giovedì 27 settembre 2007

Dati pluviometrici della stazione di Lido - comitato 17 settembre Mestre allagata

PRECIPITAZIONI DI SAN NICOLO’ DI LIDO

PIOGGE ORARIE

ANNO

1 0RA

3 0RE

6 0RE

12 0RE

24 0RE







1926

38,8





1927

24,4





1936

49,6

50,8

50,8

50,8

55,2

1937

57

68,4

78,8

82,8

85,8

1938

27

27,2

38,6

48,8

48,8

1939

35

63,4

73,6

81,2

81,2

1940

31,6

36

37,2

45

58,6

1941

32,4

36,2

38,2

70,2

86

1942

23,6

27,8

29

29

29

1943

18,8

19

23,8

37

37

1944

11

24

57,8

62,4

82,8

1947

49,6

55,2

61,4

74,2

99,8

1948

22,4

25,2

28,4

40,2

64,2

1950

29

32

32,8

34,2

34,4

1951

16,6

25

25,8

28

40,8

1952

24

49

66,2

66,4

71,4

1955

27,4

36

36

53,2

68,8

1956

21

37,6

46,8

52,2

80,6

1957

19,2

34,6

35

35

35,4

1958

34

67,4

86,4

89,2

100

1959

29,8

30,2

30,2

40

45,2

1960

28,4

35,8

37,6

56,8

76,6

1961

19,4

30,8

37,4

45,4

53,8

1962

29

31,6

41,4

75

81,4

1963

27,2

29

30,2

41,4

42,6

1964

58,5

95,6

111,6

116

116

1965

19,8

30,5

43,6

56,2***

54,4***

1966

27,2

33,4

37,8

59,8

84,5

1967

21,8

29

33,2

53,8

56,2

1968

21,8

36,8

56

74,2

76,2

1969

39

41,2

46

56

62,6

1970

23

23

23

24,6

24,6

1971

25,8

28,8

31

33

33,6

1972

20,8

21,6

28,8

44,4

49,6

1973

27

27

36,2

39,8

61,6

1986

30,6

37,4

41,2

67,2

104,8

1987

29

30,4

42

56,6

78,8

1988

28,6

39

40,6

44,6

56

1990

20

32,6

38

69,2

81,2

1991

42

63

67,4

69

69

1993

69

127,4

132,6

132,8

138,4



Comune di Mestre-Venezia (Chirignago)Disagi alla circolazione causa maltempo - 26 Settembre 2007, 21:27Nubifragio sulla terraferma veneziana: bilancio della giornata.La violentissima precipitazione che ha interessato la terraferma veneziana ed alcuni comuni limitrofi ha provocato gravissimi disagi vari danni a beni mobili ed immobili, pubblici e privati. Sin dalle primissime ore della mattina vaste zone di Mestre e di Marghera e delle altre Municipalità sono state coperte da 50 ed in alcuni punti da più di 100 centimetri di acqua. La precipitazione ha assunto caratteristiche di eccezionalità ancor più rilevanti di quelle del settembre 2006: circa 255 mm di pioggia caduti tra le ore 00.00 e ore 09.00, con punte di 145 mm tra le ore 07.00 e le ore 08.00 e addirittura di 90 mm in 30 minuti danno la misura di tale eccezionalità che ben si comprende se si tiene presente che la precipitazione media annuale nel veneziano si colloca attorno agli 800/900 mm di pioggia. Per fronteggiare tale situazione, che in poche ore ha comportato oltre 900 richieste di ntervento al centralino dei Vigili del Fuoco, si è immediatamente costituita presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco la sala Operativa Unificata di protezione civile per il coordinamento degli interventi a cura di tutti gli Enti competenti e ai cui lavori è intervenuto il Prof. Ugo De Bernardinis per la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.Nel solo comune di Venezia sono state attivate circa 30 squadre dei Vigili del Fuoco e 23 della Protezione Civile, Tutte dotate di motopompe, 41 pattuglie della Polizia Municipale, oltre a quelle della Polizia di Stato e dei Carabinieri, cui devono aggiungersi numerose squadre di tecnici dei consorzi di bonifica, dell'Enel, di Vesta e di altre aziende.Altre 10 squadre dei Vigili del Fuoco ed altre 20 della protezione civile hanno operato nei Comuni di Dolo, Mira, Campagna Lupia, Camponogara, Campolongo Maggiore, Marcon e Quarto d'Altino. La situazione di emergenza è stata oggetto di valutazione da parte della Regione Veneto che, anche in base a conforme apprezzamento della Prefettura di Venezia ha ritenuto di proclamare, già in mattinata, lo stato di crisi, premesso per un'eventuale dichiarazione dello stato di calamità naturale da parte del Governo.Sempre nel solo comune di Venezia alle 19.00 di questa sera risultavano chiusi oltre 70 interventi mentre altri 55 sono tuttora in corso, tutti interventi valutati dalla sala operativa come prioritari. Le operazioni continueranno con oltre 60 squadre per tutta la notte e saranno ulteriormente potenziate nel corso della giornata di domani. In considerazione della necessità di valutare i danni riportati da numerosi istituti e plessi scolastici, è stata disposta con apposita ordinanza sindacale la sospensione delle attività didattiche per la giornata di domani nelle scuole di ogni ordine e grado della terraferma veneziana.Particolarmente difficile si è presentata la situazione delle cabine di distribuzione dell'Enel, che nella terraferma veneziana sono nella quasi totalità interrate: oltre 115 di esse risultavano alle ore 09.00 non funzionanti e sono state prosciugate e riattivate nel corso della mattina e del primo pomeriggio. Alle 18.00 risultavano ancora prive di alimentazione una ventina di cabine per circa un migliaio di utenti serviti.Anche il 30% degli impianti semaforici sono stati messi fuori uso dalla precipitazione e risultano riattivati nella loro quasi totalità salvo alcuni collegati alle cabine Enel non ancora funzionanti. Sulla linea ferroviaria Mestre Trieste, in località Dese, si è registrato nel pomeriggio uno smottamento, che ha determinato, prima una breve interruzione e poi un rallentamento del traffico ferroviario.Le situazioni di maggiore emergenza si sono verificate nelle zone di Marghera e Malcontenta, nelle zone di Tessera e nel quadrante nord di Favaro, in quelle di Bissuola e del rione Pertini ed infine in quelle della Gazzera. In tali zone l'acqua sta defluendo con notevole lentezza.In considerazione dell'impossibilità di diversi nuclei familiari di restare nelle abitazioni allagate durante la notte è stato approntato un servizio per alloggiare gli stessi in strutture alberghiere. Sono sinora una dozzina i nuclei che hanno fatto ricorso a tale servizio.Durante tutta la notte restano operative, oltre alle sale operative che fanno riferimento ai numeri di pubblica emergenza, anche quelle della Polizia Municipale 041 2747070 e della Protezione Civile Comunale 041 2746800.


Comitato 17 settembre - Mestreallagata


le aree a Aree di alto rischio effettivo, a Aree di rischio effettivo e Aree oggetto di interventi effettuati dal consorzio.

Immagini dell'allagamento del 2006



lunedì 24 settembre 2007

articoli di giornale - Asseggiano riapre al traffico

LA NUOVA
LUNEDÌ, 24 SETTEMBRE 2007 Pagina 15
Provincia Spinea. Salvo imprevisti la strada tornerà percorribile dopo i lavori Via Asseggiano riapre oggi al traffico Continuano i cantieri della metropolitana. La Miranese sarà meno trafficata di
Alessandro Ragazzo
SPINEA. E’ attesa per oggi, salvo imprevisti dell’ultima ora, la riapertura di via Asseggiano a Spinea. Dunque dopo più di un mese di lavori riapre i battenti la strada usata per chi da Spinea raggiunge Mestre, e viceversa, per evitare la Miranese. La chiusura è stata resa necessaria per la posa dei binari del nuovo sistema metropolitano di superficie, i cui cantieri sono aperti ormai in tutta Spinea. La notizia del via libera alla circolazione sarà senz’altro ben vista da migliaia di automobilisti che in queste settimane, specie dall’inizio delle scuole, hanno subito code nelle ore di punta.
E un sospiro di sollievo lo tireranno anche gli utenti dell’autobus che si erano lamentati per i forti disagi e i ritardi che gli impedivano di arrivare puntuali al lavoro. A questo punto centinaia di auto troveranno di nuovo sfogo in via Asseggiano, permettendo di «liberare» via Miranese e rendere un po’ più fluida la circolazione. E così un altro tassello del metrò di superficie è stato completato coi cantieri, ormai, che viaggiano spediti in attesa della prossima primavera quando potranno iniziare a viaggiare i primi treni che permetteranno di raggiungere Venezia in un quarto d’ora. Come di recente ha confermato l’assessore comunale alla Viabilità Mario Simionato, già da fine anno i primi convogli di prova, ovvero senza passeggeri, potranno viaggiare sulla nuova linea metropolitana tra Venezia e Castelfranco. L’attuale stazione di Asseggiano, a binario singolo, sarà eliminata e sostituita da quella in costruzione e che si chiamerà «Spinea», destinata a servire gli utenti non solo di Spinea e di Chirignago ma anche di parte del comprensorio del Miranese. La nuova linea, invece, sarà a doppio binario poiché abbandonerà quella esistente e avrà un tracciato del tutto diverso da quello odierno. E sempre in materia di metropolitana di superficie da venerdì scorso il collegamento tra i due rami di via Unità a Spinea è stato spostato e realizzato sul lato Nord del sottopasso ciclo-pedonale. Per motivi tecnici legati alla realizzazione dei lavori da parte dell’impresa appaltatrice si può garantire un collegamento di dimensioni di 1,5 metri da percorrere a piedi o con cicli a mano. L’attuale passaggio ciclo-pedonale rimane chiuso e impraticabile e ritornerà all’uso esclusivo privato. La modifiche, comunque, sono segnalate sul posto.

articoli di giornale - manifestazione in via Roma 22 settembre 2007

LA NUOVA
22-09-07, 36 Provincia
Il «popolo delle code» contro i progetti del Comune: «A Mirano in un’ora» «Caro sindaco, la nuova viabilità non va» Oggi corteo di protesta da piazza Marconi alle finestre di Tessari
SPINEA. «Mamma mia che confusione». La rivoluzione della viabilità prende di sorpresa Spinea. Tra proteste, insulti, maledizioni e alzate di spalle, chi prende la macchina si prepara al peggio. «C’è ancora più confusione di prima, non mi pare proprio che queste scelte abbiano portato a un miglioramento. Ma non sono mica solo io che mi lamento, sa? Ne ha trovato qualcuno favorevole a tutto questo ambaradam che hanno fatto?», chiede la signora Libera Ritossa, che abita in piazza Rosselli. Favorevoli in pochi, arrabbiati in tanti. Al massimo c’è qualcuno che fa spallucce, come Franca Zancaner, mentre porta il passeggino della figlia. «Io vado sempre a piedi, per me cambia poco o nulla, ma tutte le altre mamme si lamentano». Il sindaco Claudio Tessari spiega che, una volta ultimati gli interventi, Spinea si renderà conto della loro bontà. Che serviranno a renderla meno inquinata, più sicura, e più a misura d’uomo. Ma vaglielo a dire te, agli automobilisti che ogni mattina si mettono al volante e che lo «pensano» senza alcuna simpatia. «Se venisse una mattina qui, a lavorare con noi, il sindaco capirebbe che non c’è praticamente nessuno a favore», spiega Antonio Damiani , che gestisce l’edicola in centro, tra via Matteotti e via Roma, e ha bene il polso della situazione. Via Matteotti a senso unico, una parte di via Cattaneo a senso unico, la nuova rotatoria ai piedi del cavalcavia, la bretella che porta verso Asseggiano, e poi in via Rossignago. Insomma: gli argomenti per il chiacchiericcio in piazza non mancano. «L’intervento in via Matteotti ad esempio - si sfoga Lucia Levorato , la moglie di Antonio - doveva essere sperimentale, ma come fa a essere sperimentale se stanno già costruendo i marciapiedi?». «Il sindaco - attacca ancora il marito - non ha ascoltato i cittadini». E’ proprio per questo che stamattina, alle 10.30, tre comitati («Via Matteotti», «Spinea Vivibile» e Cinqueottocinque») sfileranno in corteo da piazza Marconi alla piazzetta del municipio, fin sotto le finestre del sindaco. Deluso dalla nuova viabilità anche Giorgio Casarin , che abita in piazza Rosselli e ha un’agenzia immobiliare in via Roma: «Così non va, è indecente. Forse i problemi verranno risolti con l’arrivo del Passante e l’apertura della metropolitana di superficie, ma per ora è uno schifo. Perché con il nuovo senso unico in via Cattaneo, per uscire da piazza Rosselli bisogna fare il giro del globo». «E’ mancato il dialogo con i cittadini - spiega Silvia Celotto -, tutto è accaduto da un momento all’altro, e nessuno ci ha dato delle spiegazioni». Lei, che lavora in centro, quando può va in ufficio in bici: «Ma quando prendo l’auto mi tocca fare il giro del globo». Per non parlare di chi deve viaggiare da Mirano a Mestre. «La mattina ci si impiega un’ora - dice Danilo Rizzo , di Mirano -, è diventata davvero una situazione insostenibile. Uno dei pochi interventi davvero utili è stato la rotatoria ai Bersaglieri». E questa mattina ci si rimette tutti insieme in coda.

La distanza fra spinea e Mirano è circa 15 km fra centro e centro. Velocità media di percorrenza 15 km/h.

IL GAZZETTINO
sabato 22 settembre 2007 SPINEA
Stamattina da piazza Marconi fino al Municipio Il Comitato di via Matteotti in strada contro il traffico
di Mariangela Vaglio
Dopo le firme, il blocco del traffico, adesso è l'ora del corteo. Stamattina, alle 10,30, in un giorno che a Spinea è convulso per la presenza del mercato, la circolazione potrebbe essere ancora più difficile per la manifestazione che il Comitato di Via Matteotti ha annunciato di voler organizzare per protesta contro le decisioni del sindaco Claudio Tessari sulla viabilità della cittadina.Il corteo, che ha già l'adesione di un centinaio di cittadini, si svilupperà da piazza Marconi fino al Municipio. Esasperati lo sono da un pezzo, gli abitanti di via Matteotti, che hanno ormai formato una rete con altri tre comitati civici (cittadini vivibili per Spinea e Associazione 585): rivogliono a tutti i costi via Matteotti a senso unico, e non si scoraggiano per il silenzio che continua a venire dalle istituzioni.Abbiamo chiesto al sindaco Tessari un incontro con una lettera firmata e protocollata a metà settembre, in cui chiediamo a lui e all'assessore Simionato che venga finalmente fatta una presentazione al pubblico di tutto questo piano riguardante il traffico a Spinea, perché siamo stufi di scoprire le cose di sorpresa e un po' alla volta. Non hanno amato particolarmente nemmeno alcune recenti affermazioni di Tessari: "Ha dichiarato ai giornali che in via Matteotti un comitato di zona, che però non sappiamo formato da chi" spiega Gianni Causin, rappresentante di Cittadini per una Spinea Vivibile, "avrebbe raccolto 100 firme a favore del piano del traffico del sindaco". Se i numeri non mi ingannano, noi ne abbiamo raccolte più di 450 in pochi giorni, quindi siamo la maggioranza e in democrazia dovrebbe contare qualcosa. In ogni caso, quando ci si rapporta con i cittadini, oltre ai numeri delle firme dovrebbe contare il buon senso.
È arrabbiata anche Valeria Chinellato, portavoce degli abitanti di via Matteotti: Ormai questa strada è commercialmente morta, ma non è un problema che interessa solo noi, è tutta Spinea che è in crisi, perché comunque la soluzione di dirottare il traffico qui è fallimentare e via Roma non è stata per niente alleggerita, senza contare il maggiore inquinamento che ora ci viene imposto e le dotazioni di sicurezza che mancano. È inutile poi che ora ci costruiscano i parcheggi: a noi commercianti, che un tempo li avevamo richiesti, non servono, perché tanto nessuno si ferma più.


LA NUOVA
Domenica 23-09-07, 34 Provincia
»La nuova viabilità crea pericoli». Ma qualcuno è a favore Trecento in rivolta contro i sensi unici di Alessandro Ragazzo
SPINEA. C’era di tutto: dagli uomini alle donne, dagli anziani ai più giovani, dai favorevoli ai contrari. La maggioranza era contro la nuova viabilità pensata dalla giunta di Claudio Tessari, ma qualche voce a favore non si è scosta e ha detto la sua. Fatto sta che ieri mattina, all’appuntamento di via Matteotti per dire no al senso unico, si sono presentati circa in 300. Poi, a passo lento lungo via Roma, si sono diretti verso il municipio e infine hanno rallentato il traffico attraversando più volte sulle strisce pedonali. A chi non sapeva dei motivi della protesta hanno distribuito volantini per un paio d’ore. Oltre 2500, dove scrivono a chiare lettere che la soluzione adottata dal sindaco non è quella risolutiva per risolvere i problemi del traffico. Anzi: sono aumentati smog e pericoli. «Ho perso già dei clienti - spiega Miro Schiavo , che ha un negozio di autoricambi in via Matteotti - e se il Comune continua su questa strada molti rischiano di chiudere e si favoriranno i centri commerciali. Dove sono le associazioni di categoria?» Arrabbiato è pure Giorgio Fullin . «Abito in via Bennati - spiega - e la gente ha paura di attraversare la strada perché i camion transitano a cento all’ora. Ogni giorno è sempre peggio». Sabrina Niero abita in via Capitanio e punta il dito contro la carenza di controlli. «E’ una via - dichiara - senza marciapiedi, dove è confluito tutto il traffico di via Matteotti. Si deve tornare all’antico». Rita Capellani pensa alla sicurezza dei bambini. «Attorno alle scuole - osserva - il numero di veicoli è triplicato. Il Comune ha stravolto tutto senza pensare alla sicurezza della gente». Paolo Biagio , residente in via Bennati, dice di abitare in un’autostrada. «Ormai siamo a questi livelli - aggiunge - in un’arteria del tutto inadeguata per sopportare un simile volume di veicoli. Senza contare la velocità. Addirittura dobbiamo metterci noi in mezzo alla strada per rallentare le auto». Mariateresa Pasti abita in via D’Annunzio e ha tutta l’aria di chi è molto arrabbiata. «Non è così - conferma - che si risolve il problema del traffico. Fuori i camion da Spinea e per giunta ci tocca fare più chilometri in macchina che provocano un inevitabile aumento dello smog». Giuseppina Copelli dice che ormai Spinea è invivibile. «Bisogna tornare al doppio senso su via Matteotti - dichiara - e i tir devono restare fuori dal centro. Su questo tema c’è una delibera emessa ancora anni fa ma nessuno la rispetta». Anche per il giovane Tommaso Da Lio la situazione è insostenibile. «Oltre al traffico - aggiunge - dobbiamo fare i conti anche con la cementificazione che sta devastando il territorio». Per Antinesca De Pieri , abitante in via Tommaseo, la rotonda di via Alfieri non ha risolto alcun problema. «Doveva rendere più fluido il traffico - commenta - e invece siamo punto e a capo». Edoardo Stevanato ce l’ha con quei residenti d’accordo con questa nuova viabilità. «Spero che a nessuno di loro - osserva - capiti un incidente in via Bennati o Alfieri». In piazza è sceso anche qualcuno a favore della nuova viabilità. «Abito in via Matteotti da 50 anni - dice Fabrizio Ditadi - e da quando il sindaco ha cambiato la viabilità è tutta un’altra vita. Prima tremava persino la casa da quante auto c’erano. Adesso le hanno dimezzate e viviamo meglio». Della stessa idea Paola Manera . «Prima del senso unico - spiega - per ben tre volte ho rischiato di essere investita».


Ahimè dalle modifiche apportate ci sono stati un tamponamento all'incrocio fra via D'Annunzio e via Matteotti (grazie anche all'incrocio a raso recentemente stretto ancor di più dal nuovo palazzone d'angolo costruito proprio in corrispondenza delle delibere di modifica del traffico), rischio di investimento in via Matteotti che qualche sparuto soprattutto nelle ore notturne continua a percorrere a doppio senso di marcia, una donna investita in via Matteotti, un incidente fra auto e motorino all'uscita di via Alfieri lato via Roma, e fuori dal quartiere Dante incidenti per tutto il tratto di via Roma.
Un domani la chiusura temporanea o definitiva del tratto di via Roma da piazza Marconi fino al municipio/villa dirotterà il traffico in via Buonarroti (presenza di scuole medie) e via Cici/Bellini (presenza scuole elementari).
Nel caso di via Bellini, senso unico in uscita sul senso unico di via Matteotti che condurrà o verso Fornase (all'incrocio vi è una strada stretta che conduce a Chirignago costringendo ad un largo giro e la strada camionabile direzione Romea/Mestre) oppure verso via D'Annunzio (e poi via Alfieri/Bennati).
Da notare che via Roma è una via cittadina di scorrimento da 3-4 corsie (attualmente due corsie e file di parcheggi laterali) con 20000-30000 veicoli transitanti al giorno, ben superiori al traffico già eccessivo sopportato dalle via Matteotti, Alfieri, Bennati.

Eliminare traffico da una via distribuendola su quelle interne di quartiere non è ridurre il traffico.


Chi abita in via Matteotti segue la carota del sindaco, credendo che questa sia la situazione definitiva in cui si troveranno a vivere, quindi rispetto a prima in pieno egoismo per le problematiche di almeno altre due vie (Alfieri e Bennati...in realtà sono interessate anche le secondarie Abba Tommaseo Sarpi e Verga...).
Quando via Matteotti sarà conclusa si troverà la sorpresa della chiusura di via Roma come previsto dal progetto approvato e dal PUT2004.

articoli di giornale - manifestazione in via Roma 22 settembre 2007

LA NUOVA
VENERDÌ, 21 SETTEMBRE 2007 Pagina 32

Provincia Spinea. Il corteo si snoderà da piazza Marconi fino al municipio I comitati anti-traffico scendono in strada Domani mattina sfileranno per dire no al senso unico in via Matteotti di Francesco Furlan
SPINEA. «Via Matteotti è morta, il quartiere Bennati è nel caos e questa viabilità non ci piace». Tornano all’attacco i comitati «Via Matteotti», «Cittadini per Spinea vivibile» e «Cinqueottocinque», che domani, dalle 10.30, sfileranno da piazza Marconi alla piazzetta del municipio per dire no, soprattutto, al senso unico in via Matteotti. Bloccherete via Matteotti? «Che dice scherza?», risponde Valeria Chinellato, dell’omonimo negozio della strada, «Sarà già bloccata senza il nostro intervento».
I residenti della zona non ci stanno, sono inviperiti, e continuano nella loro lotta, «perché è una questione che non riguarda solo via Matteotti - spiega Gianni Causin di Spinea Vivibile - ma tutto il centro. Non è possibile che il Comune prende decisioni senza coinvolgere i quartieri. E non è possibile che tutto il traffico venga scaricato sulle zone laterali». Nel mirino c’è la decisione presa dal Comune nel corso dell’estate di rendere via Matteotti a senso unico in direzione di Fornase. Prima parte di una viabilità che sta stravolgendo Spinea (la rotatoria al Graspo d’Uva, la bretella verso Asseggiano, il senso unico in via Cattaneo, e tra un po’ l’attraversamento del Passante di Mestre, con relative strade complementari) e che sta causano anche molte tensioni con i comitati dei quartieri. «Con il corteo di sabato mattina vogliamo invitare anche gli altri cittadini a stare attenti - spiega Raffaello Corò, del comitato di via Matteotti - perché questi interventi avranno ripercussioni su tutta la viabilità». In passato i residenti della zona hanno raccolto oltre 600 firme per ottenere il ripristino del doppio senso di marcia sulla strada che porta a Fornase. «Poi è saltata fuori un’altra petizione con poco più di 100 firme di persone a favore - spiegano i comitati -, una petizione organizzata dagli amici del sindaco. Qui la maggioranza si è già espressa: il senso unico non lo vogliamo». «Perché via Matteotti commercialmente è morta - spiega Valeria, titolare di un negozio di vestiti - e con il senso unico si è riempito di traffico e smog il quartiere Bennati». Proprio pochi giorni fa i tre comitati hanno presentato un documento in cui chiedono un incontro pubblico con il sindaco Claudio Tessari e l’assessore alla Viabilità, Mario Simionato. E intanto domani sfileranno in via Roma per non far morire la protesta.




mercoledì 19 settembre 2007

Articoli di giornale - Via Asseggiano a senso unico

LA NUOVA
MERCOLEDÌ, 19 SETTEMBRE 2007 Pagina 31
Provincia Spinea. L’assessore Simionato replica: «Al momento non è previsto» «Senso unico in via Asseggiano» Gli abitanti di Rossignago: «Il Comune lo aveva promesso già nel 2004
»
di Francesco Furlan
SPINEA. La rivoluzione della viabilità fa venire il mal di pancia a molti. In via Matteotti lottano per eliminare il nuovo senso unico. Dalle parti di Rossignago, invece, si battono per averlo in via Asseggiano, in direzione di Mestre. Del resto era stato promesso loro. «Ma evidentemente i nostri amministratori sono come pinocchio», spiega Fabio Lazzaro, membro del comitato della zona. Parla a ragion veduta, perché tira fuori dal suo cassetto un documento, un po’ datato, ma valido nella sostanza. E’ il 2 marzo 2004 e il sindaco Claudio Tessari e l’assessore alla Viabilità, Mario Simionato, si impegnano «a rendere via Asseggiano a senso unico in entrata da via Rossignago», fino a quando non «sarà realizzata la nuova strada a Nord». E adesso il Comune si rimangia la parola. «Eppure anche recentemente ci era stata assicurata l’introduzione del senso unico», spiega Lazzaro. Tra pochi giorni infatti aprirà la rotatoria ai piedi del cavalcavia del Graspo d’Uva, vicino alla Tac. Da qui, chi vorrà andare a Maerne, potrà imboccare la nuova bretella a Nord, che porta dietro il quartiere Rosselli, e da qui alla rotatoria di via Asseggiano, per poi imboccare via Rossignago. I cui residenti ora temono di essere invasi dalle auto. «Ci era stato garantito - spiega Lazzaro - che in attesa dell’ultimazione della bretella (che dalla rotatoria di Asseggiano si collegherà direttamente in via della Costituzione, ndr) sarebbe stato previsto un senso unico». Lo diceva anche il documento firmato da Simionato e Tessari: «Via Rossignago e via Gioberti non possono diventare una valvola di sfogo del traffico proveniente da e per Mestre». Il Comune fa quindi marcia indietro? «Ogni cosa va storicizzata», replica Simionato. «Oggi non c’è motivo di ritenere che con l’apertura della rotatoria via Rossignago si troverà con un incredibile aumento del traffico. Il senso unico avrà una ragion d’essere solo quando si aprirà la seconda parte della bretella, quella da Asseggiano alla stazione di Maerne. Allora la zona di via Rossignago potrà diventare anche una zona a traffico limitato». Quindi nessun senso unico in via Asseggiano? «Per ora non lo abbiamo previsto. Se poi ci dovesse essere un’invasione di auto vedremo».








martedì 18 settembre 2007

Articolo di giornale - soldi solo per il progetto della via dei Bivi

IL GAZZETTINO
martedì 18 settembre 2007
E progetto della Provincia per collegare il nuovo ospedale alla Miranese Si torna a padare di "Bivi" e riaffiorano i timori
Olmo di Martellago
(ndr) Si torna prepotentemente a parlare della "Strada dei Bivi" e a Olmo riaffiorano le vecchie preoccupazioni. Come già affermato nei giorni scorsi, l'assessore provinciale alla Viabilità, Paolo Gatto, ribadisce che la Provincia sta progettando la nuova arteria che dovrebbe sfruttare in buona parte la dismessa linea ferroviaria dei Bivi e che collegherà l'arca del nuovo ospedale di Mestre con il (e la) Miranese. "AI momento gli unici fondi disponibili sono quelli per la progettazione, che stiamo approntando e per definire la quale abbiamo anche già iniziato a incontrare i Comuni interessati: Venezia, Martellago e Spinea. La volontà, infatti, è quella di realizzare l'opera, della quale c'è assoluta necessità - spiega Gatto - La Miranese, la Castellana e la stessa via Olmo oramai sono a collasso: avere una strada "dedicata" al nuovo ospedale a questo punto diventa essenziale". Parole che hanno già fatto suonare il campanello d'allarme a Olmo, dove la strada dovrebbe passare, all'altezza di via Selvanese, ai confini col territorio comunale di Venezia: come si ricorderà, qualche anno fa, quando ancora si parlava dei Bivi come possibile alternativa al Passante, in paese ci fu una autentica sollevazione contro questa eventualità. Ma l'assessore provinciale frena e tranquillizza. "Allo stato attuale non ci sono ancora elementi certi, anche per quello che riguarda il tracciato. Quando il progetto sarà meglio definito allora potremo cominciare i ragionamenti con le comunità locali" precisa Gatto: ad esempio, non è ancora deciso se far partire la nuova arteria dalla Miranese o da Aseggiano, cioè dalla nuova strada, la tangenziale di Spinea, che Veneto Strade costruirà nell'ambito delle opere complementari al Passante. "E comunque - conclude Gatto - i Bivi non saranno in alcun modo una superstrada o qualcosa di simile invasa da mezzi pesanti. Verrà fuori una semplice strada urbana a due corsie finalizzata principalmente a collegare meglio l'area nevralgica del nuovo ospedale di Mestre con la realtà del Miranese".

Si ricorda che al primo incontro il Sindaco Claudio Tessari aveva cercato di tranquillizzare i cittadini dicendo loro che a progetto ultimato il traffico non sarebbe più stato in via Roma/Miranese e via Matteotti poichè da un lato sarebbe stato preso dalla via dei Bivi.
L'arteria che si sta costruendo vicino alla nuova stazione della metropolitana di superficie che prosegue costeggiando il Parco Nuove Gemme fino alla rotonda di smistamento con la via dei Bivi diviene così un collo di bottiglia che non porta a nessuna via di scorrimento verso cui smaltire la maggior parte del traffico e tanto meno i mezzi pesanti!






Articoli di giornale - mercato immobiliare in calo


Si ricorda che in un precedente articolo si diveva:

...L'Amministrazione, però, conta di reperire i fondi attraverso una strategia piuttosto complessa. Come? L'opera, innanzitutto, verrà venduta da una base d'asta di 2,3 milioni di euro stimati in diritto edificatorio: questo, secondo una stima dei periti, è il valore dell'area interessata (più altri due lotti contigui). In cambio del diritto a costruire, i vincitori del bando dovranno garantire la costruzione del nuovo distretto sanitario che sorgerà all'interno del complesso. Considerando eventuali rialzi (o ribassi), le entrate dagli oneri di urbanizzazione (in questa zona, già urbanizzata, gli acquirenti non saranno infatti esentati dalle spese di pavimentazione e arredo urbano, circa 1 milione di euro), si conta di raggiungere i 3,3 milioni di euro. Quel che mancherà per arrivare a tale cifra, verrà messo tra le voci del bilancio comunale del 2010 o del 2011....

lunedì 17 settembre 2007

Articoli di giornale - Il gorgo e la bretella

LA NUOVA
SABATO, 15 SETTEMBRE 2007 Pagina 10

Regione Praticamente inutilizzati i 6,5 km di bretella inaugurati lo scorso 6 agosto Quarto-Mogliano, l’autostrada deserta Un veicolo a minuto ed è l’ora di punta. Sull’asfalto si posano le farfalle La segnaletica indica l’innesto dall’A4 all’A27 Un colpo di volante e si lasciano Tir e vetture in coda in tangenziale «Yuhu, c’è qualcuno?»
FRANCESCO FURLAN
QUARTO D’ALTINO. «Yuhu, c’è qualcuno?» Ci sentiamo soli come la più famosa particella di sodio protagonista della pubblicità di un’acqua minerale, a percorre il mini-Passante, la bretella di collegamento, in direzione Belluno, tra A4 e A27. Parafrasando dalla réclame: un’autostrada povera di auto.
Incolonnati. Sull’asse principale dell’A4, quello che porta verso l’imbuto di Mestre, la colonna di macchine e Suv e Tir e furgoncini prosegue ingrossandosi sempre di più, fino a diventare un ingorgo di lamiere. Qui, sulla bretella tra Quarto e Mogliano, gli uccellini cinguettano felici saltellando sulla coltre d’asfalto. E siamo presi da quella strana nostalgia da vacanza, quella nostalgia un po’ canaglia di tornare nell’ingorgo, a condividere con gli altri la nuova preghiera laica del mattino: la coda in tangenziale.
Il sopralluogo. Quell’ingorgo ce lo siamo appena lasciati alle spalle. Sono da poco passate le 9 di giovedì 13 settembre. Per raggiungere la nuova bretella di 6,5 chilometri - inaugurata in pompa magna, con taglio del nastro e tutto il resto, all’inizio di agosto - abbiamo percorso tutta la strada Miranese da Spinea all’ingresso della tangenziale ai piedi del cavalcavia dell’Amelia, (25 minuti a passo d’uomo per 4 km). Imboccando la tangenziale abbiamo ingranato la seconda, a volte la terza (mai la quarta), e ci siamo messi in colonna, con quel pizzico di fortuna che aiuta gli audaci, raggiungendo l’uscita di Quarto d’Altino (strada percorsa: 15 chilometri) in soli, si fa per dire, 18 minuti. Poi il ritorno sull’A4, tra Tir e auto incolonnati provenienti da Trieste e diretti a Mestre, Padova e oltre
L’innesto. Ci illuminiamo quando i cartelli ci indicano l’innesto della bretella verso Belluno. La prendiamo orgogliosi, con l’impressione però di avere sbagliato strada, di essere entrati in una proprietà privata, perché davanti, dietro e a lato (in sorpasso) non c’è nessuno. «E’ questa la bretella per Belluno, no?». Chiediamo a due operai della Icostrade che stanno lavorando all’impianto di illuminazione. «Sì». Richiediamo: «Ma le auto ci passano, no?». Risposta: «Sì ma poche, una decina ogni mezz’ora».
La conta. Per parlare non c’è bisogno di alzare la voce perché l’unico rumore, un brusio di sottofondo, è quello della colonna di mezzi che sull’A4 prosegue verso Mestre. Una decina ogni mezz’ora? Mah. Abbiamo il cronometro e verifichiamo: in 15 minuti contiamo 15 auto, 2 Tir, e 2 furgoni, di cui uno, a onor del vero, con un piccolo rimorchio. Vogliamo fare 20? Facciamo 20. Riproviamo dopo un po’ con lo stesso intervallo di tempo. Questa volta fanno 10 auto, 5 Tir, un furgone. Bilancio: 16 transiti. Ed è un’ora di punta.
I proclami. Lo scorso 6 agosto, data dell’inaugurazione alla presenza del governatore Giancarlo Galan e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta, era stata diffusa questa stima: 2-3 mila transiti al giorno. «Io ne conto al massimo 2-300 di giorno. Di notte non lo so. E’ così tranquillo che ci possiamo schiacciare un pisolino», dice un altro operaio. Che sia proprio la notte a far la differenza?
Silenzio. A metà bretella facciamo una sosta nella piazzola d’emergenza. E’ così silenzioso da riuscire a distinguere il rumore di una vanga la cui lama cozza contro i sassi del terreno che incide e rovescia. Ci giriamo: è un operaio che scava un pozzetto a una ventina di metri. Un uccellino cinguetta in mezzo alla strada, arriva l’eco dei rintocchi delle campane della chiesa di Bonisiolo che sarà a mezzo chilometro, il vento sibila tra i giunchi del fossato. C’è anche una farfalla che si posa sul guardrail che luccica neanche fosse coperto di rugiada: manca solo la vispa Teresa in questo paesaggio da autostrada bucolica.
Campagna. «In effetti per ora sembra più una strada di campagna», dice Piergiorgio Zanardo, dalla sua casa con vista sul Passante. E’ tra quelli che, nonostante la possibilità di essere espropriato, ha deciso di rimanere. Gli avevano promesso le barriere anti-rumore, ma per ora non si vedono. «E per ora neppure servono, è così pacifico! Però dovranno metterle presto, perché qui quando aprirà tutto il Passante, allora sì, sarà un inferno». La stima: 140-170 mila mezzi al giorno. E allora sì, questo senso di solitudine in autostrada, sarà solo un vecchio ricordo da custodire.

«Serve a poco, ma intanto funziona» Vernizzi rivendica quanto fatto. «E a fine 2008 l’opera sarà conclusa»
MESTRE. «Certo nessuno pensava di risolvere i problemi della tangenziale di Mestre con l’apertura di questa bretella. Era pronta e l’abbiamo aperta: visto che era finita che senso aveva tenerla chiusa? Che poi ci passino 1, 10 o 100 auto non importa: almeno quelli che da Trieste devono raggiungere Treviso o Belluno non devono più passare per Mestre. Per il momento va bene così». Lo dice in modo schietto Silvano Vernizzi, commissario speciale al Passante di Mestre.
Insomma, quella dello scorso 6 agosto, tra Quarto e Mogliano, è stata un’apertura simbolica, di facciata? Vernizzi spiega: «Non è così. Le auto ci passano, anche se poche. Di sicuro non è risolutiva per sciogliere il nodo di Mestre». Per questo bisognerà attendere l’ultimazione dell’intero Passante, i 32 chilometri tra Quarto e Dolo, un unico grande cantiere a cielo aperto che taglia le province di Venezia e Treviso. «Il tratto era finito, perché non utilizzarlo?» insiste Vernizzi.
«Avevano bisogno di lanciare un segnale, dire alla gente che i lavori vanno avanti spediti: per questo hanno aperto questo pezzo, certo non per i benefici, che sono irrisori», commentavano ieri gli operai al lavoro lungo la bretella. Un’opera parziale che, calcolando il costo totale del Passante (750 milioni), è costata circa 152 milioni di euro. Certo fa un po’ sorridere pensare alla parata di politici che il 6 agosto, in periodo di ferie, si era presentata a Bonisiolo per l’inaugurazione. «Andando avanti di questo passo - ironizzava qualcuno - dovremo aspettarci un’altra ventina di inaugurazioni, contando bretelle e gallerie». Battuta a parte, dovrebbe esserci solo un’altra grande cerimonia perché, spiega il commissario, non è possibile aprire altri tratti prima della conclusione finale dell’opera. «La bretella Quarto-Mogliano collega due autostrade - dice - ma altre aperture parziali avrebbero pesanti ripercussioni sulla viabilità locale». Bisogna quindi aspettare, a sentire le promesse, il 28 dicembre del 2008. Intanto i cantieri procedono. A Mirano sono cominciati i lavori per la seconda canna sotto il tratto ferroviario della Mestre-Padova. A Martellago inizieranno presto quelli per la canna sotto la Castellana. Tempi rispettati? «Intoppi per ora non ce ne sono - risponde Vernizzi - avanti così e il programma sarà rispettato». (f.fur.)


Articoli di giornale - Via Asseggiano soffoca

IL GAZZETTINO
Sabato 15 settembre 2007
Asseggiano soffoca per i lavori della Smfr: «Aprite al traffico almeno via Angiolieri»
(d.d.) - «Aprite alle auto almeno via Angiolieri». È la richiesta che alcuni cittadini di Asseggiano rivolgono a Comune e Municipalità. Con via Macello e via Asseggiano, verso Spinea , chiuse al traffico per i lavori dell'Sfmr il paese si sente soffocare; per arrivare a Spinea ora bisogna portarsi in via Risorgimento, passare il centro di Chirignago, e poi prendere la Miranese attraversando il cavalcavia del "Graspo de ua". «Un giro assurdo, che si potrebbe evitare - spiega Riccardo Trentin, uno dei cittadini - consentendo al circolazione su via Cecco Angiolieri». La strada in questione, una laterale di via Asseggiano, si ricollega, dopo un percorso di neanche 300 metri, a via Macello, oltre il cantiere, dove il traffico avrebbe libera uscita. «Hanno sistemato da poco via Angiolieri per farci passare cicli e pedoni - continua Trentin - ma su una strada così larga potevano passare anche automobili, alla peggio con un senso unico alternato nel tratto più stretto». In ogni caso, fanno sapere dalla Municipalità, ormai sarebbe tardi, anche per mettere un semaforo mobile. Ci vorrebbe forse più di una settimana, mentre via Macello, garantisce Veneto Strade, dovrebbe aprire forse già prima del 24, data in cui scade l'ordinanza che ne ha decretato la chiusura per consentire i lavori.

sabato 15 settembre 2007

Cenni storici su Spinea

Le prime notizie certe sulla storia piu antica del nostro territorio risalgono alle tracce lasciate dalla colonizzazione romana. Per il periodo precedente non è comunque da escludere I'esistenza di insediamenti della civiltà dei Veneti, i quali avevano esteso il proprio dominio su tutta la regione, fondando numerose città, tra cui Altino. II nostro territorio, costituito da sedimenti deposti dai fiumi, era percorso da numerosi corsi d'acqua; il piu importante di questi era il fiume Muson, che era una facile via di comunicazione, dal margine lagunare verso I'interno. Per contro, data la grande quantità di sedimenti trasportati e il basso livello della campagna, questi corsi d'acqua finivano spesso col provocare alluvioni e col formare zone acquitrinose e paludose.

LA CONQUISTA ROMANA
Dopo la conquista di Altino, i Romani destinarono alle coltivazioni gran parte dei territori circostanti. Era infatti consuetudine romana quella di centuriare le zone coltivabili già possedute o via via conquistate, destinandole ai coloni del luogo e agli ex legionari; nel nostro caso ai veterani che avevano combattuto con Giulio Cesare nelle campagne di Gallia e di Germania. II fiume Muson (principale corso d'acqua del nostro territorio) costituiva il confine tra I'agro centuriato Patavino, tuttora conservato in buone condizioni, e l'agro Altinate, al quale si sono in parte sovrapposti, in periodo successivo, l'agro di Treviso e l'agro di Mestre. II nostro territorio era la zona di intersezione tra i due articolati ad orientamento diverso e il tracciato viario veniva ad assumere un andamento a lisca di pesce o spina, dal quel puo derivare il toponimo di Spinea (o Spineta-Spineda). CREA, oltre che uno scalo di merci romane sul fiume Muson, era probabilmente un centra di estrazione dell'argilla (Creta) e di lavorazione della ceramica, a servizio delle necessita edilizie del graticolato romano. Anfore, basamenti marmorei, cotti e frammenti di tegole, li rinvenuti, ne sono la testimonianza. L'arrivo dei barbari, nel V secolo, mise fine alia civilta romana, causando la fuga delle popolazioni verso la laguna e la decadenza delle citta della terraferma. Alle scorrerie degli Unni (452 d.C.), seguirono gli Ostrogoti, il cui regno, verso la meta del VI secolo, fu sbaragliato dai Longobardi. Due secoli dopo saranno i Franchi ad imporre la propria presenza, che, assai forte nei primi decenni, andra via via affievolendosi, fino a spegnersi del tutto verso la meta del IX secolo.

DALL'ANARCHIA FEUDALE ALL'EPOCA COMUNALE E DELLE SiGNORIE
All'anarchia feudale e al gravissimo stato di involuzione, segue, dopo il Mille, la rinascita di alcuni centri, sorti probabilmente sulle rovine dei Pagi (villaggi) esistenti nell'agro Altatinate: Rossignago, Crea, Orgnano, Zigaraga e Spinea. In epoca feudale tutta la Terraferma mestrina costituisce territorio amministrativamente e giuridicamente dipendente dai Vescovi di Treviso (dal 905, per decreto del re Berengario I) e da questi ceduta nel 1257, in cambio di altri benefici, al Comune di Treviso. In epoca comunale la struttura organizzativa civile del territorio ricalca pertanto la preesistente ripartizione ecclesiastica. Regole vengono chiamati i singoli villaggi, le singole unita amministrative locali; a capo di ogni Regola sta una Meriga sorteggiato periodicamente nel Vicinatus dall'assemblea dei capofamiglia, il quale svolge funzioni amministrative, fiscali e di ordine pubblico. Le Regole della zona di Spinea corrispondono, grosso modo, ai principali nuclei abitati che costituiscono attualmente il nostro Comune. II fiume Muson in epoca comunale e nel periodo delle Signorie costituisce il confine ufficiale tra Padova e Treviso, come lo era stato in precedenza tra i municipi romani di Padova ed Altino; come tale e indicato nei sigilli ufficiali dei due Comuni. II territorio di Spinea, attraversato da questa linea di demarcazione, e spesso oggetto di contese, lotte, scorrerie e battaglie volte ad ampliare i confini.
Si era cosi venuta a costituire, fin dal periodo feudale, dopo le invasioni degli Ungheri, una serie di costruzioni fortificate da Camposampiero a Mirano, a Spinea, fino al Bottenigo. Nel nostro territorio viene eretto il castello di Orgnano, probabilmente tra il X e XI secolo; non sono conosciute le reali dimensioni e la precisa ubicazione di questa fortificazione, bagnata e protetta da due lati dalle acque di un ramo del Muson. II castello, passato successivamente in proprieta di Liberio da Zan (1223), del nobile veneziano Pietro Ziani, futuro doge di Venezia (1205-1229),
perde via via importanza e funzione, e perviene alia famiglia Negri, quindi, nel XVI secolo alia famiglia Soranzo di Venezia. Sarà abbattuto, dopo la conclusione della guerra contro la lega di Cambrai, in esecuzione di un decreto del Senate della Repubblica di Venezia, del 1520, che
prevede la distruzione o la trasformazione di tutte le fortezze e i castelli costruiti dai Carraresi, in particolare del cosiddetto Serraglio del Muson.

LA DOMINAZIONE DELLA SERENISSIMA
Come abbiamo già visto, alla dominazione del Comune di Treviso nelle nostre terre si sostituisce presto quella della Repubblica di Venezia. Con la dominazione di Venezia su Treviso (1338), la struttura territoriale viene modificata: scompaiono le pievi civili e le regole sorgono le podesterie; il territorio di Spinea viene aggregatoo alla podesteria di Mestre. Spinea viene ad assumere maggiore importanza, rispetto a Rossignago, che perde la fonte battesimale. I primi anni della penetrazione del dominio veneziano in Terraferma vedono una serie di scontri e scorrerie culminanti con lo scoppio della Guerra di Chioggia, che oppone a Venezia una fortissima lega formata dal re d'Ungheria, da Francesco da Carrara, signore di Padova, dal duca d'Austria, dal patriarca di Aquileia e dai Genovesi. II territorio Spinetense risente di questa situazione ed e piu volte devastate dagli eserciti delle armate che lo percorrono. Con la definitiva vittoria di Venezia (1388) ha inizio un periodo di stabilità politica, di pace, che durera fino alia conquista Napoleonica (1797). II Quattrocento e soprattutto il secolo del grande espansionismo militare
veneziano in terraferma; mentre nel Cinquecento i ricchi veneziani vi dirottano gran parte delle proprie fortune dai commerci marittimi, acquistando vaste estensioni agricole. Anche nel territorio di Spinea sorgono quindi case padronali, in modo da consentire ai nobili proprietari di
seguire da vicino i lavori delle aziende agricole.

GLI INTERVENTI SUL TERRITORIO
Con il secolo XV, dopo la conquista del territorio padovano e la fine della Signoria dei da Carrara, si fa piu urgente per Venezia la necessità di intervenire sul corso dei fiumi che si gettano in laguna, anche a causa dei numerosi fenomeni di interramento verificatosi nel corso del XIV secolo. Si dividono le acque del Muson torrente dal Muson fiume; il primo verrà deviato nel Brenta all'altezza di Vigodarzere ed assumera il nome di Muson dei Sassi. II territorio di Spinea, privato delle acque del Muson vecchio, viene risanato dalle zone paludose ancora esistenti. Unico resto del vecchio Muson rimane il rio Cimetto, che ha origine presso Salzano e scorre verso Mestre, ove si unisce al Marzenego, ed occuperebbe, secondo alcuni studiosi, l'alveo originate del fiume Muson.

DALLA CADUTA DELIA REPUBBLICA DI VENEZIA AL REGNO D'ITALIA
Dopo la Rivoluzione francese, con l'arrivo delle armate di Napoleone la municipalità di Spinea, con tutti i Cantoni della terraferma, viene assegnata al Dipartimento del Brenta (Padova).
Spinea segue quindi le vicende politiche e amministrative che si susseguono con rapidità nella Terraferma: ceduta agli Austriaci col trattato di Campoformio (ottobre 1797); nuovamente occupata dai Francesi (1801 e 1805) ed incorporata nel Regno d'ltalia, diviene sede di Comune nel Cantone di Mestre ed aggregata, nel 1807, al Dipartimento deN'Adriatico (Venezia).
Durante le alterne fasi delle guerre napoleoniche e ancora una volta oggetto di requisizioni e ruberie da parte dei vari eserciti che la percorrono. Gli austriaci (1815) ritornano in possesso del territorio. II Comune rurale di Spinea, appartenente al Distretto di Mestre, entra a far parte del Lombardo-Veneto; vedrà quindi gli anni cruciali del 1848-49, con i moti rivoluzionari, l'assalto al forte Marghera e l'assedio a Venezia da parte degli Austriaci; sarà infine annesso al Regno d'ltalia dopo il plebiscito del 1866.


Le prime notizie certe sulla storia più antica del territorio di Spinea risalgono alle tracce lasciate dalla colonizzazione romana, anche se non è da esculdere, per il periodo precedente, la presenza di insediamenti paleo-veneti. Testimonianza dell'impronta romana sul territorio è lo stesso toponimo Spinea, da Spineda o Spineta, derivato dal fatto che in questa zona si intersecavano due graticolati ad orientamento diverso e il tracciato viario veniva ad assumere un andamento a lisca di pesce o spina. Tratti dell'antica centuriazione romana sono ancor oggi riconoscibili nelle attuali vie Luneo, Rossignago, Frassinelli, Asseggiano. L'arrivo dei 'barbari', nel V secolo, mise fine alla
civiltà romana, causando la fuga delle popolazioni verso la laguna. Nei secoli si sono, poi, susseguite diverse vicende: all'anarchia feudale, segue, dopo il Mille, la rinascita di alcuni centri della zona, tra cui anche Spinea. In questo periodo storico, centro della vita cittadina è la pieve che rappresenta non solo una forma di amministrazione del culto ed un edificio religioso, ma anche un preciso punto di riferimento sociale e comunitario. Con la dominazione di Venezia, la struttura territoriale viene modificata: scompaiono le pievi civili e le regole e sorgono le podesterie; il territorio di Spinea viene aggregato alla podesteria di Mestre. Spinea viene ad assumere maggiore importanza e vive un periodo di relativa stabilità e pace durante tutto il dominio della Serenissima. E' proprio durante il periodo dell'espansionismo della Repubblica di Venezia in terraferma, che, nella zona, cominciano a sorgere numerose case padronali: edifici da cui i nobili veneziani possono seguire agevolmente i lavori nelle nuove proprietà acquisite. link

Articoli di giornale - Numero chiuso in via Roma

LA NUOVA
VENERDÌ
, 14 SETTEMBRE 2007
Pagina 28 - Provincia Spinea. La proposta sarà discussa con la municipalità di Chirignago «Numero chiuso per le auto in via Roma» L’assessore Simionato: «Il traffico è diventato ormai insostenibile»

FRANCESCO FURLAN

SPINEA. «Così non si può più andare avanti». L’assessore alla viabilità di Spinea, Mario Simionato, lancia il sasso. Dice non voler far polemiche, ma attacca la Provincia, «che nel Veneto Orientale ha fatto un sacco di cose mentre qui solo cosucce», e lancia, con una provocazione, la sua proposta per limitare il traffico sulla Miranese in attesa della realizzazione delle opere complementari al Passante, per far scendere le auto «da 30 mila al giorno a 20 mila: numero chiuso alle auto nel tratto di via Roma».

Andiamo con ordine, perché in realtà le ipotesi allo studio, sulle quali Simionato si è già consultato con il comandante dei vigili, Diego Trolese, sono due. La prima prevede di far partire quanto prima le targhe alterne per i non residenti. «Non è possibile che tutto il traffico di attraversamento - attacca Simionato - debba pesare sui cittadini di Spinea, e in particolare su quelli di via Roma, che non ne possono davvero più». Soprattutto in questo periodo, con via Asseggiano chiusa, e migliaia di pendolari che si riversano da Mirano e dintorni per raggiungere Mestre. Per la riapertura di via Asseggiano, dove nella zona dell’ex passaggio a livello è aperto il cantiere per la nuova metropolitana di superficie, bisognerà aspettare, salvo ritardi dell’ultima ora, il 24 di Settembre. Negli stessi giorni - in attesa di una data più precisa - è attesa l’apertura della rotatoria ai piedi del cavalcavia del Graspo d’Uva, nei pressi della Tac, che servirà per deviare parte del traffico lungo la nuova bretella che va verso Asseggiano, e da lì verso via Rossignago. Ma il beneficio che ricadrà su via Roma è tutto da valutare. «Le soluzioni arriveranno con le ristrutturazioni delle provinciali esterne, via della Costituzione - spiega Simionato - ma in attesa di quello dobbiamo pur far qualcosa, perché via Roma ormai è strada comunale, e non può sostenere questi volumi di traffico». Ecco allora che spunta l’ipotesi del numero chiuso, di cui Simionato discuterà anche con la municipalità di Chirignago, in un incontro che chiederà nei prossimi giorni. «L’idea è semplice: basta installare un semaforo alla Fossa che diventa rosso quando il volume di traffico è troppo elevato, così da deviare le auto lungo la camionabile per Marghera». E lo stesso si potrebbe fare dalla parte di Chirignago, con un semaforo che devi il traffico su via Oriago e quindi sulla camionabile. Un progetto realizzabile o una provocazione? «Qualcosa bisogna pur fare - risponde - e questa è una strada che si può percorrere». Almeno che da Chirignago non arrivi il semaforo rosso.

Continua
la “rivoluzione” della viabilità
Senso unico su un tratto di via Cattaneo, apertura nuova rotatoria ai piedi del cavalcavia, spegnimento semaforo davanti alla chiesa

Il primo tratto di via Cattaneo dalla chiesa in su, verso nord fino all’incrocio con la laterale di collegamento di via Volturno diventa a senso unico dalla prossima settimana. Salvo imprevisti e contestualmente a questo, a partire dal 20 e 21 settembre verrà anche aperta al traffico la viabilità di collegamento tra via Cattaneo e la nuova rotatoria della stazione della metropolitana di superficie ai piedi del cavalcavia. Questo permetterà lo spegnimento del semaforo dell’intersezione presso la chiesa dei santi Vito e Modesto, visto che anche il primo tratto di via Matteotti è a senso unico. Per il passaggio pedonale il semaforo resterà solo a chiamata.

Viene così ad aggiungersi un altro degli interventi previsti per rendere più razionale e sicuro l’utilizzo della viabilità urbana. Un volantino sarà anche distribuito alla popolazione della zona per illustrare la novità assieme allo schema che si può vedere qui sopra.




Dopo mesi e mesi in cui tutto andava bene per l'amministrazione.

Dopo mesi in cui non si presentava alle riunioni con la popolazione quando convocato per sistemare la situazione e comprendere le problematiche e le criticità (quadro conoscitivo del PAT, primo articolo della legge regionale urbanistica mette i beni artistici e la salute delle persone fra i massimi scopi da perseguire).

Di punto in bianco è cambiato tutto per l'assessore all'urbanistica del comune di Spinea.

Ci sono voluti soltanto proteste dei cittadini a più riprese ed in più forme, incidenti in via Alfieri, incidenti in via Roma, proteste degli abitanti di via Prati, proteste degli abitanti di via Asegiano, problemi alla circolazione e maledizioni dalle persone intrappolate in auto e autobus per comprendere che forse prima di sistemare l'urbanistica interna del comune bisognava che fossero realizzate le condizioni intercomunali di riduzione del traffico.

Il futuro del Masterplan è compromesso se questi autisti imparano a percorrere solo via Miranese perchè larga e rettilinea e non si sistemano prima le altre dinamiche di traffico in via di realizzazione. La previsione di chiusura di un tratto di via Roma da piazza Marconi fino al Municipio diventerà lo stesso problema che già stanno vivendo in piccolo via Alfieri, via Bennati e via D'annunzio con la chiusura di un senso di marcia di via Matteotti ed in grande l'intera comunità di Spinea che con la chiusura di vie esterne si ritrova proprio come avviene nei piccoli casi con un traffico sproporzionato per la sicurezza insita.




News dal sito del Comune

Google News su Spinea - Pellegrini

Incipit

NOTA BENE

MAPPA SPINEA

PREZZI BENZINA MIRANESE

RADIO SPINEA WEB

cliccando su commenti in fondo ad ogni testo è possibile esprire un proprio parere a riguardo

ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013