La tangenziale nord non s'ha da fare. I comitati uniti l'hanno detto chiaro e tondo, inutile girarci intorno. Il sindaco di Mirano Gianni Fardin, ci ha provato in tutti i modi a spiegare l'importanza di un anello tangenziale per eliminare il traffico di attraversamento a Mirano, ma è stato tutto inutile. "Nel quartiere nord tra qualche anno transiteranno circa 20000 veicoli al giorno, è inutile negarlo. Via Luneo sarà compresa tra due rotonde, quella di Salzano e quella di Spinea, presto verrà innaugurato il nuovo sottopasso. Non si può pensare che il traffico veicolare andrà da qualche altra parte, passerà di qui. E allora l'unica alternativa è realizzare una nuova strada, a una corsia, ma adatta a sopportare il traffico di attraversamento". Le motivazioni del sindaco, però, non hanno smosso di un millimetro i Comitati uniti, convinti sempre più della bontà del progetto alternativo al PUM presentato da loro, la grande circolazione che sfrutterebbe strade già esistenti o in via di progettazione. "Dobbiamo renderci conto che gli altri comuni stanno operando in questo senso: la tangenziale sud di Robegano, la tangenziale nord di Spinea - ha ribadito Oscar Sorato del comitato di via Luneo - A cosa serve allora una tangenziale nord a Mirano? Col Casello di Cappella e la realizzazione del sottopasso a Maerne non ci saranno più camion in via Parauro, perchè useranno via Costituzione. Mirano potrà limitare il traffico ma fino ad un certo punto: il centro storico deve capire che ha un mercato, delle scuole ed un ospedale. Tanti servizi che si pagano con il traffico, è inevitabile, a prescindere dalle tangenziali". Fardin crede ancora che si tratti di un'opera fondamentale per la viabilità del futuro, ma visti gli effetti l'ipotesi di una clamorosa marcia indietro non è più così remota. "I comitati continueranno ad avere la loro opinione - ammette il primo cittadino - e cioè che sia sufficiente un anello largo per risolvere la questione del traffico. Io continuo a pensare che non basti e che la tangenziale nord sia vitale per Mirano. Certo nessuno ha la sferma magica per sapere cosa avverrà in futuro. Potremmo anche aspettare per vedere cosa succede ed operare in seguito". Insomma, un passo indietro Fardin l'ha fatto....
Succede che Spinea sta costruendo la tangenziale nord per niente visto che senza un'azione ad imbuto che delocalizzi tutto il traffico su una diversa direttrice il risultato appare assai sconveniente nella sola rotonda fra Spinea e Mirano.
Non è nemmeno vero che con la viabilita fortemente congestionata senza nessuna previsione, in seguito sia facile o meno oneroso intervenire.
Nella viabilità prevenire è da sempre meglio che curare (concetto ben dimostrato dalla natura stessa del Passante e dalla sua evoluzione progettuale dispendiosa e malvoluta dai vari comuni della provincia raggiunti dal tracciato).
La mancanza di tale opera rende poco utile la tangenziale nord in fase di realizzazione a Spinea poichè appare del tutto sconveniente rispetto a via Roma/Miranese.
Il problema presenta caratteristiche di diffuso non solo in ambito comunale, ma ben più esteso da città a città (Venezia-Padova).
Ciò rende il problema di assai difficile risoluzione almeno di ambito intercomunale, meglio se considerato di ambito provinciale.
La risoluzione di questo deve necessariamente essere condivisa da parte della popolazione, ma anche tenere in considerazione un continuum di azione fra territorio comunale e territorio comunale, tale da non creare delle cattedrali nel deserto.
Strumenti messi in atto dalla recente legge urbanistica regionale sono molteplici (per esempio il PATI), nessuno rodato e tutti sfruttabili per accontentare sia i portatori di interesse sia che siano enti, attività commerciali o semplici cittadini residenti.
In tale ottica il potenziamento di alcune necessarie arterie viarie per la situazione odierna (senza Passante) è necessario per garantire un minimo di sussistenza che in futuro permetterebbe la formazione di un equilibrio discreto con le modifiche apportate dall'apertura del Passante.
La scombinazione fra le decisioni prese tra comuni, l'incertezza economica ed i progetti dilazionati a 2 anni dopo del Passante costituiscono invece un fattore di rischio che non viene di certo agevolato da previsioni di aumento del numero di cittadini presenti nell'ambito territoriale (link per esempio).
Non è nemmeno vero che con la viabilita fortemente congestionata senza nessuna previsione, in seguito sia facile o meno oneroso intervenire.
Nella viabilità prevenire è da sempre meglio che curare (concetto ben dimostrato dalla natura stessa del Passante e dalla sua evoluzione progettuale dispendiosa e malvoluta dai vari comuni della provincia raggiunti dal tracciato).
...La maggioranza ora sembra anche meno compatta a proposito della tangenziale nord. Franco Marchiori, ex-sindaco di Mirano e consigliere della Margherita pensa che sia "Impossibile fare la viabilità contro il volere dei cittadini, è controproducente. Il discorso della tangenziale è complesso, molto delicato. Ci sono troppi fattori in ballo. Potrebbe anche essere che le opere già esistenti o in via di progettazione possano bastare ad attutire il colpo inferto dal Passante di Mestre. Mi riferisco alla nuova tangenziale di Robegano e alla tangenziale di Spinea. Queste due opere potrebbero anche rendere inutile la nuova strada di Luneo"Qui si sotiene la necessità di creare una via alternativa a nord di Mirano che capti il traffico passante proprio come via Taglio in parte per la natura geometrica delle strade in parte per dissociare il traffico pesante dall'abitato.
La mancanza di tale opera rende poco utile la tangenziale nord in fase di realizzazione a Spinea poichè appare del tutto sconveniente rispetto a via Roma/Miranese.
Il problema presenta caratteristiche di diffuso non solo in ambito comunale, ma ben più esteso da città a città (Venezia-Padova).
Ciò rende il problema di assai difficile risoluzione almeno di ambito intercomunale, meglio se considerato di ambito provinciale.
La risoluzione di questo deve necessariamente essere condivisa da parte della popolazione, ma anche tenere in considerazione un continuum di azione fra territorio comunale e territorio comunale, tale da non creare delle cattedrali nel deserto.
Strumenti messi in atto dalla recente legge urbanistica regionale sono molteplici (per esempio il PATI), nessuno rodato e tutti sfruttabili per accontentare sia i portatori di interesse sia che siano enti, attività commerciali o semplici cittadini residenti.
In tale ottica il potenziamento di alcune necessarie arterie viarie per la situazione odierna (senza Passante) è necessario per garantire un minimo di sussistenza che in futuro permetterebbe la formazione di un equilibrio discreto con le modifiche apportate dall'apertura del Passante.
La scombinazione fra le decisioni prese tra comuni, l'incertezza economica ed i progetti dilazionati a 2 anni dopo del Passante costituiscono invece un fattore di rischio che non viene di certo agevolato da previsioni di aumento del numero di cittadini presenti nell'ambito territoriale (link per esempio).
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