lunedì 31 marzo 2008

articoli di giornale - investita su via Aseggiano

IL GAZZETTINO
Sabato 29 marzo 2008
Auto piomba su due podisti: lei muore, lui grave Vittima una bancaria di 34 anni che si stava allenando con un amico rimasto ferito. L’investitore è un diciannovenne di Spinea
Stanno facendo jogging lungo la strada, l'auto dall'altra parte della strada sbanda e li falcia, finendo capottata nel fossato: lei muore sul colpo, lui è gravissimo all'ospedale, dove viene ricoverato anche l'investitore che però non è in pericolo di vita. È il drammatico bilancio di sangue dell'incidente che ieri ha sconvolto la città. Tutto succede in un attimo, poco prima delle 19. La Y10 sta viaggiando lungo via Asseggiano in direzione di Spinea , alla guida N.G. di 19 anni di Spinea che all'improvviso perde il controllo e controsterza. In senso opposto stanno procedendo i due podisti che vengono centrati come dei birilli e sbalzati a una decina di metri di distanza sul campo adiacente la carreggiata.
La scena che si presenta davanti agli occhi dei primi soccorritori è straziante. Due corpi immobili sull'erba contorti in una posizione innaturale, una macchina con le ruote all'aria e il conducente incastrato che verrà liberato dai vigili del fuoco. Monica Levorato, 34 anni, impiegata bancaria con la passione per l'atletica, rimane esanime sul terreno. Quando l'ambulanza del Suem giunge sul posto per lei non c'è purtroppo più nulla da fare. L'amico di 26 anni, Marco Di Vita, anche lui di Mestre, con il quale si stava allenando respira ancora: trasportato d'urgenza all'Umberto I sarà ricoverato in emodinamica con il bacino fratturato e diverse lesioni agli organi interni. Il giovanissimo automobilista, accolto nello stesso ospedale, verrà sottoposto al prelievo del sangue e delle urine per accertare se stesse guidano in condizioni psicofisiche alterate: è sotto choc, verrà dimesso nella notte.
Poi c'è solo lo strazio dei familiari di Monica. È toccato agli agenti della polizia municipale il penoso compito di avvertire i genitori della vittima, che abitano a Chirignago in via Puglie. La mamma appresa la notizia al pronto soccorso viene colta da malore, il padre si dispera: Monica era la loro unica figlia. Distrutto dal dolore anche il fidanzato. La notizia del suo drammatico decesso si diffonde in pochissimo tempo e amici e conoscenti si riversano in ospedale. Mentre fra i residenti di via Asseggiano monta la rabbia per quella strada che da anni denunciano come un punto nero della viabilità cittadina: stretta, tortuosa, in cui i veicoli sfrecciano spesso a velocità sostenuta trovando un'alternativa a via Miranese sempre più congestionata dal traffico. Si è costituto persino un comitato per la realizzazione di marciapiedi per la tutela di pedoni e ciclisti. E quella di ieri in città è stata davvero una serata terribile sul fronte della sicurezza stradale. Più o meno alla stessa ora, oltre all'incidente mortale di via Asseggiano, si sono registrati altri due investimenti: un'anziana travolta in via Sernaglia di fronte al Cinema Dante e trasportata al Ca' Foncello di Treviso e un uomo in via Gazzera Alta. Monica Andolfatto Lucia Ravbar


IL GAZZETTINO
Domenica 30 marzo 2008
«Una ragazza solare dal sorriso contagioso»
Due mazzi di fiori gialli a simboleggiare la solarità di una ragazza sportiva e altruista, dal sorriso contagioso. Da ieri mattina il luogo del drammatico incidente in cui ha perso la vita Monica Levorato, impiegata nella filiale di Veneto Banca a Santa Maria di Sala, che avrebbe compiuto 34 anni il prossimo 14 agosto, è diventato meta di un mesto pellegrinaggio da parte di parenti amici. Sull'asfalto di via Asseggiano, in un tratto in cui non ci sono abitazioni, i segni dei pneumatici dell'auto impazzita che è piombata addosso a Monica mentre insieme al collega di lavoro Marco Di Vita, 26 anni il prossimo autunno, stava facendo jogging lungo il ciglio opposto. E morta sul colpo: caricata sul cofano dell'Y10 condotta da un diciannovenne di Spinea , è stata scaraventata a una decina di metri finendo esanime sul terreno incolto del campo al di là del fossato dove si è capottata la macchina che l'ha uccisa.
Miracolato l'amico che nonostante le gravi ferite non ha mai perso conoscenza: è stato il primo a riferire ai soccorritori la dinamica della tragedia avvenuta verso le 18.30 di venerdì mentre i due podisti stavano rientrando verso l'abitazione al civico 379 di via Miranese, dove Monica viveva da poco col fidanzato Giovanni di Marghera. Lo stesso quartiere in cui martedì prossimo, 1. aprile, nella chiesa di Sant'Antonio, alle 11 si svolgeranno i suoi funerali. Monica, figlia unica, lontana parente della velocista Manuela Levorato, è cresciuta alla Gazzera nella casa di via Puglie dove andava almeno due volte la settimana a salutare il papà Edoardo, ex bancario della Carive, e la mamma Delia Mariti. Per loro il dolore è devastante. Ieri mattina è toccato al signor Edoardo il penoso compito del riconoscimento ufficiale della salma all'obitorio dell'ospedale. Né lui né la moglie riescono a parlare. È una zia di Monica a fare un breve ritratto della nipote: «Amava la vita, era seria e aperta. Una vera sportiva con la passione sia della corsa che del bunging jumping. Una ragazza splendida, attiva, grintosa. Siamo tutti sconvolti. È una perdita terribile, assurda, senza alcun senso. Come si può morire così?».
Ieri, complice la bella giornata, parecchi i giovani che, tute da ginnastica e cuffietta stereo agli orecchi, si allenavano lungo la stessa via su un circuito che spiegano essere piuttosto battuto da chi ama correre o semplicemente vuole mantenersi in forma: «Ci vengo quasi ogni giorno da queste parti - afferma uno di loro - ed effettivamente il traffico è piuttosto sostenuto. Per questo preferisco allenarmi di mattina». Una strada piuttosto tortuosa, stretta, con una serie di curve "cieche", senza marciapiedi, che in particolare nelle ore di punta viene presa d'assalto dal traffico che cerca un percorso alternativo alla congestionata via Miranese. «In queste condizioni pedoni e ciclisti rischiano la vita ogni giorno sfiorati dai veicoli che sfrecciano a folle velocità. Abbiamo paura persino ad attraversare davanti al nostro portone - dice una residente al civico 96 - e ora dobbiamo piangere una giovane esistenza spezzata in modo così assurdo. Porta la data del 23 marzo del 2004 la petizione sottoscritta da trecento cittadini, indirizzata al sindaco, che abbiamo consegnato al consiglio di quartiere, Chirignago-Gazzera e con cui puntavamo il dito sulla pericolosità di via Asseggiano su cui si affacciano anche due scuole superiori, il Volta e il Molin. Avevamo chiesto nell'immediato di classificare la strada a traffico locale residenziale per escludere il transito di passaggio, e di installare degli autovelox per imporre il rispetto dei limiti di velocità. Nessuna risposta. La questione è stata risollevata lo scorso novembre in occasione di una riunione sulla viabilità della zona alla presenza del delegato alla Mobilità e ai Lavori pubblici. Solo promesse. E ora via Asseggiano è sporca del sangue di una vittima innocente». Monica Andolfatto


IL GAZZETTINO
Domenica 30 marzo 2008
Il diciannovenne di Spinea alla guida della Y10 impazzita ha conseguito la patente appena lo scorso febbraio. In lacrime la mamma L'investitore indagato per omicidio colposo
(m.a.) «Darei la mia vita per restuire a quei genitori la loro unica figlia. Siamo sconvolti, prostrati, disperati per una tragedia che ha travolto non solo la famiglia della vittima ma anche la nostra. Lo ripeto col cuore in mano: darei la mia vita per restituire quella vita perduta».
La voce al telefono rotta dal pianto e dal rammarico. È quella della mamma di N. G. vent'anni il prossimo ottobre, lo studente di Spinea che alla guida della sua Lancia Y10, l'altra sera, ha travolto due podisti lungo via Asseggiano, uccidendo sul colpo Monica Levorato 33 anni e ferendo Marco Di Vita, 25 anni, ricoverato all'ospedale di Mestre in prognosi riservata.
La patente l'ha conseguita appena lo scorso 19 febbraio e forse è proprio l'inesperienza insieme alla velocità sostenuta ad aver provocato il tragico incidente per cui ora è indagato per omicidio colposo e per lesioni colpose.
«Mio figlio è un ragazzo per bene, serio, coscienzioso. Non beve e e non fuma. È stato lui per primo a dire ai soccorritori e ai vigili di fargli tutti gli esami per verificare se avesse assunto alcol o droga: i risultati sono risultati negativi. Stava rientrando a casa da Mestre e non sa rendersi conto di come abbia potuto perdere il controllo della macchina. È sotto choc e non riesce a calmarsi. Continua a dire che non correva e che ha girato il volante per evitare un pullmino che aveva invaso la sua corsia di marcia. Ha sterzato per evitare un frontale ed è andata come è andata. In maniera tanto crudele quanto assurda».
La dinamica è al vaglio degli agenti del Reparto motorizzato della Polizia municipale di Mestre che anche ieri mattina hanno proseguito con i rilievi effettuando anche una perizia sul veicolo posto sotto sequestro per verificare o meno il coinvolgimento di altri mezzi. I verbali del sinistro contengono anche testimonianze dirette di persone che hanno assistito alle drammatiche fasi della carambola: la macchina che perde aderenza probabilmente perché le ruote sbandano sulla ripa erbosa a destra e poi si intraversa e finisce dall'altra parte della strada, investe i due sportivi e si ferma capottata sul fosso appaggiata al pilone della luce. Pare che qualcuno riporti anche del sopraggiungere di altri veicoli anche se non è chiaro se e come abbiano potuto in qualche modo disturbare il tragitto della Y10. Spetterà comunque alle indagini chiarire cause e responsabilità.
«Non abbiamo ancora incontrato i genitori della ragazza morta - continua la mamma di N. - non sappiamo come fare, come muoverci. Siamo disorientati. Possiamo solo dire loro che siamo affranti e che nostro figlio non è un criminale. È stata una casualità sciagurata. Poteva andare in tutt'altro modo. All'obitorio poteva esserci nostro figlio che invece ora dovrà convivere con un peso così grande per la sua età. Non cerco giustificazioni o scusanti, ma solo comprensione. La nostra è una famiglia rovinata».


LA NUOVA
Domenica 30-03-08
Cronaca Il figlio sotto choc racconta che non andava forte: «Ha visto un ostacolo» «Darei la mia vita per salvare la ragazza»
La morte di Monica è una doppia tragedia. Per la sua famiglia e per quella del ragazzo di Spinea che ha causato l’incidente. Due famiglie precipitate nel baratro della morte. N.G., lo studente 19enne, alla guida della «Lancia Y», è stato dimesso dall’ospedale nel cuore della notte. Era svenuto dopo l’incidente ed è ancora sotto choc. «Darei la vita per poter tornare indietro. Per poter riportare sulla terra quella ragazza, ma so che non è possible. È una tragedia immensa», racconta la madre del ragazzo tra le lacrime e i singhiozzi. Ripete ossessionamente che si tratta di una «tragedia, una tragedia immensa». «Nulla può essere come prima, ma non so cosa darei perché tutto tornasse indietro. Ma mi rendo conto che è tutto finito. Quella povera ragazza...». Il ragazzo è studente. Compie 19 anni il prossimo ottobre. Ha la patente di guida dal 28 febbraio scorso. Giusto un mese prima della data dell’incidente. Stando alla ricostruzione fatta dai vigili urbani del Reparto Motorizzato, il ragazzo ha perso il controllo dell’auto per la velocità sostenuta. Una velocità, non tanto in valore assoluto, ma troppo elevata per quel tratto di strada. Una disattenzione o qualche cosa che il ragazzo ha considerato erroneamente un ostacolo: sta di fatto che ha perso il controllo della piccola vettura, diventata ingovernabile. E quella carambola è stata fatale per Monica che lungo quella strada maledetta non andava mai a correre. «Mio figlio sta molto male. Mi ha detto che non correva forte. Ha visto un Fiorino venirgli addosso, ha sterzato e non è stato più capace di tenere l’auto. Lui è disperato come lo sono io. È una tragedia immensa. Per quella povera ragazza darei la mia vita. Ma non è possibile tornare indietro. Lui continua a dirmi che non correva forte e che all’improvviso si è trovato davanti il Fiorino». (c.m.)


Per Paolo Pezzato «questa zona è considerata ormai di serie B. Sono tanti i progetti in discussione, dalla strada dei Bivi e alla messa in sicurezza di via Asseggiano. Ma è tutto fermo, nessun progetto va in porto». link


domenica 30 marzo 2008

Sensi unici e chiesa di San Vito e Modesto

Un aspetto importante, tutt'ora dimenticato, del piano urbanistico previsto per via Cattaneo e via Matteotti (attualmente trasformate in senso unico, in futuro piano particolareggiato del MasterPlan) è il problema creato alla normale esecuzione di un funerale.

tratto da qui

La chiesa in questione è quella di San Vito e Modesto, situata all'incrocio fra via Roma, e via Cattaneo, fronte a via Matteotti.
Il cimitero è situato lungo via Matteotti, fra il quartiere Dante e Fornase.
In genere un funerale è costituito da un carro funebre con al seguito la schiera delle auto dei parenti stretti e la schiera di auto di persone al seguito.
Prima dell'attuale situazione era estremamente agevole per il carro funebre usufruire dell'incrocio e del semaforo nel rispetto del codice della strada, parcheggiare nello spiazzo fronte alla chiesa, con alcuni dei veicoli dei parenti stretti partecipanti al corteo funebre.

Il resto dei mezzi al seguito poteva usufruire del vicino parcheggio di piazza Marconi (indicato con una P rossa nella precedente immagine), dal quale agevolmente la chiesa in vita poteva essere raggiunta con qualche semplice passo attraversando via Roma.
Si ricorda che il parcheggio di piazza Marconi si trova ora nella seguente condizione.

Finita la funzione funebre il carro funebre poteva immettersi in via Cattaneo a doppio senso, attendere la precedenza data dal semaforo ed in seguito imboccare via Matteotti per giungere al cimitero.
Le auto dei partecipanti (tendenzialmente persone che provengono da altri paesi e quindi non ne capiscono molto di circolazione locale) in questo modo hanno in vista il carro funebre e possono accodarvisi per seguire il corteo fino al cimitero.

Invece la situazione attuale, come più volte discusso vede la messa a senso unico di via Matteotti e via Cattaneo.
Ciò significa che il carro funebre uscendo dallo spiazzo fronte alla chiesa per rispettare il codice della strada dovrebbe imboccare via Cattaneo secondo il suo senso unico.
In questo modo mentre i veicoli del corteo sono parcheggiati in piazza Marconi, il carro funebre si dirige dalla parte opposta, verso via Buonarroti.
Giunto in via Buonarroti non resta che invertire il senso di marcia, riportarsi in via Roma, recuperare i partecipanti al corteo dispersi e imboccare via Matteotti per giungere al cimitero.
Da tener presente che nel lato nord di via Roma le strade che vi si immettono hanno ovviamente l'obbligo di svolta a destra, per non intralciare la fluidità del traffico della via principale.
Ciò significa che il carro funebre, percorso il senso unico di via Cattaneo si trova a dover dirigersi o verso via Macello, per poi svoltare e raggiungere la rotonda di via Roma fra il quartiere Dante e il quartiere Graspo d'Uva, oppure arrivare fino ai Bersaglieri per usufruire della rotonda antistante a via Capitanio (percorrendo il centro cittadino può in seguito arrivare al parcheggio di piazza Marconi).

Saltando completamente il corteo fermo in piazza Marconi, un'alternativa è immettersi in via Roma da una delle laterali, rallentando il traffico per poi svoltare per la piazza di villa del Majno, rallentando il traffico, e scendere per le vie laterali vicino alla gelateria Pinguino Blu (via Bellini, via Ponchielli), mentre il corteo da piazza Marconi si dirige al cimitero senza poter seguire il carro funebre (d'altra parte essendo piazza Marconi dentro un altro senso unico non si può pensare secondo il codice della strada che fuoriesca da via Matteotti per seguire il carro funebre in parata per mezza città per raggiungere il cimitero).



In realtà questo è alquanto sconveniente e difficilmente si realizza, tanto quando non si è mai sentito di carri funebri che girano per la città lasciando parcheggiati i parenti in qualche parcheggio.
Quanto avviene è che il conducente del carro funebre seleziona il passaggio pedonale con l'apposito pulsante (il vecchio semaforo è rimasto per permettere il transito di attraversamento dei pedoni fra i due lati di via Roma), facendo così scattare il rosso, lo stop per via Roma (via Cattaneo e via Matteotti sono sensi unici uscenti).
Nel tempo in cui viene consentito il passaggio dei pedoni, facendo attenzione all'eventuale presenza di quest'ultimi ha modo di immettersi nel senso unico di via Catteneo, percorrere contromano nel senso unico di via Cattaneo i 5 metri iniziali dove vi è l'uscita della piazzetta fronte alla chiesa ed attraversare l'incrocio fra via Roma, Cattaneo e Matteotti immettendosi nel senso unico di quest'ultima via.


In futuro il piano MasterPlan prevede la pedonalizzazione del tratto di via Roma fra la chiesa San Vito e Modesto e la villa del Maino.
Via Cattaneo sarà del tutto scollegata dalla circolazione di via Roma.
Via Matteotti a senso unico porterà il traffico principale di via Roma fino al bordo estremo dell'attuale parcheggio Marconi, dove verrà realizzata una nuova strada che collegherà la piazza retrostante villa del Majno con via Matteotti.


Piazza Marconi senza una destinazione a parcheggio (a fasi alterne si era previsto la pedonalizzazione, e la costruzione di edifici in sostituzione della piazza) non potrà più ospitare i veicoli del corteo funebre, i quali dovranno trovare un'altro luogo dove parcheggiare (il parcheggio più vicino in previsione del masterplan è quello interrato sotto la piazza retrostante alla villa, oppure parcheggi cittadini lungo le strade).
Il corteo, abbandonando la chiesa di San Vito e Modesto non avrà più problemi di incrocio per immettersi in via Matteotti (visto che via Roma e via Cattaneo vengono pedonalizzate), tuttavia dopo aver percorso una cinquantina di metri si troverà a dover attraversare l'incrocio con la nuova strada che conduce nell'isolato retrostante villa del Majno.





Indice

venerdì 28 marzo 2008

Sms, iniziativa del Comune: l'affetto di Spinea per la supercampionessa

«Vogliamo essere vicini a Federica Pellegrini e per questo abbiamo invitato tutti i suoi amici e concittadini ad inviarle messaggi sms. Glieli consegneremo appena torna, per dimostrarle tutto il nostro affetto».

Così il sindaco di Spinea Claudio Tessari ha voluto festeggiare la supercampionessa Federica Pellegrini attivando un quattro e quattr'otto questa iniziativa per rendere onore alla sua concittadina più famosa. Anche nelle scorse occasioni quando Fede ha vinto, Spinea si è mobilitata tributandole grandi onori e festeggiandola davanti al municipio con cortei e sfilate degli atleti delle numerose società sportive cittadine.

I messaggi per Federica si possono leggere qui. Per mandare un messaggio di saluto a Federica il numero da comporre è

346.5279939

Si può scrivere il proprio nome e la città di provenienza.


Guarda i video

L'intervento ad Antenna 3 Nordest sport: il record

Federica Pellegrini, gli sms dal Comune

Federica Pellegrini, l'aperitivo con gli amici

Federica Pellegrini, l'aperitico con gli amici (2)

giovedì 27 marzo 2008

articolo di giornale - sottopasso di Maerne, incontro con i residenti

LA NUOVA
MERCOLEDÌ, 26 MARZO 2008
Provincia L’INCUBO DEL PASSAGGIO A LIVELLO DI MAERNE Cantiere per il sottopasso, incontro con i residenti
MAERNE. Ormai siamo al dunque per il sottopasso ferroviario di Maerne, da tempo atteso da residenti e automobilisti. Martedì 1 aprile in municipio alle 18 il progetto sarà presentato ai cittadini dal responsabile del settore Infrastrutture ferroviarie della Regione Stefano Angelini e dal sindaco di Martellago Giovanni Brunello. L’opera è ormai in rampa di lancio e il bando per aggiudicarsi i lavori è già partito. Poi si passerà alla verifica delle offerte e all’apertura dei cantieri. Il nuovo sottopasso, che rientra all’interno del progetto della metropolitana di superficie, costerà circa 20 milioni di euro e dovrà mettere fine alle lunghe code in via circonvallazione. La sua carreggiata sarà larga 9 metri, con due corsie da 3,5 metri ciascuna, un marciapiede di servizio e una banchina di 75 centimetri ciascuno e un’altra da cinquanta. Oltre a quello per le auto, ci sarà un altro sottopasso per i pedoni e i ciclisti più ad est in via Fratelli Bandiera, con una pista ciclabile di tre metri e un marciapiede di diun metro e mezzo. Durante i lavori ci saranno delle novità per la viabilità, visto che non sarà possibile deviare il traffico su altre arterie. Ragion per cui saranno costruiti una strada e un passaggio a livello provvisori dietro l’azienda Pometon mentre per garantire gli accessi presenti a ridosso della provinciale saranno costruite due strade a senso unico, larghe 5 metri e mezzo. Queste saranno raccordate da una piccola rotatoria da 13 metri di raggio esterno realizzata su impalcato sopra la rampa del sottopasso. A Nord della provinciale, all’innesto con via 1 Maggio e viale Stazione, ci sarà un’altra rotatoria da 24 metri di raggio mentre a Sud la Regione realizzerà un anello circolatorio a senso unico che, a partire dalla rotatoria Sud, si svilupperà in parallelo con la provinciale al lato est, sovrappasserà la rampa del sottopasso, consentendo l’accesso alla stazione di Maerne ed al parcheggio scambiatore da quasi 500 posti mentre altri cinquanta troveranno posto davanti alla Pometon. (Alessandro Ragazzo)


LA NUOVA
MERCOLEDÌ, 02 APRILE 2008
Provincia L’incontro. I residenti temono allagamenti e disagi per la viabilità Due anni di cantiere per il sottopasso Maerne, presentato il progetto per la stazione. Investimento da 20 milioni
MAERNE. Tre rotonde, altrettanti parcheggi per un totale di 511 posti, un sottopasso carrabile e un altro per le biciclette e i pedoni, una pista ciclabile. Totale spesa 20 milioni e quasi due anni di lavori. E’ il pacchetto d’interventi presentato ieri ai circa sessanta cittadini di Maerne da Andrea Menin, del settore Viabilità della Provincia, il suo assessore competente Paolo Gatto e il sindaco di Martellago Giovanni Brunello. Ora l’opera è in rampa di lancio e il bando è già partito. Poi si passerà alla verifica delle offerte e all’apertura dei cantieri che dovrebbe avvenire nel giro di pochi mesi. Diverse le questioni emerse dai cittadini che hanno chiesto lumi su parcheggi, viabilità alternativa e problema allagamenti del sottopasso. Menin li ha voluti tranquillizzare. «Invito tutti gli interessati - spiega l’ingegnere - a fare sopralluoghi, foto e verbali primo dell’inizio dei lavori. Questo per tutelarsi in caso di problemi. Durante il cantiere, comunque, saranno presi tutti quegli accorgimenti per ridurre al minimo i problemi agli abitanti». «Non escludo - aggiunge Gatto - che prima di aprire i cantieri faremo un incontro con i cittadini di Spinea e Maerne per spiegare quali accorgimenti prendere». Un’altra questione emersa è il rischio idraulico. Alcuni residenti temono che le forti piogge possano allagare il sottopasso, creando problemi a loro e a tutta la viabilità. «Abbiamo chiesto alla ditta incaricata di fare il progetto - spiega Menin - di adottare tutte le misure necessarie perché ciò accada il meno possibile. Di certo non possiamo evitare piccoli passaggi d’acqua che spesso si formano durante le forti precipitazioni. Comunque all’interno dei 20 milioni di euro di spesa sono previsti degli investimenti per ridurre questi rischi ed evitare di finire sott’acqua». Il piano parcheggi, invece, sarà del tutto rivisto sia per i passeggeri che dovranno prendere il treno che per i residenti. Al posto dell’attuale distributore di benzina, in territorio di Spinea e che in futuro sarà trasferito altrove, sorgerà uno spazio auto da 23 posti, tutti per i residenti. Infine il problema pista ciclabile. Per qualcuno era meglio farlo vicino al sottopasso carrabile e non più ad est in via Fratelli Bandiera. «Questa era l’unica soluzione possibile - osserva Gatto - anche perché se fosse stata realizzata in via Circonvallazione si sarebbe dovuto abbattere parte della stazione e Rfi su questo punto è stata molto chiara visti gli investimenti fatti per riqualificarla».


Aggiornato 28 aprile 2008

Articoli di giornale - il porfido in via Roma è pericoloso

LA NUOVA
MERCOLEDÌ, 26 MARZO 2008
Provincia Spinea. Lettera già inviata alla Soprintendenza Polemiche in via Roma «Il porfido è pericoloso»
SPINEA. Nuovo marciapiedi in via Roma, nuove anche le polemiche. Ad un gruppo di residenti della zona, tra i quali Giovanna Malvestio, residente in un’antica villa al civico 210 di via Roma, praticamente di fronte all’hotel Raffaello, la riqualificazione dei percorsi pedonali lungo la strada principale di Spinea proprio non piace. «Non si sa come - spiega - è stato creato un dislivello di ben 60 centimetri tra la strada e gli ingressi carrai, e di conseguenza sono state realizzate rampe per i diversamente abili talmente pendenti che se non sono un pericolo poco ci manca». La donna sostiene che da quando i lavori di rifacimento dei marciapiedi sono cominciati, i disagi per lei sembrano non finire più.
Non c’è solo la pendenza del nuovo accesso alla villa infatti a turbare la signora Malvestio, ma anche i continui saliscendi del nuovo marciapiedi e lo spostamento delle fermate dell’autobus che ora capitano proprio in corrispondenza dei passi carrai. Ne fa soprattutto una questione di sicurezza. «Queste nuove opere - sostiene - a cominciare dalle rampe, rappresentano un pericolo per i pedoni e i pendolari che usufruiscono del mezzo pubblico e ancor di più lo saranno in presenza di pioggia o ghiaccio». E così presa carta e penna Giovanna Malvestio ha scritto a progettisti, consiglieri comunali e perfino alla Sovrintendenza: vuole vedere tutelata l’incolumità sua e dei pedoni e vuole che le ville in cui lei, ma anche alcuni suoi vicini abitano, siano preservate dai lavori. (f.d.g.)

Il porfido non è propriamente scivoloso.
Viene appositamente utilizzato per la realizzazione di sanpietrini.
Altra questione riguarda il salto di 60 centimetri tra la strada e gli ingressi carrai che richiede delle rampe con 5% di pendenza per la legge sulle barriere architettoniche.
Per capirsi meglio, una rampa che rispetti la legge sulle barriere architettoniche collegando due piani (il piano della strada e quello del marciapiede) con uno sbalzo di 60 centimetri richiede una rampa di 12 metri.
Si può per brevi tratti estendere la pendenza a 8-10%, con una lunghezza di 6 metri.

http://www.handylex.org/stato/d140689.shtml#a6

8.2 Spazi esterni
8.2.1 Percorsi

Il percorso pedonale deve avere una larghezza minima di 90 cm ed avere, per consentire l'inversione di marcia da parte di persona su sedia a ruote, allargamenti del percorso, da realizzare almeno in piano, ogni 10 m di sviluppo lineare, (per le dimensioni vedi punto 8.0.2 spazi di manovra). Qualsiasi cambio di direzione rispetto al percorso rettilineo deve avvenire in piano; ove sia indispensabile effettuare svolte ortogonali al verso di marcia, la zona interessata alla svolta, per almeno 1,70 m su ciascun lato a partire dal vertice più esterno, deve risultare in piano e priva di qualsiasi interruzione. Ove sia necessario prevedere un ciglio, questo deve essere sopraelevato di 10 cm dal calpestio, essere differenziato per materiale e colore dalla pavimentazione del percorso, non essere a spigoli vivi ed essere interrotto, almeno ogni 10 m da varchi che consentano l'accesso alle zone adiacenti non pavimentate. La pendenza longitudinale non deve superare di norma il 5%; ove ciò non sia possibile, sono ammesse pendenze superiori, purché realizzate in conformità a quanto previsto al punto 8.1.11. Per pendenze del 5% è necessario prevedere un ripiano orizzontale di sosta, di profondità di almeno 1,50 m, ogni 15 m di lunghezza del percorso; per pendenze superiori tale lunghezza deve proporzionalmente ridursi fino alla misura di 10 m per una pendenza dell'8%. La pendenza trasversale massima ammissibile è dell'1%. In presenza di contropendenze al termine di un percorso inclinato o di un raccordo tra percorso e livello stradale, la somma delle due pendenze rispetto al piano orizzontale deve essere inferiore al 22%. Il dislivello ottimale tra il piano di percorso ed il piano del terreno o delle zone carrabili ad esso adiacenti è di 2,5 cm. Allorquando il percorso si raccorda con il livello stradale o è interrotto da un passo carrabile, sono ammesse brevi rampe di pendenza non superiore al 15% per un dislivello massimo di 15 cm. Fino ad un'altezza minima di 2,10 m dal calpestio, non devono esistere ostacoli di nessun genere, quali tabelle segnaletiche o elementi sporgenti dai fabbricati, che possono essere causa di infortunio ad una persona in movimento.
...
8.1.11 Rampe
Non viene considerato accessibile il superamento di un dislivello superiore a 3,20 m ottenuto esclusivamente mediante rampe inclinate poste in successione.
La larghezza minima di una rampa deve essere:
- di 0,90 m. per consentire il transito di una persona su sedia a ruote;
- di 1,50 m per consentire l'incrocio di due persone.
Ogni 10 m di lunghezza ed in presenza di interruzioni mediante porte, la rampa deve prevedere un ripiano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50 x 1,50 m, ovvero 1,40 x 1,70 m in senso trasversale e 1,70 m in senso longitudinale al verso di marcia, oltre l'ingombro di apertura di eventuali porte. Qualora al lato della rampa sia presente un parapetto non piano, la rampa deve avere un cordolo di almeno 10 cm di altezza. La pendenza delle rampe non deve superare l'8%. Sono ammesse pendenze superiori, nei casi di adeguamento, rapportate allo sviluppo lineare effettivo della rampa. In tal caso il rapporto tra la pendenza e la lunghezza deve essere comunque di valore inferiore rispetto a quelli individuati dalla linea di interpolazione del seguente grafico.
...

giovedì 20 marzo 2008

La mappa del rischio di Cancro secondo Beppe Grillo



post di Grillo

Tuttavia le alternative non sono sempre migliori.
A tutt'oggi il riciclaggio al 100% dei materiali non esiste.
Grillo è bravo a criticare, ma tende forse ad essere scarso quando gli si chiede come applicare soluzioni alternative.

domenica 16 marzo 2008

articoli di giornale - referendum sulla viabilità

LA NUOVA
VENERDÌ, 14 MARZO 2008
Provincia Spinea. Tre mesi per trovare duemila sottoscrittori. Quattro schede Referendum sulla viabilità, da oggi le firme I comitati civici chiedono piste ciclabili e la revisione dei sensi unici di Alessandro Ragazzo
SPINEA. Via libera alla raccolta firme per indire il referendum consultivo su viabilità e urbanistica di Spinea. Proprio lunedì il vice segretario generale del Comune ha firmato la richiesta dei due comitati promotori, «Per via Matteotti» e «Cittadini per una Spinea vivibile», che ora hanno novanta giorni di tempo per raccogliere le 2 mila firme richieste. Già sabato prossimo saranno in piazza Fermi dove distribuiranno volantini mentre mercoledì prossimo saranno con un banchetto al Villaggio dei Fiori.Le schede saranno 4 con due o tre quesiti. Nella scheda A, i comitati promotori chiedono che non sia applicato il progetto urbanistico su piazza Fermi e piazza Marconi e propongono che eventuali nuove costruzioni non abbiano cubature eccessive. Nella scheda B lanciano l’idea che via Matteotti, via Bennati e via Cattaneo tornino al doppio senso di marcia mentre in quella C suggeriscono alla giunta che via Martini torni al doppio senso e che in via Desenzano sia istituito un senso unico. Infine nella scheda D, i comitati chiederanno agli spinetensi di proporre alla giunta una pista ciclabile in via Capitanio e in via Alfieri, trasformandola a senso unico, e ripristinare lo spartitraffico in via Ponchielli. «L’obiettivo è far cambiare parere alla giunta comunale - spiega Gianni Causin di Spinea vivibile - e ora ci daremo da fare per raccogliere le firme necessarie per indire il referendum». D’altro canto, invece, il Comune vuole andare avanti col proprio programma. Proprio da ieri, infatti, via Bennati è a senso unico dall’incrocio con via D’Annunzio fino a via Unità. Il progetto per via Bennati prevede una carreggiata di 5 metri a corsia unica. Il senso unico in via Bennati segue quello già esistente, in entrata da via Roma, su via Matteotti. In futuro toccherà a via Capitanio, a senso unico tra via Roma e via Solferino anche se non è ancora stato deciso il senso di marcia. «I lavori viari - spiega il sindaco Claudio Tessari - procedono come previsto. Se si arriverà al referendum non lo so ma altrove si fanno per cose più importanti. Qui leggo quesiti che per me sono assurdi. Ma siamo in democrazia e mi auguro una raccolta firme corretta. I cittadini devono essere ben informati su cosa firmano».

In realtà i giorni disponibili non sono propriamente 90...in linea teorica questo è il tempo concesso, in linea pratica vi sono diversi contrasti creati dalla stessa legge.
La raccolta delle fime deve essere eseguita con degli autentificatori.
Per quanto le figure professionali che possono autentificare la firma raccolta nella lista siano molteplici, quelle disponibili per la causa proposta da un referendum sono sempre una percentuale.
Ancora meno divengono le ore disponibili per la raccolta firme se si considera che tali persone non è detto siano in pensione (lavorando il tempo utile si riduce drasticamente) oppure single senza una propria vita privata.
A ciò si aggiungono i necessari balzelli di promozione in area pubblica.
Per esempio, distribuire i volantini in area pubblica o casa per casa comporta l'avvertimento e la concessione di una licenza per la distribuzione (con restrizioni di luogo, giorno ed ora) in apposito ufficio ed il pagamento di una tassa.
Per l'istituzione di un banchetto all'aperto esistono spazi ben prestabiliti in cui mettersi, il pagamento di una tassa in funzione delle dimensioni del banchetto e la possibilità di fare azione di raccolta firme solo alcuni giorni del mese.
Vi è inoltre la sospensiva della raccolta firme nei giorni di campagna elettorale.

articolo di giornale - Casello di Borbiago, 400 Tir ignorano il divieto, dati provincia, 1000 veicoli sulla PS81

LA NUOVA
MERCOLEDÌ, 12 MARZO 2008
Provincia I comitati di Borbiago: «Era logico, pronti a protestare» Casello, qualche Tir ignora il divieto Il Comune: «Controlli severi». Autostrade: «I cartelli ci sono» Vendramin (Verdi): «Sono transitate pericolose cisterne» Il sindaco Carpinetti: «L’accordo deve essere rispettato» Si pensa alle multe GIACOMO PIRAN
MIRA. Alcuni camion, violando il divieto di transito, hanno utilizzato ieri il casello di Borbiago nel suo primo vero giorno di apertura. Dopo la notizia il sindaco di Mira, Michele Carpinetti, ha confermato di voler usare il «pugno di ferro» contro i trasgressori e di aver chiesto la collaborazione del Comune di Venezia per avere una pattuglia della polizia locale di supporto. Nel frattempo la Società Autostrade ha intensificato l’attività di comunicazione mentre rimangono in allerta i comitati.
Comitati che attendono la riunione di domani per decidere eventuali azioni di protesta. «Sono stati io a segnalare al sindaco - spiega il portavoce dei Verdi Francesco Vendramin - il passaggio di due camion cisterna al casello di Borbiago. Questo dimostra che non si riesce a promettere quello che è stato detto lunedì e che quello che si prospettava so è verificato. Se la situazione prosegue, noi siamo disposti a bloccare tutto. Sono passati camion con cisterne che sono molto pericolosi. Dobbiamo aspettare che succeda un incidente grave?».
Il sindaco di Mira conferma nel frattempo l’accordo fatto con Lino Brentan ed annuncia tolleranza zero contro chi viola il divieto. «Ci siamo attivati perché l’accordo vada rispettato, i camion non devono transitare per il casello. Abbiamo mobilitato i nostri vigili e abbiamo chiesto la collaborazione del comune di Venezia per avere una pattuglia di rinforzo poiché questo problema riguarda anche l’area comunale di Venezia. Ho parlato con Lino Brentan ed ho avuto rassicurazioni da parte sua sul fatto che saranno intensificati i controlli. I camion che usciranno saranno multati nella Bretella di collegamento dalla Polstrada mentre appena entreranno nella sp 81 saranno multati dai nostri vigili. Quello che si doveva fare è stato fatto». La Società Autostrade chiede un pò di pazienza in questi primi giorni e conferma che è stata intensificata la campagna informativa. Ieri, infatti, lungo la Romea, a Marghera ed in A4 erano presenti cartelli con il divieto di uscita a Borbiago per i mezzi superiori alle 7,5 tonnellate. «Ci vuole un po’ di pazienza - spiega Giorgio Mattiello, direttore esercizio di Autostrade - e la notizia si diffonderà. Per questo è stata potenziata la segnaletica e abbiamo diffuso messaggi, sia via radio sia contattando le associazioni di categoria, avvisando del divieto. Continuiamo il monitoraggio sulla zona e siamo in contatto con la Polstrada che presiederà il casello». Critico il commento del portavoce del comitato Mattia Donadel che conferma che continuerà l’azione di controllo e che sarà presa una decisione su come agire solo dopo la riunione pubblica che si svolgerà domani alle 20.30 al centro anziani di Oriago. «Come volevasi dimostrare l’accordo non dice niente rispetto a lunedì. Questo non ha retto neanche un giorno e sapevamo anche prima che i vigili non sarebbero riusciti a controllarlo a causa del poco personale. Noi continuiamo a controllare la situazione e decideremo domani sera cosa fare. Non è escluso che attueremo altre forme di protesta».



LA NUOVA
VENERDÌ, 14 MARZO 2008
Provincia Borbiago. I comitati rilanciano: «Siamo pronti a protestare ancora» «Al casello 400 Tir in quattro giorni» Il Comune di Venezia corre in aiuto di Mira con vigili per i controlli
ALESSANDRO ABBADIR
MIRA. «Hanno passato il casello di Borbiago quasi 400 tir in 4 giorni. Se continua in questo modo, senza alcun controllo siamo pronti a bloccare il casello con azioni dimostrative. Ci stanno prendendo in giro». E’ questa la presa di posizione dei comitati pronti di nuovo alla protesta, se le promesse fatte dalla Società Autostrade non verranno rispettate. Intanto per il Comune un aiuto. Ieri mattina il vicesindaco di Venezia Michele vinello ha risposto alla lettera del collega di Mira, Michele Carpinetti.Con i vigili di Mira a fermare i tir ci saranno anche quelli di Venezia. Il sindaco, però, ammette: molti camion superiori alle 7,5 tonnellate, legati alle aziende della zona passano il casello, ma non basta controllarli, vanno fermati. «Nel giro di 4 giorni - spiegano Mattia Donadel, Aldo Bertoldo, Gianna Causin, Orlando Zampieri e Francesco Vendramin - sono passati dal casello quasi 400 camion, alla faccia dei controlli promessi da Brentan. Cosa servono questi controlli se i Tir non vengono fermati? La zona di Ca’ Rubaldi verrà letteralmente invasa dallo smog. Siamo davvero senza armi. I vigili di Mira devono cominciare a far rispettare i divieti, altrimenti i Tir li fermiamo noi. Siamo stanchi delle chiacchiere e delle prese in giro». I Verdi sono ancora più decisi. «Dopo aver violato gli accordi del 1999 - dicono Francesco Vendramin e il coordinatore dei verdi della Riviera, Andrea Bortolato - ora la Regione cerca addirittura di rimangiarsi gli accordi siglati tre giorni fa in Municipio a Mira. Aiuteremo i cittadini a tutelare il proprio diritto alla salute anche con azioni dimostrative. Abbiamo contato i camion: quasi 400 in 4 giorni». I residenti chiedono anche migliore cartellonistica per indicare la stazione dei treni di Oriago Porta Ovest e il parcheggio scambiatore da 600 posti. «Con Pasqua e Pasquetta - dice Vendramin - assisteremo al primo test con l’arrivo di decine di pullman turistici. Vedremo se la viabilità non andrà in tilt». Il Comune di Mira intanto annuncia l’arrivo di aiuti per il controllo del traffico da parte del Comune di Venezia. «Il vicesindaco di Venezia Michele Vianello - dice il sindaco Michele Carpinetti - ci ha aiutato. Da questo fine settimana e soprattutto da lunedì ci sarà all’imbocco del casello una pattuglia di vigili di Venezia, che affiancherà i nostri a tutte le ore del giorno». Il sindaco ammette che diversi camion sono passati. «Sono passati effettivamente - dice il sindaco - camion di grossa stazza, soprattutto betoniere e camion con materiali edili, mezzi legati alle ditte della zona. Non è passato invece il grosso traffico di tir internazionale, che si muove con il navigatore satellitare. Al momento infatti il casello non è segnalato sulle mappe». Sempre fiacco al momento l’utilizzo della nuova stazione di Oriago. Le corse dirette a Venezia sono le stesse di sempre. «Una stazione del genere con un treno all’ora - ommentano diversi cittadini - serve a ben poco».



LA NUOVA
Sabato 15-03-08, 38 Provincia Brentan (Venezia-Padova) fornisce i dati sui tir: «Sono pochissimi» «Al casello di Borbiago quasi tutte auto» Francesco Furlan
MIRA. «Il casello di Borbiago è un casello per le auto, e i dati lo dimostrano». Lino Brentan, amministratore delegato dell’autostrada Padova-Venezia, tira fuori dal cassetto i dati delle entrate e delle uscite del nuovo casello e cerca di tranquillizzare i comitati che hanno detto di aver contato 400 tir negli ultimi quattro giorni. «Sono molti meno, i controlli ci sono, e funzionano praticamente al cento per cento - attacca Brentan -. I pochi tir che passano sono di quei camionisti che lavorano nella zona». Lo conferma, dice Brentan, il fatto che siano tutti tir entrati e usciti con il telepass: «Sono camionisti che per tornare a casa sarebbero obbligati ad uscire a Mestre, prendere la rotonda della Romea e poi percorrere al ritroso la provinciale 81. Non fanno la differenza nell’impatto del traffico». Ecco dunque i dati per i mezzi sopra i 75 quintali, per i quali vige l’ordinanza di divieto di transito. Martedì sono state registrate 25 entrate e 33 uscite (totale: 58). Mercoledì 14 entrate e 18 uscite. Infine giovedì: 12 entrate e 21 uscite. Questo a fronte di un dato complessivo sui volumi di traffico che mercoledì ha registrato 1.641 entrate e 2.655 uscite e giovedì 1.675 entrate e 2.638 uscite. Automobilisti che prima in gran parte gravitavano sul casello di Dolo, che infatti ha registrato un notevole calo nel numero dei passaggi. «I comitati possono stare tranquilli - spiega Brentan - perché i numeri parlano chiaro: qui non ci sono tir di passaggio. E’ un casello al servizio del territorio, di chi dalla zona di Mira deve spostarsi per raggiungere Padova, ed è molto più comodo a prendere il casello di Borbiago». I comitati, soprattutto nella zona di Ca’ Rubaldi, denunciano un aumento incontrollato dei tir di passaggio. «Dati alla mano dico che non è vero», aggiunge Brentan, che spiega: «Tra mercoledì e giovedì sono transitati 1 o 2 camion all’ora. Se noi decidessimo di aprire il casello ai tir sopra le 7.5 tonnellate potrebbero essere interessati tra i 300 e i 400 camion che potrebbero raggiungere la zona di porto Marghera attraverso la camionabile, ma sappiamo che non si può fare». Non si può per almeno un paio di motivi. Prima di tutto perché la strada, al centro di un progetto di sistemazione lungo tutto l’asse da Marghera a Spinea, non è in grado di sopportare un simile carico di traffico pesante. «In secondo luogo perché deve esserci l’accordo con il territorio - spiega Brentan -, questa non è certo una decisione che possiamo prendere da soli». Ma il traffico sull’area del casello è destinato a crescere? «Rispetto ai transiti attuali, circa 4.300 tra entrate e usciti - aggiunge Brentan - io credo che ci sarà un aumento di altri 500-600 mezzi, perché il casello non è ancora molto conosciuto da tutti». Sulla questione interviene anche l’assessore regionale alla Mobilità, Renato Chisso: «Non capisco a chi giova creare allarmismo sul casello di Mira. I timori che vengono continuamente esternati pubblicamente sono infondati e lo dimostrano i dati della società Padova-Venezia, gli unici attendibili. Non si può barare con i numeri e non si può fare politica con le angosce della gente».


LA NUOVA
GIOVEDÌ, 20 MARZO 2008
Provincia BORBIAGO. IERI LA COMMISSIONE Mille auto in più sulla provinciale Con l’apertura del casello è aumentato il traffico dei mezzi
MIRA. «Il casello autostradale di Borbiago ha fatto aumentare il traffico sulla provinciale 81 di poco più del 10%. Da 9 mila veicoli al giorno siamo arrivati a 10 mila. Il casello ne aggiunge 1000 in più al giorno, al momento. Una verifica sul posto la faremo con società autostrade in un’altra riunione il 4 aprile. Ora aspettiamo l’esodo Pasquale per capire se il casello reggerà all’urto dei turisti». E’ questa la presa di posizione dell’assessore ai lavori pubblici e al Traffico Stefano Lorenzin che ieri mattina ha partecipato con i comitati alla commissione di controllo sul traffico organizzata da Regione e Provincia. Alla commissione di controllo sul traffico ha partecipato anche per la prima volta in rappresentanza dei comitati di Ca’ Rubaldi Antonella Panzonato. «I dati che abbiamo già a disposizione - spiega l’assessore Stefano Lorenzin - sono del tutto provvisori. Ci era stato chiesto di fare un primo bilancio il 31 di marzo, ma invece abbiamo posticipato l’analisi dei flussi al 4 aprile. In quell’occasione controlleremo direttamente l’entrata dei mezzi nel casello di Borbiago soprattutto nelle ore di punta. I dati sono precisi: dal casello entrano 1.000 auto in più al giorno sulla sp81. Resta da vedere quante entreranno a Pasqua e Pasquetta e quante dopo che in autunno partirà il servizio della Metropolitana di Superficie». A controllare che il traffico pesante non invada i centri urbani ci saranno i vigili di Mira e Venezia al mattino e nelle ore di punta. Oltre che sulla rotatoria di accesso, i vigili dei due comuni controlleranno anche l’accesso nelle strade comunali e cioè in via Ghebba ad Oriago, in via Colombara a Ca’ Sabbioni, in via Giovanni XXIII a Borbiago. Vigili che in questi giorni hanno già dato diverse multe ai camionisti (con camion superiori alle 7,5 tonnellate) che hanno violato il divieto. Contemporaneamente all’apertura del casello autostradale è entrata in funzione a poche centinaia di metri di distanza la nuova stazione dei treni di Venezia Porta Ovest. Le corse fino ad autunno resteranno le stesse, una ogni 20 minuti. (a.ab.)


venerdì 7 marzo 2008

Articolo di giornale: Passante e impresa agricola, legge esproprianzione

LA NUOVA
VENERDÌ, 07 MARZO 2008
Provincia Il Passante. Indennizzi in ritardo. E la Coldiretti minaccia il blocco Tensione in cantiere, arrivano i carabinieri Ruspe in azione nella proprietà di Frasson. Lavori congelati fino a lunedì FILIPPO DE GASPARI
MIRANO. Tensione ieri mattina lungo i cantieri del Passante a Mirano, dopo l’avvio dei lavori nella zona di via Olmo, ad Est del canale Taglio. Tra operai e titolari di un’azienda agricola sono volate parole grosse e minacce di blocco dei cantieri dopo che ruspe e camion hanno preso possesso di alcuni terreni, senza che prima fossero elargiti i dovuti indennizzi. Sul posto anche i carabinieri, allertati dalla Coldiretti, che ora minaccia blocchi e manifestazioni.
L’azienda è quella di Gino Frasson, in via Olmo 11, oltre 500 capi di bestiame e 30 ettari di terreno che il Passante di Mestre taglierà in due, in zona Ca’ Perale. Ieri mattina Frasson si è trovato i campi invasi da ruspe, camion e operai. A detta di Frasson non solo i lavori sarebbero cominciati senza preavviso, ma non sarebbero nemmeno state evase le normali procedure espropriative, iniziate il 21 giugno 2006 e che interessano oltre 7 ettari. ««Ho più volte sollecitato un incontro per individuare il giusto indennizzo - spiega il titolare - ma fino a ieri non abbiamo ancora visto un euro, alla faccia dei 60 giorni previsti: non può essere che improvvisamente mi svegli una mattina e mi trovi il cantiere in casa». Prima i soldi, sembra dire Frasson, che nella vertenza è sostenuto dalla Coldiretti del Miranese. Ma non si tratta solo di una questione di principio. «In ballo - spiega per la Coldiretti Gabriele Zampieri - ci sono questioni tecniche ancora irrisolte: il passaggio di collegamento tra i fondi che verranno tagliati dal Passante, il mantenimento del collegamento idraulico per l’irrigazione dei fondi a Sud ed il problema della linea elettrica sotterranea che alimenta l’impianto a biogas dell’azienda. O arrivano risposte chiare e tempi certi o bloccheremo il cantiere coi trattori». Ieri, dopo lo scoppio della protesta, i lavori sono stati sospesi: riprenderanno lunedì, il tempo di sistemare le cose. Nel pomeriggio Zampieri ha incontrato i responsabili della società del Passante. «Garantito che i soldi arriveranno in tempi rapidi e che risolveremo i problemi», spiegano quelli del Passante. Ma la minaccia di manifestazioni e blocchi da parte della Coldiretti rimane, mentre oggi ci sarà una nuova riunione. «Questa azienda - spiega Zampieri - subisce già un danno notevole: non siamo contro il Passante, ma chi lo realizza deve rispettare la parola data».




articolo di giornale: barriere fonoassorbenti al Graspo d'Uva

LA NUOVA
GIOVEDÌ, 06 MARZO 2008
Provincia IL METRO’ DI SUPERFICIE A SPINEA Barriere fonoassorbenti al Graspo d’Uva
SPINEA. Metropolitana di superficie, in arrivo le barriere antirumore per il Graspo d’Uva. I pannelli fonoassorbenti saranno installati nella zona di via Unità, dove serviranno a proteggere le abitazioni più vicine al passaggio del metrò. Lo ha annunciato martedì sera, nel corso di un incontro svoltosi in comune con i cittadini del Graspo d’Uva, l’assessore alla viabilità Mario Simionato. «Il progetto - ha spiegato Simionato - nasce da un’indagine tecnico-scientifica condotta con appositi strumenti, con la quale sono stati simulati i rumori che saranno prodotti una volta attivo il metrò, in rapporto alla distanza delle abitazioni». All’incontro, dov’erano presenti diversi residenti delle zone più vicine ai binari, hanno partecipato anche rappresentanti della Regione (che vuole la linea) e della ditta esecutrice incaricata dei lavori. Ai proprietari della case è stato spiegato che il posizionamento delle barriere è funzionale all’assorbimento dell’inquinamento acustico che inevitabilmente sarà prodotto dai treni, in transito piuttosto frequentemente. I pannelli avranno dimensioni variabili, dai 2 metri e mezzo fino a 3 e mezzo. Da terra le barriere saranno costituite da materiale opaco, che assorbe di più, mentre nella parte superiore sarà trasparente per essere meno impattante visivamente. «Abbiamo tranquillizzato i cittadini - conclude Simionato - assicurando che in pratica le proprietà non saranno intaccate se non in qualche caso e in maniera molto marginale, mentre i cantieri cercheranno di contenere al massimo i disagi». I lavori saranno eseguiti al più presto, visto che il cantiere del metrò dovrà chiudere entro la prossima primavera. Per l’estate dovrebbero transitare già i primi treni. (f.d.g.)

IL GAZZETTINO
martedì 11 marzo 2008 Barriere fonoassorbenti al Graspo d'Uva per proteggere dai rumori del metrò
Saranno installate dalla Regione una serie di barriere fonoassorbenti nella zona del Graspo d’Uva che proteggeranno le abitazioni più vicine al passaggio del metrò di superficie. Lo ha annunciato l’assessore alla viabilità Mario Simionato nel corso di un incontro svoltosi in comune con i cittadini del Graspo d’Uva che hanno le case vicine alle rotaie. Presenti rappresentanti della Regione, del Comune e della ditta esecutrice dei lavori.
«Il progetto – spiega Simionato - nasce dopo un’indagine tecnico-scientifica che ha simulato i rumori che saranno prodotti in rapporto alla distanza delle abitazioni». I pannelli varieranno dai 2 metri e 50 fino a 3 metri e 50. Da terra le barriere saranno costituite da materiale non trasparente, che assorbe di più, mentre salendo sarà trasparente per essere meno impattante anche visivamente.
«Abbiamo tranquilizzato i cittadini – conclude l’assessore Simionato - in pratica le proprietà non saranno intaccate se non in qualche caso e molto marginalmente mentre i cantieri conterranno al massimo i disagi».
Il tutto sarà eseguito al più presto visto che il cantiere del metrò dovrà chiudere in primavera e che per l’estate già dovrebbero passare i primi treni.
L'inserimento delle barriere fonoassorbenti è giusto e doveroso.
Quando anni fa il tratto di ferrovia era utilizzato per transito di treni merci, il rumore dello stridio delle frenare era udibile fin centinaia di metri, quasi fin via Matteotti (ben oltre una vis distante come via Bennati).
Inoltre sarà da tenere in considerazione il tratto in curva che direziona la metropolitana di superficie verso Mestre, poichè potrebbe diventare luogo di inquinamento acustico rispetto al vicino quartiere di Fornase.

articoli di giornale - Nuovo cambio viario a Spinea, Via Bennati a senso unico

LA NUOVA
GIOVEDÌ, 06 MARZO 2008
Provincia Nuovo cambio viario a Spinea Via Bennati sarà a senso unico
SPINEA. Ancora pochi giorni e via Bennati sarà a senso unico. La nuova viabilità, già annunciata nei mesi scorsi, riguarderà il tratto che collega l’incrocio con via D’Annunzio fino a via Unità, in prossimità del cavalcavia. Il nuovo senso unico avrà direzione da Sud verso Nord, con i lavori che saranno eseguiti a partire da metà della prossima settimana, prima in fase sperimentale e poi definitiva. In pratica via Bennati diventerà il senso di marcia opposto della parallela via Matteotti, dove il senso unico è in vigore da Nord verso Sud. Si completa dunque il progetto complessivo dell’anello a senso unico attorno alla zona del quartiere Dante, che non ha mancato di far discutere, con i residenti scesi in strada a chiedere il ripristino del doppio senso. La nuova viabilità in via Bennati prevede una carreggiata a corsia unica larga cinque metri e delimitata lungo il lato Est da un’aiuola sulla quale saranno piantumati anche nuovi alberi in sostituzione di quelli attuali. In seguito verranno realizzati anche dei lavori di sistemazione stradale. Il senso unico su via D’Annunzio sarà realizzato a seguire, compatibilmente con le fasi dell’opera. (f.d.g.)

Via Bennati necessita di un impianto fognario adeguato, al fine di evitare l'annoso problema degli allagamenti, soprattutto ora che vi viene dirottato traffico con l'istituzione del senso unico.
I lavori per variare la percorribilità di quella strada con l'istituzione di un senso unico dovrebbero anche essere occasione per ripristinare i problemi di cui soffre al fine di non creare altre situazioni di pericolo.
In realtà l'intervento per risolvere i problemi di scolo delle acque piovane prevede la costruzione di una cassa di espansione che contenga l'impeto della piena, piuttosto che la risoluzione e eliminazione degli eventuali colli di bottiglia presenti.
L'intervento alla rete fognaria fa parte di un progetto scollegato alla risistemazione urbanistica/viaria prevista nel quartiere Dante (messa a senso unico di via Matteotti, D'Annunzio e Bennati, ecc...), anche se a ben vedere le condizioni di viabilità sono strettamente connesse al deflusso dell'acqua piovana.

Come già affermato, la messa a senso unico di via Bennati e Matteotti crea un ricircolo per cui interi isolati di case sono costretti ad impegnare maggiormente via Roma, con indubbio appesantimento per la circolazione nella via principale od a percorrere vie del tutto insicure e per le quali nulla è previsto (anzi a detta dell'assessore all'urbanistica queste dovranno rimanere a doppio senso per poter permettere il disimpegno).

E' inutile parlare di periodo di sperimentazione.
Questo termine fin'ora è stato utilizzato ironicamente per definire come periodo di prova la fase in cui la ditta costruttrice realizza l'opera così come da mandato dell'amministrazione.
Sperimentare qualcosa per cui vi è già il mandato alla costruzione è solo un mezzo dialettico per far passare il tempo e completare l'opera.
Per via Matteotti analogamente fu chiesta la sperimentazione e fu dato un pseudoperiodo in cui anzichè provare e valutare la via a senso unico (adottando qualche sistema reversibile in caso di fallimento della sperimentazione e proteste della popolazione), si aprofittò per completare il tratto da via Roma a via D'Annunzio.
A lavori conclusi per quel tratto di via Matteotti, l'annuncio della conclusione con successo della sperimentazione (cosa che portò chi già protestava a montare ancora più proteste).

mercoledì 5 marzo 2008

Via Bennati a senso unico

La prossima settimana diventa a senso unico anche via Bennati
Nella direzione sud –nord

Diventa a senso unico – come già a suo tempo annunciato - anche via Bennati nella direzione sud-nord sul tratto che parte dall’incrocio con via D’Annunzio fino a via Unità in prossimità del cavalcavia. I lavori per la messa a punto della nuova viabilità saranno eseguiti giovedì 13 e venerdì 14 marzo.


Dopo via Matteotti si completa così il progetto complessivo dell’anello a senso unico attorno alla zona del quartiere Dante. Il progetto per via Bennati prevede una carreggiata di 5 metri a corsia unica, delimitata lungo il lato est da un’aiuola a quota stradale che ospiterà anche nuovi alberi in sostituzione di quelli attuali.

A seguire verranno realizzati i lavori di sistemazione stradale.

Il senso unico su via D’annunzio sarà realizzato a seguire compatibilmente con le fasi operative.








Da oggi via Bennati a senso unico

Da oggi giovedì 13 marzo via Bennati - come annunciato - è diventata a senso unico. Stamane sono infatti iniziati i lavori alla segnaletica. La via diventa a senso unico nella direzione sud-nord sul tratto che parte dall’incrocio con via D’Annunzio fino a via Unità in prossimità del cavalcavia. Nella foto l’intersezione con via D’annunzio dove è stata creata una rotonda. Il progetto per via Bennati prevede una carreggiata di 5 metri a corsia unica, delimitata lungo il lato est da un’aiuola a quota stradale che ospiterà anche nuovi alberi in sostituzione di quelli attuali. A seguire verranno realizzati i lavori di sistemazione stradale.




INDICE

lunedì 3 marzo 2008

Articoli di giornale - sottopasso di Asseggiano

LA NUOVA
Domenica 02-03-08,
Provincia Apertura rinviata ancora, mancano le pompe anti-allagamento Il sottopasso è pronto, ma resta chiuso Gli abitanti della zona isolati dai cantieri del Sfmr chiedono alla Regione di accelerare i tempi Maurizio Toso
ASSEGGIANO. Lo aspettano da un pezzo gli abitanti di Asseggiano il sottopasso pedonale di via Macello. E lo aspetteranno ancora per un pezzo, visto che l’infrastruttura non verrà aperta al pubblico prima di un mese. Motivazione: non sono ancora arrivate le pompe necessarie a evitare l’allagamento dell’opera in caso di precipitazioni intense. Più volte in passato la Regione, responsabile di questo cantiere legato alla metropolitana di superficie, aveva assicurato che tutto sarebbe stato pronto per la metà di febbraio. Ora, invece, la scadenza viene spostata entro marzo, un mese e mezzo più tardi rispetto a quella che era la previsione originaria. La cosa non entusiasma certo i residenti della zona, che da tempo hanno una sensazione di isolamento legata alla presenza massiccia di cantieri per la Sfmr. Il sottopasso di via Macello, riservato solo ai pedoni tanto che per percorrerlo i ciclisti devono scendere di sella, era molto attesa, specie dopo la chiusura di un altro varco, che all’origine si trovava più a monte di via Asseggiano, in direzione Spinea. Passaggio chiuso a suo tempo con motivazioni legate alla sicurezza, visto che il continuo transito di mezzi pesanti avrebbe potuto creare non pochi problemi a pedoni e ciclisti. Vista la situazione, considerando che entro breve si sarebbe dovuto aprire il sottopasso di via Macello, anche la Municipalità di Chirignago-Zelarino si era messa il cuore in pace dopo aver chiesto la riapertura del primo varco. Ora, invece, bisognerà aspettare un altro mese per poter transitare lungo il sottopasso di via Macello, operazione che sarà possibile solo dopo l’arrivo delle pompe. Va detto, però, che questo è il primo strappo al cronoprogramma, ovvero alla tempistica di realizzazione e consegna delle opere collegate alla metropolitana regionale di superficie: i cantieri legati alle opere più strettamente legate alla linea ferroviarie (in ballo c’è anche il ripristino di quella dei Bivi) sono in stato avanzato di realizzazione. Le buone notizie, invece, arrivano dall’area delle ex cave Cavasin, dove nel corso degli scavi per il sottopasso ciclo-pedonale erano state scoperte nel sottosuolo abbondanti tracce di sostanze tossiche di vario genere, sorpresa che aveva portato a un’interruzione dei lavori e a una successiva bonifica dell’intera area, con particolare attenzione alla pulizia delle acque. In questo caso tutto procede secondo programma, tanto che entro la fine di questo mese si riprenderà a lavorare al sottopasso per bici e pedoni. Tornando alla situazione di via Macello, c’è da dire che tra i residenti della zona oltre alla sensazione di isolamento si sta diffondendo una certa rassegnazione. Per molti la paura è che una volta entrata in funzione la metropolitana regionale il quartiere si trovi diviso in due, con gruppi di abitanti costretti a fare un lungo giro per raggiungere il centro di Asseggiano




LA NUOVA
martedì 4 marzo 2008 Spinea. I disagi dei residenti di via Asseggiano Strada buia e pericolosa «I pedoni sono a rischio»
SPINEA La nuova pista ciclabile? E’ monca e finisce pure in mezzo alla rotatoria, senza alcuna sicurezza. A denunciarlo sono i residenti di Asseggiano, zona di confine tra Spinea e Mestre, sottolinenando l'insicurezza della strada nel tratto compreso tra la nuova rotatoria in via Asseggiano e l'incrocio con via Macello. «Camminare lungo la strada, o usare la bicicletta per andare a prendere la pista ciclabile è praticamente impossibile perché o le auto si fermano, o i pedoni sono costretti a buttarsi in mezzo al fosso», denuncia Aldo Sartor anche a nome dei residenti, che ha già posto il problema anche al sindaco di Spinea Claudio Tessari Sono settimane difficili per i residenti della zona, chiusi tra i cantieri del Sistema metropolitano di superficie. Non solo perché l'apertura del sottopasso ciclopedonale di via Macello è stata rinviata di un mese, ma anche perché, sul fronte opposto, nel tratto di via Asseggiano che va verso Rossignago, la vita per i pedoni non è per nulla facile. «Perché anche quando aprirà il sottopasso questa parte di strada rimarrà-impraticabile», aggiunge Sartor. Senza contare i problemi, di illuminazione: «La sera è buio pesto. Mesi fa per i cantieri della metropolitana è stato tolto un lampione e nessuno lo ha più rimesso. nonostante il comune sia sfato più volte sollecitato, speriamo che qualcuno intervenga presto». (f. fur.)


News dal sito del Comune

Google News su Spinea - Pellegrini

Incipit

NOTA BENE

MAPPA SPINEA

PREZZI BENZINA MIRANESE

RADIO SPINEA WEB

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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013