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sabato 16 agosto 2014

Piscina di Spinea, qualche cifra

Dopo quasi un decennio di invidia verso la vicina Mirano e Chirignago, anche Spinea si dota di una piscina con la realizzazione di un simile servizio nelle vicinanze della stazione dei treni, recentemente costruita vicino all'ex-cavalcavia fra Chirignago e Spinea.
Mirano, Chirignago, Maerne e Mira sono già dotati di piscine (si veda immagine a lato tratta dal link), per cui l'opera attirerà sicuramente gli interessati del solo abitato cittadino, ma potrebbe attrarre nuotatori paganti anche dall'entroterra grazie alla vicina stazione servita da treni provenienti da Castelfranco a Mestre, purchè il doppio abbonamento (abbonamento mensile dei treni ed abbonamento mensile di iscrizione alla piscina) risulti conveniente rispetto ai concorrenti provinciali.
L'opera si inserisce in un'area già fortemente intasata da traffico veicolare, che andrebbe sgravata delocalizzando servizi piuttosto che addensata, specie se si considera che la chiusura di via Roma (ex-masterplan e piazza lunga un chilometro) voluta da vari partiti politici per fare gli interessi speculativi di aree cittadine centrali, ridurrebbero drasticamente le vie di accesso, dirottando il traffico di decine di migliaia di auto nei vicini quartieri residenziali.

Il progetto sviluppato in project financing è un esempio di Partenariato Pubblico Privato (PPP) che identifica forme di cooperazione tra i poteri pubblici e privati con lo scopo di finanziare, costruire e gestire infrastrutture o fornire servizi di interesse pubblico.
Non rientrano nel partenariato pubblico privato le cooperazioni dolose fra poteri pubblici e privati viste in Italia con corruzione e tangentopoli.
Esistono due forme di partenariato:
  • contrattuale: l'amministrazione ed i privati regolano i loro impegni unicamente su base convenzionale (con bando pubblico ?!);
  • istituzionalizzato: la cooperazione avviene attraverso un soggetto giuridico diverso distinto (per esempio una società di capitali a partecipazione mista, pubblica e privata).
Le forme di parternariato definiscono in quale campo di leggi si ricade fra i due soggetti nell'esecuzione dell'opera/servizi.
L'aspetto caratterizzante di entrambe le forme di cooperazione pubblico/privato è il coinvolgimento di capitali privati nell'opera, con un ritorno economico nel lungo periodo ed il coinvolgimento di privati nei rischi d'investimento.
In Italia non esiste una normativa che regoli il partenariato pubblico privato, differentemente da altre nazioni europee, come Francia e Spagna, per cui i rapporti fra pubblico e privato vengono decisi caso per caso nei rapporti fra politica e privati.
L'opera dovrebbe prevedere un intervento di capitali privati per l'80% del costo dell'opera e di capitali pubblici per il 20% (non chiaro se a fondo perduto oppure con compartecipazione sul successivo fatturato).
La spesa dell'opera dovrebbe attestarsi sui due milioni di euro, 400 mila euro da fondi pubblici, 1,6 milioni da capitali privati.

Il Comune ha imposto i requisiti minimi per la realizzazione della struttura: un valore di 750 mila euro, una sala di 900 metri quadrati con due vasche (una di dimensioni non olimpioniche 25 x 12,6 metri quadrati e 12,6 x 8 meri quadrati), 425 metri quadrati di spogliatoi e servizi.
Dovrebbero essere previsti poi adeguati interventi per soddisfare le normative in fatto di risparmio energetico ed energie rinnovabili, soluzioni per la fornitura di acqua dalla rete idrica senza inficiare la fornitura ai vicini quartieri e smaltimento in fognatura periodico dell'acqua con cloro nelle fasi annuali di manutenzione.
E' bene notare che l'impianto avrà un valore previsto di 750 mila euro, di cui 400 mila (53%) forniti dall'amministrazione comunale.
Parte del complesso prevede poi una volumetria di 18500 metri quadrati (commerciale e residenziale) concessa ai privati per compensare la partecipazione al progetto.
Proprio questa volumetria ha suscitato delle polemiche fra partiti politici, per il passaggio della volumetria da 13500 metri quadrati a 18500 meri quadrati.
Dato che il valore in ambito centrale in località di Spinea del metro quadro residenziale si aggira intorno ai 1200-2000 euro al metro quadrato, la volumetria concessa ha un valore che al minimo si aggira attorno ai 22,2 milioni di euro, utili per invogliare il privato ad investire i 350 mila euro rimanenti per la realizzazione della piscina.
Il complesso copre un'area di 1600 metri quadrati, per cui i 18500 metri quadrati per essere realizzati dovranno essere costruiti su più piani, sotto terra e sopra terra.
La copertura dei costi per residenziale e commerciale potrà avvenire vendendo le singole unità così realizzate a privati e stakeholders per mezzo dei loro capitali privati, con probabilmente un ritorno economico futuro derivante da quanto acquistato.
L'altra faccia della medaglia vede invece la creazione di posti di lavoro temporaneo per una percentuale del costo dell'opera (ovviamente il valore commerciale non può superare il costo di progettazione e realizzazione dell'opera) in un settore gravemente colpito dalla crisi finanziaria dovuta alla deregolamentazione dei mercati finanziari, del 2008 con derivati e subprime, e del 2011 con l'influsso delle Dark Pool.
Tuttavia non risulta l'imposizione di nessun vincolo sul coinvolgimento di progettisti / costruttori disoccupati da parte del Comune ai tre soggetti privati che partecipano al project financing (Tempo Libero Srl, Aspen Sas e la famiglia Pasqualetto).

lunedì 17 settembre 2007

Articoli di giornale - Il gorgo e la bretella

LA NUOVA
SABATO, 15 SETTEMBRE 2007 Pagina 10

Regione Praticamente inutilizzati i 6,5 km di bretella inaugurati lo scorso 6 agosto Quarto-Mogliano, l’autostrada deserta Un veicolo a minuto ed è l’ora di punta. Sull’asfalto si posano le farfalle La segnaletica indica l’innesto dall’A4 all’A27 Un colpo di volante e si lasciano Tir e vetture in coda in tangenziale «Yuhu, c’è qualcuno?»
FRANCESCO FURLAN
QUARTO D’ALTINO. «Yuhu, c’è qualcuno?» Ci sentiamo soli come la più famosa particella di sodio protagonista della pubblicità di un’acqua minerale, a percorre il mini-Passante, la bretella di collegamento, in direzione Belluno, tra A4 e A27. Parafrasando dalla réclame: un’autostrada povera di auto.
Incolonnati. Sull’asse principale dell’A4, quello che porta verso l’imbuto di Mestre, la colonna di macchine e Suv e Tir e furgoncini prosegue ingrossandosi sempre di più, fino a diventare un ingorgo di lamiere. Qui, sulla bretella tra Quarto e Mogliano, gli uccellini cinguettano felici saltellando sulla coltre d’asfalto. E siamo presi da quella strana nostalgia da vacanza, quella nostalgia un po’ canaglia di tornare nell’ingorgo, a condividere con gli altri la nuova preghiera laica del mattino: la coda in tangenziale.
Il sopralluogo. Quell’ingorgo ce lo siamo appena lasciati alle spalle. Sono da poco passate le 9 di giovedì 13 settembre. Per raggiungere la nuova bretella di 6,5 chilometri - inaugurata in pompa magna, con taglio del nastro e tutto il resto, all’inizio di agosto - abbiamo percorso tutta la strada Miranese da Spinea all’ingresso della tangenziale ai piedi del cavalcavia dell’Amelia, (25 minuti a passo d’uomo per 4 km). Imboccando la tangenziale abbiamo ingranato la seconda, a volte la terza (mai la quarta), e ci siamo messi in colonna, con quel pizzico di fortuna che aiuta gli audaci, raggiungendo l’uscita di Quarto d’Altino (strada percorsa: 15 chilometri) in soli, si fa per dire, 18 minuti. Poi il ritorno sull’A4, tra Tir e auto incolonnati provenienti da Trieste e diretti a Mestre, Padova e oltre
L’innesto. Ci illuminiamo quando i cartelli ci indicano l’innesto della bretella verso Belluno. La prendiamo orgogliosi, con l’impressione però di avere sbagliato strada, di essere entrati in una proprietà privata, perché davanti, dietro e a lato (in sorpasso) non c’è nessuno. «E’ questa la bretella per Belluno, no?». Chiediamo a due operai della Icostrade che stanno lavorando all’impianto di illuminazione. «Sì». Richiediamo: «Ma le auto ci passano, no?». Risposta: «Sì ma poche, una decina ogni mezz’ora».
La conta. Per parlare non c’è bisogno di alzare la voce perché l’unico rumore, un brusio di sottofondo, è quello della colonna di mezzi che sull’A4 prosegue verso Mestre. Una decina ogni mezz’ora? Mah. Abbiamo il cronometro e verifichiamo: in 15 minuti contiamo 15 auto, 2 Tir, e 2 furgoni, di cui uno, a onor del vero, con un piccolo rimorchio. Vogliamo fare 20? Facciamo 20. Riproviamo dopo un po’ con lo stesso intervallo di tempo. Questa volta fanno 10 auto, 5 Tir, un furgone. Bilancio: 16 transiti. Ed è un’ora di punta.
I proclami. Lo scorso 6 agosto, data dell’inaugurazione alla presenza del governatore Giancarlo Galan e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, era stata diffusa questa stima: 2-3 mila transiti al giorno. «Io ne conto al massimo 2-300 di giorno. Di notte non lo so. E’ così tranquillo che ci possiamo schiacciare un pisolino», dice un altro operaio. Che sia proprio la notte a far la differenza?
Silenzio. A metà bretella facciamo una sosta nella piazzola d’emergenza. E’ così silenzioso da riuscire a distinguere il rumore di una vanga la cui lama cozza contro i sassi del terreno che incide e rovescia. Ci giriamo: è un operaio che scava un pozzetto a una ventina di metri. Un uccellino cinguetta in mezzo alla strada, arriva l’eco dei rintocchi delle campane della chiesa di Bonisiolo che sarà a mezzo chilometro, il vento sibila tra i giunchi del fossato. C’è anche una farfalla che si posa sul guardrail che luccica neanche fosse coperto di rugiada: manca solo la vispa Teresa in questo paesaggio da autostrada bucolica.
Campagna. «In effetti per ora sembra più una strada di campagna», dice Piergiorgio Zanardo, dalla sua casa con vista sul Passante. E’ tra quelli che, nonostante la possibilità di essere espropriato, ha deciso di rimanere. Gli avevano promesso le barriere anti-rumore, ma per ora non si vedono. «E per ora neppure servono, è così pacifico! Però dovranno metterle presto, perché qui quando aprirà tutto il Passante, allora sì, sarà un inferno». La stima: 140-170 mila mezzi al giorno. E allora sì, questo senso di solitudine in autostrada, sarà solo un vecchio ricordo da custodire.

«Serve a poco, ma intanto funziona» Vernizzi rivendica quanto fatto. «E a fine 2008 l’opera sarà conclusa»
MESTRE. «Certo nessuno pensava di risolvere i problemi della tangenziale di Mestre con l’apertura di questa bretella. Era pronta e l’abbiamo aperta: visto che era finita che senso aveva tenerla chiusa? Che poi ci passino 1, 10 o 100 auto non importa: almeno quelli che da Trieste devono raggiungere Treviso o Belluno non devono più passare per Mestre. Per il momento va bene così». Lo dice in modo schietto Silvano Vernizzi, commissario speciale al Passante di Mestre.
Insomma, quella dello scorso 6 agosto, tra Quarto e Mogliano, è stata un’apertura simbolica, di facciata? Vernizzi spiega: «Non è così. Le auto ci passano, anche se poche. Di sicuro non è risolutiva per sciogliere il nodo di Mestre». Per questo bisognerà attendere l’ultimazione dell’intero Passante, i 32 chilometri tra Quarto e Dolo, un unico grande cantiere a cielo aperto che taglia le province di Venezia e Treviso. «Il tratto era finito, perché non utilizzarlo?» insiste Vernizzi.
«Avevano bisogno di lanciare un segnale, dire alla gente che i lavori vanno avanti spediti: per questo hanno aperto questo pezzo, certo non per i benefici, che sono irrisori», commentavano ieri gli operai al lavoro lungo la bretella. Un’opera parziale che, calcolando il costo totale del Passante (750 milioni), è costata circa 152 milioni di euro. Certo fa un po’ sorridere pensare alla parata di politici che il 6 agosto, in periodo di ferie, si era presentata a Bonisiolo per l’inaugurazione. «Andando avanti di questo passo - ironizzava qualcuno - dovremo aspettarci un’altra ventina di inaugurazioni, contando bretelle e gallerie». Battuta a parte, dovrebbe esserci solo un’altra grande cerimonia perché, spiega il commissario, non è possibile aprire altri tratti prima della conclusione finale dell’opera. «La bretella Quarto-Mogliano collega due autostrade - dice - ma altre aperture parziali avrebbero pesanti ripercussioni sulla viabilità locale». Bisogna quindi aspettare, a sentire le promesse, il 28 dicembre del 2008. Intanto i cantieri procedono. A Mirano sono cominciati i lavori per la seconda canna sotto il tratto ferroviario della Mestre-Padova. A Martellago inizieranno presto quelli per la canna sotto la Castellana. Tempi rispettati? «Intoppi per ora non ce ne sono - risponde Vernizzi - avanti così e il programma sarà rispettato». (f.fur.)


News dal sito del Comune

Google News su Spinea - Pellegrini

Incipit

NOTA BENE

MAPPA SPINEA

PREZZI BENZINA MIRANESE

RADIO SPINEA WEB

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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013