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lunedì 7 gennaio 2008

Articoli di giornale - Varie sul Passante

LA NUOVA
VENERDÌ, 28 DICEMBRE 2007
Provincia Il commissario fa il punto sull’opera e sullo stato della progettazione. E garantisce che l’inaugurazione avverrà il 23 dicembre 2008 «Apriremo il Passante tra un anno» Ma i caselli di Crea e Preganziol slittano al 2009, tempi incerti per Scorzè


MESTRE. Visto dall’alto dell’elicottero, sembra una di quelle piste per le biglie che in spiaggia si disegnano trascinando il più piccolino per le gambe, usando il fondoschiena per sagomare il percorso sulla sabbia. Ci sono i rettilinei, le curve in ripetizione, i ponti e i tunnel, che solitamente sono i più difficili da affrontare. Il Passante di Mestre è ormai un unico grande solco sul terreno di 32 chilometri.

Un unico grande solco inciso dal “vomere” delle decine di ruspe delle 66 imprese - tra appalti e subappalti - che lavorano nei cantieri. Un solco che si vede e che resterà perché non basta un colpo di mano sulla sabbia per far finta che non sia successo nulla. «Fa un bell’effetto - dice il commissario speciale al Passante e dirigente della Regione, Silvano Vernizzi - vedere che l’autostrada sta prendendo forma, anche perché non è stata facile la relazione con il territorio».

Commissario Vernizzi, il 23 dicembre 2008 è prevista l’apertura del Passante: ce la farete davvero?

«Siamo nei tempi previsti, abbiamo anche aperto i cantieri nei due tratti più complicati dal punto di vista tecnico».

A quali si riferisce?

«Il tunnel sotto la Castellana, a Martellago, perché è il tratto più lungo in galleria, circa 400 metri. E i tunnel sotto la tratta ferroviaria Padova-Venezia, a Vetrego di Mirano, dove il terreno è molto friabile e ci sono molte falde d’acqua».

Gli anziani del posto ricordano un vecchio proverbio: “A Vetrego o me bruxo o me nego”. Già anni fa un cantiere per un sottopasso provocò lo smottamento della massicciata ferroviaria. Rischiate di rimanere scottati?

«E’ un proverbio che non conoscevo ma che è perfetto per il luogo, perché c’è un terreno pieno di insidie, che cambia conformazione a distanza di pochi metri. Abbiamo già realizzato un sottopasso per una bretella complementare, e non abbiamo avuto problemi, anche se abbiamo dovuto fare i conti con una falda in pressione spuntata all’improvviso. E’ andata bene e speriamo che continui ad andare bene».

Altri interventi importanti?

«A metà febbraio dovremo abbattere un altro viadotto, all’altezza di Dolo, quindi chiuderemo per una notte l’autostrada nel tratto Villabona-Dolo».

Febbraio è lontanissimo. Entro fine anno il ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro la vuole sostituire. In sua difesa di sono schierati sindaci, Provincia, Regione, parlamentari veneti, e perfino i comitati.

«E’ evidente che il sostegno di tutti questi soggetti mi ha fatto molto piacere. Ma il sostegno dei comitati, con i quali gli scontri, sempre civili, sono stati molti, in modo particolare, perché proprio non me lo aspettavo».

Ipotizziamo che lei continui ad essere il commissario al Passante anche nel 2008: come la mettiamo con l’attraversamento del canale Taglio a Mirano?

«Il progetto del ponte pensato dal’architetto Siviero è pronto da tempo e soddisfa il Comune di Mirano. Il sindaco Gianni Fardin aspettava solo la conferma dal governo del finanziamento di 20 milioni di euro per le opere di mitigazione. Quei soldi ora sono sicuri, quindi non ci sono più ostacoli all’accordo, che dovrebbe essere siglato all’inizio di gennaio».

Il 23 dicembre del 2008 aprirà l’autostrada tra Dolo e Quarto d’Altino. Ma quanto bisognerà aspettare per i caselli intermedi del Passante?

«L’apertura dei caselli di Crea e Preganziol è prevista per l’estate del 2009. Per quello di Martellago-Scorzè, che ha subìto uno spostamento a causa di una modifica al progetto per la tutela dell’oasi vincolata di Robegano bisognerà attendere».

A che punto è la progettazione?

«Abbiamo realizzato il progetto preliminare, che lo localizza a Cappella. Il progetto dovrà essere approvato dal Cipe, ma prima, a inizio gennaio, lo faremo vedere ai comuni interessati: Scorzè, Martellago e anche Salzano».


Rebus opere complementari garantiti 200 milioni di euro Una storia lunga 30 anni che ha avvelenato Mestre MITIA CHIARIN

MESTRE. La partita non si chiude tra un anno. Resta il rebus delle opere complementari che gli enti locali reclamano. Gli interventi di fascia A sono finanziati per 106 milioni di euro. Altri 100 milioni li garantisce il governo; serviranno anche per il Passante verde, la grande opera che deve attenuare l’impatto della nuova autostrada. Per le opere di fascia B non c’è un euro. Nuovi fondi al territorio saranno garantiti dalla società mista tra Anas e Regione Veneto che nascerà all’inizio del 2008, primo esempio di «federalismo autostradale», ha promesso il ministro Di Pietro. Che nel frattempo vuol «licenziare» il commissario Vernizzi per sostituirlo con il presidente dell’Anas Ciucci. E il Veneto, è storia di questi giorni, torna ad alzar le barricate. E va deciso il futuro della tangenziale di Mestre. Probabilmente resterà un sogno l’abbattimento; il rischio è che rimanga a pieno servizio, se non si troverà un innesto diverso per la Romea commerciale, il cui tracciato è stato bocciato. Ecco le questioni ancora aperte di un progetto, il Passante appunto, che ha oramai trent’anni di storia anche se i cantieri chiuderanno solo il prossimo anno. Mestre attende dagli anni Settanta una alternativa al caos quotidiano sulla tangenziale. Affossati le complanari, il tunnel e il collegamento «largo» con Vicenza, dal 1990 la priorità del Veneto si chiama Passante. Il primo progetto preliminare è del 1997, confermato nel secondo accordo Stato-Regione del 2001 e dalla delibera del Cipe del 2002, quando la Legge Obiettivo mette fine alle doglianze dell’Ue sulla scelta di affidare alle tre concessionarie autostradali (Autovie Venete, Autostrade Spa e Venezia-Padova) la realizzazione e gestione della nuova autostrada. Il 30 novembre 2002 arriva il nuovo progetto preliminare. E’ cosa fatta? No. A Mestre è allarme smog, la tangenziale è al collasso. La terza corsia non può bastare. Nel febbraio 2003 il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dichiara lo stato di emergenza ambientale per la tangenziale e poi a marzo nomina il commissario delegato; è il segretario regionale delle infrastrutture della Regione Veneto, Silvano Vernizzi. Nell’aprile del 2003 il commissario attiva le procedure per l’approvazione del progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale che viene approvato dal Cipe nel novembre dello stesso anno. E comincia lo scontro, durato fino ad oggi, con i cittadini e gli amministratori locali, da Treviso a Venezia, contrari al tracciato. Ad agosto 2003 viene approvato il bando di gara per il «general contractor». Nel febbraio 2004, la gara viene assegnata all’Ati, sostituita poi dalla Società di progetto «Passante di Mestre». Il contratto viene firmato il 30 aprile del 2004 da Impregilo Spa, Grandi Lavori Fincosit, Fip Industriale, Cooperativa Muratori e Cementisti, Consorzio Veneto Cooperative, Serenissima costruzioni. Il via ai lavori l’11 dicembre del 2004. Sul cartello di cantiere, i 1320 giorni di lavori necessari per realizzare l’opera che vale 864 milioni e 262 mila euro, scadono il 1º maggio 2008 ma la fine dei lavori ci sarà solo tra un anno. Sia perchè le opere sono oggi, a tre anni di distanza, realizzate per il 60% sia perchè le ultime varianti al tracciato, quelle di Salzano e Martellago, hanno ritardato i cantieri. Nel frattempo c’è già una inaugurazione da ricordare. Il 7 agosto scorso sono stati aperti al traffico i primi sette chilometri, tra Quarto d’Altino e Mogliano per collegare l’A4 alla A27. Ma è un flop: la striscia d’asfalto è scarsamente utilizzata.



I NUMERI Lavori al 60% espropri al 98% Finanziamenti pari a zero per gli interventi in fascia B, compito della nuova società Anas-Regione

Lavori realizzati al sessanta per cento, cantieri consegnati all’ottanta per cento, mentre affidamenti, monitoraggio ambientali e bonifiche belliche sono concluse. Ecco il bilancio dei cantieri del Passante, «fotografati» al 30 novembre scorso. I ritardi per le varianti al tracciato reclamate dalle amministrazioni di Salzano e Martellago, spiegano dalla Regione, hanno rallentato il lavoro dei 670 tra impiegati ed operai di 66 imprese tra appalti e subappalti che operano tra Mira e Quarto d’Altino, lungo i 32 chilometri e 200 metri che comporranno la nuova autostrada. In questo momento si lavora per chiudere gli espropri degli edifici che dovranno lasciar spazio alla striscia di asfalto, lungo la Castellana. Per questo gli espropri sono conclusi ad oggi per il 98 per cento mentre per le interferenze la percentuale scende al 60 per cento per la necessità di coordinare gli interventi nei cantieri con Acm, Enel, Telecom, Consorzi di bonifica. (m.ch.)




I COMITATI «Impatto ambientale contenuto, intervento condiviso» I residenti a difesa del commissario Vernizzi: rischiamo di ripartire da zero

MIRANO. «Niente cambio di commissario al Passante. Meglio continuare con Silvano Vernizzi altrimenti si rischia di tornare indietro e perdere altro tempo». Così la portavoce del comitato No al Passante, Rosanna Zanon, commenta la decisione del ministro per le Infrastrutture, Antonio Di Pietro, di sostituire Vernizzi col presidente dell’Anas, Pietro Ciucci. In pratica per i comitati è questa la preoccupazione maggiore ad un anno esatto dall’apertura dell’autostrada Dolo-Quarto d’Altino. Così hanno deciso di scendere in campo per difendere Vernizzi. «Anche noi abbiamo inviato una lettera a Di Pietro - continua Zanon - dove lo invitiamo e rivedere la sua posizione. Cambiare commissario a pochi mesi dall’inaugurazione del Passante è controproducente». Il ragionamento di Zanon è molto semplice. In questi anni di attività il comitato si è concentrato soprattutto sulle opere di mitigazione ambientale. Con Vernizzi si è instaurato un dialogo nel rispetto reciproco dei ruoli e alla fine i risultati stanno dando i loro frutti. «Nel progetto originario - continua Zanon - c’erano solo le barriere fonoassorbenti e la recinzione a sette metri dal confine della strada. Ora, invece, sono stati stanziati fondi per il Passante Verde, abbiamo studiato fasce di rispetto dove non edificare, piste ciclabili a ridosso delle opere complementari, cercato di salvaguardare le aree agricole, creato boschi specie a Mirano, Martellago e Scorzè. Per raccogliere gli euro necessari abbiamo contattato e stimolato i parlamentari veneti per rendere meno drammatico l’impatto ambientale del Passante. Alla fine avremo un’infrastruttura abbastanza condivisa dal territorio e sarebbe la prima volta in Italia. Per questo motivo cambiare Vernizzi non servirebbe a granché. Siamo in una fase molto delicata, dove abbiamo chiarito con gli enti locali quali potrebbero essere gli scenari futuri. Con lo stesso attuale commissario abbiamo studiato e apportato alcune migliorie all’opera ma se ora venisse a mancare questa esperienza, collaudata in tre anni di lavoro, si perderebbe solo del tempo mentre noi vorremmo che i lavori di costruzione dell’autostrada e del Passante Verde procedessero assieme. Ricordiamoci che ci sono ancora due ricorsi al Tar congelati».(Alessandro Ragazzo)



mercoledì 19 dicembre 2007

Articoli di giornale - Accordi sui finanziamenti a Passante e opere secondarie

LA NUOVA
MARTEDÌ, 18 DICEMBRE 2007
Primo Piano Accordo Venezia-Roma sulle procedure Galan firma un’intesa con Prodi e Di Pietro: il Veneto inserito nella Legge Obiettivo RENZO MAZZARO
VENEZIA. Babbo Natale ha fatto un salto a palazzo Chigi e torna carico di regali per il Veneto. Alla faccia di chi ci vuol male, come dicono sempre sul canale 235 Caccia e Pesca di Sky. Babbo Natale, per una volta, è il presidente Galan, che ieri pomeriggio ha firmato con Romano Prodi e Antonio Di Pietro un «atto aggiuntivo all’intesa generale quadro tra governo e Regione, sottoscritta nell’ottobre 2003». Questa spiegazione così formale non è ovviamente di Giancarlo Galan ma di un tecnico, Silvano Vernizzi. Giancarlo Galan, che è un politico, ha dato la notizia nel modo seguente: «Grazie e auguri. Perché? Perché ho firmato quello che ho firmato a palazzo Chigi». E poi dite se non abbiamo un presidente divulgatore. Seguiva un sintetico elenco di strade, autostrade, bretelle, tangenziali e ferrovie, con contorno di milioni di euro, di cui diamo più sotto le coordinate precise, concluso da una perentoria dedica: «Ai cervelloni che hanno detto e ripetuto per anni che il Veneto è un gigante economico ma un nano politico. Oggi mi piace ricordare una simile sciocchezza per consentire ai cittadini del Veneto di farsi una bella risata sotto le feste». Centrosinistra. Risata? Ma quale risata. Il centrosinistra del Veneto si inalbera come un sol uomo (è una prerogativa, questa di Galan, di riuscire a resuscitarlo tutte le volte, sulla quale qualcuno dovrebbe riflettere) e passa al contrattacco, contestando il merito di tanto successo. Dice, anzi scandisce, Achille Variati, capogruppo del Pd: «Quello che è stato firmato a Roma è alla lettera quello che avevamo concordato con Galan e Chisso un mese e mezzo fa. L’intesa è esattamente la stessa. Il che significa che quando le intese si formano nel Veneto, vanno a buon fine anche a Roma, diversamente dagli anni del federalismo gridato e barricadero, ma inconcludente, che c’era con il governo precedente. Galan sia onesto. O almeno si informi da Chisso». Ribadisce lapidario Giampiero Marchese: «E’ un passaggio che Galan aveva puntualmente concordato con noi». Chiosa il viceministro Cesare De Piccoli: «L’intesa Di Pietro-Galan conferma la positiva azione sulle infrastrutture nel Veneto, ma è il risultato della collaborazione intelligente tra il governo Prodi di centrosinistra e la Regione». Palazzo Balbi. Taglia corto l’assessore Renato Chisso: «In Veneto la stagione del fare continua: daremo ulteriori importanti risposte alla nostra economia». Tagliamo ancora più corto noi, facendoci aiutare dall’uomo che la sa più lunga, Silvano Vernizzi, a.d. di Veneto Strade. Legge Obiettivo. «L’accordo è per il novanta per cento una questione di procedure - spiega Vernizzi -. Alcune opere stradali fondamentali sono state inserite in procedura di Legge Obiettivo: sono la Nogara-mare; il sistema delle tangenziali di Verona, Vicenza e Padova; la cosiddetta autostrada del mare, che collegherà il futuro casello di Meolo con Jesolo. Si tratta di opere che hanno già copertura finanziaria, in quanto sono finanza di progetto, presentate in Regione, di cui la Regione è concedente e in cui il contributo pubblico è già stato stanziato nel bilancio regionale. Avevano bisogno solo dell’inserimento nella Legge Obiettivo per la semplificazione dell’iter». Valsugana. Conferma importante di una notizia già nota: tra le opere prioritarie viene inserito l’adeguamento a 4 corsie dalla statale Valsugana, tra Bassano e Pian dei Zocchi, dunque in territorio veneto (in Trentino le 4 corsie ci sono già). Ma attenzione: qui mancano i soldi. Chi potrebbe cacciare il quattrino? «Un finanziamento potrebbe venire soltanto dalla Finanziaria statale 2008 - risponde Vernizzi - o dall’Anas, o dalla Legge Obiettivo 2008. Questo è comunque il primo passo». La notizia è da valutare importante, perché la Valsugana a 4 corsie si pone in concorrenza diretta quanto a traffico con l’autostrada Valdastico Nord. Ergo, il completamento di quest’ultima diventa ancor più problematico. A fortiori, perché la Valsugana arriva a Trento, mentre la Valdastico Nord si fermerebbe a Rovereto, per innestarsi a quel punto sull’Autobrennero. Terza corsia Ve-Ts. Anche questa viene inserita nell’accordo. «Ma è solo una forma di regolarizzazione della procedura - precisa Vernizzi - che non dice niente di nuovo: l’opera è prevista dal piano finanziario di Autovie, con un cronoprogramma controfirmato da Anas e Di Pietro. Ferrovie. In Legge Obiettivo viene inserita la linea ferroviaria Verona-Fortezza, direttrice Brennero, per il tratto da Verona fino al confine con il Trentino. Il tratto successivo fino al confine con l’Austria è già incluso nella procedura d’urgenza. 170 milioni. L’accordo Galan-Prodi-Di Pietro decide infine sulla destinazione dei 170 milioni di euro previsti dalla Finanziaria statale 2007 per infrastrutture nel Veneto ma non ancora fisicamente assegnati. «La cifra - illustra il solito Vernizzi - è così ripartita: 80 milioni per il completamento del Passante; 20 milioni alle opere del Passante Verde; 50 alla galleria Col Cavalier in città di Belluno; 10 milioni alla Sr 10 in provincia di Padova, per capirci la Monselice-Legnago; 5 al Ponte sul Cordevole di Bribano; 5 su una bretella nel comune di Vittorio Veneto». A fine corsa, e misurando a spanne, l’accordo interessa opere per 5 miliardi di euro. Fanalino di coda. La stagione del fare nel Veneto non include la Gardesana. «Abbiamo lasciato fuori la Affi-Pai - ammette Chisso - chiedendo ai Comuni e alla Provincia di Verona una soluzione concordata». I soliti litigiosi.

Il fatto che il potenziamento delle statali limitrofe al comune di Spinea non sia considerato non è di buon auspicio, soprattutto in questi anni in cui le finanziarie son fatte per metà da tagli, e l'Anas, con la getione Di Pietro vanta i buchi economici al finanziamento delle opere delle leggi obietivo e visto che tali opere prioritarie per l'abitato di Spinea risultano essere solo secondarie nel progetto del Passante (in effetti se fossero prioritarie sarebbero già state potenziate ora che ve ne è necessità).
Rimandati al 2009 i caselli del Passante
...Il commissario fa il punto sull’opera e sullo stato della progettazione. E garantisce che l’inaugurazione avverrà il 23 dicembre 2008 «Apriremo il Passante tra un anno» Ma i caselli di Crea e Preganziol slittano al 2009, tempi incerti per Scorzè...



LA NUOVA
MARTEDÌ, 18 DICEMBRE 2007
Primo Piano Il ministro con una lettera di poche righe scatena il finimondo. Al posto del’attuale commissario il presidente dell’Anas Passante, Di Pietro «licenzia» Vernizzi E Galan scrive a Prodi: «Merita di essere confermato, ha lavorato bene» Pressioni sul governo anche da parte di Zoggia, presidente della Provincia NICOLA PELLICANI
Di Pietro dà il ben servito al commissario per il Passante Silvano Vernizzi. E scoppia il finimondo. La doccia fredda arriva con una missiva di poche righe, partita venerdì scorso da Roma ed indirizzata al presidente della Regione Giancarlo Galan. L’oggetto è la proroga del commissario straordinario per il Passante in scadenza a fine dicembre. Un passaggio che ormai tutti ritenevano poco più che una formalità, dal momento che la conclusione dell’opera inizia ormai a vedersi all’orizzonte ed è fissata tra un anno, alla fine del 2008. La riconferma di Vernizzi, l’uomo del Passante, com’è stato ribattezzato nel Nordest, sembrava scontata. Del resto è lui che ha seguito passo passo la realizzazione dei 32 chilometri di autostrada che faranno rifiatare la tangenziale di Mestre e tutto il traffico nell’area circostante. Di Pietro propone però di sostituire Vernizzi con il presidente dell’Anas Pietro Ciucci. Il ministro ha inviato la lettera ai vari destinatari interessati alla nomina. Vale a dire, oltre a Galan, al capo della Protezione civile Guido Bertolaso. E per conoscenza al sottosegretario Enrico Letta e al segretario generale della Presidenza del Consiglio Carlo Malinconico. Di Pietro «condivide senz’altro l’esigenza di prorogare lo stato di emergenza nel settore del traffico e della mobilità nella località di Mestre», come recita la lettera, ma ritiene che «il Commissario vada opportunamente individuato nella persona del presidente dell’Anas, società concessionaria della rete stradale nazionale, dotatata di tutte le competenze tecniche occorrenti per il miglior espletamento del compito». Di Pietro specifica inoltre che «la realizzazione del Passante è affidata all’Anas che ha già anticipato 200 milioni a tal fine». Infine a sostegno della sua tesi il ministro evidenzia che la nomina di Ciucci «assicurerebbe il risparmio del corrispettivo connesso all’incarico». Di Pietro in sostanza chiede la testa di Vernizzi. Un fulmine a ciel sereno, che ha sorpreso un po’ tutti. A partire da Galan, che non ha perso tempo facendo partire in tempo reale una risposta piccata, inviata direttamente a Prodi, in cui esprime «vivo stupore» per l’iniziativa di Di Pietro che comporterebbe come primo effetto un ritardo nell’intervento atteso da una vita da mezza Europa. Quanto al presunto risparmio del corrispetivo, Galan fa notare come «fin dall’inizio non è stata posta alcuna spesa a carico di Anas o del bilancio dello Stato». E comunque il risparmio del compenso a Vernizzi ha il sapore di un pretesto a fronte dei risultati ottenuti. Lo sottolinea anche il presidente della Provincia di Venezia. Anche Davide Zoggia ha preso carta e penna per scrivere a Prodi, per esprimere tutta la sua «preoccupazione per le conseguenze negative che comporterebbe il cambio del commissario in corsa. Senza nulla togliere alle competenze del presidente dell’Anas, finora Vernizzi ha svolto un ottimo lavoro, non vedo la ragione di sostituirlo adesso che l’opera si avvia alla conclusione. Vernizzi in questi anni è riuscito a ricomporre contrasti e rispondere alla esigenze emerse dal territorio senza per questo perdere di vista la realizzazione del progetto. Sono quindi certo che Prodi, ma anche Di Pietro, concorderanno con l’esigenza di riconfermare l’attuale commissario». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Achille Variati e Giampietro Marchese, entrambi del Pd, secondo cui «sarebbe un grave errore sostiuire Vernizzi. Non solo perché è bravo, ma perché la sua sostituzione comporterebbe solo un’inutile perdita di tempo».

Tuttavia un rallentamento dei lavori dovuto alla sostituzione di Vernizzi comporterebbe un dilazionamento dei termini per reperire il denaro sufficiente al completamento.

mercoledì 3 ottobre 2007

articoli di giornale - mancano i treni per la metropolitana di superficie

LA NUOVA

LUNEDÌ, 24 SETTEMBRE 2007 Pagina 9

Cronaca Il punto sui cantieri del Sistema ferroviario metropolitano regionale: ai forti ritardi dei lavori si stanno sommando le pastoie burocratiche Binari pronti? Mancheranno i treni Conclusa l’opera nel 2009, ci vorranno almeno altri 2 anni per avere i convogli

La metropolitana di superficie, prima ancora di nascere, rischia di marciare in ritardo rispetto alle attese delle migliaia di pendolari che confidano nell’entrata in funzione del Sfmr per viaggiare più velocemente verso i luoghi di lavoro, studio o verso casa.

Il quadro della situazione nell’ultimo semestre 2007 riserva ancora varie incognite. Se i cantieri sono conclusi per circa il novanta per cento fuori dal nodo di Mestre, in terraferma con i lavori delle fermate sono ancora indietro. E c’è il rischio concreto che una volta affidato il servizio, con una gara di assegnazione il cui bando sarà pubblicato entro il primo semestre 2008, il sistema ferroviario metropolitano regionale non abbia treni a sufficienza per garantire subito le corse cadenzate nel quadrilatero tra Mestre, Padova, Castelfranco e Treviso. All’appello ne mancano dai ventidue ai ventiquattro.

Servono dai 22 ai 24 convogli per garantire le corse del Sfmr, ma chi gestirà il servizio non potrà garantirne subito l’operatività. Ci vorrano dai 2 ai 4 anni, dai 24 ai 48 mesi, per vederli in esercizio. Perché quei treni oggi come oggi non esistono, vanno acquistati e costruiti. Con buona pace dei pendolari che continuano a maledire i ritardi del sistema ferroviario veneto. La conferma di questo scenario, tutt’altro che consolante, arriva dall’ingegner Bruno Carli, dirigente del settore Mobilità della Regione Veneto, ospite di uno dei convegni della settimana della mobilità sostenibile a Mestre. Per il primo semestre 2008 - spiega Carli - la Regione bandirà la gara d’appalto per affidare sia il servizio Sfmr che il trasporto pubblico urbano ed extraurbano tra Mestre, Padova e Treviso. Annunciata più volte, la gara ora è in dirittura d’arrivo. La Regione, d’intesa con i Comuni, assegnerà con un bando unico anche il servizio di autobus che devono garantire i collegamenti alle fermate del metrò.

Cantieri lenti. A Mestre i cantieri marciano più lenti del resto del Veneto, è notorio. Altrove si è al 90%, ha recentemente ribadito l’assessore Chisso. I cantieri a Mestre interessano oggi Asseggiano, la fermata del nuovo ospedale (Terraglio-Zelarino). Per gennaio 2008 si attende il via agli interventi pee i sottopassi alla Gazzera e la fermata di via Olimpia; in attesa restano le fermate di Marocco e Carpenedo. Un intoppo per l’avvio del servizio? «Un conto è il bando di gara, altra cosa è quando entrerà in funzione il servizio Sfmr - spiega Carli - calcolando il tempo necessario dato dalla gara per consentire ai partecipanti di definire le loro offerte e poi di stipulare il contratto, c’è il tempo di arrivare alla conclusione delle opere».

Treni. Il 2009 sarà l’anno del Sfmr, chiediamo. «In generale si può dire di sì ma il contratto con il gestore prevede che si proceda per fasi; questi anzitutto dovrà procurarsi una ventina di convogli. Il contratto parte, ma l’esercizio dipenderà dai tempi del gestore. Che ha, stando al garante della concorrenza, dai 2 ai 4 anni di tempo per costruire e mettere in esercizio i nuovi treni. Se il bando prevedesse un periodo inferiore di tempo per il gestore, il rischio è quello di incappare in una infrazione».

200 milioni. Per velocizzare i tempi e soprattutto per assicurare che il materiale rotabile rimanga in capo alla Regione, ora a palazzo Balbi si valuta un’altra strada: l’acquisto diretto dei 24 treni necessari. Un investimento di oltre 200 milioni di euro (in media ogni treno costa dai 7 ai 12 milioni). Sempre il garante ha stabilito che i treni di proprietà di Trenitalia non è automatico passino al futuro gestore. In pratica, il sistema prevede che chi vince la gara debba dotarsi dei treni per gestire le tratte, con il rischio che a ogni rinnovo di appalto il problema dei mezzi si riproponga. Chiarisce il dirigente: un gestore non è obbligato a passare ad altri il materiale rotabile.

Guasti sulla linea. Bisogna fare i conti anche la linea ferroviaria che oggi limita il numero dei treni in transito. Regione e Rete ferroviaria italiana - continua Carli - stanno trattando per arrivare ad un accordo sul numero di corse da eseguire lungo le linee del futuro metrò regionale. «I binari sono quelli, bisogna trovare una quadratura con Rfi», dice, che sovrintende alla gestione dei binari. Di recente è stata ridotta la capacità di transito dei convogli sul ponte della Libertà: oggi più di dieci mezzi l’ora non transitano tra Mestre e Venezia. Intanto chi viaggia in treno continua a convivere con i ritardi. «Dopo l’appalto di due anni fa, per cui ci siamo mossi per primi, oggi il 91% delle locomotive sono state sostituite e i guasti sui convogli di Trenitalia sono destinati a calare ulteriormente. Molti dei problemi sulla linea oggi dipendono da Rfi su cui noi non possiamo incidere: non possiamo multarli come facciamo con Trenitalia».


LA NUOVA

MARTEDÌ, 25 SETTEMBRE 2007 Pagina 22

Cronaca IL CASO «Io comprerei i treni» Chisso: «Sfmr, entro ottobre si decida» L’assessore regionale: Situazione difficile ma non preoccupante Per i convogli dovremo attendere più di due anni

«La partita Sfmr dovremo affrontarla entro il mese prossimo nella finanziaria regionale, senza perdere tempo. Che si decida per una cosa o per l’altra. Io sarei per l’acquisto diretto dei treni ma è difficile seguire una ideologia quando bisogna attenersi alla compatibilità con il bilancio, in una situazione così difficile». Parola di Renato Chisso, assessore regionale ai trasporti. Si decide entro il prossimo mese, spiega il politico di Forza Italia, un fattore decisivo per la marcia, già ritardataria rispetto alle aspettative generali, del sistema metropolitano regionale. Che rischia di dover attendere almeno altri due anni per vedere locomotive e vagoni (circa 24 i treni che mancano all’appello) in servizio per garantire il servizio cadenzato del Sfmr, che va in gara nel primo semestre del prossimo anno e che dovrebbe iniziare l’esercizio non prima del 2009. Sempre che i cantieri delle fermate a Mestre finiscano per tempo. Con una spesa di oltre 200 milioni di euro, la Regione Veneto potrebbe accelerare la partita del materiale rotabile, acquistando da sè i treni senza delegare il compito a chi vince la gara. Ma a decidere se l’investimento si farà, ha spiegato ieri l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso, sarà la Finanziaria regionale. «Io sono di questa idea ma bisogna vedere la compatibilità con il bilancio. Non sono preoccupato, comunque per i treni non si dovrà attendere più di due anni e mezzo», spiega il politico. Ma le associazioni dei consumatori incalzano la giunta Galan. Lorenzo Miozzi del Movimento dei consumatori considera essenziale che sia la Regione ad acquistare i treni. «Il materiale rotabile deve essere della Regione - segnala Miozzi - per dare certezza al servizio Sfmr al di là di chi vincerà la gare ma bisogna anche dire che il metrò regionale è un progetto che è stato venduto troppo presto rispetto ai reali tempi di esercizio, creando una grande aspettativa come intervento anti-traffico, al pari del Passante». Critico è anche Franco Conte, presidente veneto del Codacons. «Chi risponderà dei ritardi futuri? Il non aver programmato per tempo l’acquisto dei treni porta a pensare che tra due o quattro anni l’attuale organigramma politico sarà altrove ma io li diffido fin d’ora e lo dico pure a Renato Chisso che è abbastanza attento a questo settore: saranno loro i responsabili della situazione e se serve arriveremo a reclamare anche delle dimissioni. Ricordo che non si possono aumentare i prezzi delle Ferrovie senza considerare la qualità del servizio. E rispetto al resto d’Europa, non ci siamo». (m.c.)



Si ricorda che l'assesore all'urbanistica di Spinea, Mario Simionato, si era così espresso sui benefici apportati alla viabilità del comune dalla nuova stazione della metropolitana di superficie costruita vicino al quartiere Dante.

Scoprire ora che questa non servirà a nulla vista la mancanza di convogli lascia alibili sulla comunicazione fra i diversi gradi dell'amministrazione (comune, provincia, regione).

LA NUOVA

MARTEDÌ, 25 SETTEMBRE 2007 Pagina 15

Economia Chisso: «Ferrovie deve fare la sua parte» L’assessore sull’invito al fai-da-te di Cipolletta: «Il Veneto non è da serie B» Intanto Di Pietro sta trattando il ripristino dei contratti con i consorzi Cepav e Iricav Due

MATTEO MARIAN

VENEZIA. «Il Veneto non può essere considerata come una regione di serie B, quindi non vedo perché Ferrovie ci inviti a trovare autonomamente le risorse per l’alta velocità quando, per altre regioni, si è impegnata in prima persona». Renato Chisso, assessore regionale alle Infrastrutture, respinge l’invito che Innocenzo Cipolletta, presidente di Ferrovie dello Stato, ha rivolto alla Regione Veneto dal Meeting dei quarantenni di Altavilla Vicentina.

«Ferrovie non ha le risorse necessarie neanche per la progettazione di alcune tratte - ha detto sabato scorso Cipolletta -. Sarebbe bene che il Veneto facesse come il Friuli-Venezia Giulia e trovasse i finanziamenti necessari».

«Al di la delle dichiarazioni formali - aggiunge a questo proposito Chisso - non mi risulta che il Friuli-Venezia Giulia abbia, da solo, trovato risorse per l’alta velocità». La copertura finanziaria del tratto Verona-Padova (sul quale il Cipe ha dato solo un via libera tecnico) continua, quindi, a rimanere un rebus. Anche alla luce del fatto che, nell’ultimo Dpef, la tratta in questione non ha raccolto nemmeno una citazione. E senza contare, inoltre, che per la Venezia-Trieste ogni discorso è stato rimandato al 2020.

L’alta velocità in Veneto rimane appesa, quindi, alla prossima Finanziaria e alla trattativa che il ministro Antonio Di Pietro ha intavolato con i general contractor Cepav Due (tratto Milano-Verona) e Iricav Due (Verona-Padova). Soggetti che, alla luce del decreto Bersani, si sono visti revocati i contratti di concessione e affidamento dei lavori. Di Pietro ha espresso la volontà di congelare l’efficacia del decreto Bersani per (con una norma da inserire nella Finanziaria in discussione) ottenendo così il ripristino dei vecchi contratti, mantenendo però gli obiettivi di trasparenza e di riduzione dei costi. Il dialogo con Cepav Due (consorzio che vede Snamprogetti con il 40% delle quote, Pizzarotti al 24%, Condotte con il 12%, al pari di Maltauro e Saipem) pare in fase avanzata. Con Iricav Due (Astaldi al 40%, Ansaldo al 12%, Impregilo al 12%) le posizioni sembrano, invece, più distanti. Astaldi, per altro, ha in piedi un contenzioso con il governo che parla di un risarcimento per una cifra vicina ai 44 milioni.

In attesa della nuova Finanziaria e dell’esito finale delle trattative tra Di Pietro e i due consorzi, Chisso torna, però, a sollevare l’urgenza della definizione della società concessionaria mista Anas-Regione Veneto. «Questa potrebbe essere una soluzione per reinvestire gli utili derivanti dalla gestione del Passante e della Venezia-Padova sul territorio, e quindi anche sul sistema ferroviario» sottolinea l’assessore veneto alle Infrastrutture. Anche se va detto che di utili non se ne parlerà fin tanto che la realizzazione del Passante non sarà stata ammortizzata. «So i che i legali delle due parti, recentemente, si sono parlati - dice Chisso a proposito dell’iter che dovrebbe portare alla costituzione della società mista -. Una soluzione che possa non incontrare delle obiezioni a livello europeo dovrebbe essere stata trovata. Una bozza definitiva è stata inviata a Roma, ora attendiamo gli eventi. Ricordando che su questo c’è stato un impegno diretto da parte di Romano Prodi».



Aggiornamento 29 aprile 2008

IL GAZZETTINO
domenica 20 aprile 2008 SPINEA
La metropolitana di superficie diventa realtà: entro l'estate il via ai primi convogli della Sfmr

La metropolitana di superficie muove i primi passi. Un progetto che sembrava fantascienza, fino a pochi anni fa, ora dovrebbe diventare realtà. Domani dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 i tecnici delle Ferrovie cominceranno a provare la nuova linea dell'Sfmr (Sistema ferroviario metropolitano di superficie). L'Sfmr collegherà le più grosse città venete con treni regionali per alleggerire il traffico su gomma.
Il sistema entrerà in funzione in tre fasi. Attualmente è in fase avanzata la realizzazione delle infrastrutture per la fase 1 che collegherà Venezia, Mestre, Padova e Treviso. Con il sistema a regime saranno previsti treni con cadenza regolare ogni 15 minuti sulla Venezia-Padova, mentre sulle altre tratte la cadenza dovrebbe essere minore, 20 o 30 minuti, tranne le ore di punta dove l'attesa non dovrebbe superare i 15 minuti. Il sistema prevede una stretta organizzazione con il trasporto su gomma, che coinvolge otto società, e si prevede l'adozione del biglietto unico in tutta la zona interessata.
I primi lavori, dopo una lunga attesa, sembrano finalmente volgere al termine: presto anche l'area del Miranese e della Riviera del Brenta avrà il suo metrò a cielo aperto. Da domani, praticamente, inizierà l'addestramento dei macchinisti di Trenitalia scelti per percorrere quotidianamente la nuova tratta a doppio binario Mestre-Spinea . Alla sessione di prove saranno presenti anche il sindaco Claudio Tessari, alcuni tecnici della Regione e i tecnici di Rfi Giuseppe Albanese e Gabriele Pupolin. «La metropolitana non è più un miraggio, e questa per Spinea rappresenta una svolta epocale - dichiara soddisfatto Tessari - Quando sarà attiva? Forse già per l'estate, dipende da quanto tempo ci vorrà per gli ultimi dettagli. Di certo saremo pronti entro l'autunno». D.T.


LA NUOVA
DOMENICA, 20 APRILE 2008 Pagina 33 – Provincia SPINEA: VITA DA PENDOLARI Prima prova per il metrò di superficie Domani dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 sarà testata la nuova linea
SPINEA. Prime prove di metrò di superficie a Spinea. Domani dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 i tecnici delle ferrovie cominceranno a provare la nuova linea del Sistema ferroviario metropolitano di superficie che partirà con ogni probabilità entro autunno. In pratica inizierà l’addestramento dei macchinisti di Trenitalia nella nuova tratta a doppio binario Mestre-Spinea lungo la linea Mestre-Maerne. I lavori nella zona, infatti, sono ormai a buon punto così come cresce in fretta anche la neonata stazione denominata «Miranese» che sostituirà quella di Asseggiano. La giornata di domani sarà pure l’occasione per fare il punto della situazione e conoscere i tempi futuri per l’avvio del metrò che collegherà le principali città venete. Una volta a regime, i residenti del comprensorio potranno avere a portata di mano il treno che renderà più veloci gli spostamenti. Ad esempio, da Spinea a Venezia ci si impiegherà attorno al quarto d’ora di viaggio. La nuova linea, sulla tratta Venezia-Castelfranco, sarà a doppio binario e abbandonerà quella esistente, seguendo un tracciato del tutto diverso dall’attuale. Piegando a sud, sarà utilizzata parte della ex linea dei Bivi che un tempo collegava le linee per Milano, Trento, Udine e Trieste evitando la stazione di Mestre. Le rotaie soprappasseranno quindi la linea principale Padova-Mestre e si affiancheranno a Sud di quest’ultima per entrare nella stazione di Mestre. Nella nuova stazione di Spinea fermeranno due treni metropolitani l’ora per direzione: un treno ogni mezz’ora sia verso Mestre che verso Castelfranco. Accanto alla neo fermata sarà realizzato un parcheggio scambiatore da circa 375 posti auto, collegato direttamente alle vie Miranese e Asseggiano e anche tutta la viabilità della zona sta cambiando volto di giorno in giorno. Infatti ai piedi del cavalcavia sono nate due rotatorie che avranno in compito di smistare il traffico fuori dal centro di Spinea e indirizzarlo sulle direttrici periferiche. Inoltre in futuro anche il servizio di Girospinea arriverà fino alla stazione ferroviaria che diventerà il vero nodo dei trasporti cittadino. (Alessandro Ragazzo)



LA NUOVA
MARTEDÌ, 22 APRILE 2008
Provincia SPINEA Metrò regionale rimandato dalla pioggia
SPINEA. La pioggia scesa copiosa ieri ha fatto slittare a domani le prime prove del metrò regionale di superfice (Sfmr) con l’addestramento dei macchinisti di Trenitalia sulla neonata tratta a doppio binario Mestre-Spinea all’interno della Mestre-Maerne. In pratica ci saranno due prove. La prima avverrà dalle 6 alle 9 e la seconda dalle 18 alle 21. I convogli partiranno dalla stazione di Spinea, realizzata ai piedi del cavalcavia del Graspo d’Uva e che diventerà punto di riferimento per i passeggeri e i pendolari di tutto il Miranese. L’occasione servirà anche per fare il punto della situazione sui tempi di realizzo dell’intera opera e l’avvio del metrò di superfice che secondo Comune e regione potrebbe partire già in estate. Questo consentirà ai pendolari e agli utenti delle ferrovie di potersi muovere da una città e l’altra del Veneto in tempi rapidi. Alla presentazione di domani ci saranno il sindaco Claudio Tessari, i tecnici della Regione oltre a quelli di Rfi, gli ingegneri Giuseppe Albanese e Gabriele Pupolin. (a.rag.)


martedì 18 settembre 2007

Articolo di giornale - soldi solo per il progetto della via dei Bivi

IL GAZZETTINO
martedì 18 settembre 2007
E progetto della Provincia per collegare il nuovo ospedale alla Miranese Si torna a padare di "Bivi" e riaffiorano i timori
Olmo di Martellago
(ndr) Si torna prepotentemente a parlare della "Strada dei Bivi" e a Olmo riaffiorano le vecchie preoccupazioni. Come già affermato nei giorni scorsi, l'assessore provinciale alla Viabilità, Paolo Gatto, ribadisce che la Provincia sta progettando la nuova arteria che dovrebbe sfruttare in buona parte la dismessa linea ferroviaria dei Bivi e che collegherà l'arca del nuovo ospedale di Mestre con il (e la) Miranese. "AI momento gli unici fondi disponibili sono quelli per la progettazione, che stiamo approntando e per definire la quale abbiamo anche già iniziato a incontrare i Comuni interessati: Venezia, Martellago e Spinea. La volontà, infatti, è quella di realizzare l'opera, della quale c'è assoluta necessità - spiega Gatto - La Miranese, la Castellana e la stessa via Olmo oramai sono a collasso: avere una strada "dedicata" al nuovo ospedale a questo punto diventa essenziale". Parole che hanno già fatto suonare il campanello d'allarme a Olmo, dove la strada dovrebbe passare, all'altezza di via Selvanese, ai confini col territorio comunale di Venezia: come si ricorderà, qualche anno fa, quando ancora si parlava dei Bivi come possibile alternativa al Passante, in paese ci fu una autentica sollevazione contro questa eventualità. Ma l'assessore provinciale frena e tranquillizza. "Allo stato attuale non ci sono ancora elementi certi, anche per quello che riguarda il tracciato. Quando il progetto sarà meglio definito allora potremo cominciare i ragionamenti con le comunità locali" precisa Gatto: ad esempio, non è ancora deciso se far partire la nuova arteria dalla Miranese o da Aseggiano, cioè dalla nuova strada, la tangenziale di Spinea, che Veneto Strade costruirà nell'ambito delle opere complementari al Passante. "E comunque - conclude Gatto - i Bivi non saranno in alcun modo una superstrada o qualcosa di simile invasa da mezzi pesanti. Verrà fuori una semplice strada urbana a due corsie finalizzata principalmente a collegare meglio l'area nevralgica del nuovo ospedale di Mestre con la realtà del Miranese".

Si ricorda che al primo incontro il Sindaco Claudio Tessari aveva cercato di tranquillizzare i cittadini dicendo loro che a progetto ultimato il traffico non sarebbe più stato in via Roma/Miranese e via Matteotti poichè da un lato sarebbe stato preso dalla via dei Bivi.
L'arteria che si sta costruendo vicino alla nuova stazione della metropolitana di superficie che prosegue costeggiando il Parco Nuove Gemme fino alla rotonda di smistamento con la via dei Bivi diviene così un collo di bottiglia che non porta a nessuna via di scorrimento verso cui smaltire la maggior parte del traffico e tanto meno i mezzi pesanti!






News dal sito del Comune

Google News su Spinea - Pellegrini

Incipit

NOTA BENE

MAPPA SPINEA

PREZZI BENZINA MIRANESE

RADIO SPINEA WEB

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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013