alla viabilità urbana con due rotatorie, una della quali, quella su via Capitanio, di forma ovale e con ben cinque innesti
lodi apparentemente immotivate se si considerasse quanto descritto ovvero il collegamento fra via Martiri con via Capitanio, strada con dimensioni tali da non potersi far carico di quello già sovrabbondantemente presente....tanto più con una rotatoria da cinque innesti, una cattedrale nel deserto oggi che invece come già previsto mesi fa nell'analisi del nuovo PAT, ha in realtà il vero scopo di costituire un accesso verso Chirignago-Mestre e la tanto lodata Stazione dei treni SFMR, passando attraverso la tangenziale sud ed il quartiere Dante (via Alfieri e via Bennati), che così diventerebbero nuova porta per l'accesso a Mestre facendosi carico del traffico odierno di via Roma (30 mila veicoli al giorno).

Segue poi l'analisi del trasporto pubblico, senza evidenziale come vi sia conflitto fra l'attuale linea di percorrenza degli autobus ACTV ed i propositi di chiusura e pedonalizzazione di una parte di via Roma a cavallo delle metrature realizzabili a cavallo di piazza Marconi-Fermi.
Lodi anche per il servizio GiroSpinea, incapace di invogliare la popolazione a farne uso (circa 2500 passeggeri all'anno, ovvero 7 passeggeri al giorno su pulmini da 34 posti con corse ogni ora in entrambi i sensi), in prodonda perdita se non ci fossero fondi regionali a sostenerne i costi.

Piste ciclabili
Nonostante la realizzazione di 2 km di nuove piste  ciclabili, gli interventi realizzati in questo periodo non hanno  prodotto  miglioramenti  rilevanti:  l’indice  di ciclabilità, che calcola i metri di piste ciclabili per abitante,  al  2006,  resta  di  molto  al  di  sotto  al  parametro  di  riferimento di 1.5 m/abitante, parametro desunto  dalla  letteratura  europea,  passando  da  0,21 m/abitante  del  2001  a  0,30  m/abitante  del  2006. Ugualmente l’indice di continuità al 2006 risulta pari al 0.77 ed indica una rete ampliamente frammentata e discontinua
Senza dimenticare la scarsissima quantità di persone che utilizzano le piste ciclabili o aderiscono ad attività relative, da cui si deduce la perdita di denaro pubblico per opere che non coinvolgono la popolazione, quando non vengono sfruttate per secondi fini.

Piazza lunga un chilometro - progetti dello IUAV
L’idea  di  fondo  è  quella  di  restituire  all’asse  principale  di  via  Roma,  che  attraversa  longitudinalmente  tutto  il compatto centro urbano di Spinea, il suo significato di centro della vita quotidiana degli abitanti, oggi fortemente compromesso dall’intensità del traffico di attraversamento e dalle conseguenze di inquinamento e pericolosità che ne  derivano.  Deviato  il  traffico  di  attraversamento sulla  tangenziale  nord  in  corso  di  realizzazione  si  apre l’opportunità di dedicare la capacità stradale ottenuta alla riconquista degli spazi centrali. Per i futuri urbanisti via  Roma diviene così una lunga piazza, dove il ridisegno dello spazio pubblico scandisce la presenza dei  luoghi della socialità e degli elementi urbanistici di pregio. Accanto ai progetti puntual alcuni gruppi di lavoro hanno sviluppato ragionamenti  sull’insieme  della  mobilità,  arrivando ad  una  prima  stima  della  variazione  delle  emissioni  di  CO2 conseguente al nuovo assetto rispetto alla situazione esistente.
...
I risultati raggiunti hanno in parte messo in discussione l’attuale configurazione urbanistica della porzione centrale del territorio, senza però la pretesa di proporre interventi realmente attuabili e rispondenti ai vincoli esistenti. Le proposte  hanno  catturato  l’interesse  dell’Amministrazione  comunale  e  della  cittadinanza,  mettendo  in  luce  la genialità delle idee di un gruppo giovane e innovativo di futuri urbanisti.
Anche se le elaborazioni di calcolo non hanno evidenziato azioni particolarmente efficaci sulla riduzione della CO2,  ...
Quindi in barba alla considerazione in cui mi trovavo in accordo che le criticità locali dipendano da fattori locali e non locali che minimo la possibilità di intervento nel piano ("Ciò significa che le eventuali criticità sul traffico dipendono da fenomeni congiunti, che possono essere governati solo parzialmente dalle scelte assunte dal piano.") si persegue a lodare soluzioni costruite sulla base della unica ipotesi che il traffico passante si posti sulla tangenziale nord, quando come evidenziato dagli studenti dello IUAV ciò non comporta riduzioni di emissione d'anidride carbonica.

Rimane quindi la reale preoccupazione che il PAES, ennesimo atto pubblico costruito concordemente all'idea di chiudere il centro di Spinea (circa dai Bersaglieri fino alla chiesa San Vito e Modesto) costituisca aggravio per la rete alternativa Tangenziale Sud, costruita di nascosto senza rivelarne la vera natura, o peggio divenga un peggioramento della vita per i quartieri confinanti, così come avviene oggi ogni qualvolta si esegue la manifestazione Notte Gialla (manifestazione che per ora viene svolta una sola notte in estate quando il traffico pendolare è già ridotto di per sè).

giovedì 9 gennaio 2014

200 mila euro per la Piazza lunga un chilometro di Spinea


Come da articolo di nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/12/30/news/la-piazza-lunga-un-chilometro-1.8386874
SPINEA. Piazza lunga un chilometro, arrivano 200 mila euro dalla Regione. Primi finanziamenti per il progetto voluto dal Comune per rivitalizzare il centro. Di questi tempi senz’altro una buona notizia per Spinea. La città può ora sviluppare il suo progetto intitolato “Spinea: una piazza lunga un chilometro”, che rielabora l’idea messa in campo proprio un anno fa dagli studenti dello Iuav, l’Istituto di architettura di Venezia e riproposta di recente durante la mostra dei progetti sulla riqualificazione urbanistica di piazza Marconi e piazza Fermi.
Avviene così un balzo in avanti inaspettato di fronte ad un progetto che non doveva essere tale, bensì semplice concorso di idee, le quali come più volte evidenziato partono dal presupposto mai dimostrato che tutto il traffico di via Roma si sposterà sulla tangenziale nord.

Ma a cosa serviranno questi 200 mila euro se il progetti prevedono un costo per la realizzazione fra i 18 ed i 30 milioni di euro? Come si può considerare una buona notizia un progetto che favorisce gli speculatori del centro di Spinea, sfavorendo i cittadini dei quartieri residenziali che si vedranno piombare davanti casa 30 mila auto di via Roma costrette a deviare dalla parte di strada trasformata in piazza pedonalizzata, dato che è palese che non gradiranno il passaggio per la lontana tangenziale nord?
Tutto si gioca sull'idea portata avanti sin dal 2007 dalla giunta Tessari che tutto il traffico di via Roma si sposterà sulla tangenziale nord, idea che non trova conferme negli oltre 6 km di percorrenza aggiuntiva a cui sarebbero costretti tutti i miranesi diretti a Mestre e viceversa, andando ad ingrossare tra l'altro il tratto già pesantemente percorso della provinciale SP81.
Persone che si recano a lavoro 5 giorni su 7, percorrendo 15-20 km si troverebbero a vedersene aggiungere altri 6, con un appesantimento considerevole delle emissioni di anidride carbonica e di spesa per la benzina.
Perchè si porta ancor oggi avanti l'idea che il traffico si sposterà sulla tangenziale nord, quando la medesima giunta Tessari e tacitamente la giunta Checchin tacitamente hanno spinto anche per la realizzazione della "tangenziale sud" ?


Gli stessi studenti del corso della dottoressa Vittadini dello IUAV nel realizzare i loro progetti non hanno considerato che il traffico di via Roma si sposterà in toto sulla tangenziale nord, ma solo che 15 mila veicoli al giorno, provenienti dai comuni limitrofi si sposteranno così lontano (idea altrettanto bizzarra), diversamente dagli altri 15 mila veicoli creati ipoteticamente da cittadini di Spinea che ogni giorno percorrono via Roma per andare a lavoro.
Per questo le soluzioni adottate dallo IUAV non presentavano una piazza lunga un chilometro, ma una "simbiosi" fra traffico veicolare e pedonale, capaci di convivere sullo stesso tracciato, un sistema che avvicini l'auto al passante in barba alle "leggi ingegneristiche dello Stato" che cercano di limitare gli investimenti di persone dovute ad automobili.


Su quale strada andranno gli oltre 15 mila veicoli ipotizzati dagli studenti dello IUAV per descrivere il traffico giornaliero di abitanti di Spinea, se invece di lasciare via Roma a doppio senso aperta, così come previsto nei loro progetti, si realizzerà invece l'idea fissa di due non opposizioni (il centrodestra ed il centrosinistra) di pedonalizzare via Roma? come potranno i quartieri residenziali con strada adibite per sopportare 300 veicoli al giorno farsi carico di 15 mila veicoli al giorno senza subire un danno ? come potranno i residenti che subiranno le modifiche urbanistiche essere fieri di una piazza che rovina la loro vita quotidiana ?

Solo poco tempo fa in Comune si pensava di attuare una ZTL su via Roma, nella zona dove dovrebbe sorgere il "Masterplan" di Tessari, alias "Piazza lunga un chilometro" di Checchin, ovvero fra la rotatoria con via Rossignago, Bersaglieri e via Capitanio fino alla chiesa San Vito e Modesto, via Matteotti, via Cattaneo.
Attraverso questa ZTL sarebbero potuti transitare cittadini spinetensi, ma non quelli di altri comuni, idea bislacca ed inattuabile se solo si pensa che la società privata che avesse preso una tale concessione avrebbe dovuto verificare oltre 15 mila targhe ogni giorno per individuare i possibili trasgressori.
Anche in questo caso, con l'uso del progetto PAES202020 come scusante per avallare impossibili riduzioni di anidride carbonica del traffico veicolare, si stava pensando di attuare soluzioni che sarebbero andate a discapito di italiani (abitanti di comuni limitrofi), al fine di favorire quella che appare sempre di più come un'ossessione bipartisan della politica locale.

Altro aspetto da considerare è che la popolazione di ben 28 mila abitanti di Spinea (escludiamo abitanti di Mirano e Chirignago anche se la "piazza lunga un chilometro" inficia anche sulla loro vita) ha DISERTATO tutti gli incontri organizzati dal Comune per mostrare e premiare i vincitori del concorso di idee di Piazza Marconi, segno che l'argomento non interessa o forse crea qualche disagio, così come avvenuto per la mostra lampo dei progetti di piazza Marconi, aperta al pubblico proprio in via Alfieri, una delle vie travolte dai piani mastodontici che ci si prefigge per Spinea. In quell'occasione molti abitanti di via Alfieri già oggi preoccupati per i livelli di traffico raggiunti a causa di una gestione disastrosa della pianificazione territoriale che sta portando a rendere sensi unici tutte le strade di passaggio fra i quartieri (parte di via dei Martiri a nord, via Capitanio prossimamente, via Bennati, via Matteotti), si sono mostrati estremamente negativi verso i progetti presentati al concorso, i quali ovviamente badano più ai proventi derivabili da nuove cubature piuttosto che al mantenimento dell'equilibrio del tessuto di circolazione locale ed intercomunale del Comune (mantenimento delle funzionalità della linea ACTV e relative fermate poste su quella che diverrebbe piazza, mantenimento della circolazione pesante di 30 mila veicoli su una strada a doppio senso breve che faccia defluire il traffico intercomunale e locale senza passare per quartieri residenziali, non trasformazione del quartiere Dante con le strade via Matteotti, via Alfieri e via Bennati nella porta di accesso verso Mestre o della nuova piscina/stazione di Spinea, così come appare invece nel PUT e nella quasi totalità dei progetti del concorso di idee per piazza Marconi-Fermi, mantenimento delle funzionalità chiesa San Vito e Modesto - cimitero, mantenimento della circolazione diretta fra quartieri confinanti senza dover accedere proprio a via Roma per spostarsi dall'uno all'altro, ecc...)

«In questi anni la città partecipata è cresciuta molto, rendendo protagoniste le associazioni e creando sinergie nuove», spiega il sindaco Silvano Checchin, «ora arriva un contributo economico importante per realizzare un’idea di piazza policentrica che valorizzi gli spazi aperti lungo via Roma in modo sostenibile e sottolineando le diverse funzioni e capacità attrattive dei luoghi di incontro».
Si maschera così il fallimento totale di un progetto partecipato a cui non ha partecipato nessun cittadino, sia come presenza all'atto della premiazione dei progetti, sia come interesse partecipato nel suggerire soluzioni, che quando non vengono fermate da candidati interni del PD, da esponenti del PDL via Corte dei Conti o da elementi dell'Italia dei Valori, vengono completamente ignorate da giunta e giornali.
Passa così l'idea falsa di qualcosa ben studiato, solo perchè porta con sè sigle come quelle dello IUAV o parole altisonanti (es: "partecipata", "sinergie", "policentrica"...), in realtà un castello di carte sintomo dell'ossessione politica locale, basato su presupposti portati avanti dalla passata amministrazione in teoria politicamente opposta all'attuale, che incideranno non poco sulla vita degli abitanti dei comuni vicini di Chirignago e Mirano, e dintorni o sugli abitanti della stessa città di Spinea, che ogni giorno percorrono via Roma per andare a lavorare rispetto una piazza per manifestazioni utilizzata solo qualche volta all'anno nel centro di Spinea, laddove appare evidente a tutti che oramai la socialità dei giovani ed adulti si sia spostata su Facebook, sui social network più che sul masegno della piazza posto a definire geograficamente un luogo centro di qualcosa che non ti appartiene più, perchè acquistato da altri in project financing.

Grande rotatoria dove non serve e numerosi incidenti dove era prevedibile

Nei giorni scorsi la cosiddetta "Strada Folle" (viabilitaspinea.com) di Spinea è stata quasi completata.
Aperta la rotatoria in via Capitanio, entro poco tempo verrà aperto anche il tratto di congiunzione fra via dei Martiri e via Capitanio stessa.

L'opera inserita come complementare al Passante di Mestre nel programma della legge obbiettivo, pur non avendo niente a che fare con l'autostrada, si inserisce in quel nutrito gruppo di soluzioni stravaganti che il Comune di Spinea da una decina d'anni sta inserendo nella viabilità locale.

Oltre a rotatorie in curva (vicino al centro Pam), rotatorie con dosso nello spazio di frenata (via Alfieri), rotatorie ad otto (costruite e forse demolite a breve per rendere migliore piazza Santa Bertilla), rotatorie inclinate, vero spasso per chi fa rally (ex-cavalcavia),  le rotatorie continue a distanza di un centinaio di metri (via Alfieri, proposta per via Bennati, e 2 ex cavalcavia), ecc... la nuova arrivata è la "rotatoria folle", un'opera con un arco di circonferenza che fa concorrenza alle rotonde della Fossa e della camionabile per Mirano, come se dovessero passarci gli autobus attraverso (autobus che a Spinea ogni tanto si perdono per strada al Villaggio dei Fiori).
L'opera appare ancora più incredibile se si considera che sin dall'inizio è stata progettata con tali dimensioni, neanche dovesse assolvere a scopi superiori a quelli prospettati di collegamento fra via Capitanio e via Martiri, quando in realtà in altri luoghi per anni sono state lasciate soluzioni ristrette e pericolose: la rotatoria dell'incrocio di via Luneo e la rotatoria dell'incrocio di via Rossignago.
In quegli incroci fra via Luneo e via Rossignago con la camionabile, strada che ha sicuramente subito l'influenza del casello del Passante di Mestre, per anni sono state posti due semplici circoli di meno di un metro di raggio, tale da spacciare l'incrocio per una rotatoria classica.
I numerosi incidenti avvenuti a causa della soluzione adottata dopo oltre 5-7 anni hanno spinto il Comune a chiedere la modifica urbanistica al fine di realizzare una vera rotatoria con corsie di immissione negli incroci di via Luneo-Rossignago con la provinciale, rispetto quelle soluzioni fantasiose e false che spesso vengono inserire in ambito urbano storico.
Appare del tutto evidente come ci sia qualcosa di strano nella pianificazione e gestione urbanistica di Spinea, laddove opere oggi inutili vengono falsamente inserite come complementari al Passante di Mestre, ed opere non eseguite, che prevedibilmente sarebbero state pericolose, hanno spinto il Comune ad agire a suon di incidenti e morti.

In realtà oramai appare chiaro a tutti che il fine della "strada folle" di Spinea, che va sotto il nome di Tangenziale Sud, approvata con un blitz dalla giunta Tessari (civiche, PDL, Lega nord), tanto che nessuno se n'era accorto, e tacitamente portata avanti dalla giunta Checchin (PD, UDC, IDV; 585, PCI) è quello di creare un tratto alternativo di viabilità che permetta la chiusura di via Roma nel tratto che va dai Bersaglieri alla chiesa San Vito e Modesto, rendendo via Capitanio, via Matteotti, via Alfieri, via Bennati e via Buonarroti le nuove arterie di circolazione locale fra i quartieri, mentre il traffico di 30 mila veicoli in transito da e per Mestre, verrà spostato sulla tangenziale sud, in futuro collegata con via Matteotti, risalendo poi attraverso il quartiere residenziale Dante, via Alfieri e via Bennati (sempre che si possa ancora parlare di residenziale dopo tutto ciò) verso le due rotatorie dell'ex-cavalcavia.
Questo spiega anche perchè gli autobus ACTV ogni tanto vengano visti girare fuori percorso per strade del comune al fine di sperimentare la possibilità di percorrere e curvare su nuovi tratti.
Infatti la realizzazione della "Piazza lunga un chilometro", slogan di Checchin che fa il paio con il "progetto Masterplan" di Tessari, ha il forte vincolo di rendere pedonalizzata la parte di via Roma percorsa dall'ACTV per il servizio di collegamento dal Capolinea di Mestre-Venezia al capolinea di Mira, sfruttata da migliaia di ragazzi delle superiori ogni giorno per andare a scuola e da altrettanti pendolari.
Creare un percorso alternativo che permetta agli autobus di accedere da via delle Macchine o da via Martiri risalendo per la tangenziale sud verso in quartiere Dante, rientrando poi nel percorso storico di via Miranese/Roma, aiuterebbe sicuramente il progetto di speculazione edilizia del centro di Spinea con la "piazza lunga un chilometro".
In questo modo una parte dei cittadini di Spinea verrebbero chiamati a pagare questo insieme d'opere che per piccoli passi un pezzo alla volta sin dalla messa a senso unico di via Matteotti nel 2007,  si dirigono sempre e in modo politicamente bipartisan (alla faccia delle opposizioni) verso lo stesso fine, che si chiami Masterplan o "piazza lunga un chilometro", trovandosi dall'aver acquistato casa in un quartiere residenziale calmo e tranquillo a vivere in un'area dove l'intento del comune è stato quello di dirottare decine di migliaia di auto ed autobus ogni giorno tolti da via Roma.

La sensazione è che lo stesso modus operandi sbagliato applicato per situazioni palesi come via Luneo e via Rossignago nell'incrocio con la provinciale si tramuterà in disagio, incidenti e morti anche con l'idea di spostare il traffico veicolare dall'attuale via Roma ai quartieri residenziali "periferici" attraverso la tangenziale sud.
A quel punto, indipendentemente da quel che ne pensino consiglieri dell'IDV od altri preoccupati ai valori economici spesi dal comune, tornare indietro corrisponderà a spendere nuovamente denaro per ripristinare gli errori compiuti da precedenti giunte in comune accordo, ben inteso che almeno qui a Spinea cambiano le giunte, ma non cambia la politica applicata (il mistero delle opposizioni che non sono per niente opposte) e soprattutto non cambiano i tecnici comunali che da anni avallano queste soluzioni politiche.

Già nel PUT2004 si era evidenziato come l'intento fosse quello di chiudere il centro di via Roma scaricando ad altri il traffico proveniente da Mirano; in data 7  febbraio 2013 la Giunta Municipale ha adottato la delibera di indirizzo per un nuovo PUT (Piano Urbano del Traffico), che molto probabilmente arriverà al fotofinish per le prossime elezioni o sarà già pronto e servito per la prossima giunta comunale, sempre che i cittadini credano ancora che conti qualcosa votare, volti nuovi e vecchi di un sistema che oramai ricorda più il feudalesimo che la democrazia a favore del pubblico e di TUTTI i cittadini residenti.

sabato 6 luglio 2013

Premiazione delle idee per via Matteotti

Il 20 giugno 2013 si è svolta la premiazione del concorso di idee per via Matteotti.

Gran parte dell'intervento è stato dedicata alla disquisizione delle regole per la premiazione, al significato del concorso di idee ed all'evoluzione storica della progettazione per l'ambito piazza Marconi/Fermi.

Per quanto riguarda l'evoluzione storica della progettazione, il taglio temporale ha fatto partire la crescita di un'idea di piazza centrale per Spinea sin dagli anni '80 con l'individuazione di un ambito comune ove intervenire per creare una centralità ad una città che invece molti descriverebbero evoluta per satelliti a cavallo delle reti di traffico passante, il tutto fino al progetto Masterplan che nel 2008 prevedeva radicali modifiche della viabilità interna.

L'accenno alle problematiche di viabilità emerse con le prime modifiche ad hoc del 2007 (messa a senso unico di via Matteotti, Bennati e D'Annunzio, sviluppo di un progetto che dirigesse il traffico direttamente sulla rotatoria per Mestre dall'incrocio fra via Bennati e via Unità) è stato piuttosto scarno, così l'individuazione degli interessati alle modifiche anche nei quartieri coinvolti piuttosto che nei soli proprietari prospicienti alla piazza (ivi comprese le case disabitate lungo il senso unico di via Matteotti che si affacciano su piazza Marconi).
Quindi i quartieri che subirebbero il traffico generato dalla chiusura di via Roma per la realizzazione della "piazza lunga un chilometro", che siano quelli a cavallo della "tangenziale sud", o quelli tutt'oggi di accesso al complesso residenziale intorno piazza Fermi (quartiere Dante divenuto di accesso al quartiere Fermi chiuso fra il senso unico di via Matteotti e un tratto di via Roma che si vuole chiudere), ancor oggi sembrano non avere voci in capitolo sulla progettazione del volto futuro della città.

In particolare, fronte alle telecamere della tv online BrentaTV non si fatto nessun accenno alle classiche uscite di questi ultimi cinque/sei anni sostenute bipartisan dai partiti di centro (centrodestra e centrosinistra): la tangenziale nord porterà fuori il traffico dal centro di Spinea; la tangenziale sud permetterà di dare un nuovo volto al centro.

Una parte dell'incontro ha accennato anche ai lavori degli studenti (architetti con laurea breve senza specializzazioni) di architettura dell'Università di Venezia (IUAV).
I progetti degli studenti del corso della professoressa Vittadini, esposti in sala consigliare si sono recentemente confrontati con le problematiche inerenti alla città di Spinea.


Quanto non detto nella presentazione dei progetti vincitori del concorso di idee sono le ipotesi restrittive imposte nella progettazione agli studenti, vista la difficoltà di intervento nel tessuto urbano di interesse, correttamente ricordare dalla professoressa Vittadini durante la presentazione dei progetti dello IUAV.
In particolar modo l'aver considerato metà dei veicoli giornalmente circolanti in via Roma (15.000 automobili) dovuto a traffico intercomunale, spostati sulla tangenziale nord, e l'aver limitato le considerazioni sull'assetto plausibile della circolazione locale.
In effetti una delle idee più in voga nelle disquisizioni sulla viabilità di Spinea è che la creazione di piste ciclabili o sensi unici induca la popolazione (locale?! intercomunale?! entrambe?!) ad abbandonare l'auto per sposarsi in bicicletta.
Da questo punto di vista l'esperienza dei sensi unici di via Matteotti, Bennati, D'Annunzio dimostra come all'atto pratico le auto semplicemente si riversino in altro luogo, per la precisione via Alfieri e via Capitanio, spostando o peggio aumentando le problematiche laddove in ambito residenziale molti pedoni anziani si trovano a stretto contatto con auto che non rispettano i limiti di velocità di 30 km/h..
Un cattivo presupposto per pensare ad una città futura che esalta il centro e non cita nemmeno come privati interessati i residenti di quartieri che si faranno carico del traffico che non può più transitare per via Roma.

Tuttavia come palesato dall'amministrazione, il concorso di idee non è un bando di gara, bensì è un metodo per raccogliere possibili idee con cui progettare un intervento nell'area, senza necessariamente rimanere legati in modo ferreo ad un solo progetto.
A tal riguardo un accenno è stato fatto sulla possibilità di sviluppare le idee raccolte con i progetti vincitori con la collaborazione degli studenti dello IUAV.

Infine la vera presentazione dei progetti con rappresentazione dettagliata è stata rimandata a a settembre.





lunedì 20 maggio 2013

Una piazza lunga un chilometro, chiamati gli interessati...o forse no.

Prosegue la telecronaca della newsletter del Comune sull'insieme di cervelli chiamati a decidere della realizzazione del Masterplan, ovvero quel progetto di chiusura di via Roma che gravi difficoltà creerebbe ai cittadini dei comuni limitrofi per andare e venire sull'asse Mestre e Mirano, previo passare per quartieri residenziali di Spinea.
Il progetto chiamato Masterplan sotto la giunta Tessari, con la giunta Busatta-Checchin ha acquisito il nome di "Piazza Lunga un Chilometro", visto allungato il suo percorso da villa del Majno-Chiesa San Vito e Modesto fino ai Bersaglieri e coinvolto altre figure quali la professoressa Vittadini, e Chinellato in veste del precedente consigliere all'urbanistica Simionato.
Le variazioni apportate da un tale progetto coinvolgono sia il traffico intercomunale che il traffico locale, creando da un lato un maggiore accentramento di servizi verso il centro di piazza Marconi/Fermi, tale da attirare ulteriore traffico d'auto con una totale scarsità di parcheggi se si considera l'eliminazione di quelli odierni e sottostimati proprio di piazza Matteotti/Fermi, dall'altro una totale ridistribuzione dei percorsi per giungere alle direzioni principali di mobilità.
Per quest'ultimo caso si pensi per esempio ai nuovi quartieri edificati al Villaggio dei Fiori, comprati da giovani in età da lavoro, che nei prossimi 30 anni andranno verso il polo attrattivo di Mestre, creando quel traffico che percorre via Roma cinque giorni alla settimana, andata e ritorno (od anche 4 volte al giorno).
Questo traffico non potendo sfogare su via Roma chiusa, ed essendo distante da via 11 settembre, o tangenziale nord, che dal 2007 il comune con diverse maggioranze presuppone porti via il traffico da via Roma, si riverseranno sulla tangenziale sud, previo poi risalire verso via Matteotti (fra il senso unico e il cimitero) e quindi sul quartiere Dante, attraverso via Alfieri o via Bennati.
Una notevole variazione del traffico locale che distruggerebbe un quartiere residenziale che tutt'oggi è divenuto sempre a causa degli interventi urbanistici avvenuti nel 2007-2008 unica via di accesso al quartiere Fermi, le cui vie di mobilitazione sono il senso unico di via Matteotti e il tratto di via Roma che si vuole chiudere (quindi la chiusura di via Roma accentuerebbe il passaggio dal vicino quartiere Dante per imboccare il senso unico di via Matteotti).
E se movida deve essere per il centro di Spinea, a maggior ragione c'è la viva preoccupazione sulle bande di alcolizzati che sfrecceranno in quartiere cittadino per recarsi ai locali di ristoro della "piazza lunga un chilometro" completamente pedonalizzata.


In una tale situazione un cittadino di Spinea, Comune che si interessa dei suoi cittadini, si aspetterebbe di essere coinvolto nel processo decisionale che vuole realizzare così incisive modifiche per la viabilità locale ed intercomunale.

Invece i cittadini non sono minimamente coinvolti nel processo decisionale, ed anzi vengono tenuti a distanza o illusi dei benefici del processo, come se avere le 30.000 auto sotto casa anzichè in via Roma possa essere un incentivo a vivere in una Spinea Vivibile con una piazza completamente pedonale ove recarsi...se non si viene presi sotto da un'auto appena si esce dal cancello.

Ed ecco quindi completamente rispettata la legge urbanistica regionale del Veneto che prevede per l'appunto di avvertire i soggetti interessati alle modifiche urbanistiche per l'assetto del territorio...solo che è la politica dei partiti a definire chi ha voci in capitolo, in funzione dei benefici che ne può ricavare.

sabato 28 luglio 2012

Mostra progetti IUAV - Relazione dello Studio Pasetto

La mostra dei progetti degli studenti del corso di tecnica della pianificazione urbana dello IUAV è stata prolungata fino a martedì 31 luglio 2012.

Inoltre venerdì 27 luglio 2012 si è riunita la seconda Commissione Consigliare nel cui ordine del giorno era presente l'esposizione dei risultati delle indagini sulla viabilità riguardante il biennio 2011-2012 eseguita dall'ingegner Pasetto.

I progetti dello IUAV, riguardo all'ossessione comunale di via Roma resa piazza

La presentazione dei progetti per la piazza di Spinea, sviluppati per il corso di tecnica della pianificazione urbanistica è avvenuta il 17 luglio 2012.

Dallo studio degli studenti (laurea breve in architettura, corsi di specializzazione in corso) l'amministrazione comunale contava di trarre delle idee per il miglioramento dell'apparenza della città di Spinea per eventuali realizzazioni urbanistiche da mettere in atto negli anni a venire.

Ciò che ne risulta invece è una parziale delusione per coloro i quali durante questi anni hanno sempre sostenuto la fantasiosa prospettiva che la "tangenziale nord" (via 11 settembre) avrebbe tolto tutto il traffico da via Roma.
Dallo studio della movimentazione del traffico e delle possibili emissioni, risulta infatti una esigua diminuzione delle emissioni di CO2, dovuta in gran parte all'eccessivo percorso che la tangenziale nord costringe a fare, benchè essendo la percorrenza a velocità lievemente più sostenuta (circa 60 km/h invece dei 35-40 km/h del tratto cittadino di via Roma), captando gli automobilisti all'imbocco del Graspo de Uva e scaricandoli in via della Costituzione, a ridosso del sottopassaggio, dove mancano totalmente vie di comunicazioni decenti verso mirano (escluso il rientro verso la Fossa).
Quindi il tempo di percorrenza da un capo all'altro di Spinea diminuisce di poco rispetto fra un tratto e l'altro.
Il beneficio maggiore deriva dalla riduzione delle emissioni nocive prodotte in gran parte dalle fase di decelerazione ed accelerazione degli autoveicoli (CO, solfuri, ecc...), poichè nel tratto cittadino di via Roma, spezzettato da un maggior numero di vie/auto che si immettono nella strada principale, comporta un maggior numero di accelerazioni e decelerazioni per i mezzi che percorrono questa strada.
Considerazioni più corrette potrebbero essere fatte se fosse stata indicata la legge di studio utilizzata per stimare mediamente quante emissioni spettano al numero di veivoli misurato in alcuni punti di via Roma.

A tal riguardo è bene ricordare le considerazioni svolte a suo tempo con la realizzazione dei tre sensi unici del quartiere Dante, e la distruzione dell'incrocio di scambio fra via Matteotti e via Cattaneo (arterie di comunicazione e dorsali prima della realizzazione dei sensi unici, e situazione generale dopo le modifiche, con ipotesi di chiusira di via Roma - progetto Masterplan).
Quella soluzione infatti comportò un maggior afflusso di immissioni di veicoli nel tratto di via Roma attiguo, per molte direzioni di marcia, poichè l'alternativa erano i sensi unici diretti in senso contrario alla destinazione.
Quindi se oggi via Roma risulta più intasata da immissioni di auto costrette a percorrerla per passare da una zona all'altra di Spinea (da sud a nord di via Roma e viceversa) è anche grazie alle modifiche urbanistiche della precedente giunta Tessari.

Quindi concettualmente i progetti presentati sono viziati da pesanti ipotesi restrittive, tali da permettere agli studenti di eseguire gli elaborati per l'esecuzione dell'esame (in tempi ordinari).

Si nota così il forte taglio restrittivo dato ai progetti elaborati, in partecipazione al progetto PAES Patto 20-20-20 che lega tutti i Comuni del miranese nel progetto di ridurre le emissioni di CO2 nel territorio del 20%.
Infatti i progetti degli studenti si sviluppano rigidamente intorno all'idea di realizzare una piazza lunga un chilometro sul tratto di via Roma a cavallo fra quantiere Dante, Fermi e Rosselli (simil-masterplan), considerando la sola variazione extraurbana del traffico passante per Spinea fra il tratto attualmente in uso e la possibile percorrenza della "Tangenziale Nord" (via undici settembre), benchè sia evidente che il carattere fortemente intercomunale della questione non possa essere separato dalla viabilità dei comuni confinanti, ovvero del tratto rettilineo di raccondo con lo snodo della tangenziale di Mestre, attraverso Chirignago e non possa essere separato dalla situazione circolatoria intercorrente fra Mirano e Maerne.
In particolar modo questo secondo snodo, più e più volte si è fatto notare come la circolazione a nord di Mirano sia scarsa e difficilmente interlacciabile, con gli assi di circolazione tutt'ora esistenti a sud sulla camionabile e su via Roma/Miranese (dalla Fossa), se non in modo poco appetibile per i guidatori, scaricati a km di distanza, a ridosso del sottopassaggo di Matertellago in via della Costituzione.
Quindi se il carattere della modifca è locale (creazione di un blocco della circolazione per un tratto di via Roma), con variazione locale del traffico di circolazione (spostamento del traffico di 30 mila veicoli di via Roma in altri rami della città di Spinea), senza nessuno studio di organicità con il tessuto intercomunale (acquisizione del traffico da uno snodo di interesse, ovvero lo snodo con le tangenziali, lungo un tratto rettilieno e deposito in un'area priva di velici vie di comunicazione), è sbagliata l'idea che i progetti sviluppati dagli studenti dello IUAV possano rappresentare un'utile base per lo sviluppo del Piando 20-20-20 per ridurre le emissioni di CO2 a livello intercomunale.
Ed anzi, qualcuno potrebbe farsi l'idea che si citi il piano 20-20-20di giusta riduzione della CO2 come un appiglio per realizzare opere che nulla hanno a che vedere con il piano ed anzi, modifichino in modo così radicale la struttura urbana del comune da divenire un appesantimento alla circolazione.
In effetti l'idea di chiudere via Roma, non annullando il traffico di auto intercomunale, bensì scaricandolo su qualche altro quartiere di Spinea, idea politica a 360° per le forze politiche presenti sul territorio (le une convinte di scaricare il traffico di auto a nord, le altre di scaricarlo a sud, altre pensano di separarlo, tutte non considerano l'impatto sul quartiere Dante e su via Capitanio) viene portata avanti con tutti i mezzi possibili, anche inidonei, come sopra indicato.
Un altro mezzo curioso utilizzato per sostenere l'idea di un tratto di via Roma chiusa al traffico è la recente indicazione della stessa come "Via Monumentale" nel piano di assetto del territorio comunale (PAT).
Il PAT, piano di assetto del territorio conforme al PTCP ed al PTRC, rispettivamente piano di coordinamento territoriale provinciale e piano territoriale regionale di coordinamento, viene inviato a Regione e Provincia per il controllo della coerenza rispetti ai piani territoriali urbanistici di livello superiore.
E così sembra esser stato fatto per il PAT che elegge via Roma a Via Monumentale per la presenza di alcune ville (la maggior parte in mano a privati) sul suo percorso (solo una nel tratto che si vorrebbe chiudere).
Eppure nel piano della mobilità del PTCP, via Roma/Miranese, da Mestre/Chirignago fino a Vigonza (dove interseca un altro asse principale di scorrimento) viene indicata come una strada locale di progetto, non inserita in alcun bene culturale o paesaggistico (per esempio: a differenza del graticolato romano a fra Santa Maria di Sala, Dolo, Mirano e Vigonza).
Analogamente considerazioni si ritrovano nel PTRC della regione veneto, si veda per esempio la mappa della mobilità (o la tavola 4 qui o qui), dove via Roma rimane una delle "strade principali".
Eppure, nemmeno gli studenti del corso di tecnica della pianificazione urbana si sono accorti di questa fenomenale incongruenza fra enti statali superiori (regione e provincia) e propositi comunali, dando per assunto quanto voluto dalle amministrazioni comunali di Spinea: Via Roma, via Monumentale da chiudere.

La terza ipotesi fortemente limitativa per gli elaborati presentati ed esposti in Comune, è la riduzione del traffico locale ad un'entità inesistente.
In questo modo è stato possibile suddividere non senza qualche dubbio il traffico passante in via Roma in due metà: una metà di traffico intercomunale, ed una metà di traffico comunale.
Quindi dei 30 mila veicoli attualmente in transito ogni giorno sull'arteria in questione (per gli studenti 800 ogni ora), 15 mila proverrebbero da fuori Spinea, in transito, e 15 mila sarebbero traffico locale diretto ai luoghi di lavoro o rincasante dai luoghi di lavoro o di scorrimento da un quartiere all'altro di Spinea.
Questa semplificazione ha permesso di ipotizzare che metà del traffico intercomunale percorresse la tangenziale nord.
Ma degli elaborati presentati, nessuno ha elaborato come e dove sarebbe finito metà del traffico locale, nell'ipotesi di chiusura di via Roma nel tratto di 1 km.

In effetti, come analizzato in passato (situazione generale dopo modifiche), i pochi snodi di comunicazione fra le aree a sud di via Roma ed a nord di via Roma, specie dopo la creazione dei tre sensi unici intorno al quartiere Dante, ha concentrato il traffico negli unici punti di snodo diretto, ovvero a cavallo di via Alfieri a doppio senso di marcia (con via Cattaneo poco discoste) ed a cavallo di via Capitanio (con la rotatoria dei Bersaglieri).
Prima buona parte della circolazione di snodo, specie del grosso quartiere Fermi, oggi chiuso fra un senso unico e via Roma nel tratto più intasato che un domani si vuole chiudere, era assorbito da via Matteotti a doppio senso di circolazione, con il semaforo di collegamento con via Cattaneo sul quale agevolmente si poteva introdurre una rotatoria, piazzata invece dalla giunta Tessari all'imbocco di via Alfieri.
La questione essendo quindi estremamente difficile da trattare per degli studenti che devono semplicemente passare un esame, specie se si deve preservare il dictat della piazza lunga un chilometro, invoglia quindi a ignorare questa sostanziali considerazioni sul traffico locale.
Analogamente gli elaborati progettuali degli studenti del corso di tecnica della pianificazione urbana non considerano le modificazioni alla circolazione urbana locale, ma non perchè queste dimostrerebbero la sconvenienza per qualsiasi amministrazione civile schierata a favore dei suoi cittadini, di chiudere via Roma e realizzare una nuova piazza oltre quelle già presenti (piazza Fermi, Matteotti, Dante, Rosselli a poca distanza), bensì perchè si dovrebbe cercare di invogliare i cittadini (sia che siano pimpanti ragazzini, sia che si tratti di ultrasettantenni che dall'oggi al domani si trovano 15.000 veicoli locali passare sull'uscio dell'abitazione, dove magari da oltre 15 anni aspettano un marciapiede od una ciclabile e la banchina misura solo 15 centimetri - problematiche di via Alfieri) a vivere la città in modo sostenibile con altri mezzi di trasporto, senza l'uso di automobili.
Certo sarebbe già indicativo notare il numero di passeggeri che usufruiscono del servizio GiroSpinea, fintanto che è pagato dalla regione e non un domani che sarà garantito dal comune: una media di 1-3 passeggeri a pulmino, autista compreso, ben inferiore alle ventina di persone trasportabili.
Ma anche tralasciando questo aspetto che indica la scarsa capacità di adattarsi ai mutamenti dei residenti di Spinea, non considerare negli elaborati degli studenti dello IUAV, l'effetto che una chiusura di via Roma avrebbe sull'abitato di via Capitanio o su quello del quartiere Dante, è un'ipotesi francamente troppo restrittiva per considerare questi progetti degli studenti del corso di tecnica della pianificazione urbana, utili ed indicativi per progetti comunali PAES Piano 20-20-20 o realizzazione della piazza lunga un chilometro.

Oltre a queste considerazioni, i progetti sviluppavano anche altre idee di modifica urbanistica e risistemazione.
A tal riguardo, molto curiosa è sembrata l'idea di incentivare la mobilità degli studenti (con tanto di presentazione delle qualità benefiche del camminare per gli studenti italiani sempre più obesi) che frequentano le scuole medie Ungaretti, vicino al Comune.
Per quanto sia giusto sostenere la mobilità pedonale per gli effetti benefici all'organismo umano, il progetto sviluppava l'idea di creare un parcheggio con breve periodo di sosta (5-10 minuti) da realizzare a ridosso di via Roma, considerata come percorribile, vicino al Municipio.
Ciò avrebbe spinto i genitori a lasciare il figlio su questo parcheggio, e questo avrebbe potuto raggiungere a piedi le scuole medie a qualche centinaio di metri di distanza.
La poca cura nel considerare la circolazione locale è evidente.
La realizzazione di un tale snodo, anche funzionasse al meglio, come i propositi dello studente proponente, porterebbe nuovo traffico a cavallo di via Roma, con svolte di immissione e di rientro (senza contare che non necessariamente l'auto del genitore che poi deve proseguire verso lavoro è nel giusto senso di marcia nell'occupazione di via Roma).
Un'ulteriore aggravio per la circolazione di via Roma, che prima delle modifiche intorno al quartiere Dante (realizzazione dei sensi unici di via Matteotti, via D'Annunzio e via Bennati) smaltiva il traffico di auto di genitori che portavano a scuola i bambini e poi dirette a lavoro in modo del tutto agevole con l'incrocio con semaforo fra via Matteotti a doppio senso, via Roma e via Cattaneo, in modo diretto e senza impegno per via Roma, che così non si faceva carico di ulteriori veicoli (portare i bambini a scuola prima e dopo la resa a senso unico di via Matteotti).
Ma come già fatto notare, da anni a questa parte l'intento dei vari politici che si alternano al Comune sembra essere più quello di distruggere la circolazione viaria strutturata della città di Spinea, pur di ottenere il quasi utopico progetto di realizzazione di una nuova piazza, a fianco di quelle già esistenti, su uno dei tratti che regione e provincia prevedono essere asse locale di snodo del traffico intercomunale.

giovedì 5 luglio 2012

Spinea: la piazza lunga un chilometro

Qualche settimana in occasione dell'annuncio della Notte Gialla, erano state sviluppate varie considerazioni sull'idea di chiudere via Roma, chiodo fisso di liste civiche affiliate ai partiti tradizionali e chiodo fisso di partiti politici sia di centrodestra che di centrosinistra: Masterplan o Notte Gialla.
L'idea balzana di prendere la strada più trafficata di Spinea per deviarla altrove, ad uso e consumo di una piazza che si estenda dalla chiesa San Vito e Modesto al cinema Bersaglieri non è mai tramontata, anche se cambiano le amministrazioni comunali.

In aiuto alla politica la professoressa Vittadini dello IUAV ha sviluppato con studenti del suo corso, diversi progetti che analizzano diverse soluzioni per realizzare la pedonalizzazione di via Roma.
In occasione della notte, gialla Via Roma dalla Chiesa di San Vito e Modesto fino alla rotonda dei Bersaglieri sarà completamente pedonale. E se fosse sempre così? E’ quello che si sono chiesti i giovani progettisti dello IUAV coordinati dalla Professoressa Maria Rosa Vittadini. Attraverso un rigoroso studio del territorio urbano, avvalendosi dei dati e della collaborazione dell’Assessorato alla Viabilità e all’Urbanistica, i ragazzi della Prof. Vittadini hanno elaborato sei diversi progetti di riqualificazione urbana
....
Le diciotto tavole, complete di grafici, dati, rendering, saranno esposte presso la Sala Consigliare dal 17 al 27 luglio prossimo e saranno proprio i giovani progettisti, tutti con Laurea in Architettura di primo livello, a presentare soluzioni alternative per la “forma urbis” e la viabilità di Spinea in linea con il trend europeo per la salvaguardia dell’ambiente e la riduzione di Co2. La mostra dei progetti è intimamente connessa con il Patto 20-20-20 ed il PAES (Piano per l’energia sostenibile) attualmente in fase di redazione da parte dell’Assessorato all’Ambiente.
...

Sarà quindi interessante valutare, sull'uscio delle case di quale quartiere verranno scaricate le oltre 30 mila auto passanti su via Roma giornalmente (o vicino quali scuole/parchi frequentati da bambini) e come si possa sostenere la riduzione di emissioni di CO2 pedonalizzando il percorso più breve e trafficato, rispetto tragitti alternativi, chiudendo in un turbine di sensi unici le poche vie di comunicazione diretta fra quartieri a sud di via Roma e quartieri a nord della stessa.

D'altra parte, già piccole modifiche di viabilità del recente passato, le quali hanno rovinato parte della circolazione dei quartieri Rosselli, Fermi e Dante, hanno generando incidenti che in questi anni potevano essere evitati.
Sarà quindi interessante valutare come reagirà la politica di fronte a questi progetti di studenti dello IUAV che casualmente seguono l'idea a fondamento del vecchio piano Masterplan (la chiusura e pedonalizzazione di via Roma).
Si preccuperà per gli incidenti che subiscono abitanti di Spinea che dall'oggi al domani subiscono modifiche alla circolazione viaria e spostamento del traffico passante in aree residenziali non costruite e nemmeno adibite per sopportare 30 mila auto passanti? oppure si preoccuperà di realizzare la pedonalizzazione di via Roma, al servizio dei privati della villa del Majno come previsto dal Masterplan, in barba alle altre piazze già esistenti nei vari quartieri (Fermi, Dante, Rosselli, ingresso Parco Nuove Gemme, ...) che invece subiranno le modifiche di circolazione?

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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013