venerdì 26 dicembre 2014

Buche contro la velocità eccessiva in Canada

In Canada stanno sperimentando un sistema innovativo per indurre il conducente dell'auto a rallentare: le buche sulla strada.
Per questo motivo si pongono sulla strada degli adesivi che diano la sensazione 3D di una buca ai conducenti d'auto che sopraggiungono, in modo da farli rallentare.
L'idea pur curiosa da vedere è pericolosa al pari di mettere un dosso sui punti di frenata od in curva, ed il rischio di tamponamenti fra l'auto che precede e frena e quella che segue e non vede segnalazioni di alcun genere è elevato.
Inoltre molto spesso per evitare le buche normalmente presenti nelle strade italiane, dovute ad un cattivo dimensionamento della strada che nel sottofondo non riesce a smaltire l'acqua (da qui la formazione di ghiaccio in inverno che spacca il manto di bitume), i conducenti delle auto eseguono veri e propri slalom sulla corsia per togliere le ruote del veivolo dall'asse delle buche, senza rendersi conto che nel punto cieco può trovarsi qualcuno sullo scooter od una bicicletta.
Inoltre l'effetto di sorpresa delle finte buche vale per gli automobilisti che percorrono per la prima volta quel tratto di strada, non per chi ogni giorno andando a lavoro sa bene quali buche siano vere e quali finte.



domenica 21 dicembre 2014

Il bilancio comunale pubblicato su soldipubblici.gov.it

Il sito web soldipubblici.gov.it è un servizio di trasparenza amministrativa avviato dal recente governo, che raccoglie le fonti di spesa della Pubblica Amministrazione, dai Comuni fino alle Regioni (spese del solo 2014), non le spese del governo nell'UE, del governo e dei ministeri e del parlamento/senato.
Un grosso contatore indica le spese generali sostenute dai tre enti, per ora pari a circa 23-24 miliardi, di cui 6,9 miliardi fanno capo alle 20 Regioni (esluse le spese della sanità) e 6 miliardi fanno capo agli oltre 8000 Comuni italiani.
Per differenza, la spesa competente alle province dovrebbe ammontare a 10,7 miliardi di euro all'anno.
Inserendo il nome dell'ente su un'apposita finestra di ricerca è possibile farsi elencare tutte le voci di spesa generali, oppure il dato specifico (per i comuni anche relativo al 2013.
Un servizio utile per giornalisti ed addetti ai lavori, che indagano sulle varie voci di spesa o che hanno idea di quanti e quali appalti corrispondano a determinate voci di spesa.
Per esempio per la Regione Veneto la spesa maggiore fino a novembre 2014 risulta essere "contratti di servizio per trasporto", per un importo di 139 milioni di euro, mentre nel 2013 era pari a 228 milioni di euro.
Ma in quante altre voci e differenze si distingue la singola definizione "contratti di servizio per trasporto" ?! 139 milioni di euro per pagare 1 singolo dirigente?! 10 mila posti di lavoro ?! 20 mila posti di lavoro sottopagati e sfruttati (farebbe circa 600 euro al mese a persona) ?! coinvolge anche le spese sostenute per pagare i servizi come GiroSpinea, servizio garantito dalla Regione ?!...

Andando per curiosità a sbirciare fra le voci di spesa del comune di Roma, visti i recenti scandali, si può vedere come anche qui il valore prevalente sia dovuto ai contratti di servizio per il trasporto (ATAC), con un valore superiore alla spesa della Regione Veneto, prima citato.
La spesa dal 2013 al 2014 è anche aumentata.


Per il Comune di Spinea la spesa maggiore riuslta per il contratto di smaltimento dei rifiuti, in aumento dall'anno scorso anche se pi volte è stato ribadito che il Comune migliora di mese in mese le percentuali di raccolta differenziata (Spinea fra i comuni ricicloni...).
Ricordo che l'ultimo record a novembre ci poneva all' 82% di raccolta differenziata anche se la TARI/TARES non è calata conseguentemente (negli incontri con il comune per avere la chiave elettronica e parlare della raccolta differenziata si accennava al fatto che il rifiuto riciclato costasse zero al comune, mentre quello indifferenziato costasse circa 150-170 euro per essere smaltito in discarica).
Inoltre nell'anno uno della TASI, tassa per i servizi indivisibili che comprende l'illuminazione pubblica, due altri servizi fanno un grosso balzo in alto: i trasferimenti correnti ad altri enti del settore pubblico e le utenze e canoni per energia elettrica.
Si era già parlato di Spinea per l'energia elettrica riguardo al dossier sulla Spending Review di Cottarelli, che criticava la procedura negoziata senza pubblicazione per una fornitura di energia elettrica per 195 mila euro (cifra a quanto pare ben inferiore del 1.4 milioni spesi nel 2014 rispetto al 2013 pari a 110 mila euro per utenze e canoni dell'energia elettrica).
Nel 2014 il comune si era dotato anche del P.I.C.I.L., piano comunale per il contenimento dell'inquinamento luminoso.
Altra voce curiosa: 17 mila euro in hardware (7-8 mila nel 2013)... mi fa pensare che abbiano comprato 17 computer nuovi da 1000 euro l'uno, non avendo un'idea precisa di quale lavoro venga correlato a questa voce in capitolo di bilancio.




 Il comune aveva presentato i costi per cittadino dei vari servizi:

Il costo dei servizi comunali è per la media dei comuni italiani circa 850 euro all'anno per abitante. Per i cittadini di Spinea tale costo è di circa 620 euro per abitante, quindi significativamente inferiore alla cifra nazionale!
Come si usano questi 620. euro?
  • Personale 150 euro a persona; 
  • TARES 135 euro a persona; 
  • Interventi sociali 110 euro a persona; 
  • Farmacia 50 euro a persona; 
  • Riscaldamento scuole ed edifici comunali 25 euro a persona;
  • Illuminazione strade 20 euro a persona; 
  • Illuminazione scuole ed edifici comunali 25 euro a persona; 
  • Altro 105 euro a persona.

Se si prende ad esempio la TARES, pari a 135 euro a persona, per 28 mila abitanti del comune, si ottiene un valore complessivo di 3,78 milioni di euro, molto vicino ai 3,3 milioni spesi per il contratto di smaltimento dei rifiuti.
Invece la spesa per l'illuminazione stradale e delle scuole è pari a 45 euro a persona (20+25 euro), circa 1.26 milioni di euro per 28 mila abitanti assomiglia al valore di spesa "utenze e canoni dell'energia elettrica", pari a 1,4 milioni di euro.
Tuttavia, come già notato nel 2013 comunque le scuole e le strade risultavano illuminate, con ben diverso valore assegnato alla voce.

Le altre voci di spesa (150+110+50+25+105=440 euro a persona) dovrebbero essere coperte da IMU+TASI, oneri di urbanizzazione, percentuali sulle multe, canoni di locazione e trasferimenti da parte dello Stato.





sabato 13 dicembre 2014

TASI e paga 2014-2015-2016


Scadenza per la seconda rata IMU e TASI 2014, iniziano le processioni alle poste per pagare le due tasse patrimoniali odiate dagli italiani.
Un tempo si facevano processioni religiose con in testa il cristi in croce, oggi ci si trova tutti riuniti in coda per pagare le tasse, sentendosi messi in croce.
IMU e TASI sono la stessa tassa, solo che in teoria i soldi vegono raccolti per scopi diversi e destinati ad enti diversi: la TASI viene data completamente all'ente locale comune, mentre l'IMU è spartita fra comune e Stato.
Purtroppo questa rata scade proprio a ridosso degli scandali di Roma, per cui l'opinione diffusa della popolazione in coda è che i soldi versati vengano utilizzati dai comuni e dallo Stato per dare appalti ai lobbysti mafiosi locali, corruttori dei partiti politici del vecchio bipolo con tangenti, come visto all'Expo, al Mose, alla direzione di MPS, in bancopoli, negli appalti per servizi (verde, immigrazione, eventi cittadini ,...) e rifacimento piazze / edilizia comune come visto a Roma...

Per riferimenti su come calcolarla conviene fare andare nell'apposita sezione di calcolo presente sul sito di ogni comune italiano, oppure andare in comune allo sportello informativo a chiedere.
Il sito del comune potrebbe essere un sito ".gov", oppure www.comune.[nome del comune].[provincia].it.


Le more per errori nel pagamento di queste due tasse sono pesanti, nella pura tradizione legislativa della destra italiana (diminuire i servizi, tagliare le tasse, aumentare le % di multe e occasioni per incappare nelle multe), per cui conviene essere molto accorti anche nei conti fatti dal commercialista.
La tassa, creata da PDL e Lega nel 2011 (doveva entrare in atto nel 2014) ed anticipata da Monti dal 2014 al 2012 (+ aumento del moltiplicatore), è una patrimoniale, nella pura tradizione legislativa della sinistra italiana, separata dal reddito percepito così come i liberisti di partiti politici di centro parlamentare hanno sempre auspicato (ICI+IRPEF collassava in una specie di ICI fissa per ogni casa), andando così a tassare gravemente chi ha redditi inferiori a 30 mila euro annui (aumenti del 200%) al pari di chi invece guadagna oltre 75 mila euro l'anno (sgravi anche del 5% rispetto ad ICI+IRPEF).
 
Gli errori in cui si può incappare sono vari:
1) il comune dopo giugno con assemblee straordinarie indette nei mesi di vacanza (luglio ed agosto, settembre) ha cambiato le aliquote: poco prima di pagare conviene guardare se le aliquote sono corrette
2) per l'IMU si può errare e pagare a metà la prima rata e la seconda rata: in realtà la prima rata è metà del calcolo fatto con le aliquote base, mentre la seconda rata è la metà dell'aliquota base, più o meno la differenza necessaria in funzione dell'aliquota scelta dal comune. Semplice no?!.
3) fare caso se il comune prevede detrazioni per TASI, le percentuali di pagamento TASI fra proprietario ed inquilino, preveda pagamenti differiti della TASI: per esempio alcuni comuni hanno imposto un'unica rata al 16 dicembre.
4) il bollettino TASI non arriva a casa, quindi non ci si deve dimenticare di questa tassa.
5) l'IMU sulla prima casa quest'anno non si paga: sbagliato, solo alcune categorie di immobili non la pagano.
6) chi ha ampliato col Piano Casa portando l'abitazione in classe A (aumento del 70% della volumetria che permette di ricavare due appartamenti da una casa) basta che paghi IMU e TASI: sbagliato, per tutte le seconde case locate nella stessa città ove il proprietario ha la prima casa, si paga anche l'IRPEF per immobile sfitto, triplicando così la tassazione, a discapito dell'edilizia (tanto per cambiare) laddove solo due anni fa dalle più eque ICI+IRPEF si passava ad un'imposta onerosa unica come l'IMU!!!
...

In genere abbiamo visto che anche quest'anno la tassazione ha aggravato la situazione per i meno abbienti, proseguendo la tradizione dei governi italiani di aumentare chi è ai minimi e facilitare l'1% dei più ricchi.

Vi è poi la questione delle Tasse Tossiche, facendo un riferimento credit default swap, ovvero ai titoli tossici che entrando in atto per un fallimento di un derivato, hanno fatto saltare l'economia mondiale nel 2008.
Le tasse tossiche sono le clausole di salvaguardia, largamente utilizzate da vari governi, ma che sono diventate piuttosto onerose di recente, dove da un lato si concedevano 80 euro al mese in busta paga (senza la certezza del rinnovo per gli anni a seguire) e dall'altra si sbloccava la possibilità di portare l'aliquota massima della TASI al 6 per mille dal 2015-2016, lasciando ai Comuni la possibilità di eguagliare l'IMU (aliquota prima casa massima 6,5 per mille, ovvero 4 più 2,5 a scelta del comune), ma senza le detrazioni dell'IMU!!!

Questa tassa tossica, al pari delle altre (IVA al 25%, aumenti di tasse per la previdenza integrativa, accise benzina, ...), entrerà in vigore indipendentemente dal governo nuovo che ci sarà nel 2015, a meno che il governo stesso non la elimini, cosa che non vuole fare per restare entro i parametri del MEF e del rientro del deficit assunti con l'Unione Europea (le tasse tossiche inoltre coprono manove di quest'anno, soldi già concessi a pochi).
In effetti ciò che intristisce maggiormente il quadro italiano è vedersi sgridare dall'Unione Europa da Junckers, ex-governatore del Lussemburgo, uno dei principali artefici dell'evasione fiscale in Italia (anche da parte degli esponenti della mafia di Roma e politici al seguito), come dimostrato dallo scandalo LuxLeaks, dove si evince che aziende operanti anche in Italia pagavano solo l'1% di tasse!!!



La TASI quest'anno prevede un'aliquota massima del 2,5 per mille, lasciando ai comuni la scelta della totalità dell'aliquota: per esempio gli M5S si sono imposti di annullare l'aliquota, togliendo anche quell'1 per mille del 2,5 per mille che viene consegnato allo Stato, tenendo ben presente delle vecchie discussioni sul meccanismo di perequazione (semplice no?!).
Nel caso in cui il comune dovesse prevedere una detassazione (esigua visto che varia dal 10% al 30% del valore della tassa) per i meno abbienti (certificati come?!) l'aliquota massima scelta dal comune può arrivare al 3,3 per mille.
I soldi dati dall'agenzia delle entrate ai comuni comunque vengono mediati sulla base dei valori dei versamenti IMU del 2013 o 2012, rispetto al totale residuo fra quanto raccolto nell'anno corrente e quanto sottratto dallo Stato per l'aliquota base.
Tuttavia dal 2015 questi limiti per la prima casa e le seconde case (già gravate con IRPEF, IMU, ecc...) arriveranno al 6 per mille, ovvero 180-240% in più!!!


Per il futuro altre due modifiche aumenteranno questa tassazione per pagare all'Unione Europea ed al coadiuvatore dell'evasione fiscale Junckers, il debito contratto in passato con "opere appaltate alla romana":
  • la riforma del catasto;
  • la local tax;
Sfruttando il fatto che la tassa sulla casa è divenuta incomprendibile a molti, e difficile da seguire persino per i commercialisti / CAF, la politica vorrebbe metter mano nuovamente alla tassa, sicuramente estendendo ancora l'imposizione fiscale... magari reintroducendo l'IRPEF sugli immobili sfitti da affiancare a IMU e TASI, così come fatto in parte quest'anno.
L'ulteriore nuova mazzata per l'edilizia da decine di miliardi è la riforma del catasto, con il passaggio ai metri quadrati.... il tutto col forte rischio che il valore catastale (modificato dall'erario con estrema lentezza e non aggiornato ogni anno) superi il valore di mercato, di un mercato che ogni anno vede crolli del valore degli immobili.
Il crollo del valore degli immobili non colpisce solo tutto l'indotto (progettisti, costruttori, impiantisti, produttori di materiali, operai edili...) ma colpisce anche i comuni (diminuzione degli oneri primari e secondari, diminuzion del gettito d'IVA) ed i patrimoni immobili delle banche che non usano fondazioni, sui quali viene calcolato il rapporto di indebitamento.
Ricordo che le fondazioni delle banche o dei partiti politici non pagano l'IMU.
Inoltre la modifica del catasto arriva prima che il mercato rivaluti il valore degli immobili sulla base dell'efficienza energetica delle strutture, per cui una classe G varrebbe quanto un edificio energeticamente poco dispendioso, con un relativo lieve rilancio dell'edilizia (per quel minimo di investitori con liquidità sufficiente per costruire nuove abitazioni), ma una perdita notevole di patrimonio privato (una casa con efficienza bassa viene valutata meno subito dal mercato, ma paga tasse come fosse una casa efficiente, per cui diviene ancora meno conveniente acquistarla).


Edit:
proprio oggi l'aumento delle aliquote della TASI nel 2015 è stato congelato (non cancellato) per il prossimo anno.
Non è chiaro per il 2016 e per le altre clausole di salvaguardia.

domenica 30 novembre 2014

Chiusura di via Roma, traffico sulla tangenziale nord - PAES

I dati derivanti dalle mappe di OpenStreetMap differiscono in parte dai dati utilizzati per lo studio del PAES, come ipotizzato in passato.

Prendendo una scansione della mappa si ha che i 500 metri della leggenda corrispondono a 25.39 unità del disegno (il rapporto serve per rendere unitario il fattore di scala):
  • tangenziale nord (e/o via 11 settembre): lunghezza tratto blu: 191.46 unità, pari a 3.77 km;
  • lunghezza tratto rosso (congiungente Fossa-viabilità alternativa): 95.56 unità, pari a 1.88 km;
  • lunghezza tratto verde (via Roma da chiudere secondo il Comune di Spinea): 137.52 unità, pari a 2.70 km;
Dalla Fossa alla rotatoria sull'ex-cavalcavia per Chirignago sono: 3.77+1.88 = 5.65 km.
Quindi via Roma era stata sovradimensionata (3.2 km considerati dallo IUAV invece di 2.7 km), mentre il tratto nella tangenziale nord sottodimensionato, di poco per la lunghezza della tangenziale nord (considerato di 3.5 km invece di 3.77 km), in larga parte per aver trascurato il percorso che i lavoratori di Mirano e Mira debbono fare dalla Fossa fino al sottopassaggio di Maerne per imboccare la tangenziale nord.
Per quanto riguarda il traffico, ci si limitava a considerare il confronto fra via Roma (dalla Fossa 3.2 km invece di 2.77 km) con la sola tangenziale nord (3.5 km invece di 3.77), invece che considerare tutto il tratto compreso quello che chiude la tangenziale nord con la Fossa (5.65 km in totale).

Quindi in totale si passa da 2.70 km (via Roma dalla Fossa a Chirignago) a  5.65 km (Fossa, tangenziale nord fino a Chirignago), raddoppiando la strada da percorrere (2.09 volte).

Quindi se da un lato si percorre via Roma a soli 30 km/h e dall'altro si percorre la tangenziale nord a 60 km/h, il tempo di percorrenza è analogo (si arriva alla rotatoria sull'ex-cavalcavia per Chirignago nel medesimo momento).
Questo è molto emblematico, poichè una delle opinioni dei politici locali a favore della tangenziale nord è che prendendo questa via rispetto a via Roma che passa per i centro, si dovrebbe arrivare a Chirignago più velocemente.
Vista la sinuosità della tangenziale nord è impensabile che venga percorsa ai 90-100 km/h, così come suscita qualche dubbio di sicurezza stradale la necessità di percorrere questa via ad alta velocità per vederne un beneficio reale rispetto via Roma.

Ma in realtà percorrendo la tangenziale nord è molto probabile che si impieghi più benzina per percorrere il doppio della strada necessaria e di conseguenza si emetta più anidride carbonica (per emetterne meno come sostenuto nel PAES si dovrebbe avere una riduzione della metà della CO2 emessa per percorrenze a 60 km/h rispetto a 30 km/h).

Se si moltiplica tutto questo per 24 giorni lavorativi al mese per 12 mesi, due volte al giorno per andare a lavoro a Mestre e rincasare, la decisione del comune di Spinea, significherà raddoppiare la distanza e la spesa di carburante che i lavoratori di Mirano (o provenienti dal comune limitrofo) diretti a Mestre dovranno sborsare annualmente.
Lo stesso vale per chi da Chirignago volesse uscire dal posto di blocco che Spinea vuole realizzare su via Roma.

sabato 29 novembre 2014

5000 euro a chi assume a tempo indeterminato

Ente bilaterale del commercio e del terziario di Venezia offre un contributo di 5000 euro a chi dovesse assumere a tempo indeterminato, fino al 31 dicembre 2014.
La pubblicità dell'incentivo è sul Gazzettino, su ce-mu.it, e su youtube.


sabato 25 ottobre 2014

Come trasformare una strada in un giardino

Il sito rinnovabili.it presenta brevemente il progetto vincitore del concorso di riqualificazione urbana che coinvolgeva un viadotto con strada annessa in disuso.
Il viadotto e la strada verranno trasformati in un parco con giardini sopraelevati, inserito nell'ambito urbano, liberamente fruibile da chiunque.
L'11th street bridge park mostra come una strada possa regredire allo stato naturale, anche se in effetti non è del tutto naturale un giardino sopraelevato sopra un fiume.
Google image mostra una moltitudine di immagini di dettaglio dei progetti che hanno partecipato al concorso.

Variante del PAT

Giovedì 30 ottobre 2014 alle ore 17.30 la commissione urbanistica si riunirà per discutere una variante del PAT, piano di assetto del territorio.
Durante l'assemblea verranno illustrati i contenuti della variante proposta, verranno raccolte indicazioni / proposte / pareri in coerenza con i principi di concertazione e partecipazione della Legge Urbanistica Regionale.

Pedonalizzazioni e ZTL - il tridente di Roma

Pedonalizzazionie  e ZTL non sono proprio amati nel miranese, dato che comportano difficoltà per chi viaggia in auto (per esempio chi deve fare acquisti e necessita di porta-bagagli, chi deve percorrere lunghi tragitti con varie soste e necessita di un mezzo libero come l'auto personale piuttosto che di un mezzo pubblico).
Dall'altro lato, chi già oggi si muove per pedonalizzare ed introdurre ZTL nei centri, è mosso da varie motivazioni: rilancio di taluni centri dirottando esercizi commerciali da negozi vari a negozi per l'alimentazione; necessità di ridurre le emissioni dei mezzi inquinanti in città; necessitò di introdurre un flusso di denaro derivante dalle multe e sanzioni per infrazione da ZTL (denaro che nel bilancio comunale verrà utilizzato per lavori di manutenzione e sicurezza stradale), o di variegazione della mobilità incentivando il car sharing o motorini/auto elettriche.
Come già visto, i commercianti di Mestre (e non solo), già in competizione con i grandi centri commerciali, pieni di servizi e riveriti dalla politica (versione moderna del "serviti e riveriti"), lamentano come le ZTL siano una ulteriore mazzata al commercio locale, togliendo clienti che preferiscono raggiungere aree più accessibili piuttosto che girare con 4-5 borse in mano a piedi.
Non è un caso che la maggior parte delle aree pedonalizzate vedano i negozi con attività varie chiudere / vendere o dismettere l'affitto dei locali, per un calo delle vendite.
Tali locali dismessi a lungo andare vengono sostituiti dai venditori di cibo ed alcolici (gelaterie, pizzerie, bar, yogurterie, ...), tipologia di negozi che sente per ultima la crisi (il cibo è un bene primario, come uscire il sabato sera con gli amici), rendendo improbabile il crollo dei valori immobiliari in questione.
Il rifacimento di piazze e vie di comunicazione invece tende ad aumentare il valore intrinseco dei locali od il canone d'affitto (o vista la crisi attuale si mantiene a livelli elevati non calando a favore dei palazzinari) in mano ai palazzinari, mettendo a bilancio comunale la spesa di ristrututrazione del pubblico a ridosso del privato.
Non stupisce che molti dei palazzinari interessati siano nei consigli comunali, od abbiano parenti ed amici, o compagni di partito inseriti al posto giusto al momento di approvare piani di intervento.
Quindi un intervento di rifacimento di un centro cittadino con pedonalizzazione dell'area vede un profondo mutamento dinamico della struttura socio economica della zona in questione.

Questo in generale vale per qualsiasi città italiana, per cui si può notare come anche a Roma con l'introduzione del Tridente, siano stiano verificando proprio i problemi appena descritti: Tridente, clienti dimezzati e dipendenti a rischio licenziamento.

Anche a Spinea, le associazioni dei commercianti hanno più volte espresso l'opinione che da parte loro non vi è alcun interesse a chiudere il centro cittadino e creare ZTL (si veda per esempio quando ci fu l'incontro con il sindaco per discutere dell'idea di realizzare parcheggi a pagamento in buona parrte del comune).


Dal punto di vista ambientale ZTL e zone pedonali comportano una riduzione delle auto?
Si potrebbe rispondere di si per tutti quei cittadini residenti vicino l'area chiusa con ZTL o pedonalizzata, che escono di casa e vanno in centro a piedi od in bicicletta; si risponde invece di no per tutti gli altri cittdini, che semplicemente cambiano il luogo dove andare a fare le spese o cambiano i luoghi da frequentare laddove vi siano parcheggi per sopraggiungere alla manifestazione.
Se l'area pedonalizzata o chiusa nella ZTL è costituita dai soli parcheggi disponibili in città, è evidente che qualcosa non quadra.
Quindi dato che le emissioni vengono valutate in media sul territorio, poichè non sono limitate ad ambiti prettamente locali come una strada od un quartiere, le ZTL o le pedonalizzazioni sono inefficaci o dannose (quando i km percorsi da migliaia di auto sono maggiori rispetto al percorso iniziale chiuso) se non riducono il flusso di traffico, bensì semplicemente lo spostano di qualche chilometro.
Il car sharing semplicemente sostituisce auto con auto, aumentando le percorrenze per ridistribuire i veicoli fra le aree di servizio, quindi non può essere considerato come soluzione valevole per le aree pedonalizzate o le ZTL.
Rimangono quindi motorini ed auto elettriche, i primi con ampi risparmi di costo a chilometro (forte riduzione del peso morto trasportato per far circolare una persona), emissioni, lavoro per industrie locali come Aprilia, ma sprovviste di bagagliaio, e le seconde provviste di bagagliaio, ma onerose ed attualmente inquinanti per lo smaltimento di pacchi batterie eccessivi (tra l'altro essendo costituiti oggi da ioni litio, sono basate su una terra rara o risorsa in via di esaurimento).

lunedì 13 ottobre 2014

Elezioni enti di secondo livello

Si sono svolte nei giorni scorsi le elezioni provinciali, che a seguito dell'abolizione delle province, individuano i politici eletti da un gruppo ristretto di politici che costituiranno l'ente di secondo livello con le funzioni delle province abolite. La ripetizione dei termini è un obbligo burocratico: in altre parole è stato abolito il nome province, sostituito con il termine "ente di secondo livello" e sono state spostate le funzioni delle province da politici eletti dai cittadini a politici eletti da politici eletti da cittadini.
Unico disguido a Belluno, dove alle ore 10 un cittadino italiano credendo che valessero ancora principi democratici, si è recato alle urne, ostinandosi nell'intento di voler votare.
Il cittadino allontanato e minacciato di denuncia in violazione dell'articolo 48 comma 1 della Costituzione, si è ripresentato con due Carabinieri al seguito ed ha minacciato di denuncia quel seggio/votazione per chiara violazione della Costituzione Italiana.
Tuttavia l'elezione oligarchica sembra aver funzionato bene ottenendo ben l'84% di presenze di politici ai seggi per votare i politici che assumeranno le funzioni provinciali negli enti di secondo livello.
Ogni politico elettore esprime un voto con un peso commisurato al numero di cittadini distribuiti nel territorio di appartenenza, benchè nessun politico si sia premurato di avvertire i suoi elettori cittadini delle sue scelte/motivazioni nell'elezione dell'ente di secondo livello.
Non è chiaro perchè il 16% dei politici aventi diritto non si sia recato alle urne: protesta?! vacanza il fine settimana?! non avvertiti?! contrari alla lista unica, ammessa nell'ordinamento degli enti di secondo livello?!
Le votazioni si sono svolte per cinque provin... emm enti di secondo livello su sette: esclusi Venezia che è città metropolitana e pure commissariata per lo scandalo corruzione del Mose ed a Treviso, dove il presidente rimarrà in carica fino al 2016.

Nei prossimi giorni verranno dati i risultati... sperando che non sia il Re d'Italia a darne notizia durante la cerimonia di investitura.

domenica 5 ottobre 2014

Via Roma chiusa, anche i pendolari hanno dubbi sui piani del Comune di Spinea

Sempre più cittadini, specie dei comuni limitrofi iniziano a rendersi conto del piano del comune di Spinea di chiudere via Roma / Miranese, l'importante via di accesso verso Mestre centro, o viceversa di fuga per gli abitanti delle aree della municipalità di Chirignago, sotto Venezia.
Il piano non piace ai residenti dei quartieri coinvolti con le modifiche del traffico d'auto, sia per il flusso d'auto locale cittadino in moto fra i vari quartieri, sia per il flusso di pendolari che ogni giorno per andare a lavorare devono seguire una strada che li riporti a Chirignago, e non piace nemmeno ai commercianti, che dentro ZTL (zone a traffico limitato difficilmente accessibili) sono in competizione con centri commerciali con parcheggi liberi e facilmente accessibili, la crisi e l'aumento degli affitti dei locali a causa dell'aumento delle tasse sugli immobili/attività commerciali (IMU, TASI, TARI).


Il piano di chiusura di via Roma / Miranese per realizzare una piazza non piace nemmeno agli autisti pendolari che ogni giorno per sfamare la loro famiglia non possono tardare dal recarsi a lavoro, percorrendo via Roma / Miranese.
Il tratto alternativo previsto dal comune che dovrebbe farsi carico delle auto è la tangenziale nord + via 11 settembre (o la tangenziale sud), arteria che tuttavia capta il traffico molto distante dalle rotatorie della Fossa, oggi utilizzate per accedere a via Miranese.
Già in passato si era visto che nella redazione del PAES si era cercato di nascondere questo aspetto tanto era palese il piano di dirottamento del traffico intercomunale a nord di Spinea (a sud è estremamente dannoso perchè si costringe un traffico costituito da decine di migliaia di automobili a percorrere quartieri residenziali come via Martiri, via Capitanio, via Alfieri od in generale il quartiere Dante).
Nel PAES i calcoli di risparmio di CO2 emessa erano stati fatti considerando autoveicoli provenienti da Maerne-Martellago diretti a Mestre, e non dalla Fossa a Mestre e viceversa.
In questo modo si riusciva a dimostrare la bontà delle dichiarazioni politiche sui benefici della tangenziale nord... affermazioni che tuttavia dichiaravano di portar fuori da via Roma tutto il traffico intercomunale, ivi compreso quello in arrivo dalla Fossa.
In effetti la travisazione del comportamento del traffico appare palese, poichè si confonde il traffico che già oggi percorre via Rossignago (quella via con marciapiedi isolati, aiole, dossi, tre autovelox-velo-ok) e via Oriago, con il traffico della Fossa che percorre via Roma.
Per eseguire la deviazione verso la tangenziale nord, anzichè percorrere i consueti 3,2 km di via Roma si è costretti a percorrere almeno 2 km verso Maerne-Martellago fino alla nuova rotatoria e 3,5 km per la tangenziale nord (stima dello IUAV, secondo me in parte ridotta rispetto la reale lunghezza di percorrenza, sempre a causa della confusione esistente fra riferimento alla tangenziale nord ed a via 11 settembre). Per ora, senza poter misurare l'opera non ancora aperta alle auto si può considerare un aggravio giornaliero di 2,3 km per ogni percorrenza.
Lavorando 24 giorni al mese per 12 mesi, per due viaggi al giorno ciò comporta almeno 1324 km in più per ogni veicolo.
I veicoli di pendolari dei comuni limitrofi transitanti sono in genere stimati in 15 mila veicoli ed assumendo come emissioni:
- da 205 a 200 g/km per vetture a benzina;
- da 167 a 165 g/km per quelle a gasolio
- da 154 a 152 g/km per quelle a Gpl.
 si ha almeno un aggravio di  2980 tonnellate di CO2 annui prodotta in più rispetto ad oggi.
Nel caso si volesse assumere senza indagini che delle 15 mila auto transitanti per Spinea dai comuni limitrofi, solo la metà provengano dalla Fossa e metà provengano da Maerne-Martellago, si avrebbero 1490 tonnellate di anidride carbonica all'anno emesse in più rispetto ad oggi.


I pendolari non hanno di certo tali preoccupazioni che invece dovrebbero far sobbalzare sulla sedia qualsiasi assessore all'ambiente del comune di Spinea, nel loro piccolo stimano che la deviazione consta di 2700 chilometri in più a testa, traducibili in un onere aggiuntivo di benzina, che ha un costo.
Se per esempio si assumesse che un'auto compie 15 chilometri con un litro di benzina, dal costo di 1,7 euro al litro, 2700 chilometri si tramuterebbero in un aggravio di spesa annua di 306 euro, cifra non propriamente trascurabile in periodo di crisi economica.

Quindi, anche se oramai sembra palese che la tangenziale nord incanalerà il traffico proveniente da Maerne-Martellago, sgravando così la sicura via Rossignago e rendendo inutili le spese per tutti i dossi e gli autovelox piazzati in loco in questi anni, rimane l'incognita della tangenziale sud (o strada folle) capace di captare il traffico vicino alle rotatorie della Fossa-Crea ed incanalarlo verso il ramo monco della Miranese, chiuso a ridosso del quartiere Dante - chiesa San Vito e Modesto, ove secondo i piani progettuali dovrebbe finire la piazza Lunga un Chilometro (pedonalizzazione di via Roma / Miranese).

Segnalo anche questo vecchio articolo di giornale relativo alla prosecuzione della "tagenziale nord", sul territorio di Mirano.

sabato 4 ottobre 2014

Pini marittimi di Piazza Marconi e piazza lunga un chilometro

Passate le elezioni, la nuova vecchia giunta Checchin in continuità con la giunta Tessari si occupa del piano di ristrutturazione del centro di Spinea... il cui fine palesato è sempre quello di chiudere via Roma/Miranese (progetto Masterplan prima, e Piazza Lunga un Chilometro oggi).
Per ora il comune ha approvato e deciso di attuare una ristrutturazione della piazza Marconi, per farla diventare centro di attività culturali da svolgere sopra quello che oggi risulta essere uno dei parcheggi liberi più capienti della città, utilissimo per il vicino mercato di piazza Fermi (quando piazza Fermi viene utilizzata come parcheggio, le auto di centinaia di clienti usufruiscono di piazza Marconi per accedervi) e per le funzioni della vicina chiesa di San Vito e Modesto.
I progetti di chiusura di via Roma, Masterplan prima e Piazza Lunga un Chilometro prevedono un vasto aumento della cubatura (realizzazione di edifici alti anche fino a 30 metri) sull'area di piazza Marconi, costruzioni che andrebbero a ripagare il rifacimento della piazza Fermi intorno alla villa del Majno di proprietà di privati e le opere complementari utili per chiudere la viabilità di via Roma, dai Bersaglieri fino alla chiesa San Vito e Modesto o da villa del Majno fino alla chiesa.
In entrambi i casi si parla di progetti per il valore di decine di milioni di euro che tuttavia stravolgerebbero non solo la distribuzione del traffico locale e intercomunale spostandolo verso quartieri periferici (quartiere Dante, via Alfieri, via Capitanio, via Buonarroti), ma anche l'economia locale passando da un'area liberamente accessibile a chiunque ad un'area pedonalizzata (esempi di tali interventi sono visibili a Mestre, Noale, Mirano, ...).
Questi lavori non coinvolgono i lotti residenziali disabitati a fianco di piazza Marconi e via Matteotti a cui invece giova una ristrutturazione della piazza.

Come già visto con le foto storiche, piazza Marconi  che un tempo ospitava la vecchia scuola abbattuta decenni fa, dove oggi c'è il prato ed i pini marittimi, è passata negli anni da un luogo di formazione ad una distesa piatta di cemento con funzione di parcheggio, con il campanile invaso da un'immensa pianta di edera, ed in seguito su progetto di un geometra di Spinea ad un luogo più vario che poneva l'attenzione sul vicino edificio storico dell'asilo, inserendo del verde nel centro di Spinea.
L'evoluzione della piazza fino al progetto con i pini marittimi, costato pochi milioni di lire (qualche migliaio di euro) dell'epoca, ricorda molto l'evoluzione avvenuta per un'altra piazza, quella di Santa Bertilla, che recentemente ha visto l'abbattimento della scuola Pascoli, ormai in disuso e la rimozione di un'ampia area verde, sostituita con una nuova viabilità ed una nuova piazza in stile moderno.

Ora, il nuovo progetto della giunta Checchin non sembra essere così noto e compartecipato dai cittadini come spesso si palesa nei discorsi politici.
Non è chiaro se il lavoro che si intende attuare su piazza Marconi sia un progetto temporaneo, definitivo, in preparazione al piano di aumento della cubatura previsto dai progetti della Piazza Lunga un Chilometro o del Masterplan, oppure una semplice ristrutturazione di piazza Marconi mantenendone funzioni ed aspetto.
L'idea di edificare un polo culturale e per incontri su piazza Marconi non è nuova, dato che già quarant'anni fa partiti politici intendevano procedere su questa strada piuttosto che mantenere le funzioni di piazza e parcheggio dell'area.
Tuttavia il piano venne bocciato e per decenni l'area rimase invariata, con funzioni prima di mercato del pesce e parcheggio e negli ultimi 10 anni di stazione delle corriere e parcheggio, evitando così opere più complesse, ma anche economicamente più costose se per esempio si considera il buco di risorse creato dal teatro di Mirano, che ha drenato soldi al bilancio del vicino comune.

Attualmente il progetto di rifacimento della piazza dovrebbe comportare lo spostamento della fermata degli autobus dalla piazza, con accesso da via Matteotti allo spiazzo prospiciente via Roma.
Parallelamente si sta procedendo a rendere molti parcheggi del centro cittadino da normali a disco orario (il precedente piano mirava a trasformarli in parcheggi a pagamento).
Oltre a questo verranno divelte anche le aiole che delimitavano i parcheggi della piazza e sostituiti i pini marittimi con essenze (piante di basso fusto?!) naturali.
Subito sono sorte delle associazioni spontanee di cittadini che si oppongono all'idea di tagliare i pini marittimi, vecchi di 40 anni: non tagliate quei pini, a Spinea scatta la protesta; i 13 pini marittimi vanno salvaguardati e non abbattuti.
Insomma sembra non esserci più quell'intento dell'amministrazione comiunale che aveva portato il comune a piantare un albero per ogni nuovo nato.

Si può notare che in quasi tutti i progetti presentati nel concorso di idee di Piazza Marconi-Fermi, prevedono una pesante cementificazione dell'area, di supporto con la cubatura realizzata nel project financing alle spese utili per ristrutturare piazza Fermi (in altre parole sopra piazza Marconi si cementificherebbe, con stili poco attinenti alle ville venete per creare il surplus di denaro utile per spingere finanziatori privati a cedere gratuitamente dei lavori di ristrutturazione di parti pubbliche in piazza Fermi), tuttavia tali progetti erano fortemente contrari alle regole imposte dal PALAV, il piano provinciale di salvaguardia della laguna veneta
In effetti il PALAV inserisce via Miranese, assieme al Terraglio ed alla Riviera del Brenta fra i percorsi storico-monumentali, ovvero percorsi storicamente utilizzate da migliaia di generazioni per muoversi fra i centri abitati.
E' bene notare che questo non significa minimamente che la Riviera del Brenta od il Terraglio o peggio via Miranese / Roma debba essere chiusa al traffico e trasformata in piazza, proprio come poli industriali vengono restaurati in modo conservativo, mantenendovi all'interno attività varie (l'esempio più concreto è proprio villa del Majno).
Ciononostante il PALAV prevede fra le prescrizioni ed i vincoli per le vie storico-monumentali (qualsiasi area che sia Piazza Marconi o l'area di Santa Bertilla):
Prescrizioni e vincoli
Non è consentita la realizzazione di nuovi accessi, se non finalizzata alla riorganizzazione di quelli esistenti.
Nelle aree classificate agricole dai vigenti strumenti urbanistici non è consentita, entro una fascia di m. 100 ai lati del Terraglio, del Naviglio del Brenta e della Miranese, la realizzazione di nuovi edifici o manufatti;
sono consentiti l'ampliamento degli edifici esistenti ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 5 marzo 1985, n.24 e l'adeguamento delle reti tecnologiche esistenti.
Finché i Comuni non si adeguano a quanto disposto dal secondo comma del presente articolo, anche per stralci relativi ad ambiti territoriali significativi al fine della tutela del profilo paesaggistico, per le restanti aree previste dagli strumenti urbanistici, ad esclusione delle zone territoriali omogenee A e B, sono consentiti, entro la stessa fascia di cui al comma precedente, esclusivamente interventi di manutenzione ordinari a e straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia, nonché interventi finalizzati all'adeguamento igienico-sanitario e delle reti tecnologiche esistenti.
Non è consentita l'installazione di insegne e cartelloni pubblicitari, con esclusione delle insegne e cartelli indicatori di pubblici servizi o attrezzature pubbliche e private di assistenza stradale, attrezzature ricettive ed esercizi pubblici esistenti nelle immediate adiacenze, nel rispetto di quanto stabilito in materia nelle direttive del presente articolo.
In fregio ai percorsi di cui al presente articolo va previsto, nel rispetto delle disposizioni legislative vigenti in materia, il reimpianto degli elementi arborei a vario titolo abbattuti, anche mediante convenzione con le proprietà interessate.

Questi divieti prevedono delle restrizioni ben chiare sulla gestione del patrimonio edilizio esistente ed arboreo o sulla nuova edificazione a ridosso di via Roma / Miranese, ivi compreso il reimpianto degli elementi arborei tagliati per qualsivoglia ragione.
Qualche dubbio può sorgere sul rispetto delle disposizioni con l'intervento di installazione della casetta dell'acqua, avvenuto in via Matteotti, vicino l'incrocio con via Roma, dato che l'intervento non rientra nel caso igienico-sanitario, bensì idrico, ed l'impianto di erogazione di acqua pubblica a pagamento è equiparato ad un distributore di bevande ed affini.
Tuttavia divieti non valgono per le zone territoriali omogenee A e B e valgono fintanto che il Comune non si adeguano a quanto disposto dal secondo comma del presente articolo, anche per stralci relativi ad ambiti territoriali significativi al fine della tutela del profilo paesaggistico, per le restanti aree previste dagli strumenti urbanistici.
Il secondo comma viene evidenziato in grassetto qui di seguito:
I Comuni, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici al presente piano di area, delimitano una congrua fascia di territorio posta in fregio ai percorsi stessi su cui intervenire nel rispetto delle seguenti direttive:
- individuare e valorizzare tutti gli elementi edilizi ed urbanistici di valore storico, monumentale e ambientale direttamente o indirettamente connessi al percorso o caratterizzanti il quadro paesaggistico;
- individuare e salvaguardare i complessi di ville, i parchi, i sistemi di alberature in fregio o comunque connesse ai percorsi, gli elementi morfologici significativi (quali fossati, tratturi, ecc.), nonché gli ambiti di interesse storico-ambientale;
- individuare e valorizzare i manufatti e le "attrezzature di transito" e, nel caso della Riviera del Brenta, i manufatti e le opere idrauliche, le attrezzature per la navigazione, gli approdi nonché i documenti della civiltà industriale legati all'uso dell'acqua;
- predisporre adeguate soluzioni per rimuovere le situazioni di degrado paesaggistico e ambientale, con particolare riguardo alle aree abbandonate o mal utilizzate, agli edifici od alle destinazioni d'uso incongrue, alle situazioni di congestione funzionale;
- prevedere la sistemazione organica degli accessi esistenti;
- definire le tipologie, le caratteristiche e materiali delle insegne e dei cartelli indicatori consentiti, ai fini di un loro corretto inserimento ambientale.
Inoltre i Comuni interessati ad uno stesso percorso, attraverso appositi accordi di programma, prevedono la riqualificazione paesaggistica del percorso medesimo, mediante la predisposizione di criteri unitari finalizzati a coordinare gli interventi, e l'individuazione di soluzioni adeguate, per consentire una maggiore fruibilità collettiva del complesso monumentale ed ambientale.

Si evince in primo luogo che non vi sia scritto da nessuna parte come la fruibilità collettiva del complesso monumentale ed ambientale sia valorizzata dalla sua trasformazione in Piazza, pur imponendo l'articolo del PALAV ka tutela e la salvaguardia dei complessi di ville, dei parchi (l'area verde di piazza Marconi è registrata nel PRG come area attrezzata a parco gioco e sport) e sistemi di alberature in fregio.
Il quadro storico paesaggistico protetto dal PALAV è quello evidenziato dalle foto storiche disponibili nell'archivio comunale e quelle poche qui inserite, pubbliche in internet, qualcosa di ben diverso dai progetti presentati alla mostra della Piazza Lunga un Chilometro (o col Masterplan) col project financing, che per un'area a ridosso di villa del Majno prevedono stili e canoni lontani dall'architettura veneta per l'area egualmente protetta di Piazza Marconi.

Forse per questi motivi a settembre la fiera del paese oltre alle solite giostre ubicate in piazza Fermi ha visto la pro-logo cittadina organizzare un capannone proprio su piazza Marconi, per incentivare un festival storico del vintage, con gli anni '50 a tema.
(foto a lato di Fabio da Villa)


Ora, essendo evidente che la fruibilità di quanto avviene in piazza Fermi o alla chiesa San Vito e Modesto avviene grazie all'uso di Piazza Marconi quale parcheggio, o che il parcheggio di piazza Marconi abbia la funzione di parcheggio scambiatore fra auto e autobus, proprio come il parcheggio della stazione dei treni di Spinea ha medesime funzioni, e tenendo ben presenti tutti i problemi che creerebbe la chiusura di via Roma/Miranese alla viabilità locale dei quartieri limitrofi ed intercomunale ed alle attività commerciali al di fuori dei periodi di fiera, risulta difficile pensare con i vincoli del PALAV prescritti un progetto di project financing pubblico-privato con realizzazione di molti nuovi edifici nelle aree in questione.
Non sembra credibile nemmeno l'uso inverso fra Piazza Marconi e Fermi durante i periodi di fiera, ovvero piazza Fermi utilizzato come parcheggio scambiatore o di accesso alle funzioni della fiera, o simili ubicate in piazza Marconi, poichè la realizzazione del senso unico di via Matteotti, D'Annunzio e Bennati ha appesantito la circolazione nel quartiere Dante e sulla vicina via Capitanio, proprio per l'accesso al centro cittadino (antecedentemente si passava facilmente dai quartieri nord e sud per le vie che tagliano direttamente via Roma, senza impegnare il tratto di via monumentale-storica).
E' pur vero che le provincie stanno ormai scomparendo, ed il PALAV è un'opera collegata al PTCP, piano territoriale di coordinamento provinciale, con valore superiore ai PUT (piani urbani del traffico) e PAT (piani di assetto territoriali) comunali.
Tuttavia nella nuova formula le funzioni delle provincie (ivi compresa la modifica del PALAV) per l'ambito di Venezia passeranno al consiglio costituito da alcuni membri scelti dei vari comuni aderenti all'ambito omogeneo o città metropolitana: per ogni comune il sindaco, alcuni consiglieri di maggioranza ed un consigliere d'opposizione.

Da anni sindaci del bipolo politico sostengono praticamente la stessa idea: via Roma / Miranese sarà chiusa ed il traffico spostato nella vicina tangenziale nord / via 11 settembre, o nella tangenziale sud, posizione che permette di finanziare progetti come la Piazza lunga un chilometro od il Masterplan per il centro cittadino.
Tuttavia il blocco della viabilità di via Roma/Miranese comporta una deviazione per gli abitanti dei comuni limitrofi diretti a lavoro (5-6 giorni su 7, 2 volte al giorno) di chilometri, pari anche a 2700 chilometri l'anno.
Questi problemi creati ai pendolari che già oggi hanno dubbi sul piano di Spinea sicuramente saranno adito per dissidi fra sindaci ed assessori di vicine amministrazioni comunali, mettendo Spinea all'angolo nel consiglio dei sindaci, facente funzioni delle vecchie provincie che hanno emanato il PALAV.

mercoledì 1 ottobre 2014

Negozi costretti a chiudere

Notizia interessante al TG3 Regione Veneto di questa sera 01/10/2014, fra notizie sugli scandali del mose ed aziende locali costrette a chiudere dopo esser state acquisite da multinazionali estere: al minuto 11.44 viene presentato un servizio sullo stato dei negozietti cittadini, sempre più costretti a chiudere ed impossibilitati a riaprire, per la competizione con i vicini centri commerciali provvisti di parcheggi chiari e gratuiti, a differenza delle aree del centro chiuse con ZTL, pedonalizzazioni e parcheggi a pagamento con ubicazione poco chiara. L'esempio preso in considerazione è Mestre.
A questo si aggiunge la crisi con l'indebolimento della capacità d'acquisto (circolo vizioso ben descritto nel documentario Inequity for all) che di per se sta portando ad un calo dei consumi e si aggiunge l'aumento dei canoni d'affitto dei locali dei negozi, per l'aumento delle tasse sugli immobili (IMU, TASI, TARI, ...) per ripagare gli interessi sul debito pubblico alle banche e coprire i buchi creati dai subprime/derivati sugli enti pubblici italiani che li acquistarono prima del 2008.


sabato 16 agosto 2014

WIFI, istruzioni per l'uso

L'amministrazione comunale ha recentemente espresso l'intenzione di potenziare la connettività dell'area di Spinea a cavallo della sede del Comune fino alla biblioteca comunale (area del progetto Piazza Lunga un Chilometro).
Per questo motivo si è pensato di collegare le sedi del comune e della biblioteca con collegamenti in fibra ottica che permetterà ai lavoratori del comune ed alle postazioni pubbliche in biblioteca un veloce accesso alla rete internet e di dotare tutta l'area dalla biblioteca alla piazza del municipio di un collegamento WI-FI fisso di libero accesso.

Vediamo quindi qualche aspetto relativo a questo secondo intervento.
Tutti gli esperimenti di WI-FI liberamente accessibile in Italia si sono sempre scontrati con l'uso che i singoli utenti potevano fare della rete (dai reati di download di materiale protetto da copyright ad azioni di hacking/cracking ben più gravi sotto l'anonimato).
Per questo motivo tutti gli access point di WI-FI (punti dove connettersi ad internet gratis via WI-FI) non sono mai stati veramente liberi (nessuna chiave di accesso WEP WPA WPA2), bensì a registrazione libera, ovvero registrandosi gratuitamente si ottengono le chiavi d'accesso per la connessione gratuita e si identifica l'identità del singolo utilizzatore del punto di accesso, potendo così risalire all'autore nel caso di cause penali-civili.
In questo modo, identificando l'identità di chi si registra, che sia il singolo affittuario in centro che può dismettere vita natural durante il suo abbonamento all'ADSL per accedere ad internet diversamente da chi abita in periferia (non si può di certo schermare la connessione libera agli immobili situati ove verrà posto il WIFI libero), lo smanettone capace di integrare il flusso di dati della sua ADSL con quello derivante dal WIFI pubblico per potenziare la sua velocità di navigazione (nei limiti di banda della connessione WIFI pubblica) od il turista desideroso di chiamare a casa via internet piuttosto che utilizzare il traffico del suo smartphone.
In tutti questi casi l'intervento pone in rilievo l'area del centro, in teoria dando un valore aggiunto alle aree interessate, a spese della pubblica amministrazione.

Tuttavia, è importante ricordare a chi non se ne intende di WIFI, che la rete basata sul tale tecnologia di comunicazione fra il computer ed il modem (lo strumento che permette di collegarsi ad internet da un punto di accesso, access point) non è sicura rispetto tutti coloro che si collegano al medesimo punto di accesso (anche se si utilizza una chiave WEP, WPA o WPA2).
Con un software di "sniffing" un qualsiasi utilizzatore di una rete WIFI può individuare l'IP degli altri computer collegati e svolgere attacchi fruttuosi, specie a quei computer sprovvisti di antivirus e firewall (anche tablet), oppure intercettare i dati che si scambiano in internet verso tutti i siti web con indirizzo http (non https) o con le chiamate telefoniche via internet (protocollo di comunicazione VOIP, es: skype).

Un altro difetto del WIFI è la sovrapposizione dei protocolli di trasferimento in presenza di più reti WIFI nella medesima area: per esempio la rete pubblica e reti domestiche di appartamenti confinanti.
Entro certi limiti è possibile risolvere questo problema definendo differenti canali per le diverse reti WIFI, meglio lasciando 3-4 canali di distanza fra una rete e l'altra.
Il medesimo problema viene sfruttato dai cosiddetti Jammer per bloccare una rete WIFI senza avere accesso al modem/router.

Le reti WIFI sono un mezzo molto pratico, flessibile e veloce, dato che non comportano connessioni fisiche o lavori per stendere cavi, ma sono anche sensibili alle interferenze e non completamente sicure.

Piscina di Spinea, qualche cifra

Dopo quasi un decennio di invidia verso la vicina Mirano e Chirignago, anche Spinea si dota di una piscina con la realizzazione di un simile servizio nelle vicinanze della stazione dei treni, recentemente costruita vicino all'ex-cavalcavia fra Chirignago e Spinea.
Mirano, Chirignago, Maerne e Mira sono già dotati di piscine (si veda immagine a lato tratta dal link), per cui l'opera attirerà sicuramente gli interessati del solo abitato cittadino, ma potrebbe attrarre nuotatori paganti anche dall'entroterra grazie alla vicina stazione servita da treni provenienti da Castelfranco a Mestre, purchè il doppio abbonamento (abbonamento mensile dei treni ed abbonamento mensile di iscrizione alla piscina) risulti conveniente rispetto ai concorrenti provinciali.
L'opera si inserisce in un'area già fortemente intasata da traffico veicolare, che andrebbe sgravata delocalizzando servizi piuttosto che addensata, specie se si considera che la chiusura di via Roma (ex-masterplan e piazza lunga un chilometro) voluta da vari partiti politici per fare gli interessi speculativi di aree cittadine centrali, ridurrebbero drasticamente le vie di accesso, dirottando il traffico di decine di migliaia di auto nei vicini quartieri residenziali.

Il progetto sviluppato in project financing è un esempio di Partenariato Pubblico Privato (PPP) che identifica forme di cooperazione tra i poteri pubblici e privati con lo scopo di finanziare, costruire e gestire infrastrutture o fornire servizi di interesse pubblico.
Non rientrano nel partenariato pubblico privato le cooperazioni dolose fra poteri pubblici e privati viste in Italia con corruzione e tangentopoli.
Esistono due forme di partenariato:
  • contrattuale: l'amministrazione ed i privati regolano i loro impegni unicamente su base convenzionale (con bando pubblico ?!);
  • istituzionalizzato: la cooperazione avviene attraverso un soggetto giuridico diverso distinto (per esempio una società di capitali a partecipazione mista, pubblica e privata).
Le forme di parternariato definiscono in quale campo di leggi si ricade fra i due soggetti nell'esecuzione dell'opera/servizi.
L'aspetto caratterizzante di entrambe le forme di cooperazione pubblico/privato è il coinvolgimento di capitali privati nell'opera, con un ritorno economico nel lungo periodo ed il coinvolgimento di privati nei rischi d'investimento.
In Italia non esiste una normativa che regoli il partenariato pubblico privato, differentemente da altre nazioni europee, come Francia e Spagna, per cui i rapporti fra pubblico e privato vengono decisi caso per caso nei rapporti fra politica e privati.
L'opera dovrebbe prevedere un intervento di capitali privati per l'80% del costo dell'opera e di capitali pubblici per il 20% (non chiaro se a fondo perduto oppure con compartecipazione sul successivo fatturato).
La spesa dell'opera dovrebbe attestarsi sui due milioni di euro, 400 mila euro da fondi pubblici, 1,6 milioni da capitali privati.

Il Comune ha imposto i requisiti minimi per la realizzazione della struttura: un valore di 750 mila euro, una sala di 900 metri quadrati con due vasche (una di dimensioni non olimpioniche 25 x 12,6 metri quadrati e 12,6 x 8 meri quadrati), 425 metri quadrati di spogliatoi e servizi.
Dovrebbero essere previsti poi adeguati interventi per soddisfare le normative in fatto di risparmio energetico ed energie rinnovabili, soluzioni per la fornitura di acqua dalla rete idrica senza inficiare la fornitura ai vicini quartieri e smaltimento in fognatura periodico dell'acqua con cloro nelle fasi annuali di manutenzione.
E' bene notare che l'impianto avrà un valore previsto di 750 mila euro, di cui 400 mila (53%) forniti dall'amministrazione comunale.
Parte del complesso prevede poi una volumetria di 18500 metri quadrati (commerciale e residenziale) concessa ai privati per compensare la partecipazione al progetto.
Proprio questa volumetria ha suscitato delle polemiche fra partiti politici, per il passaggio della volumetria da 13500 metri quadrati a 18500 meri quadrati.
Dato che il valore in ambito centrale in località di Spinea del metro quadro residenziale si aggira intorno ai 1200-2000 euro al metro quadrato, la volumetria concessa ha un valore che al minimo si aggira attorno ai 22,2 milioni di euro, utili per invogliare il privato ad investire i 350 mila euro rimanenti per la realizzazione della piscina.
Il complesso copre un'area di 1600 metri quadrati, per cui i 18500 metri quadrati per essere realizzati dovranno essere costruiti su più piani, sotto terra e sopra terra.
La copertura dei costi per residenziale e commerciale potrà avvenire vendendo le singole unità così realizzate a privati e stakeholders per mezzo dei loro capitali privati, con probabilmente un ritorno economico futuro derivante da quanto acquistato.
L'altra faccia della medaglia vede invece la creazione di posti di lavoro temporaneo per una percentuale del costo dell'opera (ovviamente il valore commerciale non può superare il costo di progettazione e realizzazione dell'opera) in un settore gravemente colpito dalla crisi finanziaria dovuta alla deregolamentazione dei mercati finanziari, del 2008 con derivati e subprime, e del 2011 con l'influsso delle Dark Pool.
Tuttavia non risulta l'imposizione di nessun vincolo sul coinvolgimento di progettisti / costruttori disoccupati da parte del Comune ai tre soggetti privati che partecipano al project financing (Tempo Libero Srl, Aspen Sas e la famiglia Pasqualetto).

venerdì 15 agosto 2014

Consultazione pubblica sul programma 202020

L'Unione Europea ha indetto una consultazione pubblica sul Patto 202020, ove chiunque può intervenire per dire la sua.
Il sondaggio può essere compilato sul form online oppure in un file da caricare in seguito.
Le risposte possono essere pubblicate, pubblicate con riferimenti al soggetto che ha risposto, oppure condivise anonimamente.
Purtroppo il sondaggio è in inglese per cui potrebbe essere utile l'uso di un traduttore online: google traduttore, systran.

La consultazione è accessibile dal 5 maggio 2014 al 31 ottobre 2014

Trovo interessante che il sondaggio ponga l'accento anche sui temi del lavoro, vera variabile che in questi anni ha giocato un ruolo fondamentale spostando imprese da nazioni industrializzate a paesi senza alcun vincolo ambientale / rinnovabili / diritti dei lavoratori (CGIA 27000 imprese italiane andatesene dall'Italia) creando disoccupazione nei paesi abbandonati, assogettati magari alle regole EU come il Patto 202020.
Merci prodotte in paesi ex-URSS, medio-orientali od asiatici vengono poi importate in Italia, come notato anche dall'ENEA, producendo inquinamento da trasporto (produzioni non locali, niente chilometro zero), crollo della capacità d'acquisto locale, disoccupazione e deficit della bilancia commerciale fra importazioni ed esportazioni.
Inoltre come notato dall'ENEA questa migrazione consentita in regime liberista ha falsato le statistiche sugli obbiettivi del Patto 202020, facendo sembrare gli indici positivi riguardo la riduzione delle emissioni, in realtà mancando completamente l'obbiettivo poichè parte della produzione inquinante, rimasta, semplicemente era prodotta fuori della rete di controllo dell'Unione Europea.

Dossier Cottarelli sugli sprechi della Pubblica Amministrazione

Spinea, come altri comuni, viene citata nel "Dossier Cottarelli", il rapporto che mira ad individuare gli sprechi della Pubblica Amministrazione per raschiare risorse dal fondo del barile, da mettere a disposizione del governo statale.
Secondo le accuratissime indagini di Cottarelli, il Comune avrebbe speso troppo la fornitura di energia elettrica, pagata troppo e soprattutto in affidamento diretto, senza pubblicazione di un appalto.

Il comune si difende affermando che

nel caso della fornitura dell’energia elettrica il Comune ha effettuato una procedura di gara mettendo a base d’asta il prezzo della convenzione Consip attiva per il Veneto alla data della gara. Nel contratto è stato applicato il principio della spending review dell’adeguamento del prezzo alle eventualmente nuove tariffe Consip che dovessero dimostrarsi maggiormente vantaggiose. In seguito alla procedura - prosegue la nota - si è stipulato pertanto un contratto che ha ottenuto un prezzo maggiormente vantaggioso rispetto a quanto possibile utilizzando la convenzione Consip. Il contratto con Edison spa che Spinea ha stipulato ha permesso infatti un ribasso sul prezzo CONSIP DI 0,0002 €/KWH e pertanto, così facendo l’amministrazione ha ottenuto un risparmio.
Questa l'unica critica rivolta al comune, dimenticando l'inutile spesa per la costruzione di due "tangenziali" di dubbia utilità/necessità, non ancora completate sette anni dopo l'accordo dell'amministrazione Tessari secondo la "legge delle grandi opere" per il Passante di Mestre, l'inutile spesa per realizzare un plastico del progetto Masterplan al costo di 20 mila euro, la realizzazione di tre box per autovelox per decine di migliaia di euro, la spesa per l'installazione di quattro televisori al plasma nelle farmacie comunali pochi giorni prima delle elezioni o per esempio i dubbi sollevati dalle Iene sui costi dei Velo-OK od i dubbi che è lecito desumere sulla sperimentazione delle casette dell'acqua.

Da notare che il Comune viene criticato in una tematica che nei mandati passati ha visto la pubblica amministrazione attiva nell'installare un impianto fotovoltaico nelle pensiline del vicino parcheggio ed accollarsi le spese per l'illuminazione della stazione dei treni di via 11 settembre (circa 40 mila euro l'anno benchè si interrompano le corse dei treni sulla rete ferroviaria dei bivi ad una certa ora di sera).

sabato 2 agosto 2014

Installate le due Casette (distributori) dell'Acqua

Il Comune ha permesso l'installazione delle due casette dell'acqua in via Matteotti e viale San Remo.
Le casette dell'acqua sono la versione moderna delle fontane pubbliche chiuse nell'ultimo decennio, con alcune piccole differenze:
1) l'acqua si paga, diversamente dalle fontane pubbliche
2) l'acqua proviene dalla rete acquedotto e non dalla falda, l'unica differenza con l'acqua di casa è il diverso filtro che ogni privato installa per ripulire acqua che contiene già meno elementi disciolti dell'acqua minerale
3) il denaro raccolto dalla distribuzione dell'acqua finisce alla compagnia gestore dei distributori, assimilati con "distribuzione di bevande e bar", secondo l'idea che si debba risarcire l'azienda dei costi per il sistema di filtraggio dell'acqua potabile e per il meccanismo che aggiunge l'anidride carbonica all'acqua gasata, creata sempre con l'acqua potabile dell'acquedotto.
Non è chiaro se per installare questi distributori il Comune abbia pagato con soldi pubblici od abbia ricevuto commissioni per occupazione di suolo pubblico, esattamente come avviene per le bancarelle dei negozi o del mercato.

Esattamente come per le fontane, il distributore è esposto giorno e notte a possibili adulterazioni del beccuccio di distribuzione (insomma, chiunque può sporcarlo), diversamente dal rubinetto di casa propria, che distribuisce esattamente la stessa acqua.

Come già considerato in passato, non si assiste alla ressa di persone che escono con bottiglie in mano da case riformite di acqua potabile per andarsi a servire del distributore automatico di acqua potabile installato su luogo pubblico.
Analogamente non sembra che la distribuzione di acqua minerale dei vicini negozi o supermercati sia stata ancora minacciata dall'arrivo delle casette dell'acqua, che a tutt'oggi appaiono solitarie dove installate.
Il motivo per cui infrangere la scelta degli italiani al referendum sull'acqua è quella di ridurre la produzione di plastica, comunque già oggi raccolta e riciclata, favorendo l'acquisto di acqua potabile dalla rete acquedotto piuttosto che di acqua minerale dai supermercati e negozi:
«Per questa iniziativa è necessario trovare adeguate localizzazioni che permettano ai cittadini di raggiungere agevolmente gli erogatori lungo la viabilità principale e nelle zone a maggior densità abitativa», spiega l’assessore all’Ambiente Stefania Busatta, «si tratta di un passo molto importante per ridurre la produzione di rifiuti di plastica nella nostra città»


Come già ricordato per non infrangere i referendum sostenuti anche dal PD, i costi dell'acqua, specie quella naturale, non dovrebbero differenziarsi dai costi della rete di distribuzione, ed essere pari a 1 euro al metro cubo (1000 litri), ovvero 0.001 euro al litro (1 centesimo ogni 10 litri comprati).

Invece nel Comune di Spinea, ora retto da una maggioranza PD, la casetta dell'acqua distribuisce 1 litro d'acqua naturale al costo di 0.025 euro (2,5 centesimi al litro, 25 centesimi ogni 10 litri), ovvero 25 volte più del costo dell'acqua potabile dell'acquedotto.

L'acqua minerale ha un costo di 200 volte superiore rispetto al costo dell'acqua potabile, ma paga apposite tasse di concessione, su cui Rerport fece anni fa una triste puntata.

Altro dubbio riguarda la scelta dei costi fra acqua naturale e gasata, ovvero costi al litro identici benchè la prima sia semplicemente acqua potabile emunta dalla rete acquedotto e l'altra abbia un processo costoso di aggiunta di anidride carbonica per renderla gasata.

Per comprare da tali distributori (privati?!) voluti dall'assessore all'ambiente Busatta, serve poi una tessera ricaricabile, poichè il distributore non accetta monete, monetine.
Dove si compra la tessera? a che costi? quanto si deve attendere per avere la tessera o ricaricarla? quando verranno fatti i primi rialzi di prezzo della distribuzione d'acqua dato che tutto è assimilato a "distributore di bevande o bar"
Peccato che nel tempo necessario per comprendere questi ultimi aspetti, uno si sia già già servito della stessa acqua potabile distribuita dalla casetta dell'acqua, dal più comodo rubinetto di casa propria.

Post Scrittum:
per avere la tessera servono 3 euro di caparra, pari a 3000 litri d'acqua al costo che dovrebbe avere (1 euro al metro cubo, o 1000 litri) se fossero rispettati i 4 si dati dagli italiani ai referendum sull'acqua.


Aggiornamento 24/08/2014
Il comune ha rilasciato i primi dati sul consumo degli erogatori di acqua pubblica sotto forma di "distributori assimilati a bar".
Mesi fa sul sito del comune si prannunciava simili valori di erogazione d'acqua e risparmio di CO2:
Alle ore 11.30. La nuova fontana eroga sia acqua microfiltrata sia naturale, sia gasata, sempre gradevolmente fresca. Ogni mese, ogni ProAcqua City eroga una media di 45.000 litri d’acqua risparmiando quindi lo smaltimento di ben 30.000 bottiglie di PET (1.200 Kg di Plastica), l’immissione in atmosfera di 250 Kg di CO2 per la produzione di dette bottiglie e 1.150 Kg di CO2 per la loro movimentazione.
Il consumo si è attestato invece su tali valori:
  • 1178 litri per l'erogatore di via Matteotti - 58 kg di PET risparmiati - 68 kg di CO2 risparmiata;
  • 4288 litri per l'erogatore di viale San Remo - 188 kg di PET risparmiati - 219 kg di CO2 risparmiata.
Valori nettamente inferiori (rispettivamente il 2% ed il 9.5% in un mese estivo) a quelli preannunciati forse dalle ditte che installano simili distributori di acqua non più pubblica, dato che ogni comune riporta le medesime frasi riportate da altri comuni a presentazione del progetto.
Si può anche notare come il PET e la CO2 risparmiati al litro erogato secondo i dati del comune risultino doppi rispetto ai valoro preannunciati (1200 Kg e 1150 Kg di CO2 su 45 mila litri), facendo apparire doppio il beneficio apportato dai distributori.
In altre parole se dovessimo tenere validi i dati inizialmente offerti dovrebbe apparire per esempio un risparmio di  31.41 Kg di PET e 30.10 Kg di CO2 per l'erogatore di via Matteotti.
Forse il valore potrebbe subire delle variazioni in funzione della quantità di PET presente/considerata su una bottiglia da mezzo litro d'acqua o su un litro.
Analogamente la stima della CO2 risparmiata è del tutto indicativa, non essendoci un oneroso studio della rete di trasporto dell'acqua: per esempio la San Benedetto a Spinea potrebbe essere considerata a Km0, dato che lo stabilmento produttivo è a Scorzè, rispetto a località più distanti.
Considerando poi l'erogazione di litri d'acqua in 30 giorni, 12 ore al giorno, risulta che ogni ora 3 - 12 persone si sono recate all'erogatore per prendere almeno un litro d'acqua.

News dal sito del Comune

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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013