martedì 22 gennaio 2008

Rur - Censis, indagine statistica: costruire più musei e più parcheggi

Costruire piu' musei e parcheggi, magari multipiano. Questi i desideri degli italiani emersi in un sondaggio condotto da Rur, l'associazione fondata dal Censis per promuovere le citta', su un campione rappresentativo a livello nazionale di oltre 2.900 le interviste effettuate.
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Rotonde in via Roma



  • Recentemente sono sorte in via Roma numerose rotonde, al fine di fluidificare il traffico, sostituendo le intersezioni con semaforizzazione. Tuttavia non tutti gli incroci di diversa importanza o semaforizzati o non semaforizzati hanno avuto il medesimo trattamento. E' importante notare come tale provvedimento non abbia ridotto o variato il numero degli accessi in via Roma sia del traffico passante che di quello locale. Le rotonde attualmente presenti su via Roma sono 6, ed in previsione ne verrà costruita un'altra in un senso di marcia di via Roma
  • Tralasciando quella estrema presente fra il quartiere industriale ed i quartieri di Oriago e Villaggio dei fiori (fronte a via delle industrie), una via di interesse è Via Luneo. Nell'incrocio di tale via (indicata in giallo) congiungente la statale ed il tratto di via Luneo proveniente da nord di Mirano (polemiche) con sbocco in via Roma in tale punto non è stata inserita una rotonda per fluidificare il traffico. Si è provveduto a inserire un obbligo di svolta a destra per chi da via Luneo deve immettersi in via Roma, non sempre rispettato (con conseguenti incidenti). Spazio esiguo e difficoltà dovute allo sfasamento con la dorsale proveniente dal quartiere del Villaggio dei Fiori (via Martiri della Libertà) hanno probabilmente spinto l'amministrazione ad adottare questa soluzione.
  • A seguire vi è la rotonda dalla forma inconsueta (una specie di otto) che regola il traffico fra incroci non propriamente sincroni provenienti dai quartieri di Oriago e Villaggio del Fiori. In questo caso la possibilità di usufruire di spazio vista la scarsa urbanizzazione nell'intorno ha permesso maggiori libertà di edificazione della rotonda. L'area è poi stata interessata da un più vasto piano di risistemazione urbanistica conc reazione di una piazza e di nuovi stabili fronte alla chiesa di Santa Bertilla.
  • La rotonda successiva si trova vicino ai Bersaglieri fra le vie: Capitanio, Rossignago, Garibaldi e Roma. In tal caso l'edificato era molto prossimo alla strada e le vie di comunicazioni molto importanti (via Rossignago porta con se una buona parte del traffico veicolare). Via Garibaldi e via Capitanio invece presentano delle sezioni assai esigue la prima con doppio marciapiede, la seconda senza marciapiede e banchine (proteste). La realizzazione della rotonda ha permesso l'eliminazione del semaforo, tuttavia a causa dello scarso spazio ciò è avvenuto a scapito della facilità di percorrenza. Basti pensare all'innesto di via Garibaldi sulla rotonda (uscendo da via Garibaldi è impossibile immettersi su via Rossignago, tanto che si è dovuta realizzare una corsia apposita che permette di evitare la rotonda).
  • Per quanto riguarda via Matteotti non è stata eseguita nessuna rotonda, anche se lo spazio disponibile è molto sia nella carreggiata (via Roma in quel punto si presenta assai larga) sia per la presenza di vasti spazi nell'intorno delle strade (l'aia della chiesa, il parcheggio fronte alla chiesa di San Vito e Modesto, la zona a verde vicino al parcheggio di piazza Marconi). In tale luogo vigono interessi urbanistici di risistemazione con il Masterplan che prevedevano la creazione di uno spazio pedonale fra piazza Marconi (al posto del parcheggio si prevedeva di realizzare nuovi edifici) e l'aia della Chiesa San Vito e Modesto, con possibile chiusura nel prossimo mandato amministrativo del sindaco del tratto di via Roma compreso fra l'incrocio e villa del Majno (elenco disegni). La volontà di realizzare ciò e la volontà di fluidificare via Roma eliminando gli incroci semaforizzati sono in conflitto a meno che non si provveda ad eliminare gli sbocchi delle vie laterali (via Cattaneo e via Matteotti) su via Roma. Detto fatto, via Matteotti è stata messa a senso unico da via Roma verso il cimitero e via Cattaneo è stata messa a senso unico da via Roma verso via Buonarroti. Tale decisione ha creato notevoli problemi all'ACTV ed al seguente GiroSpinea, nonchè vari altri problemi (esempio, esempio, ...).
  • Su via Alfieri è stata realizzata una rotonda dalle dimensioni esigue con fondo rialzato. Seppur la sezione di via Roma sia abbastanza ampia, la presenza di un marciapiede, della vicina fermata dell'autobus, e del giardino della villa ha fatto adottare all'amministrazione l'inserimento di una rotonda dalle dimensioni esigue (niente corsie di immissione, diametro di circa un metro, mancata variazione della direzione per chi transita da via Roma a via Roma attraverso la rotonda). In altre parole è come se l'incrocio (tale incrocio precedentemente non era semaforizzato) gli si mettesse in rilevato il centro e si segnalassero tutte le vie laterali con "dare precedenza" indipendentemente dalla sedimentata consapevolezza del guidatore che porta a vedere via Roma come principale e la lateriale via Alfieri come secondaria. Inutile far notare che tale rotonda è diventata un pericolo per il transito proprio a causa di questi motivi ed a causa dell'impossibilità di percepire chi percorra la rotonda per svoltare (le dimensioni della rotonda sono circa uguali a quelle del veicolo che svolta). Probabilmente consapevolmente a tali problemi la rotonda è stata rialzata sopra ad un dosso, formando un modello misto che fa concorrenza alle altre soluzioni stravaganti adottate sul territorio (la rotonda ad otto, la rotonda triangolare, la circonvallazione del quartiere cittadino). Motivo della presenza della rotonda, favorire la fuoriuscita del traffico da via Alfieri che si immette in via Roma (verso Mirano) e permettere alla tratta di GiroSpinea di uscire dalla via. Nel primo caso ci si trova nella stessa soluzione di via Luneo, benchè qui si adottino per qualche misterioso motivo una diversa soluzione (la vicina rotonda sorta fra Spinea e Chirignago avrebbe comunque permesso un'agile inversione di marcia anche se fosse stato imposto l'obbligo di svolta a destra). Nel seconda caso è assolutamente evidente come sia molto più sensato una circolazione a doppio senso in via Matteotti con rotonda nell'innesto con via Roma e via Cattaneo tale da permettere alla tratta del mezzo pubblico di asservire anche i quartieri attorno via Buonarroti. Ciononostante con l'aggravante del mancato inserimento della rotonda in via Matteotti (punto precedentemente discusso), con i vari problemi per via Alfieri per i quali l'amministrazione non ha ancora oggi pensato di trovar soluzione (soprattutto in questo caso per il tratto nord) e con l'insistenza nel considerare la via come dorsale di scorrimento per i vicini sensi unici realizzati od in fase di realizzazione seppure non vi sia stato preso alcun accorgimento di sicurezza (la via è residenziale, senza marciapiedi e con notevoli problemi di parcheggio, svalutazione dell'abitato per l'aumento dell'inquinamento acustico e delle polveri, rischio sicurezza per tutte le intersezioni a raso su almeno uno dei lati, ecc...), con l'aggravante che mai alla popolazione in campagna elettorale o alla presentazione dei modelli di riassetto urbanistico è stata presentata l'incidenza che questi avrebbero avuto sull'abitato già esistente, si è proceduto con un piano che ha tutto l'aspetto della presa in giro al fine di favorire un particolare punto (costruzione di nuovi edifici in piazza Marconi, riassetto della piazza/aia della vicina chiesa e pedonalizzazione previste nel Masterplan) a scapito di cittadini anziani considerati erroneamente troppo vecchi per sollevare polemiche e protestare. D'altra parte svariate altre uscite nelle occasioni di incontro hanno ben segnato il confine netto fra imposizione dialogo e discorsi fatti per guadagnare tempo: basti pensare alla paventata sperimentazione del senso unico su via Matteotti richiesta dall'opposizione e spacciata per effettiva dal sindaco e dall'amministrazione per guadagnare tempo fintanto che veniva completata l'opera (a completamento dell'opera, il sindaco dichiarò che la sperimentazione era stata conclusa con successo, benchè nessuna sperimentazione sia realmente avvenuta). A tutt'oggi opere più importanti appaiono essere la via di collegamento fra via Martiri, via Capitanio, via Matteotti e via Cici (diventerebbe utile valvola di sfogo per i quartieri ad alta urbanizzazione intorno ai polit attrattivi di piazza Marconi e della scuola elementare, a scapito del centro anziani) e la "tangeziale nord" più volte paventata. Fuori dall'ambito comunale assumono una grande importanza il potenziamento delle strade statali fra Martellago, Mirano e Spinea, andando verso la Romea e Borbiago. Tuttavia sebbene queste opere siano nettamente più importanti, si investe denaro e tempo alla realizzazione di un'opera che crea problemi alla popolazione e ad almeno due quartieri (tra l'altro i lavori hanno avuto luogo nel momento peggiore in cui potevano essere realizzati, ovvero quando via Fornase e via Cattaneo vennero chiuse) creando ed alimentando un fenomeno di sfiducia che si protende sempre più verso i lavori urbanistici in generale e verso l'apolitica piuttosto che verso le decisioni invise dalla popolazione o verso le soluzioni di risistemazione urbanistica sconveniente o tali da portare più danni al tessuto urbano che pregi. Un bagaglio sconveniente di debiti che i "padri" attuali lasciano ai "figli" come eredità.
  • A seguire vi sono ora le due rotonde realizzate realizzate su via Roma laddove era presente il cavalcavia. La prima realizzata per collegarsi con il nuovo tratto di strada che dovrebbe entrare a far parte della cosiddetta tangenziale nord ed asservire il parcheggio della stazione metropolitana di superficie. La seconda dovrebbe asservire un eguale parcheggio oltre la linea ferroviaria. Le due rotonde con corsie di immissione, raggi superiori al metro (differentemente dalle precedenti) e doppia corsia interna sono molto prossime. La particolarità che contraddistingue è il grado di inclinazione da un lato verso l'altro con bordo superiore verso via dell'Unità e quartiere Dante.
  • Via Bennati secondo le previsioni doveva collegarsi direttamente con via Roma (ora è collegata con via dell'Unità). A seguito del probabile mancato esporprio del terreno del consorzio (dovrebbe esserci un ricorso al TAR pendente) recentemente si è deciso di cambiare ulteriormente la disposizione viaria. In questo momento si prevede di trasformare via dell'Unità da via Bennati fino all'incrocio su via Roma in un senso unico dedicato alle auto di via Roma proveniente dal centro di Spinea e dirette a Chirignago. Giunte all'incrocio con via Bennati un'apposita rotonda da costruire provvede a smistare il traffico sulla rampa che condurrebbe alla rotonda di collegamento con la tangenziale nord sopra il cavalcavia. Indi la circolazione potrebbe tranquillamento procedere verso la successiva rotonda lato Graspo de Uva, prima descritta. Nel senso contrario nulla cambierebbe, visto che comunque le auto uscenti dalla rotonda sopra il cavalcavia passerebbero nel vecchio tratto di via Roma (reso a senso unico) dirigendosi agevolmente verso il centro. Da notare la presenza di una villa/edificio storico nell'angolo fra via dell'Unità e via Bennati in prossimità della rotonda.
  • Quindi chi malauguratamente volesse percorrere il tratto che porta dal centro di Spinea verso Chirignago secondo le previsioni si troverà, in meno di 500 metri in linea d'aria ben 4 rotonde di diverse dimensioni, passando da un tratto di carreggiata a larga sezione ad uno più stretto (l'attuale tratto di via dell'Unità di fronte alla caserma della polizia municipale) che verrebbe convertito in senso unico per poi salire sul cavalcavia dove sono presenti le altre due rotonde di smistamento. L'aspetto più curioso è la deviazione che dovrebbe compiere la corriera dell'ACTV che nell'importante tratta da Mirano a Mestre si dovrebbe a dover curvare nella strozzatura di via dell'Unità, fronte a Bennati per salire nella rampa che porterebbe alla successiva rotonda.
  • Alcune delle soluzioni adottate hanno delle controindicazioni. La rotonda costruita sopra di un dosso in condizioni di traffico intasato o poco scorrevole non costituisce un pericolo, tuttavia in condizioni di scorribilità del traffico e velocità elevata dei mezzi l'effetto di un dosso può essere nocivo in prossimità di frenate (motivo per cui in genere le rotonde non vengono costruite sopra dossi ed i dossi vengono costruiti nei rettilinei, non vicino agli incroci e nemmeno vicino alle curve). Il poche parole, la sollecitazione apportata sulle sospensioni tale da provocare la sensazione di disagio sull'abitacolo dell'auto decomprime la spinta che viene scaricata a terra per un determinato tratto di strada. L'aderenza del veicolo e quindi la capacità di frenare e mantenere la direzionalità sono direttamente proporzionali alla capacità di aderenza, ovvero allo scambio di reazioni che avviene fra gli pneumatici e l'asfalto. Per quanto un dosso risulti graduale riducendo l'oscillazione dell'abitacolo ad una semplice diversa sollecitazione sonora all'interno del veicolo, l'accoppiamento di un dosso vicino ad un incrocio (rotonda, dare la precedenza o stop) è sconveniente ed a svantaggio della sicurezza. Si deve inoltre mantenere molta cura affinchè il gradino permanga nel tempo graduale senza che si verifichino lesioni del mando stradale per gelo o altri fattori. Nei riguardi delle rotonde costruite vicino alla stazione della metropolitana, inclinate rispetto i due bordi estremi, una costruzione a regola d'arte dovrebbe prevedere che essendo l'incinazione su "due lati" della sede stradale lungo la direzione della strada, il ruscellamento dell'acqua avverrebbe non in senso trasverso alla direzione di marcia, bensì parallelo con tutti i problemi di aderenza correlati. La brevità del tratto non rende il problema notevole e una buona asfaltatura non impermeabile permette comunque un veloce deflusso dell'acqua. Molto più importante diviene la compattazione del terreno fra il terreno che costituiva il viadotto precedente ed il terreno nuovo immesso per dare un'inclinazione costante. In tal caso un cattivo lavoro di compattazione del terreno porterebbe a sgradevolissimi cedimenti a lungo termine, man mano che le tensioni dei carichi transitanti compattano ulteriormente il terreno dando luogo ai cedimenti secondari. Tendenzialmente, soprattutto nell'amministrazione pubblica in cui facilmente vi è un ricambio di cariche e addetti (su tutti i livelli dell'amministrazione) si tende a trascurare la verifica della durabilità nel tempo delle opere costruite. Una rotonda inclinata consegnata piana, se nel tempo dovesse sviluppare eccessive inclinazioni e cedimenti potrebbe perdere le caratteristiche di funzionalità, sicurezza e comfort (vale anche qui il discorso prima detto riguardo alle sollecitazioni sulle sospensioni delle auto).
Agiornato 28 gennaio 2008


INDICE

giovedì 17 gennaio 2008

Articoli di giornale - La finanziaria farà diminuire l'Ici

LA PIAZZA del Miranese Sud
dicembre 2007
La Finanziaria farà dimuinire l’Ici I sindaci Fardin e Tessari: “Ci saranno forti ritardi nei trasferimenti statali. Ci saranno meno entrate dall’imposta sugli immobili. Rischiano si saltare i mutui delle opere pubbliche
“Più che tagli, la nuova legge Finanziaria produrrà ritardi nei pagamenti dei trasferimenti statali". Lo affermano i sindaci del Miranese, alle prese in questi giorni con le nuove norme contenute nella manovra in discussione in Parlamento. Tra emendamenti e decreti fiscali collegati, il giudizio dei Comuni, anche nel nostro comprensorio, è moderatamente negativo. Secondo Gianni Fardin, primo cittadino di Mirano: "La finanziaria abbatterà l’Ici tanto che l’introito principale per il Comune sarà costituito da maggiori finanziamenti statali trasferiti dallo Stato". Se a prima vista la cosa appare vantaggiosa per gli enti locali, ma soprattutto per i cittadini, è pur vero che sui comuni incombe l’incognita del calcolo dell’importo specifico da trasferire. Si chiede infatti Fardin: "Come farà il governo centrale a calibrare i trasferimenti ai comuni? Farà dei calcoli per ogni ente, e in tal caso c’è da capire sulla base di quali dati, oppure farà una specie di studio di settore?". Per Fardin, ma non solo, si rischiano dunque problemi di natura temporale: "Non sapendo quanti soldi possono arrivare, e con quali tempi, rischiano di saltare mutui e di conseguenza le opere pubbliche appaltate, dato che i servizi erogati dall’ente non possono certo essere tagliati". Insomma, cambiano le modalità del trasferimento, ma per i Comuni il problema rimane sempre lo stesso: non potendo permettersi di tagliare i servizi ai cittadini, a risentirne saranno i lavori. Lo spauracchio è insomma lo stesso delle precedenti leggi finanziarie, quando il terrore dei sindaci erano i tagli. Per Claudio Tessari, primo cittadino di Spinea, i problemi riguarderanno, più che le nuove opere pubbliche, le manutenzioni. "L’Ici è per un Comune l’unica fonte di sostentamento, ridurla comporterà problemi di incassi e quindi di investimenti a livello dei singoli paesi". La stessa Anci, l’associazione che raggruppa i comuni d’Italia, conferma i timori locali: "Non si consente ai comuni – spiegano i sindaci in una proposta di emendamento ad alcuni articoli della Finanziaria – l’iscrizione in bilancio di una somma certa. Si prevede infatti che a seguito della maggiore detrazione Ici per la prima casa, il trasferimento compensativo sia riconosciuto “in via previsionale”. I Comuni dovrebbero invece avere la possibilità di porre a conoscenza del Governo i dati reali sulla base dei quali effettuare il rimborso". “Chiarezza” è dunque la parola d’ordine dei sindaci.

Anche perché non si può far mistero di come ogni bilancio comunale si basi in buona parte sugli incassi dell’imposta sugli immobili. Di fronte ad una Finanziaria che penalizza questo aspetto, i Comuni potrebbero reagire in due modi: riducendo le spese e migliorando l’efficienza, oppure, anche se sembra un paradosso, tagliando la riduzione Ici di competenza comunale, in pratica aumentando la tassa fino a vanificare gli effetti delle novità introdotte dalla Finanziaria. Ci sono poi i piccoli comuni, come Santa Maria di Sala, che si ritengono penalizzati dal meccanismo dei trasferimenti: i salesi ricevono infatti la più bassa contribuzione pro capite della Provincia, circa 109 euro per abitante, a fronte dei 195 euro di Salzano. "Ingiusto – spiega il sindaco Paolo Bertoldo – che ad ottenere più trasferimenti siano quei comuni che hanno sforato i bilanci in tutte le maniere, mentre tutti quelli più virtuosi, come il nostro, si trovano ad ottenere meno di tutti". Anche a Martellago aria di disagio per i provvedimenti governativi: “Cercheremo di aiutare gli enti locali con delle direttive precise in tema fiscale e dei trasferimenti” spiega Marco Stradiotto, ex sindaco di Martellago ora parlamentare.



Anche se non proprio in sincrono con quanto affermato nell'articolo sulla questione mutui per finanziare opere pubbliche è stata prodotta anche una puntata di Report mandata in onda il 14 ottobre 2007 "il banco vince sempre"

STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
E ci sono anche 900 enti pubblici che si sono esposti per 10 miliardi e mezzo.

STEFANIA RIMINI
E’ stata assorbita una perdita di?

ENRICO CARDILLO- Assessore Bilancio Comune di Napoli
Di 30milioni di euro.

STEFANIA RIMINI FUORI CAMPO
Tutte queste perdite sono figlie della stessa famiglia: quella dei derivati.
Londra è la loro patria: si fabbricano qui i prodotti più sofisticati destinati al fragile mercato italiano. Nelle banche d’investimento della City lavorano giovani banchieri dai 25 ai 40 anni che escono dai migliori programmi di finanza statunitensi e a quelli che riescono a chiudere uno swap con un Ente locale italiano, le banche assegnano dei premi di centinaia di migliaia di sterline.

STEFANIA RIMINI
Qui a Londra quello che si legge e che si sente è che gli Enti locali italiani sono stati un mercato ricchissimo fino adesso per le banche d’investimento?

LUCA BARONE- Specialista in derivati di credito strutturati Sta al cliente essere informato o in qualche modo avere la conoscenza di prodotti che sono particolarmente complessi per essere in grado per lo meno di capire che tipo di rischi si sta assumendo, perché ci sono dei prodotti derivati in cui non puoi mai perdere di piu’ di quello che hai investito, ci sono derivati in cui puoi perdere 100 volte quello che hai investito.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
E se è una regione o un comune a perdere 100 volte quello che ha investito, paghiamo noi con l’Ici, allora la faccenda ci riguarda anche se la materia è da mal di testa. Allora i derivati o swap si chiamano così perché derivano il loro valore da variabili esterne. Sono operazioni che di solito si costruiscono su un debito. Sul debito si pagano gli interessi, che possono aumentare a seconda di come vanno i mercati. E allora la banca di solito ti propone una assicurazione. Prospettata così nessuno dice di no. E infatti li hanno piazzati un po’ a tutti, dalla grande Regione al piccolo Comune di montagna, dal policlinico al salumificio, all’istituto delle suore. Solo che spesso quest’assicurazione invece che tutelarti dai rischi spesso te ne rifila degli altri. E tu non lo capisci, perché sono contratti così complessi che addirittura l’ex ministro delle finanze Siniscalco ha detto: “ Io stesso ho difficoltà a leggerli e a capirli”.
Allora figuriamo ci il funzionario di un piccolo comune, o un carrozziere. L’inchiesta della nostra Stefania Rimini comincia proprio dai piccoli imprenditori.
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Video della puntata


martedì 15 gennaio 2008

Articoli di giornale - 52/66 parcheggi scambiatori contro l'attraversamento di 50000 veicoli al giorno per Mirano

LA NUOVA
MARTEDÌ, 15 GENNAIO 2008
Provincia MIRANO Per evitare traffico nel centro urbano Un parcheggio scambiatore alla Fossa Sono 66 i posti auto previsti in via Miranese vicino all’area ex Volvo
MIRANO. Sessantasei nuovi posti auto in arrivo a Mirano, sempre più assetata di parcheggi. Gli stalli usciranno belli pronti fra qualche settimana dal cantiere di via Miranese alla Fossa, non lontano dall’area ex Volvo. Qui la ditta Carraro Strade sta realizzando un ampio parcheggio che servirà in parte la nuova lottizzazione prevista a Sud ed in parte le attività del quartiere ai confini tra Mirano e Spinea. Ma per il Comune le potenzialità del parcheggio vanno ben oltre la previsione di 66 nuovi posti auto. «L’idea - spiega l’assessore all’Urbanistica Anna Gnata - è di creare proprio all’ingresso Est di Mirano un parcheggio scambiatore per incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico». Non a caso infatti, proprio a ridosso del nuovo parcheggio, si trova la prima importante fermata dell’autobus proveniente da Venezia e diretto a Mirano. Non solo: poche decine di metri dopo, al bivio tra via Miranese e via Della Vittoria, inizia la cosiddetta area urbana della città, sottoposta alle limitazioni del traffico previste dal tavolo tecnico zonale nei periodi di blocco. «Chi arriva da fuori Mirano - spiega Gnata - potrà lasciare l’auto nel nuovo parcheggio della Fossa, prendere l’autobus ed entrare in città senza problemi». Il nuovo parcheggio nasce dunque in una zona strategica per il futuro del trasporto pubblico cittadino, nonostante le dimensioni della nuova area di sosta siano di media grandezza. Dei 66 nuovi posti auto infatti, 52 saranno destinati alla collettività, mentre gli altri 14, quelli più interni, saranno prevalentemente di servizio alla nuova zona residenziale prevista a Sud, anche se rimarranno comunque pubblici. Alle spalle del nuovo parcheggio è prevista la realizzazione di circa 6 mila metri cubi di lottizzazione. I lavori dovrebbero iniziare a breve e riguarderanno la costruzione di una ventina di appartamenti, divisi su tre edifici: due palazzine di tre piani e una terza con alloggi disposta su due livelli. Contestualmente alla realizzazione del nuovo insediamento e del parcheggio, che in virtù di una apposita convenzione passerà in mano comunale una volta ultimata la sua realizzazione, verrà risistemata tutta la zona di confine del quartiere della Fossa, in particolare la laterale di via Miranese che porta a realtà commerciali e produttive. (f.d.g.)

Una ventina di nuovi appartamenti, o meglio una ventina di nuove famiglie portano 1-2 auto per famiglia, cioè circa 20-40 posteggi auto.
Anche ammettendo che i parcheggi scambiatori siano 52, sembrano essere alquanto esigui rispetto le cifre di attraveramento giornalieri indicate dal sindaco nel momento in cui intervenne all'assemblea sulla viabilità giornaliera transitante per via Luneo, via Miranese e via Vittoria
Ogni giorno cinquanta mila veicoli entrano a Mirano - ha spiegato il sindaco - e via Luneo è già una delle strade più trafficate. link



Articolo di giornale - In arrivo nuova segnaletica per l'ospedale di Mestre

LA NUOVA
Domenica 13-01-08,
Cronaca Predisposto il piano per la segnaletica, una spesa di 76 mila euro In arrivo 150 cartelli stradali per il Nom
Una spesa di 76 mila euro, in parte da finanziare, e almeno 150 nuovi cartelli per garantire la segnaletica per condurre le auto di pazienti e visitatori al nuovo ospedale di Mestre, senza creare il caos nella viabilità cittadina. Il direttore dell’assessorato alla Mobilità Carlo Andriolo assieme all’ingegner Novarin hanno predisposto in questi giorni un piano per indirizzare il traffico al nuovo ospedale, che entrerà in funzione tra la fine di marzo ed aprile quando il nuovo nosocomio di Zelarino entrerà definitivamente in funzione, terminato il trasloco di reparti e macchinari dal «vecchio» Umberto I. Per non arrivare impreparati all’appuntamento con l’apertura dell’ospedale, gli uffici della Mobilità si sono messi al lavoro per mappare non solo i punti nevralgici della viabilità mestrina in cui dovranno essere posizionate le nuove indicazioni per l’ospedale di Mestre ma anche i percorsi migliori per arrivare da fuori Comune, da Mogliano Veneto come da Spinea e Mirano, creando dei veri e propri itinerari che evitino il riproporsi di disagi collegabili al traffico di attraversamento in centro a Mestre. «L’obiettivo è quello di privilegiare itinerari per raggiungere il nuovo ospedale che non producano degli assi di attraversamento sui quartieri evitando percorsi verso il vecchio ospedale», spiega Andriolo. Ad esempio dalla tangenziale l’uscita da prendere per raggiungere il nuovo ospedale, non sarà certo l’uscita Castellana ma quella del Terraglio, che vale anche da Est per il traffico in arrivo dalla bretella dell’aeroporto Marco Polo. Ci sono ovviamente alcuni assi viari in via di progettazione, dalla circonvallazione dei Bivi alla nuova viabilità di Asseggiano, che saranno importanti per i collegamenti a via Paccagnella e quindi all’ospedale. Ma si tratta di strade che saranno comprese nel piano solo una volta che la loro realizzazione sarà definita con certezza. (Mitia Chiarin)

Articolo di giornale - incidente alla Fossa

LA NUOVA
Sabato 12-01-08,
Provincia Incidente tra Spinea e Mirano. I vigili del fuoco segano il palo Cartello abbattuto, traffico nel caos di Filippo De Gaspari
SPINEA. Abbattuto da un camion il portale che segna l’ingresso nel comune di Spinea, in località la Fossa. E’ accaduto ieri mattina, intorno alle 8.30, proprio davanti alla fermata dell’autobus, al confine tra Mirano e Spinea. Ad urtare la pesante struttura in ferro è stato, durante una fase di manovra, un tir con rimorchio, diretto a Mirano. Un banale incidente senza conseguenze, se non per il traffico, precipitato letteralmente nel caos. Dopo l’urto infatti il pilastro in ferro che sorreggeva il cartello si è pericolosamente inclinato sulla sede stradale, tanto che sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Mestre e i tecnici del settore viabilità della Provincia per rimuoverlo e mettere in sicurezza l’area. Gli uomini del 115 e della Provincia hanno lavorato oltre un’ora per imbragare il tabellone, servendosi di un’autogrù e un’autoscala, per evitare che la struttura potesse crollare in strada. In un secondo momento i tecnici hanno provveduto a tagliare alla base il grosso pilastro, adagiandolo sulla carreggiata e frazionandolo in più parti per il trasporto. Durante la prima fase del delicato intervento la polizia locale di Spinea ha istituto un senso unico alternato in via Miranese, con forti rallentamenti su entrambi i sensi di marcia, ma è verso le 10.30 che il traffico è letteralmente andato in tilt. Per permettere di rimuovere in sicurezza la pesante struttura è stato infatti necessario interrompere la circolazione sulla provinciale che collega Mirano con Spinea. Lunghe code si sono formate su via Della Vittoria e via Miranese, verso Mirano, con diversi automobilisti costretti a invertire la marcia e riversarsi su strade secondarie o su viale Venezia per raggiungere Spinea e Mestre. Ancor peggiore se possibile la situazione dall’altro lato, in comune di Spinea. La polizia locale ha dovuto bloccare l’ingresso alla Fossa già allo svincolo della rotatoria, dove tra l’altro sono in corso i lavori per la realizzazione del Passante, dirottando il traffico proveniente dal centro di Spinea e da via della Costituzione, lungo la camionabile 81, verso Marghera. Per alcune ore la Fossa è rimasta praticamente isolata. La situazione è potuta tornare alla normalità soltanto verso mezzogiorno. Molti i curiosi, soprattutto residenti, rimasti a seguire col naso all’insù le operazioni di amputazione e rimozione dell’imponente portale di ferro, che da decenni sovrasta via Miranese segnando il confine tra i due comuni. La polizia locale di Spinea sta ora cercando di capire se sussistano gli estremi per sanzionare l’autista del tir, protagonista dell’azzardata manovra.

giovedì 10 gennaio 2008

Articoli di giornale - incidente sulla strada statale

LA NUOVA
GIOVEDÌ, 10 GENNAIO 2008
Provincia L’incidente alle 10 vicino alla rotatoria tra Marghera e Oriago Cisterna si ribalta, scoppia il caos Sversati diecimila litri di gasolio, disagi al traffico per sette ore Il camion viaggiava in direzione Spinea Ferito il conducente di Alessandro Abbadir
ORIAGO. Camion cisterna carico di gasolio si ribalta sulla camionabile 81. Diecimila litri di combustibile si riversano in un fossato e sull’asfalto, ferito il conducente. La camionabile, in direzione Spinea dalla rotonda di Marghera, è andata letteralmente in tilt per 7 ore. e’ accaduto verso le 10 quando un camion carico di gasolio, diretto nel Miranese, dopo aver imboccato la provinciale 81 è sbandato ed è finito fuori strada, mettendosi di traverso.
Il camion ha cominciato a perdere il gasolio che conteneva nella cisterna sia sull’asfalto che nel fossato. Le auto che seguivano il camion hanno frenato bruscamente per evitare di piombare addosso al mezzo di traverso sulla carreggiata. E’ scattato l’allarme. Sul posto in pochi minuti, allertati dagli automobilisti in transito, sono arrivati i vigili del fuoco di Mestre con il nucleo chimico, le ambulanze e la Polizia stradale di Mestre per rilevare l’incidente. Il conducente del camion fortunatamente non ha riportato ferite gravi ma è stato portato all’ospedale di Mestre per degli accertamenti. Intanto sul posto sono arrivati anche i tecnici dell’Arpav per stimare il danno ambientale. Ci si è subito resi conto che la situazione era grave dal punto di vista della sicurezza. In pochi minuti migliaia di litri di gasolio erano usciti dalla cisterna. I pompieri e la polizia hanno transennato l’area dell’intervento. Sul posto è stata fatta intervenire anche una ditta specializzata in bonifiche del genere. L’intervento per mettere in sicurezza il tratto stradale della camionabile è durato ben 7 ore. I camion e le auto sono stati fatti circolare con un senso unico alternato su un tratto di 400 metri. E’ scoppiato il caos. Si sono verificati incolonnamenti sia in direzione Mestre che in direzione Spinea. Le code hanno sfiorato i 5 chilometri. Le auto in cerca di scorciatoie hanno invaso anche la Brentana. Solo verso le 17 la situazione è tornata alla normalità con la riapertura della strada. Anche i mezzi pubblici dei pendolari hanno subìto fortissimi ritardi. Per i residenti di Oriago di Mira questa è l’ennesima dimostrazione che prima di aprire il nuovo casello autostradale di Borbiago, sulla A4, bisogna mettere in sicurezza la strada. Sulla vicenda interviene anche il presidente della commissione viabilità ambiente e territorio della Provincia Aldo Bertoldo. «Sulla camionabile 81 - dice Bertoldo - transitano ogni giorno migliaia di camion carichi di materiale pericolos diretti a Porto Marghera. Bisognerebbe utilizzare e potenziare di più la rete ferroviaria di trasporto merci».

Non si può far altro che ribadire come oggi la strada camionabile merita di essere già messa in sicurezza.
Se invece ci sarà un potenziamento della viabilità, questo verrà fatto forse nel 2010.


LA NUOVA
VENERDÌ, 11 GENNAIO 2008
Provincia ORIAGO: DOPO IL GRAVE INCIDENTE DI MERCOLEDI’ «La camionabile va messa in sicurezza» La richiesta arriva dai sindaci di Mira (Carpinetti) e Spinea (Tessari)
MIRA. «Sulla provinciale 81 circolano troppi camion carichi di materiale pericoloso. Sono necessari dei tragitti ad hoc e l’adeguamento di tutto il tratto della camionabile fino a Spinea. L’apertura dei nuovi caselli del Passante, tra i quali quello di Crea, in queste condizioni è improponibile». A prendere posizione sono i sindaci di Mira, Michele Carpinetti, e Spinea, Claudio Tessari. E sul ribaltamento della cisterna che mercoledì ha quasi provocato un disastro ecologico intervengono anche i comitati. Il sindaco di Mira è preoccupato. «Il ribaltamento della cisterna di gasolio sulla camionabile - dice - è la conferma alle preoccupazioni che avevamo sulla sicurezza di questa strada. Se al posto di gasolio ci fosse stato qualche materiale più pericoloso diretto al petrolchimico si sarebbe potuta levare una nuvola tossica diretta verso Oriago, Borbiago o Ca’ Sabbioni. Il rischio incidenti inoltre aumenterà esponenzialmente se non partirà il progetto di messa in sicurezza della strada: non si può aprire il casello di Borbiago in queste condizioni. Dall’autostrada entrerebbero centinaia di Tir diretti al Petrolchimico che ora transitano in altre direzioni. Provvederemo a fare un piano in accordo con il prefetto e la Protezione civile che preveda una mappa degli spostamenti per quei camion che passano accanto ai centri abitati di Oriago, Borbiago e Spinea carichi di sostanze pericolose». Per gli ambientalisti questi camion dovrebbero stare a distanza di sicurezza dai centri abitati. «In queste condizioni - dice il capogruppo dei Verdi del parlamentino di Mira, Francesco Vendramin - chiediamo che questi trasporti siano vietati sulle nostre strade e caricati su ferrovia». Anche i residenti sono preoccupati. «L’incidente della cisterna - spiegano i cittadini di via Ghebba e Ca’ Rubaldi - ha provocato il blocco di Oriago per quasi una giornata. Il traffico è impazzito. Se aprono il casello noi lo blocchiamo». Anche il sindaco di Spinea è preoccupato. «Abbiamo chiesto - dice Claudio Tessari - l’adeguamento della provinciale 81 fino al nuovo casello di Crea. La strada così come è, è inadeguata ed insicura per il traffico pesante che transita ogni giorno. Da parte della società autostrade circa una ventina di giorni fa ci è stata data una risposta positiva. Ora la palla passa alla Provincia». Una conferenza dei Servizi è stata fissata dalla provincia con tutti gli enti per il 15 febbraio. (Alessandro Abbadir)

IL GAZZETTINO
giovedì 10 gennaio 2008
Cento ettolitri di gasolio nel canale
(m.a.) Ore dieci si sfiora il disastro ambientale con diecimila litri di gasolio in un canale di scolo ed è il caos su una delle arterie chiave della circolazione dell'intera provincia, la famigerata "camionabile", al secolo la Sp 81.
Chilometri e chilometri di bisonti in coda sia in direzione Venezia che in direzione Riviera: immobili e intrappolati insieme ai pullman di linea e alle macchine. A causare l'ingorgo infernale è stato un incidente - le conseguenze potevano essere ben più gravi - che ha coinvolto un'autocisterna con altra cisterna a a rimorchio sbandata poco dopo aver oltrepassato la rotonda sulla Romea e aver imboccato la provinciale verso Spinea , nel tratto che prende il nome di via Cittadella. Nell'affrontare una curva, la "coda" del mezzo è scivolata fuori dall'asfalto, trascinando giù dal ciglio stradale la cisterna a traino che si è ribaltata nel fossato.
Per fortuna l'altra cisterna con la motrice è rimasta ancorata a terra intraversandosi però a cavallo delle due corsie. Illeso il conducente, ma per la viabilità è stata l'apocalisse, con la Sp 81 chiusa nei due sensi di marcia fino alle due del pomeriggio e aperta a senso alternato fino a sera.
Sul posto la polstrada con una pattuglia di Portogruaro, tre squadre dei vigili del fuoco partite da Mestre e Marghera con il nucleo Nbcr (specializzato negli interventi a rischio nucleare, batteriologico, chimico, radioattivo) e il personale della Provincia. Il primo intervento, sotto la regia dei pompieri, ha riguardato la messa in sicurezza dell'autocisterna con lo svuotamento del carburante residuo dal serbatoio rovesciato e la rimozione del veicolo. Quindi si è proceduto con la bonifica del terreno impregnato in profondità dal considerevole spanto di idrocarburi. Il danno ambientale sarebbe stato di portata ancor più rovinosa se il canale non fosse stato in secca vista la stagione e quindi il gasolio si fosse mischiato all'acqua.
Per effettuare la bonifica è stata chiamata una ditta specializzata di Salzano, "Manente per l'ecologia", con il compito di rimuovere le tonnellate di terriccio contaminato, di trattare adeguatamente il fondo e di provvedere al ripristino dello status quo ante con il riporto di terra non inquinata per ricostituire il letto del fosso stesso.


martedì 8 gennaio 2008

Articoli di giornale - limitazioni del traffico dal 7 gennaio

LA NUOVA
Sabato 05-01-08,
Dal 7 gennaio le limitazioni al trafffico
MIRANO. Tornano da lunedì 7 gennaio dopo il periodo di pausa natalizia le limitazioni al traffico a Mira, Mirano e Spinea. A Mira saranno interessate le frazioni di Mira Taglio, Oriago, Borbiago e Gambarare. Interesseranno strade come la Brentana e la provinciale via Giovanni XXIII. Chi viola il divieto non avendo titolo alle deroghe, pagherà 74 euro di multa. L’ordinanza che interessa i cinque comuni di terraferma prevede per i veicoli catalizzati la circolazione a targhe alterne il giovedì e il venerdì dalle 8 alle 18. Nei giorni pari potranno circolare solo auto con targhe pari nei dispari quelle con targhe dispari Per informazioni Ufficio relazioni con il pubblico tel. 0415628161. Si potrà circolare liberamente sulla Romea, sulla provinciale Miranese e sulla Sp 81. A Mirano il provvedimento riguarda l’area delimitata ad ovest dalle vie Battisti-Scaltenigo, a Sud da viale Venezia, ad Est da via dei Dori e a Nord dalle vie Miranese-Mariutto. All’interno di quest’area si potrà circolare liberamente solo lungo le strade di accesso ai parcheggi di via dei Pensieri, via Belvedere, via Colombo, piazza Moro, via Pestrino, via Paganini ed il parcheggio della chiesa S. Leopoldo Mandic, seguendo appositi percorsi. A Spinea è interessato dall’ordinanza tutto il territorio comunale, ad eccezione delle provinciali esterne. Info Mirano allo 041.430640, Spinea allo 041.994447. In tutti comuni potranno circolare, al di là del numero di targa, anche i veicoli a Gpl e metano, quelli di classe Euro 4 o superiore, i veicoli car-sharing e car-pooling e quelli dotati di filtro antiparticolato. Divieto per i non catalizzati da lunedì a venerdì dalle 8 alle 18. (a.ab.)

Cocem contro le limitazioni del traffico


Lettera da giornale - Lavori ed allagamenti

IL GAZZETTINO
mercoledì 2 gennaio 2008
LETTERE Spinea, finiti i lavori ma non gli allagamenti
Da quando a Spinea è stata sistemata la piazzetta Dante esiste, alla confluenza della via Tommaseo nella via Alfieri (delimitanti appunto la piazzetta Dante), un punto "critico" definito dall'incrocio fra il senso dispari di via Alfieri con il senso dispari della via Tommaseo. In quel punto l'opera di asfaltatura, a suo tempo fatta, ha trascurato il livellamento del piano stradale cosicché in tempo di pioggia si verifica un vistoso ristagno d'acqua che impedisce il passaggio ai pedoni che provengono da via Alfieri costringendoli ad attraversare la via portandosi al lato opposto o ad occupare la sede stradale che, in conseguenza del noto adeguamento della viabilità, è ormai impegnata dal transito nei due sensi delle numerose vetture che normalmente non rispettano la prudenza prescritta né il limite massimo di velocità indicata. Esiste così un pericolo individuale continuo.
Il ristagno si scioglie lentamente per assorbimento dell'acqua (il pozzetto posto in vicinanza non riceve per dislivello del manto stradale) nonché in seguito agli spruzzi d'acqua sollevati dalle vetture che transitano sempre troppo veloci e troppo ravvicinate al limite della strada.
La mia segnalazione non vuole accusare nessuno. Osservo però che l'anomalia è molto vistosa e fa meraviglia che nessuna addetto alla manutenzione stradale abbia rilevato quanto si verifica in quel punto in tempo di pioggia ed abbia provveduto alla normalizzazione. Credevo che gli annunciati lavori di sistemazione di via Alfieri affrontassero i problemi di via Alfieri. Mi sono sbagliato. Enzo Dellarovere

Non è solo l'allagamento a spostare gli aumtomezzi sul senso opposto in uno dei peggiori punti di circolazione di Spinea, bensì la natura stessa del luogo assai insicura che con passanti, residenti che escono dall'abitazione, allagamenti, o semplici macchine in fermata o sosta che costringe spesso persone che percorrono il tratto a spostarsi in manovre poco sicure.
Si ricorda che era già qui stato indicata la zona come estremamente pericolosa, e che per via Alfieri non è mai stato previsto fin'ora un solo lavoro di intervento.
Anzi la via nel progetto di risistemazione urbana del comune deve svolgere la funzione di dorsale (a doppio senso di circolazione) del sistema rotatorio di sensi unici (il tutto per non poter ricavare una rotonda nell'incrocio fra via Roma, via Matteotti e via Cattaneo).
Succede così che strade su cui fin'ora è importato poco intervenire poichè vi era un traffico solo residenziale rispettoso del limite di 30km/h, e ben conscio delle difficoltà della via, si trova ora a presentare un aumento del traffico tale da rendere evidenti le criticità presenti e mai risolte.
D'altra parte la polizia ed i vigili urbani nella zona latitano, la gente si lamenta della cunfusione generata da un sistema circolatorio che sposta il traffico in vie inferiori (via Alfieri, via Paolo Sarpi, via Verga, via Bruno) e quartieri residenziali come quello di Bennati hanno come unica possibilità di fuga al senso unico (altro link) che li porterebbe unicamente in via Roma, il dover impegnare le vie residenziali minori.

Non sono mai stati annunciati lavori di sistemazione di via Alfieri, anzi a più riprese dal reparto urbanistica dell'amministrazione è venuto il diniego a qualsiasi considerazione sulla via: dal porre rimedio ai problemi di aumento del traffico, con la scusa che tutti devono prendere parte del traffico e non si può crear un'isola residenziale (in realtà è un quartiere residenziale), al considerare il tratto nord impossibile da sistemare se non con un miracolo, all'impossibilità di prevedere una chiusura del lato sud della via nell'ingresso da via D'Annunzio, alla totale impossibilità di applicare marciapiedi o piste ciclabili per scarsa larghezza della strada, all'impossibilità di rendere la via senso unico visto che si impone che asserva almeno tre quartieri.
Peggio ancora il passaggio di corriere dell'ACTV del GiroSpinea sta facendo sorgere numerose problematiche, sia per la totale mancanza di vere e propri spazi di sosta in cui attendere l'autobus, sia per il passaggio di vere e proprie corriere più che pulmini, grandi quanto un'intera corsia da linea bianca a linea bianca (difficoltà di incrocio con passanti e inquinamento meccanico/acustico notevole per un quartiere residenziale) che per la difficoltà con le intersezioni a raso (strade o cancelli di abitazioni) in cui la mancanza di una banchina e la presenza delle siepi rendono la visibilità nulla.

Alcuni residenti lamentano anche la mancata potatura dei roseti che iniziano a raggiungere dimensioni tali da inficiare la visibilità dell'incrocio.






Da notare che i comitati di Spinea spedicono spesso lettere al Gazzettino, ma raramente vengono pubblicate.



Articoli di giornale - olimpiadi 2008 preparate a Verona

LA NUOVA
lunedì 31-12-07,
Altre «Intanto auguro un buon 2008 ai lettori della Nuova» Federica, e ora le Olimpiadi Competizioni, medaglie e primati ma anche esperienze radiofoniche e un libro nell’anno che si conclude «La Manaudou? Maurizio Toso
SPINEA. Tenere il conto di quanto fatto da Federica Pellegrini, stella del nuoto italiano, in questo 2007 non è impresa facile. Perchè sia in piscina che fuori la diciannovenne di Spinea è stata protagonista in modo costante. La gemma resta il record del mondo nei 200 stile libero ottenuto in semifinale ai Mondiali di Melbourne il 28 marzo, un 1’56”47 durato poco ma che comunque la fa entrare nella storia. Poi il bronzo nella successiva finale, l’argento nei quattrocento stile libero ai recenti Europei in vasca corta di Debrecen (Ungheria), senza scordare le grandi soddisfazioni di squadra, con la Canottieri Aniene nella Coppa Brema. Anche fuori dall’acqua le occasioni di mettersi in evidenza non sono mancate. A cominciare quando, a metà aprile, durante la trasmissione radiofonica di Fiorello rivelò dove si era fatta il piercing: su un capezzolo, come pop star del calibro di Lenny Kravitz e Cristina Aguilera. Poi, più recentemente, è uscito anche il suo primo libro «Mamma posso farmi il piercing?», fatica letteraria che, come afferma la campionessa stessa, «Rappresenta un’occasione di conoscere non solo la Federica campionessa di nuoto, ma anche la ragazza di diciannove anni». E tutto questo è successo nell’anno che precedeva il 2008, quello delle Olimpiadi di Pechino che dovrebbero vedere la nuotatrice spinetense tra le probabili protagoniste. «Credetemi, per il momento preferisco non pensare a questa scadenza, mi sto piuttosto organizzando per la festa di Capodanno - sottolinea Federica - del resto, avrò poco tempo per distrarmi visto che gli allenamenti riprendono il 2 gennaio a Verona». Per le feste Federica Pellegrini ha passato qualche giorno con la famiglia. «Sto lavorando molto duramente, con determinazione - spiega - obiettivo della stagione sono le Olimpiadi, i risultati quest’anno mi hanno già dato buone indicazioni. La sfida con Laure Manaudou? Vedremo quando saremo in acqua, se sarà più brava lei nessun problema, avrò altri quattro anni di tempo per allenarmi e rifarmi ai giochi olimpici successivi». Una Federica Pellegrini, insomma, che nel corso dell’anno che sta per finire è cambiata anche sotto il punto di vista del carattere, lontana anni luce dalla nuotatrice delusa e piangente dopo la medaglia d’argento dei mondiali del 2005. Reduce anche dal fatidico passaggio della maturità («Mi sono diplomata in Ragioneria, ma per favore a nessuno venga in mente di chiamarmi ragioniera Pellegrini» scherza la campionessa), in chiusura la nuotatrice, in vista del nuovo anno, fa un augurio speciale ai lettori del nostro giornale. «Per me chiedo un 2008 sereno quanto il 2007, e ai lettori della Nuova faccio auguri sinceri, visto che mi sono sempre vicini e sempre mi sostengono».



Articoli di giornale - Cocem ed il casello di Crea


...Il Cocem è contrario anche alla realizzazione del nuovo casello di Crea, "vista l'esistenza a breve distanza dei caselli di Roncoduro e Borbiago"...
Il casello di Crea è uno dei vanti del sindaco di Spinea, Claudio Tessari, ottenuto come contropartita nei lavori per l'edificazione del Passante.



Raccolta firme contro le targhe alterne
Le richieste di viabilità decente e scorrevole, nonchè diretta, intuibile e gratuita si scontrano con le necessità residenziali qualora intervengano lavori o progetti che diluiscano nel territorio il traffico non creando aree residenziali a minore impatto.
La quantità di PM10 non viene meno con lo spostamento dei mezzi, ed anzi la creazione di un sistema poco avezzo alla circolazione degli automezzi ne rallenta la percorrenza creando un maggiore tempo di funzionamento dei motori inquinanti.
La presenza di un diffuso malessere e di un ingorgo perenne dovrebbe quindi spingere le varie amministrazioni ad investire sulla costruzione di strade e parcheggi scambiatori od al concentramento del traffico in fasce specifiche con delocalizzazione dell'abitato scarso presente in queste in loco cittadino.
Ciò permetterebbe di salvare capra e cavoli creando isole residenziali, soddisfacendo le attività commerciali cittadine e liberando il centro cittadino dalle deleterie emissioni.

Tuttavia come già visto ciò non si verifica in quanto si preme ancora più alla costruzione di edifici che alla costruzione di servizi e strade.

Articoli di giornale - Tangenziale nord non deve essere costruita


La tangenziale nord non s'ha da fare. I comitati uniti l'hanno detto chiaro e tondo, inutile girarci intorno. Il sindaco di Mirano Gianni Fardin, ci ha provato in tutti i modi a spiegare l'importanza di un anello tangenziale per eliminare il traffico di attraversamento a Mirano, ma è stato tutto inutile. "Nel quartiere nord tra qualche anno transiteranno circa 20000 veicoli al giorno, è inutile negarlo. Via Luneo sarà compresa tra due rotonde, quella di Salzano e quella di Spinea, presto verrà innaugurato il nuovo sottopasso. Non si può pensare che il traffico veicolare andrà da qualche altra parte, passerà di qui. E allora l'unica alternativa è realizzare una nuova strada, a una corsia, ma adatta a sopportare il traffico di attraversamento". Le motivazioni del sindaco, però, non hanno smosso di un millimetro i Comitati uniti, convinti sempre più della bontà del progetto alternativo al PUM presentato da loro, la grande circolazione che sfrutterebbe strade già esistenti o in via di progettazione. "Dobbiamo renderci conto che gli altri comuni stanno operando in questo senso: la tangenziale sud di Robegano, la tangenziale nord di Spinea - ha ribadito Oscar Sorato del comitato di via Luneo - A cosa serve allora una tangenziale nord a Mirano? Col Casello di Cappella e la realizzazione del sottopasso a Maerne non ci saranno più camion in via Parauro, perchè useranno via Costituzione. Mirano potrà limitare il traffico ma fino ad un certo punto: il centro storico deve capire che ha un mercato, delle scuole ed un ospedale. Tanti servizi che si pagano con il traffico, è inevitabile, a prescindere dalle tangenziali". Fardin crede ancora che si tratti di un'opera fondamentale per la viabilità del futuro, ma visti gli effetti l'ipotesi di una clamorosa marcia indietro non è più così remota. "I comitati continueranno ad avere la loro opinione - ammette il primo cittadino - e cioè che sia sufficiente un anello largo per risolvere la questione del traffico. Io continuo a pensare che non basti e che la tangenziale nord sia vitale per Mirano. Certo nessuno ha la sferma magica per sapere cosa avverrà in futuro. Potremmo anche aspettare per vedere cosa succede ed operare in seguito". Insomma, un passo indietro Fardin l'ha fatto....
Succede che Spinea sta costruendo la tangenziale nord per niente visto che senza un'azione ad imbuto che delocalizzi tutto il traffico su una diversa direttrice il risultato appare assai sconveniente nella sola rotonda fra Spinea e Mirano.
Non è nemmeno vero che con la viabilita fortemente congestionata senza nessuna previsione, in seguito sia facile o meno oneroso intervenire.
Nella viabilità prevenire è da sempre meglio che curare (concetto ben dimostrato dalla natura stessa del Passante e dalla sua evoluzione progettuale dispendiosa e malvoluta dai vari comuni della provincia raggiunti dal tracciato).
...La maggioranza ora sembra anche meno compatta a proposito della tangenziale nord. Franco Marchiori, ex-sindaco di Mirano e consigliere della Margherita pensa che sia "Impossibile fare la viabilità contro il volere dei cittadini, è controproducente. Il discorso della tangenziale è complesso, molto delicato. Ci sono troppi fattori in ballo. Potrebbe anche essere che le opere già esistenti o in via di progettazione possano bastare ad attutire il colpo inferto dal Passante di Mestre. Mi riferisco alla nuova tangenziale di Robegano e alla tangenziale di Spinea. Queste due opere potrebbero anche rendere inutile la nuova strada di Luneo"
Qui si sotiene la necessità di creare una via alternativa a nord di Mirano che capti il traffico passante proprio come via Taglio in parte per la natura geometrica delle strade in parte per dissociare il traffico pesante dall'abitato.
La mancanza di tale opera rende poco utile la tangenziale nord in fase di realizzazione a Spinea poichè appare del tutto sconveniente rispetto a via Roma/Miranese.

Il problema presenta caratteristiche di diffuso non solo in ambito comunale, ma ben più esteso da città a città (Venezia-Padova).
Ciò rende il problema di assai difficile risoluzione almeno di ambito intercomunale, meglio se considerato di ambito provinciale.
La risoluzione di questo deve necessariamente essere condivisa da parte della popolazione, ma anche tenere in considerazione un continuum di azione fra territorio comunale e territorio comunale, tale da non creare delle cattedrali nel deserto.
Strumenti messi in atto dalla recente legge urbanistica regionale sono molteplici (per esempio il PATI), nessuno rodato e tutti sfruttabili per accontentare sia i portatori di interesse sia che siano enti, attività commerciali o semplici cittadini residenti.
In tale ottica il potenziamento di alcune necessarie arterie viarie per la situazione odierna (senza Passante) è necessario per garantire un minimo di sussistenza che in futuro permetterebbe la formazione di un equilibrio discreto con le modifiche apportate dall'apertura del Passante.
La scombinazione fra le decisioni prese tra comuni, l'incertezza economica ed i progetti dilazionati a 2 anni dopo del Passante costituiscono invece un fattore di rischio che non viene di certo agevolato da previsioni di aumento del numero di cittadini presenti nell'ambito territoriale (link per esempio).


lunedì 7 gennaio 2008

Alcuni siti di interesse

Sito regione Veneto
PTRC
articolo sul PTRC

Sito provincia Venezia
PTCP provincia Venezia

Acquistare il PALAV
PALAV


Bonifica settori inquinati
Politiche ambientali
Politiche ambientali provicia Venezia
Comune di Spinea

Articoli di giornale - Veneto City


... L'ingegnere Endrizzi lo disse chiaramente l'altro anno, in Provincia: "noi dobbiamo costruire i contenitori (torri alte 30 metri che cancellano l'identità dei campanili dei centri storici di Mirano, Scaltenigo, Ballò, Cazzago, Dolo, Pianiga) altri avranno il compito di riempire tali contenitori"...
"Completamente diverso è prevedere la multifunzionalità di Veneto City - continuano - a metà tra una Disneyland ed una Manhattan con implicazioni viabilistiche che non impegneranno solo le lunghe percorrenze, ma anche e soprattutto le brevi dei territori contermini. Per questo non è prevista alcuna soluzione, soprattutto da Nord, dove la presenza del reticolato romano crea gravissimi problemi di viabilità e circolazione di un territorio, ancora integro sotto il profilo del rispetto dei segni dell'antica centuriazione. Quali vantaggi avrà la nostra città? (Mirano) Nessuno, perchè nelle tre fasi di intervento previste dalla proposta, la prima sarà quella della trasformazione delle aree ancora vergini, ma di proprietà della ditta proponente, mentre Mirano ed in parte Pianiga, dovranno fare i conti con aree già pianificate ed in buona parte costruite a capannoni". Mirano sarà interessata per 90000 metri quadri, si prevede un movimento di 150000 persone e 70000 veicoli al giorno: "questi non sono numeri marginali in una città che è già messa in ginocchio dall'inquinamento a causa del traffico".
Un articolo correlato: controdeduzione minigrattacieli.

Tre sono le possibilità che interessano l'edilizia: la costruzione, la decostruzione e il restauro.
La costruzione di nuovi edifici dovrebbe avvenire laddove vi sia la necessità secondo il soddisfacimento dei servizi e delle richieste della comunità (può essere necessaria la costruzione di strade per servire una comunità intasata, di servici per quartieri residenziali o di nuovi quartieri residenziali qualora poli industriali vantino mancanza di manodopera).
Il restauro prevede un'opera di messa a nuovo di strutture più o meno storiche per rimarginare problematiche sorte negli anni dovute al degrado del tempo o per aggiornare la sicurezza di questi edifici alle attuali norme costruttive, antisismiche o anticendio.
In contrapposizione con la decostruzione, il restauro va ad agire su strutture di cui si voglia mantenere il tempo di vita utile nell'arco degli anni ripristinandolo e rinnovando la loro presenza sul territorio.
La decostruzione può essere vista in due modi: semplice distruzione di edifici in disuso con tecniche rapide e poco costose o operazione di disassembramento dei materiali che compongono la struttura con maggiori costi e una minore velocità, tuttavia con il pregio del riciclaggio di parte d'essa.
La decostruzione in genere viene oggi svolta ai fini di ricostruire nuovamente in loco o in progetti ampi che difficilmente vedono una diminuzione della cubatura.
Manca una qualsiasi forma di dismissione di edifici per adibire complessivamente nuove aree a verde.

Vari sono i lavori di costruzione e tutti legati fra loro (si distungono dal punto di vista del finanziamento economico, visto che tendenzialmente le opere viarie a livello locale o provinciale derivano da finanziamenti pubblici, le opere edilizie da finanziamenti sia pubblici che privati e i servici sono distinti nettamente fra attività commerciali di privati e quelli pubblici per la comunità).
La presenza di un sistema viario scorrevole facilità e invoglia industrie e persone a stabilirsi in una determinata zona.
Esempio tipico è il nucleo di Mestre, un tempo libero da problematiche di traffico e con un sistema di collegamenti a nucleo che permetteva di raggiungere facilmente tutto l'entroterra; oggi ingorgo perenne di lunghezza variabile (da qualche km fino a decine di km) e poco appetibile per attività o residenti.
Case ed industrie chiamano strade e parcheggi, ma anche il contrario, strade e parcheggi chiamano case ed industrie.
Ovviamente il tasso di disoccupazione dell'area lega le case e le industrie o la percentuale d'uso dei vari mezzi di trasporto.
Un polo industriale sviluppato (rumoroso e trafficoato, insomma poco adatto a fini residenziali) richiede comunque vicino dei quartieri dormitorio di personale che ogni giorno vi si recherà a lavorare.
Tendenzialmente ogni mattino ognuno percepisce 10-20km come strada accettabile per recarsi al posto di lavoro, meno di 5 km un brevissimo tratto per recarsi a lavoro e distanze maggiore come un posto di lavoro lontano dalla dimora, nonchè assai sconveniente (dal punto di vista dei tempi 10-15 minuti sono il fattore che tende a far cambiare opinione sulla facilità di accesso al posto di lavoro).
Oltre a ciò vi sono altri servizi a contorno della vita sociale e che prevedono un movimento delle persone.
Un esempio che va molto in voga nella città natale di una campionessa di nuoto: la piscina.
Nel caso di ubicazione delle piscine extracomune ciò comporta un traffico periodico a tutte le ore del giorno direzionato verso fuori e in rientro secondo le direttrici di passaggio.
La costruzione di tutto ciò che serve in loco trasforma il traffico da passante intercomunale in variabile locale con riduzione della distanza percorribile e quindi del tempo in cui i veicoli restano su strada.
Case senza lavoro è impossibile comprarle, soprattutto oggi che i mutui rischiano di mandare in fallimento molte famiglie a causa dell'inflazione.
Quindi per ogni quartiere residenziale creato c'è un rilancio anche nel campo industriale per garantire un posto di lavoro ed un basso tasso di disoccupazione (il tutto si traduce in benessere sociale), ma anche nuovi flussi di clienti per attività commerciali varie (anche richiesta di costruzione di nuove attività commerciali), cosa che tuttavia porta con se nuove richieste di trasporto merci.
Da non dimenticare che data la superficie utile comunale o provinciale, un settore sgomita contro l'altro (il verde contro le costruzioni, le strade direttrici o dorsali contro le isole residenziali, le attività industriali e commerciali contro la quiete residenziale, ecc...)

Attualmente vaste fasce della popolazione da Mestre fin dentro l'entroterra, quasi fino a Vigonza e Padova sentono in modo pressante l'arretratezza del territorio nei confronti della viabilità.
Si dovrebbe quindi perseguire a più livelli questo fine costruttivo, piuttosto che quello residenziale (che come prima spiegato richiamerebbe con minore area utile necessità di ulteriore urbanizzazione industriale e viaria per il sostentamento).

Piani di decostruzione per aumentare il verde o rinucleare i centri in forma più coerente non sono previsti, se non forse lungo quella fascia che andrà a comporre il Passante Verde.
Il restauro costituisce la pagnottella giornaliera di quella moltitudine di architetti, ingegneri, geometri disegnatori e restauratori/operai specializzati che sono presenti nel territorio, ma la totale mancanza di finanziamenti regionali o piani di sgravio fiscale per il miglioramento dell'estetica del costruito (diversamente da quanto avviene per esempio nella regione a statuto speciale del Trentino Alto Adige) non permettono di dar alla materia piena forma se non marginale.
La verifica di sicurezza delle abitazioni alle nuove normative sismiche, anticendio e agli stati limite (o normative europee) invece sono capitolo forse sconosciuto.

La bolla speculativa del mattone sono forse 20 anni che deve esplodere: case a prezzi sempre più alti e difficoltà con normali stipendi di acquistarle preferiscono altre forme come affitto e mutuo.
Alte tasse sugli immobili sono una perdita continua che deve essere reintegrata in qualche modo e la presenza di un sempre maggior numero di persone facilita la possibilità che si possa sfruttare una rendita di locazione, cosa effettuabile con un alto indice delle nascite (ciò non si verifica) o con un moto di immigrazione nell'area di interesse.

Se ne può dedurre che costruire è relativamente facile.
Mantenere una cittadinanza equilibrata è difficile, cosa verificatasi forse per troppo tempo in questa provincia.

Volantino di propaganda della provincia


Buoni propositi, che tuttavia dovrebbero già essere stati applicati.
La situazione è disastrosa già ora che non è ancora entrato in funzione il Passante (valutazione impatto ambientale del Passante), e probabilmente peggiorerà in futuro quando questo sarà in funzione (più forse altri progetti come Veneto City).
Tuttavia tali progetti provinciali di ammodernamento della rete stradale saranno completati nel 2010, due anni dopo il completamento del Passante.
Bisogna far notare che la risoluzione dei problemi di viabilità risulta essere estremamente difficile in situazioni di sfruttamento massiccio della zona in cui si vuole intervenire.
Per esempio i lavori di messa in sicurezza e potenziamento di una strada statale comportano il rischio di rallentamenti o blocchi del traffico con conseguente dilavamento nel tessuto residenziale dei mezzi di trasporto leggero e pesante.
Tale caratteristica risente enormemente degli indici di flusso del traffico, e rende più conveniente prevenire che curare.
Tuttavia l'attuale situazione è già compromessa a tal punto che è ineludibile la necessità di trovar una cura.
Insomma si dovrebbe premere sull'acceleratore per queste opere e realizzarle il prima possivile.
Se il Passante, doveva essere costruito già 30 anni fa come prevenzione per i giorni attuali, ed è opera prioritaria per la discarica di PM10 mestrina, il potenziamento delle strade statali intorno ai comuni di Spinea-Mirano-Maerne/Martellago è altrettanto prioritario per l'ambito locale e necessiterebbe di tempi certi e rapidi di realizzazione.



Totale indicato: 78.65 mil di euro
Visto che si parlava di una spesa di 100 mil di euro, probabilmente molte "opere minori" non sono indicate.
Va considerato tuttavia che l'aumento dei costi del petrolio comporta anche un aumento dei costi di costruzione/trasporto, cosa che fa lievitare il 78 mil previsti a cifre più alte.
La cifra stanziata invece tende in genere a restare fissa, cosa che comporta la cancellazione delle opere secondarie o la cui natura è considerata di secondaria importanza.
Resta il rebus delle opere complementari che gli enti locali reclamano. Gli interventi di fascia A sono finanziati per 106 milioni di euro. Altri 100 milioni li garantisce il governo; serviranno anche per il Passante verde, la grande opera che deve attenuare l'impatto della nuova autostrada. Per le opere di fascia B non c'è un euro. Nuovi fondi al territorio saranno garantiti dalla società mista tra Anas e Regione Veneto che nascerà all’inizio del 2008,...link



strade mobilità e sicurezza: no result


Non si fa notare un'importante aspetto: la dimensione della rotonda.
Una generica rotonda infatti soddisfa gli enunciati riportati dal volantino di propaganda della provincia.
Tuttavia per mancanza di spazio vista la contiguità fra abitato e intersezioni stradali sono state realizzate rotonde non classiche.
Cosa si intende per rotonda non classica: una rotonda dalle dimensioni ridotte, senza corsie di immissione separate, con un marcatore del centro dell'incrocio/rotonda e dei segnali di dare la precedenza su tutte le strade di intersezione.
Queste si distinguono in due casi, quelle di dimensioni ridotte ma tali da lasciar comprendere le intenzioni degli autisti dentro la rotonda con sufficiente preavviso e quelle con dimensioni così scarse che lo sfruttamento della rotonda o l'inversione di marcia è paragonabile ad una svolta ad U interna alla carreggiata della strada confluente.
In entrambi i casi si verificano notevoli problemi sull'utilizzazione delle rotonde non classiche poichè il segnale di "dare la precedenza" riporta i guidatori nelle classiche situazioni da test vero/falso per l'ottenimento della patente.
In altre parole ci si trova nella situazione di dover ragionare quale strada delle confluenti debba avere la precedenza con due o più veicoli in movimento (il dare la precedenza non impone lo stop, ma solo il rallentamento del veicolo e la fermata nel caso in cui sia da dar la precedenza).
Il tutto degenera nell'incrocio non regolato a tre o quattro intersezioni con altrettanti dare la precedenza, da sempre uno dei più pericolosi esistenti.
Inoltre ben diverso è il comportamento degli autisti rispetto al codice della strada (la sicurezza sulle strade si basa sul codice della strada, ma dovrebbe prevedere il comportamento degli autisti e prevenire le incertezze o i cattivi comportamenti).
In questo caso spesso si nota da parte degli autisti un comportamento di accelerazione in prossimità della rotonda per sorpassarla celermente ed evitare di ritrovarsi in situazioni in cui si dovrebbe valutare il diritto di precedenza.
Tale aspetto costituisce per l'ex-incrocio un notevole calo della sicurezza.

Articoli di giornale - Varie sul Passante

LA NUOVA
VENERDÌ, 28 DICEMBRE 2007
Provincia Il commissario fa il punto sull’opera e sullo stato della progettazione. E garantisce che l’inaugurazione avverrà il 23 dicembre 2008 «Apriremo il Passante tra un anno» Ma i caselli di Crea e Preganziol slittano al 2009, tempi incerti per Scorzè


MESTRE. Visto dall’alto dell’elicottero, sembra una di quelle piste per le biglie che in spiaggia si disegnano trascinando il più piccolino per le gambe, usando il fondoschiena per sagomare il percorso sulla sabbia. Ci sono i rettilinei, le curve in ripetizione, i ponti e i tunnel, che solitamente sono i più difficili da affrontare. Il Passante di Mestre è ormai un unico grande solco sul terreno di 32 chilometri.

Un unico grande solco inciso dal “vomere” delle decine di ruspe delle 66 imprese - tra appalti e subappalti - che lavorano nei cantieri. Un solco che si vede e che resterà perché non basta un colpo di mano sulla sabbia per far finta che non sia successo nulla. «Fa un bell’effetto - dice il commissario speciale al Passante e dirigente della Regione, Silvano Vernizzi - vedere che l’autostrada sta prendendo forma, anche perché non è stata facile la relazione con il territorio».

Commissario Vernizzi, il 23 dicembre 2008 è prevista l’apertura del Passante: ce la farete davvero?

«Siamo nei tempi previsti, abbiamo anche aperto i cantieri nei due tratti più complicati dal punto di vista tecnico».

A quali si riferisce?

«Il tunnel sotto la Castellana, a Martellago, perché è il tratto più lungo in galleria, circa 400 metri. E i tunnel sotto la tratta ferroviaria Padova-Venezia, a Vetrego di Mirano, dove il terreno è molto friabile e ci sono molte falde d’acqua».

Gli anziani del posto ricordano un vecchio proverbio: “A Vetrego o me bruxo o me nego”. Già anni fa un cantiere per un sottopasso provocò lo smottamento della massicciata ferroviaria. Rischiate di rimanere scottati?

«E’ un proverbio che non conoscevo ma che è perfetto per il luogo, perché c’è un terreno pieno di insidie, che cambia conformazione a distanza di pochi metri. Abbiamo già realizzato un sottopasso per una bretella complementare, e non abbiamo avuto problemi, anche se abbiamo dovuto fare i conti con una falda in pressione spuntata all’improvviso. E’ andata bene e speriamo che continui ad andare bene».

Altri interventi importanti?

«A metà febbraio dovremo abbattere un altro viadotto, all’altezza di Dolo, quindi chiuderemo per una notte l’autostrada nel tratto Villabona-Dolo».

Febbraio è lontanissimo. Entro fine anno il ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro la vuole sostituire. In sua difesa di sono schierati sindaci, Provincia, Regione, parlamentari veneti, e perfino i comitati.

«E’ evidente che il sostegno di tutti questi soggetti mi ha fatto molto piacere. Ma il sostegno dei comitati, con i quali gli scontri, sempre civili, sono stati molti, in modo particolare, perché proprio non me lo aspettavo».

Ipotizziamo che lei continui ad essere il commissario al Passante anche nel 2008: come la mettiamo con l’attraversamento del canale Taglio a Mirano?

«Il progetto del ponte pensato dal’architetto Siviero è pronto da tempo e soddisfa il Comune di Mirano. Il sindaco Gianni Fardin aspettava solo la conferma dal governo del finanziamento di 20 milioni di euro per le opere di mitigazione. Quei soldi ora sono sicuri, quindi non ci sono più ostacoli all’accordo, che dovrebbe essere siglato all’inizio di gennaio».

Il 23 dicembre del 2008 aprirà l’autostrada tra Dolo e Quarto d’Altino. Ma quanto bisognerà aspettare per i caselli intermedi del Passante?

«L’apertura dei caselli di Crea e Preganziol è prevista per l’estate del 2009. Per quello di Martellago-Scorzè, che ha subìto uno spostamento a causa di una modifica al progetto per la tutela dell’oasi vincolata di Robegano bisognerà attendere».

A che punto è la progettazione?

«Abbiamo realizzato il progetto preliminare, che lo localizza a Cappella. Il progetto dovrà essere approvato dal Cipe, ma prima, a inizio gennaio, lo faremo vedere ai comuni interessati: Scorzè, Martellago e anche Salzano».


Rebus opere complementari garantiti 200 milioni di euro Una storia lunga 30 anni che ha avvelenato Mestre MITIA CHIARIN

MESTRE. La partita non si chiude tra un anno. Resta il rebus delle opere complementari che gli enti locali reclamano. Gli interventi di fascia A sono finanziati per 106 milioni di euro. Altri 100 milioni li garantisce il governo; serviranno anche per il Passante verde, la grande opera che deve attenuare l’impatto della nuova autostrada. Per le opere di fascia B non c’è un euro. Nuovi fondi al territorio saranno garantiti dalla società mista tra Anas e Regione Veneto che nascerà all’inizio del 2008, primo esempio di «federalismo autostradale», ha promesso il ministro Di Pietro. Che nel frattempo vuol «licenziare» il commissario Vernizzi per sostituirlo con il presidente dell’Anas Ciucci. E il Veneto, è storia di questi giorni, torna ad alzar le barricate. E va deciso il futuro della tangenziale di Mestre. Probabilmente resterà un sogno l’abbattimento; il rischio è che rimanga a pieno servizio, se non si troverà un innesto diverso per la Romea commerciale, il cui tracciato è stato bocciato. Ecco le questioni ancora aperte di un progetto, il Passante appunto, che ha oramai trent’anni di storia anche se i cantieri chiuderanno solo il prossimo anno. Mestre attende dagli anni Settanta una alternativa al caos quotidiano sulla tangenziale. Affossati le complanari, il tunnel e il collegamento «largo» con Vicenza, dal 1990 la priorità del Veneto si chiama Passante. Il primo progetto preliminare è del 1997, confermato nel secondo accordo Stato-Regione del 2001 e dalla delibera del Cipe del 2002, quando la Legge Obiettivo mette fine alle doglianze dell’Ue sulla scelta di affidare alle tre concessionarie autostradali (Autovie Venete, Autostrade Spa e Venezia-Padova) la realizzazione e gestione della nuova autostrada. Il 30 novembre 2002 arriva il nuovo progetto preliminare. E’ cosa fatta? No. A Mestre è allarme smog, la tangenziale è al collasso. La terza corsia non può bastare. Nel febbraio 2003 il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dichiara lo stato di emergenza ambientale per la tangenziale e poi a marzo nomina il commissario delegato; è il segretario regionale delle infrastrutture della Regione Veneto, Silvano Vernizzi. Nell’aprile del 2003 il commissario attiva le procedure per l’approvazione del progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale che viene approvato dal Cipe nel novembre dello stesso anno. E comincia lo scontro, durato fino ad oggi, con i cittadini e gli amministratori locali, da Treviso a Venezia, contrari al tracciato. Ad agosto 2003 viene approvato il bando di gara per il «general contractor». Nel febbraio 2004, la gara viene assegnata all’Ati, sostituita poi dalla Società di progetto «Passante di Mestre». Il contratto viene firmato il 30 aprile del 2004 da Impregilo Spa, Grandi Lavori Fincosit, Fip Industriale, Cooperativa Muratori e Cementisti, Consorzio Veneto Cooperative, Serenissima costruzioni. Il via ai lavori l’11 dicembre del 2004. Sul cartello di cantiere, i 1320 giorni di lavori necessari per realizzare l’opera che vale 864 milioni e 262 mila euro, scadono il 1º maggio 2008 ma la fine dei lavori ci sarà solo tra un anno. Sia perchè le opere sono oggi, a tre anni di distanza, realizzate per il 60% sia perchè le ultime varianti al tracciato, quelle di Salzano e Martellago, hanno ritardato i cantieri. Nel frattempo c’è già una inaugurazione da ricordare. Il 7 agosto scorso sono stati aperti al traffico i primi sette chilometri, tra Quarto d’Altino e Mogliano per collegare l’A4 alla A27. Ma è un flop: la striscia d’asfalto è scarsamente utilizzata.



I NUMERI Lavori al 60% espropri al 98% Finanziamenti pari a zero per gli interventi in fascia B, compito della nuova società Anas-Regione

Lavori realizzati al sessanta per cento, cantieri consegnati all’ottanta per cento, mentre affidamenti, monitoraggio ambientali e bonifiche belliche sono concluse. Ecco il bilancio dei cantieri del Passante, «fotografati» al 30 novembre scorso. I ritardi per le varianti al tracciato reclamate dalle amministrazioni di Salzano e Martellago, spiegano dalla Regione, hanno rallentato il lavoro dei 670 tra impiegati ed operai di 66 imprese tra appalti e subappalti che operano tra Mira e Quarto d’Altino, lungo i 32 chilometri e 200 metri che comporranno la nuova autostrada. In questo momento si lavora per chiudere gli espropri degli edifici che dovranno lasciar spazio alla striscia di asfalto, lungo la Castellana. Per questo gli espropri sono conclusi ad oggi per il 98 per cento mentre per le interferenze la percentuale scende al 60 per cento per la necessità di coordinare gli interventi nei cantieri con Acm, Enel, Telecom, Consorzi di bonifica. (m.ch.)




I COMITATI «Impatto ambientale contenuto, intervento condiviso» I residenti a difesa del commissario Vernizzi: rischiamo di ripartire da zero

MIRANO. «Niente cambio di commissario al Passante. Meglio continuare con Silvano Vernizzi altrimenti si rischia di tornare indietro e perdere altro tempo». Così la portavoce del comitato No al Passante, Rosanna Zanon, commenta la decisione del ministro per le Infrastrutture, Antonio Di Pietro, di sostituire Vernizzi col presidente dell’Anas, Pietro Ciucci. In pratica per i comitati è questa la preoccupazione maggiore ad un anno esatto dall’apertura dell’autostrada Dolo-Quarto d’Altino. Così hanno deciso di scendere in campo per difendere Vernizzi. «Anche noi abbiamo inviato una lettera a Di Pietro - continua Zanon - dove lo invitiamo e rivedere la sua posizione. Cambiare commissario a pochi mesi dall’inaugurazione del Passante è controproducente». Il ragionamento di Zanon è molto semplice. In questi anni di attività il comitato si è concentrato soprattutto sulle opere di mitigazione ambientale. Con Vernizzi si è instaurato un dialogo nel rispetto reciproco dei ruoli e alla fine i risultati stanno dando i loro frutti. «Nel progetto originario - continua Zanon - c’erano solo le barriere fonoassorbenti e la recinzione a sette metri dal confine della strada. Ora, invece, sono stati stanziati fondi per il Passante Verde, abbiamo studiato fasce di rispetto dove non edificare, piste ciclabili a ridosso delle opere complementari, cercato di salvaguardare le aree agricole, creato boschi specie a Mirano, Martellago e Scorzè. Per raccogliere gli euro necessari abbiamo contattato e stimolato i parlamentari veneti per rendere meno drammatico l’impatto ambientale del Passante. Alla fine avremo un’infrastruttura abbastanza condivisa dal territorio e sarebbe la prima volta in Italia. Per questo motivo cambiare Vernizzi non servirebbe a granché. Siamo in una fase molto delicata, dove abbiamo chiarito con gli enti locali quali potrebbero essere gli scenari futuri. Con lo stesso attuale commissario abbiamo studiato e apportato alcune migliorie all’opera ma se ora venisse a mancare questa esperienza, collaudata in tre anni di lavoro, si perderebbe solo del tempo mentre noi vorremmo che i lavori di costruzione dell’autostrada e del Passante Verde procedessero assieme. Ricordiamoci che ci sono ancora due ricorsi al Tar congelati».(Alessandro Ragazzo)



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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013