venerdì 17 gennaio 2014

Città metropoltana vs Referendum per la separazione di Mestre da Venezia

Riguardo all'interesse che i cittadini hanno verso la città metropolitana, un esempio interessante può essere rappresentato dalla lettera inviata al Gazzettino il 13 novembre 2013, ove si commenta il quinto referendum per la separazione tra Venezia e Mestre (Chirignago, Marghera, ecc...).
Nella lettera un abitante di Marghera, quartiere di Mestre, esprime la sua volontà di vedere il popoloso quartiere di Mestre a sè stante, con un sindaco che non ignori i problemi degli abitanti del luogo come avviene invece con le redini in mano a Venezia.
Un esempio di quale possa essere il beneficio per i cittadini considerabili come periferici sotto l'unione dei Comuni in un'unica città metropolitana che bada agli interessi del centro e non a quelli degli emarginati.

 IL GAZZETTINO 13 NOVEMBRE 2013 PAG. XXIX IL REFERENDUM TRA VENEZIA E MESTRE (LETTERA) Si profila il quinto referendum per la separazione tra Venezia e la Terraferma e sia nel caso vinca il sì oppure il no per Marghera rimarrebbe sempre il ruolo di quartiere e basta! Addirittura mi sono sentito dire che in caso di separazione ci sarebbero dei risparmi! A mio avviso i costi della politica non sono un problema se questi servono ad amministrare meglio il proprio territorio! Per questo a Marghera è arrivato il momento di avere un sindaco nostro che esprima la volontà popolare sul centro abitato e sulla zona industriale che portano tale nome (Marghera appunto e non Mestre o Venezia). Cosa che nessun veneziano e tantomeno mestrino deve aver il diritto di rivendicare, visto che non sono Margherini e abitano in zone con nomi diversi dal nostro! Impossibile che chi passa per Marghera non abbia mai notato i cartelli stradali di inizio e fine confine… Con la probabile approvazione della legge sulle Città Metropolitane vi è un articolo che dà la possibilità, che il Comune capoluogo si possa frazionare, per poter meglio rispondere alle esigenze dei cittadini e per un Comune come il nostro, formato da tanti territori (Venezia, Isole, Mestre, Zelarino, Chirignago, Favaro Veneto e Marghera) tutto ciò cadrebbe a fagiolo! Se si pensa che abbiamo 28mila abitanti e Spinea ad esempio ne ha la metà di noi, essendo già un Comune, la cosa sta benissimo in piedi! Inoltre neanche stare assieme a Mestre ci porterebbe ad alcun beneficio, anzi, visto che Porto Marghera è già riconosciuta dalla Stato Italiano come Sin (Sito interesse nazionale) per cui tutti i discorsi sulle bonifiche già intrapresi proseguiranno comunque, per poter creare nuovi posti di lavoro e far divenire Marghera il comune più ricco dell‘intera Città Metropolitana di Venezia. Invito pertanto le altre realtà di questo Comune a formare dei comitati per poter avviare l’iter per la loro autonomia, cosa che lo Stato in caso di approvazione della suddetta legge, da la possibilità! Giovanni Vianello
Oltre questo la città metropolitana, unione dei comuni e il consiglio dei sindaci o tutte le altre regole che nel frattempo hanno pensato, sembrano più atti creati per far fronte alla minaccia del fallimento dei comuni capoluogo italiani (vedi decreto Salva-Roma), oberati di buchi di bilancio aumentati dalla recente finanza creativa (finanziaria Tremonti del 2001) che ha permesso loro di comprare con denaro contante delle tasse subprime poi divenuti carta straccia.

Venezia e Mestre separate, due comitati ci riprovano con il quinto referendum
Venezia e Mestre futuro separato...
Mestre - wikipedia

giovedì 16 gennaio 2014

Pellet 1 - PAES 0

Come per magia ogni inverno si rinnova il miracolo delle polveri sottili alle stelle ...figurativamente dei focchi neri che salgono verso il cielo.
Gli aumenti del PM10 a Spinea in inverno avvengono per la coincidenza fra la bassa piovosità dovuta al clima e l'arrivo delle giornate di gelo (temperatura sotto zero tutto il giorno) o più in generale con i primi giorni freddi, con la gente che accende gli impianti di riscaldamento.
Tuttavia caldaie a condensazione o tradizionali, pompe di calore o simili non producono emissioni di PM10, al contrario di camini, caldaie a biomasse e stufe a pellet.

Dal 2006 ad oggi c'è stato un vero boom delle stufette a pellet, per il loro basso costo e per un prezzo del pellet apparentemente conveniente anni fa (oggi è già aumentato del 20% in meno di 1 anno passando da 4.15 al sacco a 5 euro), tanto che in molti quartieri di Spinea camminando la sera si percepisce l'odore del legno bruciato.
Quindi abbiamo assistito ad un ritorno all'economia povera del dopo-guerra o peggio all'economia fallita  greca, sopraffatta da debiti, subrime e finanza creativa.

Le biomasse vengono considerate rinnovabili perchè il ciclo della CO2, anidride carbonica, è nullo.
In altre parole le piante crescono assorbendo anidride carbonica dall'atmosfera ed intrappolandola nel legno tramite l'energia del sole e la fotosintesi clorofilliana.
Il legno bruciando con il processo di combustione libera l'energia del sole come calore e l'anidride carbonica precedentemente intrappolata.
Si ha quindi che se il produttore di biomassa taglia e ripianta alberi, apparentemente l'anidride carbonica intrappolata e liberata è sempre uguale.... solo che viene liberata in città ed intrappolata nel bosco, non necessariamente nello stesso comune, non necessariamente con un PAES congiunto.

Il PAES, dato che il ciclo della CO2 è apparentemente nullo non considera quanta anidride carbonica viene liberata dalle stufe a pellet/cippato o dai camini, così come non si preoccupa di accertare che vi siano produttori di ciocchi di legno, pellet o cippato che riforestano oltre che tagliare biomassa.
Rimane quindi il dubbio che tutto ciò sia rinnovabile o meglio rinnovato, mentre in città l'aria peggiora ogni inverno.

Altro errore a volte compiuto nella redazione del PAES è tracciare il miglioramento degli involucri edilizi degli edifici della città valutando la riduzione dei consumi nelle vollette di elettricità e gas.
Anche assumendo per corretta l'ipotesi che la temperatura interna degli edifici permanga fra i diversi anni, in questo modo si trascura lo spostamento dei sistemi di riscaldamento a legna rispetto al consumo di gas metano.

Il beneficio dato dalle stufette a pellet è dovuto al riscaldamento diretto dell'aria, percepito in modo migliore rispetto sistemi di riscaldamento con termovettore acqua-radiatore (calore percepito più velocemente, sensazione di calore irradiato migliore del calore per convezione dei radiatori).
Oltre a questo si può far notare come l'efficienza delle stufe a pellet risulti minore rispetto quella di altri sistemi (pompe di calore, caldaie a condensazione, ecc...) o rispetto alle caldaie a biomassa.

Tuttavia questo discorso diviene complicato, specie se si considerano le detrazioni fiscali correlate.

Tuttavia a conti fatti con il potere calorifico e l'efficienza dei mezzi di riscaldamento il pellet (a differenza di tronchetti e del cippato) risulta economicamente più costoso del riscaldamento a metano, il quale non necessita nemmeno che l'utente pulisca la stufetta ogni giorno dalla fuliggine per mantenerne alta l'efficienza.

Quindi nella valutazione della riduzione delle emissioni che il Comune di Spinea si è impegnato di ottenere per il 2020 (impegno tratto dalla giunta Checchin che sarà lasciato al prossimo sindaco) rimane la travisazione della quantità di anidride carbonica che viene emessa dai sistemi a biomassa acquistati dai cittadini od installati su edifici pubblici (es: la nuova piscina di Spinea), nonchè il boom di polveri sottili nel periodo invernale non dovuto al traffico di automobili, mentre il comune emana questi provvedimenti


l’Ordinanza Sindacale 38/2013, che prevede specifiche misure e divieti per contrastare l’inquinamento atmosferico.
Vediamo insieme:
Divieto di innalzamento della temperatura oltre i 20 gradi negli edifici adibiti a residenza, ufficio, attività commerciali, ricreative, di culto, sportive ed assimilabili e divieto di innalzamento della temperatura oltre i 18 gradi per gli edifici adibiti ad attività artigianali, industriali ed assimilabili;
• Divieto di accensione di fuochi all’aperto;
Divieto di climatizzazione di spazi complementari all’abitazione quali cantine, box, garages, ripostigli, scale primarie e secondarie che collegano spazi di abitazione con box, cantine e garages;
• Riduzione da 14 ore a 12 ore, in orario compreso tra le ore 5.00 e le ore 23.00 di ciascun giorno, di esercizio massimo giornaliero degli impianti di riscaldamento alimentati a gas, gasolio, olio combustibile, combustibili solidi, con esclusione degli edifici adibiti a case di cura, ricoveri, scuole materne ed asili;
Divieto di combustione di biomasse legnose non conformi alla norma UNI CEN/TS 14588, di legno impregnato, verniciato o trattato; nonché di rifiuti, carta plastificata, sostanze artificiali di qualsiasi tipo, confezioni o contenitori (tetrapack) e comunque ogni altro materiale che possa rilasciare esalazioni nocive e polveri durante la combustione. Tali misure saranno in vigore fino al 15 aprile 2014.

mercoledì 15 gennaio 2014

Via Donizetti sotto controllo, il divieto di via Alfieri no, via Rossignago e via Bennati

Anni fa si era accennato al fatto che da via Donizzetti e via Mascagni spesso uscivano auto contro il senso unico di via Matteotti per giungere alle laterali Sarpi, Verga, Bruno e di conseguenza accedere al doppio senso di via Alfieri, senza dover percorrere il lungo giro dei sensi unici intorno al quartiere Dante (via Matteotti, via D'Annunzio, via Bennati), imposto dall'amministrazione Tessari.
Via Mascagni sbuca nel senso unico di via Matteotti a pochi metri da via Bruno, via Donizzetti a circa 5 metri da via Sarpi.
Lo stesso problema sussisteva per i parcheggi laterali e per il parcheggio di piazza Marconi.


Il caso era stato citato per indicare l'assurdità del senso unico imposto in via Matteotti.

Dopo quasi cinque anni di amministrazione Checchin, analogamente ferrea nel difendere il senso unico di via Matteotti, dato che si inserisce in un più vasto contesto di interessi bipartisan (PD+PDL+UDC e relative liste civiche) sul centro di Spinea (piazza lunga un chilometro, masterplan), si è deciso di premiare l'assurdità del senso unico di via Matteotti piazzando una telecamera di sorveglianza all'incrocio con via Sarpi, puntato direttamente notte e giorno sull'incrocio di via Donizzetti.
Una specie di condanna ad essere registrati dalla polizia ogni qualvolta si esce di casa.... tutto in ode al senso unico di via Matteotti che per il comune deve rimanere anche se oramai ha superato i limiti della farsa.

Nel frattempo il divieto di transito da via D'Annunzio verso la parte sud di via Alfieri, scarsamente rispettato da una serie d'auto costrette al sistema di sensi unici creato attorno al quartiere Dante è stato nuovamente modificato secondo l'ordinanza 01/VM/12 (come da numeri appiccicati sullo stesso cartello e quasi staccati), non gode di nessun controllo elettronico fisso, magari posto più all'interno nascosto alla visuale di chi percorre via D'Annunzio.
Quindi a fronte dell'invasione di autovelox (o velo-ok) e di telecamere che hanno invaso Spinea, via Alfieri viene lasciata a se stessa con auto che non rispettano mai il limite di 30 km/h.
Il confronto può essere fatto per esempio con via Rossignago che ora conta 2 velo-ok, 1 box autovelox, circa 4-5 dossi, due ampi marciapiedi, di cui uno con aiola spartitraffico... probabilmente l'unica strada di tutto il Veneto ad avere tre autvelox sul suo tracciato.
Tuttavia l'aspetto più curioso è che questa abnormità di prevenzione per via Rossignago avviene parallelamente alla realizzazione della tangenziale nord, strada che in tutta probabilità sgraverà via Rossignago del traffico passante diretto a Mestre.
Quindi l'eccesso di misure di prevenzione contrasta con i benefici che a breve subirà la strada.


Infine in via Bennati è stato posto un velo-ok, dopo l'incrocio di via Tommaseo, il quale come spesso accennato raccoglie buona parte degli automobilisti che si dirigono così verso piazza Dante e via Alfieri evitando di finire in via dell'Unità e via Roma.
Non è tuttavia chiaro se le finestrelle di rilevamento puntino anche sull'incrocio via Bennati - via Tommaseo, dato che il congegno presenta tre fori (due diagonali circolari puntati nelle aree antistanti e retrostanti ed una puntata fronte al velo-ok).
Certo è che nel PAES e nei progetti dello IUAV si faceva notare quanto inquinamento venga prodotto dalle auto costringendole a continue frenate ed accelerate.


Quindi si crea un paradosso fra le necessità di limitazione della velocità (per cui certe vie sembrano contare più di altre) e le necessità di riduzione delle emissioni inquinanti dovute a frenate ed accelerate che rischiano di aumentare a causa degli errori compiuti nella pianificazione urbana del traffico: serie di sensi unici che inviano il traffico nelle aree residenziali e nelle zone 30 con aumento dei tragitti che i veicoli debbono fare o con peggioramento delle condizioni di fluidità del traffico di via Roma e con aumento delle effrazioni di velocità in ambito residenziale, la cui conseguenza è la creazione di dossi o la posizione di autovelox.


Aggiornamento 04-02-2014
Le telecamere ora riprendono i cassonetti posti vicino ai negozi a circa 5 metri dall'incrocio di via Donizzetti.

martedì 14 gennaio 2014

Evasione 2.0, ecco come funziona

Di recente il comune di Spinea ha aderito al progetto di Confcommerco per mettere online una vetrina virtuale ove proporsi al pubblico di internet.
Il progetto, promosso anche in città attigue a Spinea (es: Mirano 80 attività online solo nel primo anno di adesione al progetto), prevede l'inserimento degli esercizi commerciali che aderiscono in un apposito sito web: www.vivispinea.it.
Sul sito web si possono vedere i vani negozi, ognuno con la sua pagina privata ove pubblicizzare prodoti, le news del comune, gli eventi... tutto "taggato" con parole chiave per una ricerca più veloce.
Manca il contatore degli accessi, per cui non si sa quante persone visitino effettivamente questa vetrina virtuale.
Il sito è gestito dalla società Alchimatica srl di Cittadella, una società registrata nel registro delle imprese italiane.

Questa introduzione guidata degli esercizi commerciali nel web avviene in modo del tutto legale, essendo portata avanti come SRL italiana.
Tuttavia ciò non toglie che chiunque possa realizzarsi un proprio sito internet o E-Store a se stante usufruendo dei nuovi metodi per evadere le tasse che internet fornisce.

Uno dei sistemi più utilizzati per vendere dall'Italia evadendo le tasse italiane è quello di registrare con un prestanome una società VAT o LTD (sigle come P.IVA ma riferite ad analoghi di Malta per la VAT e di Londra per la LTD).
Fatto questo il sito web può vendere risultando come gestito da una società informatica estera, secondo la retribuzione di paradisi fiscali quali sono Londra e Malta.
I big del web (Apple, Google, Facebook, Amazon, ...) utilizzano la medesima tecnica... si pensi solo al fatto che Google Italia fattura servizi a Google Irlanda, per le ovvie convenienze fiscali invece che pagare le tasse all'Italia.
Il risultato è maggiormente evidente quando il sito internet è in italiano per italiani, piuttosto che in inglese per stranieri qualsiasi, gestito da italiani dall'Italia.
La Web Tax, tassa creata da vari paesi europei per arginare questo fenomeno è stata subito cassata dai partiti di centro italiani (Renzi dice a Letta "no alla web tax", Capezzone "web tax esempio di autolesionismo").
Il secondo modo inventato per evadere le tasse sfrutta Google Adwords e le SRL.
Le SRL o SRLS sono società incentivate per incentivare l'apertura di nuove aziende con un basso valore di tasse fino al 30% di guadagno sul fatturato.
Ciò significa che se si vuole guadagnare di più, basta solo abbassare i guadagni a valori simili ai costi.
Una delle tecniche utilizzate da anni è la tecnica dell'affitto di una SRL ad una SLE.
La SLE in mano ad un parente della SRL, affitta un immobile alla SRL, imponendo un costo tale da abbassare i guadagni sotto i limiti in cui si ricadrebbe in una tassazione maggiore.
Il guadagno della SLE rimane in mano sempre ai proprietari della SRL, ma sotto altro nome ed altro regime di imposizione fiscale.
Nel web questo trucchetto è sfruttabile con una società che faccia da intermediaria nella vendita di prodotti della SRL, mentre quest'ultima si pubblicizza online con Adwords (non essendoci poi l'obbligo di indicare la PIVA, le fatturazioni possono essere non reali).

La pubblicità permette di avere clienti via web che compreranno i prodotti sviluppati dalla SRL attraverso la società intermediaria.
Inoltre dietro il pagamento di una quota di circa 500 euro, sarà possibile ascrivere i costi pubblicitari sostenuti dalla SRL in Adwords come spese pubblicitarie detraibili nel bilancio della SRL, pagando così meno tasse all'Italia.

Chi dice che il futuro del commercio sia in rete, sà quel che dice, chi lo ascolta non ha capito niente od è colluso.

lunedì 13 gennaio 2014

Tangenziale Nord e Paes, qualcosa da nascondere?

Il progetto PAES prevede la Tangenziale Nord come linea d'azione M.007 capace di ridurre di ben 384.2 tonnellate le emissioni di CO2 rispetto la viabilità prevista.
La Tangenziale Nord è quell'opera viaria che sin dal 2007/2008 viene citata come sacro graal urbanistico, capace di togliere tutto il traffico dal centro di Spinea, permettendo così di chiudere via Roma.
Il primo a citare questo proposito fu il sindaco Claudio Tessari (progetto Masterplan), seguito ben presto dal rivale coi medesimi intenti Checchin (Piazza lunga un chilometro); tutto iniziò ben prima che l'Unione Europea prevedesse il Patto dei Sindaci ed il comune adottasse l'attuale PAES, così come redatto dai tecnici.
Un altro punto va considerato in questo breve riassunto: il 13 settembre 2008 il Comune di Spinea innaugurò via 11 settembre.
Via 11 settembre è la tangenziale nord... ma non è nemmeno la tangenziale nord.

Per tangenziale nord nel PAES si considera un percorso di 2 km, troppo breve per essere il reale tracciato della tangenziale nord, ivi inclusa quella che oggi si chiama via 11 settembre che nel PAES viene epitetata come "recente realizzazione situata a nord della stazione SFMR".


L'arcano giocoso delle parole merita di essere immortalato in un'immagine a peritura memoria.

D'altra parte basta aprire Google Map per accorgersi come sia irrealistico considerare la tangenziale nord lunga solo 2.5 km quando la sola via 11 settembre probabilmente consta di 2-2.5 km, il tratto dalla rotatoria di via Asseggiano fino via della Costituzione altri 2-2.5 km.
A questi 4-5 km vanno poi aggiunti i km che si devono percorrere per spostarsi dagli assi di Mirano (camionabile a sud e via Miranese) per recarsi all'imbocco della tangenziale nord, pari ancora a circa 2 km.


Le stesse cartine del PAES mostrano ad occhi quanto il percorso alternativo sia innaturale e spropositato per tutti gli abitanti dei comuni limitrofi per ovviare al centro di Spinea,  anche se si eccettua l'uso sapiente del medesimo colore verde che fa sembrare via Roma e via Costituzione la medesima strada.
Tuttavia con questi presupposti sbagliati portata avanti dalla politica da anni e sostenuti ancora dai tecnici si "pontificano" cubature in Piazza Marconi-Fermi con i progetti Masterplan o Piazza lunga un chilometro coadiuvati dalla chiusura e pedonalizzazione di un tratto di via Roma.

Anche nella parte ove si citano gli studi dello IUAV, anch'essi volti a dimostrare i benefici effetti della Tangenziale Nord, si sostiene la riduzione delle emissioni di CO2 (e numerosi altri inquinanti dovuti alle frenate-accelerate delle auto che divengono sempre più numerose in via Roma quanto più l'amministrazione è intervenuta con la creazione di sensi unici)


laddove nello stesso PAES, nel capitolo dedicato alla viabilità si sosteneva:


La professoressa Vittadini dello IUAV aveva riportato medesime parole per descrivere i progetti alla presentazione in sala comunale.


I contributi ed i comportamenti collettivi in termini di mobilità urbana sono ben descritti dallo studio sulle piste ciclabili, non considerato dallo IUAV.

E' bene notare che di tutti i progetti considerati e citati in occasioni pubbliche, l'elaborato del dottor Pasetto sulla viabilità di Spinea non viene mai considerato.

Rimane quindi il forte intento di prevedere metrature per il centro di Spinea in funzione dell'ipotesi che il traffico dei comuni limitrofi si sposti su un asse che non è conveniente come politici e tecnici del comune asseriscono, senza riduzione di emissioni di anidride carbonica che comunque ricadono in territori più vasti non avendo solo un impatto locale (basti vedere le previsioni dell'ARPAV che non fanno mai riferimento a valori locali e puntuali se non nel solo rilevamento).



Lo studio riportando
Attualmente  infatti  il  tratto  cittadino  di  via  Roma, spezzettato da un maggior numero di vie/auto che si immettono nella strada  principale, comporta un maggior numero di accelerazioni edecelerazioni per i mezzi che percorrono questa strada.

Non dice che buona parte di queste frammentazioni sono dovute agli inteventi urbanistici apportati negli ultimi hanno, che con sensi unici hanno spinto la popolazione ad usufruire maggiormente di via Roma, come più volte spiegato in questo blog e visibile se solo si analizzasse l'evoluzione storica degli interventi, aspetto che di fatto farebbe pensare che l'amministrazione ha agito involontariamente aumentando l'inquinamento fatto subire ai suoi abitanti.

Quindi al fine di far risultare positiva la riduzione di emissioni di CO2, degli 800 veicoli ora rilevati dagli studenti dello IUAV su via Roma e spostamento di 400 veicoli veicoli ora sulla tangenziale nord (percorso che dalla Fossa porta a Martellago e poi a scendere verso l'ex-cavalcavia) si è considerato il solo traffico proveniente da Martellago, stimato a caso nel 25% del traffico di via Roma.
In questo modo il tratto di percorrenza lungo la tangenziale nord da 5.400km a 3.500 a fronte dei 3.2 km considerati dallo IUAV per via Roma.
I chilometri fra la Fossa e l'imbocco della tangenziale nord vengono omessi perchè si considera il solo traffico ipotizzato da Martelllago.
Quindi si considera quel traffico che oggi percorre via Rossignago e via Asseggiano, saltando il chilometro di via Roma in centro fra la rotatoria dei Bersaglieri (incrocio via Roma, via Capitanio e via Rossignago) e la rotatoria dell'ex-cavalcavia (praticamente parte dell'area della piazza lunga un chilometro).
In questo modo si riduce la strada di progetto favorendo i risultati positivi.
Ma si sbaglia perchè si ipotizza il numero dei veicoli e non si verifica che questi veicoli già oggi saltano il centro, commisurato non nella totale percorrenza di via Roma dalla Fossa, come termine di paragone per le emissioni, ma nel solo tratto finale della stessa.
Al fine di calcolare la riduzione annuale di CO2 generata dalla deviazione del traffico  veicolare  di  attraversamento  diretto  verso  Martellago  con  la tangenziale  nord,  è  stata  introdotta  una  variazione  del numero  di  mezzi coinvolti e dei tracciati proposti dall’università.
Rispetto ai mezzi considerati nei calcoli dell’università nel presente computo si è stabilito cautelativamente che la tangenziale nord possa sottrarre da via Roma solo il 25% dei mezzi (200 mezzi) anziché il 50%.
Tale  variazione  prevede  di  ridurre  la  tratta  di  progetto considerata  nelle  elaborazioni  dello  IUAV  da  5.400  km  a  3.500  km,  che  corrisponde  al  65% della  lunghezza  inizialmente  considerata.
I  km   di  Via  Della  Costituzione sottratti dal tracciato di progetto andrebbero aggiunti alle percorrenze attuali ma  non  avendo  rilevazioni  di  tale  tratto  si  è  deciso  di  omettere  tale informazione.
Il dato finale risulta comunque cautelativo in quanto la riduzione di  CO2  ottenibile  con  l’attuazione  dell’azione  proposta  risulterebbe certamente maggiore.

Nell’ipotesi  che  la  tangenziale  permetta  di  togliere  da  Via  Roma  il  25  %  dei mezzi  (pari  a  200  veicoli/ora  in  orario  di  punta)  e  che  la  percorrenza  di progetto sia 65% della percorrenza su cui l’università ha stimato le emissioni di CO2 si ha che:
Tangenziale Nord:
(0.65% * 3.966 kg/giorno) /2 = 1.289 kg/gg
CO2 prodotta da 200 veicoli/h su Via Roma:
9.366 kg/giorno /4 = 2.341,5 kg/gg
Riduzione emissioni annuali CO2
(2.341,5 kg/gg -1.289 kg/gg) * 365 gg = 384.162,5 kg/anno

Dato completamente sbagliato.
Per correggere il dato in primo luogo andrebbe stimato il numero di veicoli diretti a Mestre e viceversa che evitano di utilizzare via Asseggiano e via Rossignago, percorrendo invece il tratto di via Roma fino alla rotatoria dei Bersaglieri per poi seguire via Rossignago e giungere alla tangenziale nord.
Questo  traffico non è pari al 25% del valore di via Roma, dato che già oggi è su un ramo alternativo.
Le sole auto che percorrono via Rossignago lo fanno per giungere al centro di Spinea.
In secondo luogo è palese a tutti che la tangenziale nord (e l'omessa via 11 settembre) sono un sicuro sgravio per via Rossignago e via Asseggiano, ma l'effetto per via Roma è valutabile in scarso, se non pessimo se si considera che il traffico diretto al centro di Spinea dalla tangenziale nord è costretto ad aggirare il paese per poi rientrare in ambito urbano, contrariamente via Rossignago porta ad un incrocio/rotatoria che smista verso tutti i quartieri di Spinea grazie a via Roma, via Buonarroti, via Capitanio e vicini innesti.
L'idea di percorrenza esterna è un danno alla circolazione locale urbana con abnorme aumento della percorrenza che in tale modo deve sempre avvenire all'esterno.

Inoltre il dato di via Roma andrebbe corretto per considerare che si sgrava il tratto solo per un chilometro (piazza lunga un chilometro) sui 3.2 misurati dagli studenti dello IUAV.
Se facessimo le proporzioni (1/3.2 = 31.25%) scopriremmo che le emissioni sono pari a 2.341,5 kg/gg* 31% = 731.72 kg/gg da cui si attesta un aumento delle emissioni di 1616kg/gg * 365 = 590 tonnellate anno.
Ma questa misura come già detto è priva di significato se il traffico percorre via Rossignago e via Asseggiano invece di via Roma, così come avviene già oggi.


Aggiornamento 30-11-2014
Distanze stimate con OpenStreetMap
  • tangenziale nord (e/o via 11 settembre): lunghezza tratto blu: 191.46 unità, pari a 3.77 km (invece di 3.5 km stimati dai tecnici del comune);
  • lunghezza tratto rosso (congiungente Fossa-viabilità alternativa): 95.56 unità, pari a 1.88 km (invece di 0 km utilizzati come confronto dai tecnici del comune... hanno trascurato questo tratto);
  • lunghezza tratto verde (via Roma da chiudere secondo il Comune di Spinea): 137.52 unità, pari a 2.70 km (invece da 3.2 km utilizzati come confronto dai tecnici del comune);
in totale 5.65 km per il percorso alternativo della tangenziale nord rispetto via Roma.

Piste ciclabili e PAES, qualche cifra

Fra le linee d'azione del PAES, il punto M.006 prevede il potenziamento delle piste ciclabili a Spinea, creandone di nuove, congiungendo tratti di quelle esistenti.
La riduzione di tonnellate di CO2 prodotte prevista è pari a 78.4 tonnellate sulle 6950 tonnellate totali con tutti gli interventi previsti nel piano.

Già in passato s'era fatto notare in questo blog come la popolazione del miranese fosse poco interessata ad utilizzare le biciclette, con il fallimento della manifestazione organizzata dai Lions Club.
Nel frattempo le numerose clitiche sollevate per la realizzazione della pista ciclabile in via Roma spinsero vari soggetti ad un botta e risposta su newsletter del comune e lettere ai giornali, culminato nel sondaggio condotto dalla FIAB Spinea, che dimostrava come ai bambini piace andare in bici, a parte forse quando piove, fa freddo, fa caldo o c'è nebbia.
Di certo la FIAB potrà emulare il sondaggio con gli anziani, ma il problema sono quei 35-40 anni che stanno nel mezzo, in cui l'uomo adolescente ed adulto cambia mezzo di locomozione.
Il lavoro richiede infatti puntualità, possibilità di spostarsi in tempi rapidi verso mete non previste, possibilità di potar carichi, e non alterazione delle condizioni igieniche dell'individuo (correndo in bicicletta si suda piuttosto che utilizzare un mezzo di locomozione).
Quest sono solo alcuni degli ulteriori impedimenti che in tutta probabilità spingonoi residenti a non utilizzare la bicicletta come mezzo di locomozione.

Tuttavia la scheda d'azione del PAES riporta uno studio di stima del numero di abitanti che utilizzano la bicicletta come mezzo di locomozione: su circa 28 mila abitanti 687 ciclisti giornalieri



La stima delle emissioni viene quindi fatta sul numero di km di pista ciclabile per abitante, l'ipotesi di potenziamento che prevede quasi un raddoppio e le stime di crescita della popolazione (posta a circa 24 mila abitanti nel 2005).
Per il calcolo delle emissioni di CO2 prendendo spunto da vari studi derivati anche da altre città, si ipotizza un percorso di soli 2 x 2 km giornalieri (andata e ritorno), che in parte sovrastima gli anziani/bambini che in bicicletta si recano a prendere il pane od a scuola ed in parte sottostima i pur pochi ciclisti che escono dalla città (in uscita casa-lavoro).

Quindi passando dai 9 km di piste ciclabili previsti nel 2005 ai circa 15 previsti per il 2020 ad un costo stimato di 1000 euro al metro lineare (15-9 = 6km, circa 6 milioni di euro di previsione ) di pista ciclabile, secondo il calcolo adottato nel 2020 dovrebbero all'incirca raddoppiare i ciclisti per un totale di 1374 persone.

Un rapido conto mostra che ogni ciclista costerà 8733 euro in potenziamento di piste ciclabili, quanto un impianto fotovoltaico da 3 Kwp, capace di produrre una riduzione delle emissioni di circa 48 tonnellate di CO2 in 30 anni (533 kg ogni anno per 1 KWh elettrico prodotto da 1 KWp).
Dato che dal 2014 al 2020 mancano 6 anni, 533 Kg per 3 Kwp per 687 ciclisti (il solo incremento previsto con le nuove piste ciclabili dal 2005) per sei anni comportano una riduzione di 6594 tonnellate di CO2 rispetto le 78 tonnellate ottenibili con la medesima spesa in piste ciclabili.
La stima di riduzione delle emissioni potrebbe poi essere raddoppiata se il Comune nel regalare impianti fotovoltaici alla popolazione detraesse il 55%, di fatto a parità di spesa raddoppiando in questo modo il numero di impianti realizzabili/cedibili gratuitamente: circa 1526 impianti in 6 anni, su quasi 8000 case di Spinea, con una riduzione di 14640 tonnellate di emissioni fino al 2020).

A parità di spesa ecologicamente conviene di più regalare impianti fotovoltaici da 3 Kwp alla lotteria di natale, premiando i primi 114.5 classificati.

Questo risultato sconfortante in realtà non considera la riduzione degli incidenti comportata dalla creazione delle piste ciclabili, laddove ben costruite (quindi non come in via Matteotti ove si costringe il flusso di auto a uscire dalle vie laterali Sarpi, Verga, Bruno tagliando la strada proprio alla pista ciclabile per la creazione del senso unico).

Progetto Pedibus e PAES, qualche cifra

Il progetto Pedibus è un programma organizzato da alcuni anni con dei cittadini volontari che si fanno carico ogni mattina di controllare che bambini delle scuole di Spinea (elementari e medie) vadano a scuola a piedi piuttosto che essere accompagnati in auto dai genitori.
In questo modo i genitori possono andare a lavoro diretti senza compiere più viaggi dentro la città per andare prima nella scuola del figlio e poi verso lavoro.
Ricordo che una delle forme di traffico di attraversamento che coinvolse il quartiere Dante quando crearono i sensi unici di via Matteotti, D'Annunzio, Bennati fu proprio il passaggio delle auto dei genitori che ogni mattina dovettero cambiar tragitto per portare i figli a scuola nel quartiere Fermi, chiuso fra via Roma intasata ed il senso unico di via Matteotti.

Per partecipare al progetto Pedibus ci si deve iscrivere.

Il 9 gennaio 2014 La Nuova Venezia in un articolo descriveva l'apertura di nuovi percorsi a Fornase per il progetto Pedibus ed il raggiungimento della quota di 250 iscritti.

La popolazione per classi d'età di Spinea al variare degli anni è descritta in questo sito internet.


Fra gli zero ed i cinque anni, i bambini vanno all'asilo e probabilmente sono troppo piccoli per andare a scuola a piedi; quindi 1544 bambini vengono accompagnati a scuola.
Elementari e medie, scuole tutte presenti a Spinea, coinvolgono bambini con età compresa fra i 6 ed i 14 anni, per un totale di 2160 bambini.
Gli istituti superiori ed universitari non sono presenti sul territorio di Spinea, quindi le altre età possono essere scartate.
Quindi il progetto Pedibus avendo in mano la statistica completa sembra aver coinvolto solo l'11.6% dei possibili interessati.
In realtà nulla vieta che vi siano anche dei ragazzi che vanno a scuola a piedi od in bicicletta senza aderire al progetto Pedibus.

Il PAES stima che il progetto Pedibus (sigla M.008) elimini 14.9 tonnellate di CO2 (circa 59.6 Kg di CO2 evitati a bambino fino al 2020) su un totale di 6950 tonnellate evitabili con una serie più vasta di interventi.
La stima viene fatta considerando i percorsi medi previsti dal pedibus e comparando approssimativamente la distanza percorsa dai bambini sugli stessi alla distanza evitata in auto dai genitori.
In questo modo la distanza percorsa dall'auto non considera l'aumento delle distanze di percorrenza dovute ad una serie di sensi unici realizzati negli ultimi anni.

Mi sembra quindi che si creino dei curiosi contrasti fra un progetto fortemente voluto dall'amministrazione comunale, tanto che il sindaco presenzia l'inaugurazione dei nuovi percorsi, e la probabile sottostima di emissioni di CO2 evitate, che darebbe credito a chi crede che i sensi unici altro non facciano che allungare i percorsi facendo inquinare di più le auto, fra chi loda il progetto perchè permette ai genitori di dirigersi direttamente a lavoro senza intasare la circolazione locale con mete multiple e la maggioranza delle persone che al progetto non ha mai aderito.

Più sicurezza con gli attraversamenti pedonali in rilevato?

Su una recente newsletter del Comune, l'amministrazione ha indicato che con i lavori di realizzazione della pista ciclabile in via Roma si sarebbe proceduto anche a realizzare degli attraversamenti in rilevato.
Da qualche giorno sono stati conclusi due nuovi attraversamenti pedonali a Spinea: uno di fronte al Municipio ed uno all’altezza della biblioteca. Scopriamo insieme le caratteristiche tecniche di questi due manufatti che migliorano la sicurezza stradale di via Roma sia per i veicoli che per i pedoni. Gli attraversamenti pedonali rialzati sono costituiti da un rilievo del piano viabile attraverso rampe di raccordo in corrispondenza di aree da proteggere da eccessive velocità ed in prossimità di attraversamenti pedonali. Il veicolo che transita sull’attraversamento è costretto a rallentare, ma non subisce uno scossone impulsivo e violento così come accade quando si attraversano dossi stradali. Inoltre è più facile per il conducente comprendere che tale misura non è soltanto punitiva, ma svolge una funzione urbana di collegamento. Gli attraversamenti realizzati su Via Roma sono composti da due rampe della pendenza del 4,6% (fronte Municipio) e del 3,35% (fronte biblioteca) e da un piano orizzontale sopraelevato dell’estensione di circa 7 metri.

Gli attraversamenti in rilevato sono dei passaggi pedonali normalissimi, solo che invece di trovarsi al livello della strada sono posti sopra un grande dosso.
La parte in salita del dosso, prossima alle strisce dell'attraversamento pedonale può essere considerata a distanza nulla dal punto in cui si incrociano pedoni con flusso di automobili.
In questo modo viene rispettata la norma del codice della strada che vieta di porre dossi in particolari posizioni quali: corsie di immossione di rotatorie, curve, spazi di frenata.
In effetti i dossi sono di per se un elemento pericolosissimo per la corsa naturale dei veicoli, poichè facendo sobbalzare le ruote (e le sospensioni) possono portare al bloccaggio delle stesse (senza un adeguato ABS) riducendo la tenuta degli pneumatici.
Se prendessimo in considerazione per esempio la tenuta di strada di un'auto in curva, ogni singola ruota sviluppa due forze con la strada, una parallela alla ruota ed una tangente diretta verso l'esterno e più piccola di quella diretta lungo l'asse delle ruote o per così dire lungo il moto.
L'insieme di queste due forze permette all'auto di curvare facendo presa sull'asfalto.
Se però si ponesse un dosso in curva od in ingresso di curva le forze fra ruota e manto stradale si annullerebbero, facendo andare dritta l'auto, fuori dalla curva.

Nel caso dei dossi posti su una strada rettilinea, nei punti ove non è assolutamente necessario avere tenuta di strada per il veicolo, il sobbalzo costituisce un disincentivo a prendere velocità.
Per cui se un veicolo arriva a bassa velocità sentirà uno scossone minore sulle sospensioni, invece se un veicolo proviene ad alta velocità rimbalzerà per il momento che si crea fra le ruote anteriori e posteriori, mentre queste a turno perdono d'aderenza sul dosso.

Quindi gli attraversamenti sopra un dosso vicino alle strisce semplicemente fanno si che i veicoli condotti da chi non ama far sobbalzare l'auto siano lenti a ridosso del passaggio pedonale.
Mentre chi non si preoccupa di tali problemi, comunque perde di aderenza a ridosso del passaggio pedonale ed anche se aumenta lo spazio di frenata, comunque avrebbe preso sotto il pedone.
Diverso è il caso dei dossi per la rotatoria posta fra via Alfieri e via Roma, dove i dossi sono posti a qualche metro di distanza, nello spazio dedicato alla frenata per il vincolo di dare precedenza delle "corsie di immissione". Si fa notare come l'esperimento della rotatoria di via Alfieri-Roma non sia stato replicato in nessun'altra rotatoria di Spinea, nemmeno per quelle di via Luneo-Rossignago con la camionabile.

Quindi i passaggi pedonali posti sopra un rilevato stradale o dosso non creano automaticamente la sicurezza per l'attraversamento.

Tuttavia esiste un altro aspetto da considerare in funzione delle diverse condizioni di traffico su una strada urbana: condizioni di traffico scarso, condizioni di coda, condizioni critiche.
In condizioni di traffico in coda la velocità è limitata dal lento procedere della coda di auto, per cui il dosso non serve.
In condizioni di traffico scarso, lo spazio ampio per il basso numero di veicoli porta in genere il guidatore ad aumentare le velocità oltre i limiti.
Sta poi alla coscienza del conduttore del veicolo scegliere come comportarsi di fronte ad un passaggio pedonale rialzato.
In condizioni di traffico critico, le auto saturano il percorso stradale per cui basta un piccolo rallentamento di uno dei veicoli nel percorso per provocare rallentamenti di tutti i veicoli che segono.
Un passaggio pedonale in dosso in questa condizione di traffico peggiora la circolazione dei veicoli perchè anche se il passaggio pedonale è vuoto, comunque ci sono auto che frenano per il dosso, provocando code incipienti.

domenica 12 gennaio 2014

PAES e gli accordi con Veritas

Si prende in considerazione il PAES di Spinea, Piano d’Azione per l’Energia Sostenibil.

Nel piano si legge che una delle azioni che si pensa di perseguire per incentivare i privati a modificare i loro impianti di riscaldamento con altri maggiormente efficienti (o legati a energie rinnovabili) è:

Nel concreto, l’idea è quella di chiedere a Veritas, su supervisione del comune di Spinea, la fornitura a costi  convenienti  e  promozionali  di  nuove  tecnologie  emergenti  (fotovoltaico,  valvole  termostatiche,  caldaie  a condensazione,  pompe  di  calore) per tutti i nuovi utenti allacciati alle proprie forniture, in cambio, ovviamente, di un risparmio economico ed energetico garantito.
Ora, la multiutility Veritas distribuisce nel territorio della provincia di Venezia vari servizi quali
  • servizio idrico integrato; 
  • igiene ambientale;
  • servizi urbani collettivi;
  • energiail gruppo veneziano sta costantemente aumentando le proprie competenze nell’energy management e nella produzione di energia da fonti rinnovabili (pannelli solari). Veritas fornisce gas naturale ed energia elettrica a industrie, piccole e medie imprese, enti pubblici, settore residenziale (condomini) e settore domestico attraverso la partecipata Veritas Energia.

Quanto previsto nel PAES è indurre Veritas anche alla fornitura di impiantistica, ambiente nel quale esistono già diverse aziende nel territorio veneto.
In questo caso Veritas si troverebbe in una doppia posizione privilegiata, in primo luogo perchè già vende energia sul territorio della provincia, ed in secondo luogo viene sponsorizzata dal Comune stesso, a discapito della concorrenza di altre aziende del territorio !

Si nota poi quanto questa scelta del PAES e quindi dell'amministrazione comunale appaia insulsa ed illogica, poichè chiedere ad una società che vende energia nel territorio di vendere anche gli impianti che vanno con la fornitura di gas / energia elettrica  sarebbe come chiedere ad un rivendiore di benzina di fare anche da venditore di auto a prezzo scontato.
E' quasi ovvio che il gruppo che assumerà entrambe i compiti sarà invogliato a vendere ai clienti auto scassate che consumano molta benzina, piuttosto che modelli efficienti e performanti.
Oppure quanto meno con una tale linea d'azione non si potrà mai chetare il pregiudizio che ci una fregatura o qualcosa di losco dietro.

Viabilità, cosa prevede il PAES?

Il PAES, Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, del comune di Spinea derivante dal Patto dei Sindaci (un'azione congiunta per la riduzione delle emissioni di gas serra, il miglioramento dell'efficienza energetica e la riconversione di una percentuale di energia consumata in fonti rinnovabili) è stato pubblicato sul sito del Comune.
Per una descrizione del documento si rimanda al sito del comune oppure a questo articolo.
La redazione del piano consta di una fase di analisi degli ambiti che contribuiscono alle emissioni, la redazione dell'IBE, Inventario di Base delle Emissioni, e la definizione di un piano d'azione al fine di ridurre l'impatto ambientale di pubblico e privato del comune entro i termini previsti dall'Unione europea con il Patto 202020.

Fra le varie voci considerate vi è anche il trasporto privato e commerciale, il quale inciderebbe sullle emissioni per il 40% rispetto all'edilizia residenziale (principalmente riscaldamento ed illuminazione), il patrimonio comunale (riscaldamento ed illuminazione), ed il comparto pubblico non comunale.
Per questo nel documento del PAES, circa a pagina 15 per quanto riguarda il traffico torna la vecchia ossessione comunale di togliere il traffco da via Roma... perchè se lo stesso numero di auto passano 1-2 km a sud ed a nord rispetto via Roma aumentando i tratti di percorrenza, pare cambi tutto ed i veicoli inizino a emettere profumo di rose:

Il  traffico,  principalmente  concentrato  sull’asse  “monumentale”  di  via  Roma  ed  equamente  suddiviso  in traffico  di  attraversamento  e  traffico  locale,  è  stato  spesso  oggetto  di  analisi  approfondite  allo  scopo  di diminuire  l’impatto  sull’inquinamento  e  sulla  comunità.  Le  soluzioni  individuate  sono  quelle  relative  allo spostamento dei veicoli verso le zone periferiche della città grazie al potenziamento della camionabile (a SUD) ed alla realizzazione della costruenda tangenziale nord di collegamento tra la zona del Graspo deUva.
Segue
Date queste caratteristiche della città di Spinea sono appunto i consumi residenziali e quelli legati al trasporto  che  fanno  impennare  le  tonnellate  di  CO2 emesse nella nostra città ed è li che dovremmo agire, operando non tanto con atti di amministativi coercitivi che superino in rigore le norme nazionali, quanto piuttosto con percorsi di condivisione capaci di coinvolgere da un lato gli utilizzatori di gas, energia elettrica e carburanti, ...
Niente di più lontano dalla realtà di Spinea, ove coercitivamente si suppone che tutti i pendonali che percorrono in auto Spinea da Mirano a Chirignago (e viceversa) debbano spostarsi sulla tangenziale nord (o sulla tangenziale sud), ove coercitivamente si impone la tangenziale sud sfruttando il vincolo dell'opera complementare al Passante di Mestre.
Analogamente l'idea stessa di chiudere via Roma e realizzare il Masterplan / Piazza Lunga un Chilometro non ha nè percorsi di condivisione, nè di partecipazione del cittadino, il quale non solo ha disertato tutti gli incontri di premiazione e pubblicazione dei progetti del concorso di idee per piazza Marconi, ma nel caso della mostra in via Alfieri ha espresso pareri estremamente negativi.

Leggiamo poi nel pdf del PAES:
La  realizzazione  del  Passante  di  Mestre  e  del  Sistema  Ferroviario  Metropolitano  Regionale,  hanno contribuito  a  sgravare  via  Miranese  da  una  pare del traffico di attraversamento, con  conseguente  miglioramento della qualità ambientale.
Questa affermazione che appare del tutto irrealistica a chi vive a Spinea è legata probabilmente ad alcune constatazioni, come per esempio che nel parcheggio della stazione  SFMR, pendolari lasciano l'auto per spostarsi in treno, oppure che dal casello di Mirano si possa accedere alla rete autostradale per dirigersi a Marghera senza pagare un euro.
Tuttavia la mancanza di cifre concrete sull'effettiva riduzione di traffico, ben si coniuga con l'impressione di chi vive a Spinea che non sia poprio mutato il traffico che percorre quotidianamemente via Roma.
In effetti se per esempio si considera la stazione dei treni con parcheggio scambiatore lo sgravio di traffico può essere considerato per recarsi alla stazione di Mestre od a Castelfranco più che nell'accedere con l'auto al parcheggio scambiatore stesso.
Di conseguenza via Roma e per i quartieri a Sud, via Alfieri e via Bennati hanno subito il flusso d'auto diretto verso il parcheggio scambiatore.

In seguito
Il  Comune  di  Spinea  occupa  una  posizione  strategica di  collegamento  tra  la  città  di  Mestre-Venezia e i principali centri urbani dell’entroterra veneziano. Pur essendo un asse urbano, via Miranese risulta dunque caricata  in  gran  parte  con  flussi  di  traffico  di  attraversamento  che  costituiscono  un  forte  elemento  di disturbo e interruzione del centro abitato.
Realizzare  un  quadro  di  riferimento  del traffico e della mobilità del comune non risulta cosa agevole; richiede  l’analisi  aggiuntiva  delle  dinamiche in  atto  esternamente  all’area  come  pure  la  valutazione  dei rapporti  tra  il  sistema  infrastrutturale  interno  e  quello  del  contesto  territoriale  in cui si trova inserito il comune. Ciò significa che le eventuali criticità sul traffico dipendono da fenomeni congiunti, che possono essere governati solo parzialmente dalle scelte assunte dal piano.

In questo si trova piena similitudine con quanto questo blog afferma da anni riguardo alle criticità indotte al trasporto locale e globale indotti con certi interventi sul territorio.

Tuttavia pur avendo una visione complessiva comune delle difficoltà insite nel Comune il PAES prosegue con:
4.7.3 Nuovi progetti ed evoluzione dei volumi di trafficolocale e di attraversamento
La  realizzazione  del  Passante  Autostradale  ed  il  Servizio  Ferroviario  Metropolitano  Regionale,  con  le necessarie  opere  complementari,  rappresentano  un’interessante  opportunità per  orientare  i  volumi  di traffico e nel complesso, la generale trasformazione del territorio Spinea. La realizzazione di queste opere ha  infatti  già  iniziato  a  sgravare  via  Miranese  da  una  parte  del  traffico di attraversamento, con conseguente miglioramento della qualità ambientale del comune.
...
La stazione dei treni nelle previsioni del PAES dovrebbe quindi "garantire la mobilità della popolazione in un contesto a struttura policentrica" che altro vuol dire se non divenire luogo ove i pendolari dovrebbero recarsi per dirigersi in treno verso i vari luoghi nel territorio urbano.
Il problema quindi sta nel travisare la Stazione come sgravio della circolazione d'auto, quando in realtà diviene punto da raggiungere per sgravare i territori limitrofi dalla circolazione delle auto (es: mi dirigo in auto alla stazione dei treni di Spinea per andare a Mestre senza passare per Chirignago in auto).

Viene quindi il turno delle lodi alla Tangenziale Sud, detta anche Strada Folle:
Durante  la  progettazione  del  sistema  del  Passante  di  Mestre sono stati definiti inoltre un insieme di interventi  infrastrutturali,  di  natura  essenzialmente  locale, definite "opere complementari" che rappresentano un adeguato bypass con la rete ordinaria nei nodi di scambio e permettono di convogliare in modo sostenibile la mobilità dell’area e migliorare il livello di servizio e il traffico congestionato.

Nel caso del territorio di Spinea le opere complementari del passante sono sostanzialmente tre:
[omesse]
Intervento 8 BIS -  Bretella Sud - collegamento via Martiri della libertà - via Capitanio. Poco più di un chilometro, niente rispetto a quello che accadrà a nord, ma la bretellina passerà sopra i campi  da calcio del Villaggio dei Fiori, scavalcando il Rio Cimetto e collegandosi alla viabilità urbana con due rotatorie, una della quali, quella su via Capitanio, di forma ovale e con ben cinque innesti
lodi apparentemente immotivate se si considerasse quanto descritto ovvero il collegamento fra via Martiri con via Capitanio, strada con dimensioni tali da non potersi far carico di quello già sovrabbondantemente presente....tanto più con una rotatoria da cinque innesti, una cattedrale nel deserto oggi che invece come già previsto mesi fa nell'analisi del nuovo PAT, ha in realtà il vero scopo di costituire un accesso verso Chirignago-Mestre e la tanto lodata Stazione dei treni SFMR, passando attraverso la tangenziale sud ed il quartiere Dante (via Alfieri e via Bennati), che così diventerebbero nuova porta per l'accesso a Mestre facendosi carico del traffico odierno di via Roma (30 mila veicoli al giorno).

Segue poi l'analisi del trasporto pubblico, senza evidenziale come vi sia conflitto fra l'attuale linea di percorrenza degli autobus ACTV ed i propositi di chiusura e pedonalizzazione di una parte di via Roma a cavallo delle metrature realizzabili a cavallo di piazza Marconi-Fermi.
Lodi anche per il servizio GiroSpinea, incapace di invogliare la popolazione a farne uso (circa 2500 passeggeri all'anno, ovvero 7 passeggeri al giorno su pulmini da 34 posti con corse ogni ora in entrambi i sensi), in prodonda perdita se non ci fossero fondi regionali a sostenerne i costi.

Piste ciclabili
Nonostante la realizzazione di 2 km di nuove piste  ciclabili, gli interventi realizzati in questo periodo non hanno  prodotto  miglioramenti  rilevanti:  l’indice  di ciclabilità, che calcola i metri di piste ciclabili per abitante,  al  2006,  resta  di  molto  al  di  sotto  al  parametro  di  riferimento di 1.5 m/abitante, parametro desunto  dalla  letteratura  europea,  passando  da  0,21 m/abitante  del  2001  a  0,30  m/abitante  del  2006. Ugualmente l’indice di continuità al 2006 risulta pari al 0.77 ed indica una rete ampliamente frammentata e discontinua
Senza dimenticare la scarsissima quantità di persone che utilizzano le piste ciclabili o aderiscono ad attività relative, da cui si deduce la perdita di denaro pubblico per opere che non coinvolgono la popolazione, quando non vengono sfruttate per secondi fini.

Piazza lunga un chilometro - progetti dello IUAV
L’idea  di  fondo  è  quella  di  restituire  all’asse  principale  di  via  Roma,  che  attraversa  longitudinalmente  tutto  il compatto centro urbano di Spinea, il suo significato di centro della vita quotidiana degli abitanti, oggi fortemente compromesso dall’intensità del traffico di attraversamento e dalle conseguenze di inquinamento e pericolosità che ne  derivano.  Deviato  il  traffico  di  attraversamento sulla  tangenziale  nord  in  corso  di  realizzazione  si  apre l’opportunità di dedicare la capacità stradale ottenuta alla riconquista degli spazi centrali. Per i futuri urbanisti via  Roma diviene così una lunga piazza, dove il ridisegno dello spazio pubblico scandisce la presenza dei  luoghi della socialità e degli elementi urbanistici di pregio. Accanto ai progetti puntual alcuni gruppi di lavoro hanno sviluppato ragionamenti  sull’insieme  della  mobilità,  arrivando ad  una  prima  stima  della  variazione  delle  emissioni  di  CO2 conseguente al nuovo assetto rispetto alla situazione esistente.
...
I risultati raggiunti hanno in parte messo in discussione l’attuale configurazione urbanistica della porzione centrale del territorio, senza però la pretesa di proporre interventi realmente attuabili e rispondenti ai vincoli esistenti. Le proposte  hanno  catturato  l’interesse  dell’Amministrazione  comunale  e  della  cittadinanza,  mettendo  in  luce  la genialità delle idee di un gruppo giovane e innovativo di futuri urbanisti.
Anche se le elaborazioni di calcolo non hanno evidenziato azioni particolarmente efficaci sulla riduzione della CO2,  ...
Quindi in barba alla considerazione in cui mi trovavo in accordo che le criticità locali dipendano da fattori locali e non locali che minimo la possibilità di intervento nel piano ("Ciò significa che le eventuali criticità sul traffico dipendono da fenomeni congiunti, che possono essere governati solo parzialmente dalle scelte assunte dal piano.") si persegue a lodare soluzioni costruite sulla base della unica ipotesi che il traffico passante si posti sulla tangenziale nord, quando come evidenziato dagli studenti dello IUAV ciò non comporta riduzioni di emissione d'anidride carbonica.

Rimane quindi la reale preoccupazione che il PAES, ennesimo atto pubblico costruito concordemente all'idea di chiudere il centro di Spinea (circa dai Bersaglieri fino alla chiesa San Vito e Modesto) costituisca aggravio per la rete alternativa Tangenziale Sud, costruita di nascosto senza rivelarne la vera natura, o peggio divenga un peggioramento della vita per i quartieri confinanti, così come avviene oggi ogni qualvolta si esegue la manifestazione Notte Gialla (manifestazione che per ora viene svolta una sola notte in estate quando il traffico pendolare è già ridotto di per sè).

Ici, Imu, Mini-IMU, Res, Service tax, Tares, Tarsu, Trise, Tasi, Tarsi, Tuc, Iuc...

Dato che neppure i commercialisti riescono più a capire quale sia la tassazone sulla prima casa, dopo questi ultimi due anni di inganni del governo Monti e Letta retti da PD e PDL, il Ministero dell'Economia (se ne esiste ancora una in Italia) e delle Finanze hanno pubblicato un breve riassunto delle scadenze sulla nuova tassazione sulla casa del 2014.

La legge di stabilità per l’anno 2014 (legge 27 dicembre 2013 n. 147) ha previsto:
1) per l’imposta unica comunale (IUC) che si compone dell’IMU, della TARI e della TASI i seguenti termini di versamento:
  • per l’IMU: il 16 giugno e il 16 dicembre; 
  • per la TARI e la TASI: almeno due rate a scadenza semestrale i cui termini sono stabiliti da ciascun comune in maniera anche differenziata fra i due tributi. Inoltre è prevista la possibilità del pagamento in un’unica soluzione entro il 16 giugno. 

2) per la cosiddetta “mini IMU”, vale a dire l’eventuale parte residuale della seconda rata dell’IMU 2013 a carico del contribuente: il prossimo 24 gennaio;
3) per la maggiorazione standard della TARES: il prossimo 24 gennaio, a meno che il versamento non sia stato già effettuato entro il 2013.

Riassumendo la nuova tassa sugli immobili dovrebbe essere così:
Prime case
IUC = IMU + Tari + Tasi
IMU = 0; 
Tasi = variabile con aliquote fino al 3.5 per mille; 
Tari = prende il posto della Tares

Viene tolta l'IMU per le prime case (non determinate categorie catastali), che almeno per Spinea era al 5 per mille rispetto l'aliquota base di 4 per mille, ma con detrazione di 200 euro per figli e ulteriori 50 euro per ogni figlio di età inferiore a 26 anni. Se per esempio un immobile aveva una rendita catastale di 500 e 1 solo figlio di età superiore a 26 anni ciò corrispondeva ad una tassa al netto delle detrazioni di 220 euro invece che 420 euro e quindi ad un'aliquota reale di 2.62 per mille.

Tuttavia ora le le prime case pagheranno la Tasi, l'imposta sui servizi offerti dal Comune, a quanto pare non ripagati dalla valanga di altre tasse che gravano sul cittadino (IVA, Irpef, RES, IRAP,...), con un'aliquota base di 1 per mille per lo Stato, ma variabile fino al 3.5 per mille a scelta del Comune.
Faccio notare che anche la prima stesura della legge sulla tassa che in dialetto veneziano ammutolisce (tasi = taci in dialetto), prevedeva il possibile aumento dell'aliquota al 3.5 per mille, ma solo dal 2015/2016 in poi, con un incremento progressivo anno per anno.
Da ciò si evidenzia come la nuova tassa sia più onerosa della vecchia IMU, proprio per la mancanza delle detrazioni che abbassavano l'aliquota reale.
Si ha quindi:
- per i single senza figli la convenienza in qualsiasi caso di rendita catastale, poichè la possibile aliquota massima del 3.5 per mille risulta in genere inferiore alle aliquote che i Comuni avevano adottato per l'IMU;
- per tutte le famiglie con figli un aumento di spesa in funzione della rendita catastale, facendo pagare di più a chi vive in prime case con minor rendita catastale e meno a chi vive in case maggiori.
Il calcolo è semplice:
IMU=160*1.05*rendita catastale*5/1000 - 200 - n*50 = 160*1.05*rendita catastale * 3.5/1000=Tasi
Assumendo n=0, ovvero zero figli con età inferiore a 26 anni, ma comunque una detrazione di 200 euro per figli:
160*1.05*(5-3.5)*rendita catastale / 1000 = 200
 viene: rendita catastale = 793.65
Ovvero
- chi vive in una casa con rendita catastale maggiore di 793.65 paga più IMU e meno Tasi - quindi grandi abitazioni hanno un beneficio dal cambio di tassazione;
- chi vive in una casa con rendita catastale minore di 793.65 paga meno con l'IMU che con la Tasi  -  quindi chi vive in piccoli appartamenti/case ha un aumento della tassazione.
Invece la possibile fregatura riservata dallo Stato Italia ai Comuni locali si trova nel Fondo di Perequazione, qui spiegato ed anche qui.
Nel primo anno di IMU, il 2012 ai comuni fu versato dal fondo di perequazione
un importo di tassazione pari all'ICI 2010 (che non aveva di certo nè le aliquote dell'IMU, nè il moltiplicatori 160 per le case, dato che era 100).
L'eccedenza di tassazione rispetto l'ICI 2010 dovrebbe essere andata allo Stato.
Nel 2013, l'IMU prime case è stata eliminata, creando così notevoli disequilibri fra comuni con prevalenza di prime case e comuni con prevalenza di seconde case.
In questo caso il fondo di perequazione gestito da Stato ed agenzie delle entrate avrà un bel da fare a spostare i proventi della tassazione fra i comuni con prevalenza di seconde case e quelli con prevalenza di prime case limitrofi, il tutto sulla base di regole di ridistribuzione fra i comuni limitrofi non ben note (forse ancora sulla base dell'ICI 2010)

Detrazioni: forse 60-80 euro....devono decidere, per ora non l'ho considerata.


Seconde case
IUC = IMU + Tari + Tasi + IrpefIMU = alta; 
Tasi = variabile con aliquote fino al 3.5 per mille e limite per non superare l'11.6 per mille; 
Tari = prende il posto della Tares, mediata fra inquilino e proprietario;
Irpef o Cedolare secca = invariate.

Le seconde case continueranno a pagare l'IMU con moltiplicatori ed aliquote come avvenuto nel 2012 e nel 2013; si ricorda che le seconde case, specie quelle locate sono fra le più tartassate con moltiplicatore doppio rispetto banche, uffici e negozi ed aliquota simile a seconde case.

Non è stata reintrodotta l'IRPEF per immobile sfitto, per volontà di alcuni politici, tassa che era stata eliminata ed accorpata nell'IMU, comunque con abnorme aumento di imposta.
Inoltre sarebbe stato a dir poco ridicolo e criminale imporre un'IMU con aliquota variabile a seconda che l'immobile fosse locato o sfitto e parallelamente applicare ulteriormente una tassa come l' "IRPEF per l'immobile sfitto"  se l'immobile fosse stato non locato, come se producesse rendita dall'esser vuoto (specie oggi che con il crollo del mercato degli immobili, il valore di un immobile non si rivaluta come avveniva invece negli anni '90 durante la svalutazione della lira).
Per i casi di immobile locato permane invece la possibilità di pagare o l'IRPEF sulla rendita dell'affitto o la cedolare secca, tassa che come l'IMU facilità le aliquote elevate 0.43-0.45 riducendo il regime fiscale a 0.21 per gli immobili locati con canone libero.
Esattamete come l'IMU anche l'IRPEF, tasse pari uguali ad oltre il 40% del valore dell'affitto, sono dovute senza che lo Stato faccia NIENTE per ottenerle.

Per esempio per i sempre più diffusi casi di danni all'immobile o di mancato pagamento dell'affitto lo Stato potrebbe utilizzare il denaro che riceve per non fare NIENTE e non erogare NESSUN SERVIZIO per svolgere almeno il compito di ente fidejussorio sui danni che generalmente l'inquilino fa alla proprietà altrui, o quanto meno ente fidejussorio per il mancato pagamento degli affitti.
In un periodo in cui lo Stato fa pesare ai suoi cittadini NUOVE TASSE per ripagare i SERVIZI che eroga è il MINIMO far notare i SOLDI CHE LO STATO RICEVE PER NON FARE NIENTE.
Da notare che con il decreto sulla "spending review" tempo fa si parlava dell'eliminazione della detraibilità del canone di affitto (il 19% della spesa annuale) dalle tasse versate dall'inquilino, quanto meno per le locazioni che per volontà delle parti rientravano nel regime impositivo con l'IRPEF, mentre continuava a sussistere la detrabilità per i contratti in cui proprietario ed inquilino decidevano di usufruire del regime di cedolare secca al posto del versamento Irpef.

La Tari prende il posto della Tares e garantisce il pagamento del servizio raccolta rifiuti.
Se qualcuno si sta chiedendo perchè si dovrebbe pagare la raccolta rifiuti per un comune dove non si abita e dove non si scarica alcun sacchetto dell'immondizia, o perchè si paghi una tassa quando si danno GRATUITAMENTE dei prodotti acquistati sotto forma di materie prime all'ente responsabile con la raccolta differenziata (risorse che vengono differenziate, riciclate e rivendute con guadagno) evidentemente sta facendo un esercizio di logica, equità e giustizia che non vale per il paese Italia dopo 20 anni di malgoverno.
 

La Tasi, tassa sui servizi offerti dal comune, ed a quanto pare non più garantiti dal versamento di altre tasse come l'IMU e l'IRPEF sulla rendita della locazione, va pagata anche per le seconde case e case locate, aggiungendosi all' IMU, Imposta Municipale (non più) Unica, all'Irpef sulla rendita catastale e alla Tari.
Anche in questo caso i geniali politici hanno avuto la bella idea di scaricare parte della tassazione dal proprietario dell'immobile (il cui contratto con l'inquilino è stato stabilito per 4+4 anni, mentre le tasse italiane cambiano oramai ogni 6-12 mesi) sull'inquilino con il netto risultato che l'aumento di soldi da pagare essendo una tassa, piuttosto che un aumento del canone di affitto, non potrà essere detratto al 19% come sopra spiegato. Insomma un'autentica fregatura per gli inquilini.
Analogamente imporre la Tasi al solo proprietario avrebbe avuto una LOGICA altrettanto RIDICOLA, poichè, in uo Stato che ci tiene a mascherare l'aumento delle tasse dovuto al malgoverno bipartisan che negli ultimi 20 anni ha fatto fallire economicamente questo paese, l'imposizione di una tassa per l'erogazione dei servizi (alla faccia delle altre tasse dovute senza erogazione diretta di servizi), avrebbe comportato per il proprietario di seconda casa il pagamento di servizi quali l'illuminazione pubblica goduti da altri (abitanti residenti rispetto chi non risiede nel comune o affittuari).
Fortunatamente ci si è resi conto che l'introduzione della Tasi
con aliquote che potrebbero arrivare al massimo fino al 3.5 per mille in aggiunta all'IMU per le seconde case (e l'IRPEF ?!) avrebbe comportato un'ennesima esplosione di regime fiscale per gli immobili, facendo crollare in previsione di un altro 20% il valore degli stessi come avvenuto nel 2012 con l'IMU e Monti.
Per questo si è pensato di adottare un vincolo di aliquota massima per l'insieme delle due tasse che si calcolano in modo eguale (IMU e Tasi, di cui la prima per non avere nessun servizio, la seconda per avere i servizi che dovrebbero comunque essere pubblici) ma con aliquote diverse.
Per questo l'aliquota della Tasi e quella dell'IMU insieme non potranno superare l'11.6 per mille... aumentando così l'aliquota massima di tassazione del 2012-2013 che era invece del 10.6 per mille (dimenticando ovviamente l'Irpef su rendita o cedolare secca che invece sussistono sempre).
Per questo solo PER ORA l'insieme di IMU+Tasi non costituirà un raddoppio del regime fiscale, ma in tutta probabilità un aumento di 1,2 - 1,5 volte la tassa pagata gli anni scorsi.
Ricordo infine che al momento della costruzione di un immobile o inclusi nel costo d'acquisto di una nuova casa sono compresi gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, i quali comprendono per l'appunto la creazione dei servizi per cui si paga la tasi.
Solo in Italia si è obbligati a comprare i servizi dallo Stato e poi si paga il "canone di abbonamento annuale" ai servizi come tassa Tasi, anche in questo caso con obbligo di versamento, a dimostrare che riformisti, liberisti e seguaci del culto delle privatizzazioni che da 20 anni malgovernano l'Italia col loro piano di rinascita democratica, stanno ottenendo l'indubbio risultato che si erano prospettati: eliminare ciò che era pubblico e gratuito a favore di una logica di spesa per qualsiasi servizio a cui sono costretti tutti i cittadini paganti.



Tirando le somme, di fatto il passaggio dell'IMU alla Tasi comporerà un aumento di versamento di imposte se non saranno previste adeguate detrazioni.
I Comuni dovrebbero interessarsi di quanto verserà loro il fondo di perequazione per il 2013, nella distinzione fra comuni con prevalenza di prime case o seconde case, scoprendo magari un crollo delle rendite ipotizzate nel bilancio 2013.
Per tutte le seconde case l'aliquota base del 7.6 per mille dovuta allo Stato relativa all'IMU di fatto aumenta di un altro 1 per mille legato alla Tasi (lo Stato Italia dalla casa prenderà l'8.6 per mille) e complessivamente, specie nei Comuni Capoluogo d'Italia, viste le pesanti esposizioni finanziarie dovute anche ai buchi di bilancio creati dai subprime, comprati grazie alla Finanza Creativa di Tremonti (finanziaria 2001), si prevede un aumento di tassazione nel passaggio al nuovo e più complicato regime impositivo sugli immobili.




Aggiornamento 22-01-2014
Quest'anno sono arrivati un bollettino ed un modulo F24 per la Tares del 2013, l'imposta che sostituisce la TIA, imposta sui rifiuti e sull'igiene ambientale.
Di certo non ci sono sconti sulla tassa anche se il comune sembra aver superato oltre il 50% della raccolta differenziata (materiali riciclati e rivenduti come materie prime e quindi a costo zero). poichè i soldi raccolti (almeno il doppio se si considera che almeno il 50% dei rifiuti riciclati significa dimezzare i costi di smaltimento) vengono utilizzati da Veritas in altro modo (e di certo non ridati al Comune).
Il modulo F24 è il valore della Tares 2013 da pagare per il 2013 (non il valore della Tares 2014).
Il bollettino da pagare entro il 24 gennaio 2014 è invece il supplemento previsto da una legge del 2011 per la Tares 2013, ovvero un aumento della tassazione pari a 0.30 euro (30 centesimi) per ogni metro quadrato dell'abitazione.

Sembra che questo aumento vada pagato dai proprietari dai residenti e non nelle regioni a statuto speciale.
Nel bollettino per l'aumento della Tares per il 2013 è scritto che il supplemento è dovuto ai servizi indivisibili, servizi che dal 2014 fanno parte della TASI, tassa sui servizi indivisibili comunali.
Dal 2014 Tares e Tasi saranno separate e con aliquote molto maggiori rispetto i 0.30 centesimi di aumento previsti per il 2013.
Quindi nel 2014 non ci sarà la maggiorazione Tares pagata quest'anno il 24 gennaio per la Tares 2013.
Perchè si sia scelto di far pagare la tassa in due blocchi è un mistero del caos creato dallo Stato Italia su tasse federali.


Lo statuto del contribuente (legge 27.07.2000 n° 212 , G.U. 31.07.2000) è disponibile su www.altalex.com.
Definisce:

  • Art. 2. Chiarezza e trasparenza delle disposizioni tributarie; 
  • Art. 3. Efficacia temporale delle norme tributarie;
  • Art. 5. Informazione del contribuente;
  • Art. 6. Conoscenza degli atti e semplificazione;
  • Art. 7. Chiarezza e motivazione degli atti; 
  • Art. 10. Tutela dell'affidamento e della buona fede.Errori del contribuente.

Mini-IMU entro il 24 gennaio

Le prime case che nel 2013 non hanno versato l'IMU dovranno versare la mini-IMU entro il 24 gennaio 2014.

Il calcolo della tassa da versare per i cittadini di Spinea è semplice, dato che si fa esattamente come per l'IMU, ma sulla differenza fra l'aliquota adottata dal comune e l'aliquota base.
Quindi dato che il Comune di Spinea ha adottato un'aliquota del 5 per mille, il 24 gennaio si pagherà senza esenzioni una tassa sull'aliquota dell'1 per mille di cui solo un 40% dovrà essere versato.
Quindi per esempio se si prende un immobile di rendita catastale 600, si devono applicare i consueti coefficienti moltiplicatori 1.05 e 160, un'aliquota dell'1per mille ed un coefficiente di 0.40 (nessuna detrazione per figli).
600*1.05*160*1*0.40 / 1000 = 40.32 euro.
Sotto circa 12 euro l'IMU non è dovuta, ma conviene sempre chiedere all'ufficio tributi del comune, di modo che facciano il loro lavoro.
Nel caso di possesso congiunto, per esempio moglie e marito al 50%, rispetto l'esempio precedente le quote da versare per ciascuno sono di 20.16 euro a testa.

Comunque lo Sportello Tributi del Comune rimarrà aperto per aiutare i cittadini ad orientarsi su quanto pagare per quella che è divenuta una tassa impazzita (si veda anche l'epopea di sigle Imu, mini Imu, Iuc, Tasi, Res, Tari...)
L'ufficio sarà aperto i giorni:
- lunedì dalle 10 alle 12 - giovedì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17
- martedì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 nei giorni 7, 14 e 21 gennaio.
- sabato dalle ore 9 alle 12 nei giorni 11, 18 e 25 gennaio 2014.

Per calcolare la Mini-IMU il comune mette a disposizione questa pagina web.

Edit 21-01-2014
Tra l'altro circa un migliaio di comuni italiani hanno deliberato che anche sotto i 12 euro si dovrà pagare la mini-IMU.
Inoltre per alcuni comuni come Milano che non hanno emanato detrazioni per i figli a carico, l'IMU sembra sia dovuta quasi interamente.
Quest'ultimo caso risulta tuttavia non verificato e dubbio.

sabato 11 gennaio 2014

Titoli di efficienza energetica e boschetto dei nuovi nati

Qualche mese fa il Comune di Spinea, su proposta di consiglieri della maggioranza vicini a Legambiente ho deciso di adottare la delibera definita "il boschetto dei nuovi nati", in ottemperanza ad una legge statale del 1995 voluta dal ministro Rutelli.
Come prevede tra l’altro una vecchia legge, dell’allora ministro Francesco Rutelli, che obbligava i Comuni a piantare un albero per ogni nuovo nato. Legge finita del cassetto dei provvedimenti validi sì, ma mai applicati. nuovavenezia.gelocal.it

Quindi, in una zona di 18 mila metri quadrati, tra via del Parco e via delle Rose, alle spalle del parco Nuove Gemme si è creata un'area di compensazione ambientale, dove sono state messe 2400 piante: 1700 arbusti, 700 alberi di età inferiore ai 2 anni ed un'altezza variabile 50-80 cm di querce, aceri, frassini, olmi, carpini, biancospini.



Questo boschetto è valutabile come riforestazione a perdere, ovvero come l'opera di impianto di specie vegetali legnose destinate solo a crescere, diversamente da quei casi in cui sistemi di riforestazione rientrano nella produzione di legna per pellet, cippato o legno da costruzione.

In una tale condizione lo stato italiano concede dei contributi alla riforestazione a perdere pari alla quantità di CO2 (anidride carbonica) che gli alberi piantati sottraggono all'atmosfera in un certo numero di anni di vita.
I contributi vengono concessi sotto forma di Titoli di Efficienza Energetica (TEE) o Certificati Bianchi, facendone apposita richiesta al GSE tramite una ESCO, una società abilitata per certificare, richiedere e vendere titoli di efficienza energetica nella relativa borsa dei titoli (una borsa del "mercato ecologico" parallela al GME, borsa del mercato elettrico).
Attualmente il valore dei titoli di efficienza energetica si aggira intorno agli 105 euro l'uno.
Il valore può essere consultato direttamente sul sito del GME (qui a fine pagina).
Diversamente dalle società fortemente produttrici di inquinameno, obbligate ad investire in diminuzione di emissioni ed in diminuzione di inquinamento (magari per l'appunto con l'efficienza energetica) o ad acquistare titoli di efficienza energetica sul mercato relativo da terzi, il caso della riforestazione a perdere di terreno privato o pubblico rientra nel contributo volontario al sistema, per cui per l'appunto in caso di incentivo dev'essere il singolo privato od ente a richiedere tramite un'ESCO i titoli di efficienza energetica, altrimenti nulla è riconosciuto in automatico.
I titoli di efficienza energetica sono dei titoli al portatore proprio come fossero delle azioni, e di certo non risolleveranno il bilancio del Comune, ma dimostrano come anche semplicemente piantare un certo numero di alberi può essere benefico per la vivibilità di Spinea dei prossimi decenni,... anche perchè questi sottrarranno una piccola parte della CO2 che verrà prodotta prodotta dall'impianto a biomassa della piscina per riconvertirla attraverso la fotosintesi clorofilliana in legno.
Per non perdere tali occasioni, rimane di fondamentale importanza coltivare il merito o le persone che meritano nell'amministrazione del Comune e dei beni pubblici.
Sfortunatamente in Italia si verifica sempre l'esatto contrario: le persone meritevoli rimangono disoccupate, le leggi vengono dimenticate dal 1995 ad oggi e quelle (titoli di efficienza energetica) emanate qualche anno fa... forse devono scontare almeno 18 anni (2013-1995) prima che qualcuno le tiri fuori dal cassetto.

giovedì 9 gennaio 2014

200 mila euro per la Piazza lunga un chilometro di Spinea


Come da articolo di nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/12/30/news/la-piazza-lunga-un-chilometro-1.8386874
SPINEA. Piazza lunga un chilometro, arrivano 200 mila euro dalla Regione. Primi finanziamenti per il progetto voluto dal Comune per rivitalizzare il centro. Di questi tempi senz’altro una buona notizia per Spinea. La città può ora sviluppare il suo progetto intitolato “Spinea: una piazza lunga un chilometro”, che rielabora l’idea messa in campo proprio un anno fa dagli studenti dello Iuav, l’Istituto di architettura di Venezia e riproposta di recente durante la mostra dei progetti sulla riqualificazione urbanistica di piazza Marconi e piazza Fermi.
Avviene così un balzo in avanti inaspettato di fronte ad un progetto che non doveva essere tale, bensì semplice concorso di idee, le quali come più volte evidenziato partono dal presupposto mai dimostrato che tutto il traffico di via Roma si sposterà sulla tangenziale nord.

Ma a cosa serviranno questi 200 mila euro se il progetti prevedono un costo per la realizzazione fra i 18 ed i 30 milioni di euro? Come si può considerare una buona notizia un progetto che favorisce gli speculatori del centro di Spinea, sfavorendo i cittadini dei quartieri residenziali che si vedranno piombare davanti casa 30 mila auto di via Roma costrette a deviare dalla parte di strada trasformata in piazza pedonalizzata, dato che è palese che non gradiranno il passaggio per la lontana tangenziale nord?
Tutto si gioca sull'idea portata avanti sin dal 2007 dalla giunta Tessari che tutto il traffico di via Roma si sposterà sulla tangenziale nord, idea che non trova conferme negli oltre 6 km di percorrenza aggiuntiva a cui sarebbero costretti tutti i miranesi diretti a Mestre e viceversa, andando ad ingrossare tra l'altro il tratto già pesantemente percorso della provinciale SP81.
Persone che si recano a lavoro 5 giorni su 7, percorrendo 15-20 km si troverebbero a vedersene aggiungere altri 6, con un appesantimento considerevole delle emissioni di anidride carbonica e di spesa per la benzina.
Perchè si porta ancor oggi avanti l'idea che il traffico si sposterà sulla tangenziale nord, quando la medesima giunta Tessari e tacitamente la giunta Checchin tacitamente hanno spinto anche per la realizzazione della "tangenziale sud" ?


Gli stessi studenti del corso della dottoressa Vittadini dello IUAV nel realizzare i loro progetti non hanno considerato che il traffico di via Roma si sposterà in toto sulla tangenziale nord, ma solo che 15 mila veicoli al giorno, provenienti dai comuni limitrofi si sposteranno così lontano (idea altrettanto bizzarra), diversamente dagli altri 15 mila veicoli creati ipoteticamente da cittadini di Spinea che ogni giorno percorrono via Roma per andare a lavoro.
Per questo le soluzioni adottate dallo IUAV non presentavano una piazza lunga un chilometro, ma una "simbiosi" fra traffico veicolare e pedonale, capaci di convivere sullo stesso tracciato, un sistema che avvicini l'auto al passante in barba alle "leggi ingegneristiche dello Stato" che cercano di limitare gli investimenti di persone dovute ad automobili.


Su quale strada andranno gli oltre 15 mila veicoli ipotizzati dagli studenti dello IUAV per descrivere il traffico giornaliero di abitanti di Spinea, se invece di lasciare via Roma a doppio senso aperta, così come previsto nei loro progetti, si realizzerà invece l'idea fissa di due non opposizioni (il centrodestra ed il centrosinistra) di pedonalizzare via Roma? come potranno i quartieri residenziali con strada adibite per sopportare 300 veicoli al giorno farsi carico di 15 mila veicoli al giorno senza subire un danno ? come potranno i residenti che subiranno le modifiche urbanistiche essere fieri di una piazza che rovina la loro vita quotidiana ?

Solo poco tempo fa in Comune si pensava di attuare una ZTL su via Roma, nella zona dove dovrebbe sorgere il "Masterplan" di Tessari, alias "Piazza lunga un chilometro" di Checchin, ovvero fra la rotatoria con via Rossignago, Bersaglieri e via Capitanio fino alla chiesa San Vito e Modesto, via Matteotti, via Cattaneo.
Attraverso questa ZTL sarebbero potuti transitare cittadini spinetensi, ma non quelli di altri comuni, idea bislacca ed inattuabile se solo si pensa che la società privata che avesse preso una tale concessione avrebbe dovuto verificare oltre 15 mila targhe ogni giorno per individuare i possibili trasgressori.
Anche in questo caso, con l'uso del progetto PAES202020 come scusante per avallare impossibili riduzioni di anidride carbonica del traffico veicolare, si stava pensando di attuare soluzioni che sarebbero andate a discapito di italiani (abitanti di comuni limitrofi), al fine di favorire quella che appare sempre di più come un'ossessione bipartisan della politica locale.

Altro aspetto da considerare è che la popolazione di ben 28 mila abitanti di Spinea (escludiamo abitanti di Mirano e Chirignago anche se la "piazza lunga un chilometro" inficia anche sulla loro vita) ha DISERTATO tutti gli incontri organizzati dal Comune per mostrare e premiare i vincitori del concorso di idee di Piazza Marconi, segno che l'argomento non interessa o forse crea qualche disagio, così come avvenuto per la mostra lampo dei progetti di piazza Marconi, aperta al pubblico proprio in via Alfieri, una delle vie travolte dai piani mastodontici che ci si prefigge per Spinea. In quell'occasione molti abitanti di via Alfieri già oggi preoccupati per i livelli di traffico raggiunti a causa di una gestione disastrosa della pianificazione territoriale che sta portando a rendere sensi unici tutte le strade di passaggio fra i quartieri (parte di via dei Martiri a nord, via Capitanio prossimamente, via Bennati, via Matteotti), si sono mostrati estremamente negativi verso i progetti presentati al concorso, i quali ovviamente badano più ai proventi derivabili da nuove cubature piuttosto che al mantenimento dell'equilibrio del tessuto di circolazione locale ed intercomunale del Comune (mantenimento delle funzionalità della linea ACTV e relative fermate poste su quella che diverrebbe piazza, mantenimento della circolazione pesante di 30 mila veicoli su una strada a doppio senso breve che faccia defluire il traffico intercomunale e locale senza passare per quartieri residenziali, non trasformazione del quartiere Dante con le strade via Matteotti, via Alfieri e via Bennati nella porta di accesso verso Mestre o della nuova piscina/stazione di Spinea, così come appare invece nel PUT e nella quasi totalità dei progetti del concorso di idee per piazza Marconi-Fermi, mantenimento delle funzionalità chiesa San Vito e Modesto - cimitero, mantenimento della circolazione diretta fra quartieri confinanti senza dover accedere proprio a via Roma per spostarsi dall'uno all'altro, ecc...)

«In questi anni la città partecipata è cresciuta molto, rendendo protagoniste le associazioni e creando sinergie nuove», spiega il sindaco Silvano Checchin, «ora arriva un contributo economico importante per realizzare un’idea di piazza policentrica che valorizzi gli spazi aperti lungo via Roma in modo sostenibile e sottolineando le diverse funzioni e capacità attrattive dei luoghi di incontro».
Si maschera così il fallimento totale di un progetto partecipato a cui non ha partecipato nessun cittadino, sia come presenza all'atto della premiazione dei progetti, sia come interesse partecipato nel suggerire soluzioni, che quando non vengono fermate da candidati interni del PD, da esponenti del PDL via Corte dei Conti o da elementi dell'Italia dei Valori, vengono completamente ignorate da giunta e giornali.
Passa così l'idea falsa di qualcosa ben studiato, solo perchè porta con sè sigle come quelle dello IUAV o parole altisonanti (es: "partecipata", "sinergie", "policentrica"...), in realtà un castello di carte sintomo dell'ossessione politica locale, basato su presupposti portati avanti dalla passata amministrazione in teoria politicamente opposta all'attuale, che incideranno non poco sulla vita degli abitanti dei comuni vicini di Chirignago e Mirano, e dintorni o sugli abitanti della stessa città di Spinea, che ogni giorno percorrono via Roma per andare a lavorare rispetto una piazza per manifestazioni utilizzata solo qualche volta all'anno nel centro di Spinea, laddove appare evidente a tutti che oramai la socialità dei giovani ed adulti si sia spostata su Facebook, sui social network più che sul masegno della piazza posto a definire geograficamente un luogo centro di qualcosa che non ti appartiene più, perchè acquistato da altri in project financing.

News dal sito del Comune

Google News su Spinea - Pellegrini

Incipit

NOTA BENE

MAPPA SPINEA

PREZZI BENZINA MIRANESE

RADIO SPINEA WEB

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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013