domenica 30 novembre 2014

Chiusura di via Roma, traffico sulla tangenziale nord - PAES

I dati derivanti dalle mappe di OpenStreetMap differiscono in parte dai dati utilizzati per lo studio del PAES, come ipotizzato in passato.

Prendendo una scansione della mappa si ha che i 500 metri della leggenda corrispondono a 25.39 unità del disegno (il rapporto serve per rendere unitario il fattore di scala):
  • tangenziale nord (e/o via 11 settembre): lunghezza tratto blu: 191.46 unità, pari a 3.77 km;
  • lunghezza tratto rosso (congiungente Fossa-viabilità alternativa): 95.56 unità, pari a 1.88 km;
  • lunghezza tratto verde (via Roma da chiudere secondo il Comune di Spinea): 137.52 unità, pari a 2.70 km;
Dalla Fossa alla rotatoria sull'ex-cavalcavia per Chirignago sono: 3.77+1.88 = 5.65 km.
Quindi via Roma era stata sovradimensionata (3.2 km considerati dallo IUAV invece di 2.7 km), mentre il tratto nella tangenziale nord sottodimensionato, di poco per la lunghezza della tangenziale nord (considerato di 3.5 km invece di 3.77 km), in larga parte per aver trascurato il percorso che i lavoratori di Mirano e Mira debbono fare dalla Fossa fino al sottopassaggio di Maerne per imboccare la tangenziale nord.
Per quanto riguarda il traffico, ci si limitava a considerare il confronto fra via Roma (dalla Fossa 3.2 km invece di 2.77 km) con la sola tangenziale nord (3.5 km invece di 3.77), invece che considerare tutto il tratto compreso quello che chiude la tangenziale nord con la Fossa (5.65 km in totale).

Quindi in totale si passa da 2.70 km (via Roma dalla Fossa a Chirignago) a  5.65 km (Fossa, tangenziale nord fino a Chirignago), raddoppiando la strada da percorrere (2.09 volte).

Quindi se da un lato si percorre via Roma a soli 30 km/h e dall'altro si percorre la tangenziale nord a 60 km/h, il tempo di percorrenza è analogo (si arriva alla rotatoria sull'ex-cavalcavia per Chirignago nel medesimo momento).
Questo è molto emblematico, poichè una delle opinioni dei politici locali a favore della tangenziale nord è che prendendo questa via rispetto a via Roma che passa per i centro, si dovrebbe arrivare a Chirignago più velocemente.
Vista la sinuosità della tangenziale nord è impensabile che venga percorsa ai 90-100 km/h, così come suscita qualche dubbio di sicurezza stradale la necessità di percorrere questa via ad alta velocità per vederne un beneficio reale rispetto via Roma.

Ma in realtà percorrendo la tangenziale nord è molto probabile che si impieghi più benzina per percorrere il doppio della strada necessaria e di conseguenza si emetta più anidride carbonica (per emetterne meno come sostenuto nel PAES si dovrebbe avere una riduzione della metà della CO2 emessa per percorrenze a 60 km/h rispetto a 30 km/h).

Se si moltiplica tutto questo per 24 giorni lavorativi al mese per 12 mesi, due volte al giorno per andare a lavoro a Mestre e rincasare, la decisione del comune di Spinea, significherà raddoppiare la distanza e la spesa di carburante che i lavoratori di Mirano (o provenienti dal comune limitrofo) diretti a Mestre dovranno sborsare annualmente.
Lo stesso vale per chi da Chirignago volesse uscire dal posto di blocco che Spinea vuole realizzare su via Roma.

sabato 29 novembre 2014

5000 euro a chi assume a tempo indeterminato

Ente bilaterale del commercio e del terziario di Venezia offre un contributo di 5000 euro a chi dovesse assumere a tempo indeterminato, fino al 31 dicembre 2014.
La pubblicità dell'incentivo è sul Gazzettino, su ce-mu.it, e su youtube.


sabato 25 ottobre 2014

Come trasformare una strada in un giardino

Il sito rinnovabili.it presenta brevemente il progetto vincitore del concorso di riqualificazione urbana che coinvolgeva un viadotto con strada annessa in disuso.
Il viadotto e la strada verranno trasformati in un parco con giardini sopraelevati, inserito nell'ambito urbano, liberamente fruibile da chiunque.
L'11th street bridge park mostra come una strada possa regredire allo stato naturale, anche se in effetti non è del tutto naturale un giardino sopraelevato sopra un fiume.
Google image mostra una moltitudine di immagini di dettaglio dei progetti che hanno partecipato al concorso.

Variante del PAT

Giovedì 30 ottobre 2014 alle ore 17.30 la commissione urbanistica si riunirà per discutere una variante del PAT, piano di assetto del territorio.
Durante l'assemblea verranno illustrati i contenuti della variante proposta, verranno raccolte indicazioni / proposte / pareri in coerenza con i principi di concertazione e partecipazione della Legge Urbanistica Regionale.

Pedonalizzazioni e ZTL - il tridente di Roma

Pedonalizzazionie  e ZTL non sono proprio amati nel miranese, dato che comportano difficoltà per chi viaggia in auto (per esempio chi deve fare acquisti e necessita di porta-bagagli, chi deve percorrere lunghi tragitti con varie soste e necessita di un mezzo libero come l'auto personale piuttosto che di un mezzo pubblico).
Dall'altro lato, chi già oggi si muove per pedonalizzare ed introdurre ZTL nei centri, è mosso da varie motivazioni: rilancio di taluni centri dirottando esercizi commerciali da negozi vari a negozi per l'alimentazione; necessità di ridurre le emissioni dei mezzi inquinanti in città; necessitò di introdurre un flusso di denaro derivante dalle multe e sanzioni per infrazione da ZTL (denaro che nel bilancio comunale verrà utilizzato per lavori di manutenzione e sicurezza stradale), o di variegazione della mobilità incentivando il car sharing o motorini/auto elettriche.
Come già visto, i commercianti di Mestre (e non solo), già in competizione con i grandi centri commerciali, pieni di servizi e riveriti dalla politica (versione moderna del "serviti e riveriti"), lamentano come le ZTL siano una ulteriore mazzata al commercio locale, togliendo clienti che preferiscono raggiungere aree più accessibili piuttosto che girare con 4-5 borse in mano a piedi.
Non è un caso che la maggior parte delle aree pedonalizzate vedano i negozi con attività varie chiudere / vendere o dismettere l'affitto dei locali, per un calo delle vendite.
Tali locali dismessi a lungo andare vengono sostituiti dai venditori di cibo ed alcolici (gelaterie, pizzerie, bar, yogurterie, ...), tipologia di negozi che sente per ultima la crisi (il cibo è un bene primario, come uscire il sabato sera con gli amici), rendendo improbabile il crollo dei valori immobiliari in questione.
Il rifacimento di piazze e vie di comunicazione invece tende ad aumentare il valore intrinseco dei locali od il canone d'affitto (o vista la crisi attuale si mantiene a livelli elevati non calando a favore dei palazzinari) in mano ai palazzinari, mettendo a bilancio comunale la spesa di ristrututrazione del pubblico a ridosso del privato.
Non stupisce che molti dei palazzinari interessati siano nei consigli comunali, od abbiano parenti ed amici, o compagni di partito inseriti al posto giusto al momento di approvare piani di intervento.
Quindi un intervento di rifacimento di un centro cittadino con pedonalizzazione dell'area vede un profondo mutamento dinamico della struttura socio economica della zona in questione.

Questo in generale vale per qualsiasi città italiana, per cui si può notare come anche a Roma con l'introduzione del Tridente, siano stiano verificando proprio i problemi appena descritti: Tridente, clienti dimezzati e dipendenti a rischio licenziamento.

Anche a Spinea, le associazioni dei commercianti hanno più volte espresso l'opinione che da parte loro non vi è alcun interesse a chiudere il centro cittadino e creare ZTL (si veda per esempio quando ci fu l'incontro con il sindaco per discutere dell'idea di realizzare parcheggi a pagamento in buona parrte del comune).


Dal punto di vista ambientale ZTL e zone pedonali comportano una riduzione delle auto?
Si potrebbe rispondere di si per tutti quei cittadini residenti vicino l'area chiusa con ZTL o pedonalizzata, che escono di casa e vanno in centro a piedi od in bicicletta; si risponde invece di no per tutti gli altri cittdini, che semplicemente cambiano il luogo dove andare a fare le spese o cambiano i luoghi da frequentare laddove vi siano parcheggi per sopraggiungere alla manifestazione.
Se l'area pedonalizzata o chiusa nella ZTL è costituita dai soli parcheggi disponibili in città, è evidente che qualcosa non quadra.
Quindi dato che le emissioni vengono valutate in media sul territorio, poichè non sono limitate ad ambiti prettamente locali come una strada od un quartiere, le ZTL o le pedonalizzazioni sono inefficaci o dannose (quando i km percorsi da migliaia di auto sono maggiori rispetto al percorso iniziale chiuso) se non riducono il flusso di traffico, bensì semplicemente lo spostano di qualche chilometro.
Il car sharing semplicemente sostituisce auto con auto, aumentando le percorrenze per ridistribuire i veicoli fra le aree di servizio, quindi non può essere considerato come soluzione valevole per le aree pedonalizzate o le ZTL.
Rimangono quindi motorini ed auto elettriche, i primi con ampi risparmi di costo a chilometro (forte riduzione del peso morto trasportato per far circolare una persona), emissioni, lavoro per industrie locali come Aprilia, ma sprovviste di bagagliaio, e le seconde provviste di bagagliaio, ma onerose ed attualmente inquinanti per lo smaltimento di pacchi batterie eccessivi (tra l'altro essendo costituiti oggi da ioni litio, sono basate su una terra rara o risorsa in via di esaurimento).

lunedì 13 ottobre 2014

Elezioni enti di secondo livello

Si sono svolte nei giorni scorsi le elezioni provinciali, che a seguito dell'abolizione delle province, individuano i politici eletti da un gruppo ristretto di politici che costituiranno l'ente di secondo livello con le funzioni delle province abolite. La ripetizione dei termini è un obbligo burocratico: in altre parole è stato abolito il nome province, sostituito con il termine "ente di secondo livello" e sono state spostate le funzioni delle province da politici eletti dai cittadini a politici eletti da politici eletti da cittadini.
Unico disguido a Belluno, dove alle ore 10 un cittadino italiano credendo che valessero ancora principi democratici, si è recato alle urne, ostinandosi nell'intento di voler votare.
Il cittadino allontanato e minacciato di denuncia in violazione dell'articolo 48 comma 1 della Costituzione, si è ripresentato con due Carabinieri al seguito ed ha minacciato di denuncia quel seggio/votazione per chiara violazione della Costituzione Italiana.
Tuttavia l'elezione oligarchica sembra aver funzionato bene ottenendo ben l'84% di presenze di politici ai seggi per votare i politici che assumeranno le funzioni provinciali negli enti di secondo livello.
Ogni politico elettore esprime un voto con un peso commisurato al numero di cittadini distribuiti nel territorio di appartenenza, benchè nessun politico si sia premurato di avvertire i suoi elettori cittadini delle sue scelte/motivazioni nell'elezione dell'ente di secondo livello.
Non è chiaro perchè il 16% dei politici aventi diritto non si sia recato alle urne: protesta?! vacanza il fine settimana?! non avvertiti?! contrari alla lista unica, ammessa nell'ordinamento degli enti di secondo livello?!
Le votazioni si sono svolte per cinque provin... emm enti di secondo livello su sette: esclusi Venezia che è città metropolitana e pure commissariata per lo scandalo corruzione del Mose ed a Treviso, dove il presidente rimarrà in carica fino al 2016.

Nei prossimi giorni verranno dati i risultati... sperando che non sia il Re d'Italia a darne notizia durante la cerimonia di investitura.

domenica 5 ottobre 2014

Via Roma chiusa, anche i pendolari hanno dubbi sui piani del Comune di Spinea

Sempre più cittadini, specie dei comuni limitrofi iniziano a rendersi conto del piano del comune di Spinea di chiudere via Roma / Miranese, l'importante via di accesso verso Mestre centro, o viceversa di fuga per gli abitanti delle aree della municipalità di Chirignago, sotto Venezia.
Il piano non piace ai residenti dei quartieri coinvolti con le modifiche del traffico d'auto, sia per il flusso d'auto locale cittadino in moto fra i vari quartieri, sia per il flusso di pendolari che ogni giorno per andare a lavorare devono seguire una strada che li riporti a Chirignago, e non piace nemmeno ai commercianti, che dentro ZTL (zone a traffico limitato difficilmente accessibili) sono in competizione con centri commerciali con parcheggi liberi e facilmente accessibili, la crisi e l'aumento degli affitti dei locali a causa dell'aumento delle tasse sugli immobili/attività commerciali (IMU, TASI, TARI).


Il piano di chiusura di via Roma / Miranese per realizzare una piazza non piace nemmeno agli autisti pendolari che ogni giorno per sfamare la loro famiglia non possono tardare dal recarsi a lavoro, percorrendo via Roma / Miranese.
Il tratto alternativo previsto dal comune che dovrebbe farsi carico delle auto è la tangenziale nord + via 11 settembre (o la tangenziale sud), arteria che tuttavia capta il traffico molto distante dalle rotatorie della Fossa, oggi utilizzate per accedere a via Miranese.
Già in passato si era visto che nella redazione del PAES si era cercato di nascondere questo aspetto tanto era palese il piano di dirottamento del traffico intercomunale a nord di Spinea (a sud è estremamente dannoso perchè si costringe un traffico costituito da decine di migliaia di automobili a percorrere quartieri residenziali come via Martiri, via Capitanio, via Alfieri od in generale il quartiere Dante).
Nel PAES i calcoli di risparmio di CO2 emessa erano stati fatti considerando autoveicoli provenienti da Maerne-Martellago diretti a Mestre, e non dalla Fossa a Mestre e viceversa.
In questo modo si riusciva a dimostrare la bontà delle dichiarazioni politiche sui benefici della tangenziale nord... affermazioni che tuttavia dichiaravano di portar fuori da via Roma tutto il traffico intercomunale, ivi compreso quello in arrivo dalla Fossa.
In effetti la travisazione del comportamento del traffico appare palese, poichè si confonde il traffico che già oggi percorre via Rossignago (quella via con marciapiedi isolati, aiole, dossi, tre autovelox-velo-ok) e via Oriago, con il traffico della Fossa che percorre via Roma.
Per eseguire la deviazione verso la tangenziale nord, anzichè percorrere i consueti 3,2 km di via Roma si è costretti a percorrere almeno 2 km verso Maerne-Martellago fino alla nuova rotatoria e 3,5 km per la tangenziale nord (stima dello IUAV, secondo me in parte ridotta rispetto la reale lunghezza di percorrenza, sempre a causa della confusione esistente fra riferimento alla tangenziale nord ed a via 11 settembre). Per ora, senza poter misurare l'opera non ancora aperta alle auto si può considerare un aggravio giornaliero di 2,3 km per ogni percorrenza.
Lavorando 24 giorni al mese per 12 mesi, per due viaggi al giorno ciò comporta almeno 1324 km in più per ogni veicolo.
I veicoli di pendolari dei comuni limitrofi transitanti sono in genere stimati in 15 mila veicoli ed assumendo come emissioni:
- da 205 a 200 g/km per vetture a benzina;
- da 167 a 165 g/km per quelle a gasolio
- da 154 a 152 g/km per quelle a Gpl.
 si ha almeno un aggravio di  2980 tonnellate di CO2 annui prodotta in più rispetto ad oggi.
Nel caso si volesse assumere senza indagini che delle 15 mila auto transitanti per Spinea dai comuni limitrofi, solo la metà provengano dalla Fossa e metà provengano da Maerne-Martellago, si avrebbero 1490 tonnellate di anidride carbonica all'anno emesse in più rispetto ad oggi.


I pendolari non hanno di certo tali preoccupazioni che invece dovrebbero far sobbalzare sulla sedia qualsiasi assessore all'ambiente del comune di Spinea, nel loro piccolo stimano che la deviazione consta di 2700 chilometri in più a testa, traducibili in un onere aggiuntivo di benzina, che ha un costo.
Se per esempio si assumesse che un'auto compie 15 chilometri con un litro di benzina, dal costo di 1,7 euro al litro, 2700 chilometri si tramuterebbero in un aggravio di spesa annua di 306 euro, cifra non propriamente trascurabile in periodo di crisi economica.

Quindi, anche se oramai sembra palese che la tangenziale nord incanalerà il traffico proveniente da Maerne-Martellago, sgravando così la sicura via Rossignago e rendendo inutili le spese per tutti i dossi e gli autovelox piazzati in loco in questi anni, rimane l'incognita della tangenziale sud (o strada folle) capace di captare il traffico vicino alle rotatorie della Fossa-Crea ed incanalarlo verso il ramo monco della Miranese, chiuso a ridosso del quartiere Dante - chiesa San Vito e Modesto, ove secondo i piani progettuali dovrebbe finire la piazza Lunga un Chilometro (pedonalizzazione di via Roma / Miranese).

Segnalo anche questo vecchio articolo di giornale relativo alla prosecuzione della "tagenziale nord", sul territorio di Mirano.

sabato 4 ottobre 2014

Pini marittimi di Piazza Marconi e piazza lunga un chilometro

Passate le elezioni, la nuova vecchia giunta Checchin in continuità con la giunta Tessari si occupa del piano di ristrutturazione del centro di Spinea... il cui fine palesato è sempre quello di chiudere via Roma/Miranese (progetto Masterplan prima, e Piazza Lunga un Chilometro oggi).
Per ora il comune ha approvato e deciso di attuare una ristrutturazione della piazza Marconi, per farla diventare centro di attività culturali da svolgere sopra quello che oggi risulta essere uno dei parcheggi liberi più capienti della città, utilissimo per il vicino mercato di piazza Fermi (quando piazza Fermi viene utilizzata come parcheggio, le auto di centinaia di clienti usufruiscono di piazza Marconi per accedervi) e per le funzioni della vicina chiesa di San Vito e Modesto.
I progetti di chiusura di via Roma, Masterplan prima e Piazza Lunga un Chilometro prevedono un vasto aumento della cubatura (realizzazione di edifici alti anche fino a 30 metri) sull'area di piazza Marconi, costruzioni che andrebbero a ripagare il rifacimento della piazza Fermi intorno alla villa del Majno di proprietà di privati e le opere complementari utili per chiudere la viabilità di via Roma, dai Bersaglieri fino alla chiesa San Vito e Modesto o da villa del Majno fino alla chiesa.
In entrambi i casi si parla di progetti per il valore di decine di milioni di euro che tuttavia stravolgerebbero non solo la distribuzione del traffico locale e intercomunale spostandolo verso quartieri periferici (quartiere Dante, via Alfieri, via Capitanio, via Buonarroti), ma anche l'economia locale passando da un'area liberamente accessibile a chiunque ad un'area pedonalizzata (esempi di tali interventi sono visibili a Mestre, Noale, Mirano, ...).
Questi lavori non coinvolgono i lotti residenziali disabitati a fianco di piazza Marconi e via Matteotti a cui invece giova una ristrutturazione della piazza.

Come già visto con le foto storiche, piazza Marconi  che un tempo ospitava la vecchia scuola abbattuta decenni fa, dove oggi c'è il prato ed i pini marittimi, è passata negli anni da un luogo di formazione ad una distesa piatta di cemento con funzione di parcheggio, con il campanile invaso da un'immensa pianta di edera, ed in seguito su progetto di un geometra di Spinea ad un luogo più vario che poneva l'attenzione sul vicino edificio storico dell'asilo, inserendo del verde nel centro di Spinea.
L'evoluzione della piazza fino al progetto con i pini marittimi, costato pochi milioni di lire (qualche migliaio di euro) dell'epoca, ricorda molto l'evoluzione avvenuta per un'altra piazza, quella di Santa Bertilla, che recentemente ha visto l'abbattimento della scuola Pascoli, ormai in disuso e la rimozione di un'ampia area verde, sostituita con una nuova viabilità ed una nuova piazza in stile moderno.

Ora, il nuovo progetto della giunta Checchin non sembra essere così noto e compartecipato dai cittadini come spesso si palesa nei discorsi politici.
Non è chiaro se il lavoro che si intende attuare su piazza Marconi sia un progetto temporaneo, definitivo, in preparazione al piano di aumento della cubatura previsto dai progetti della Piazza Lunga un Chilometro o del Masterplan, oppure una semplice ristrutturazione di piazza Marconi mantenendone funzioni ed aspetto.
L'idea di edificare un polo culturale e per incontri su piazza Marconi non è nuova, dato che già quarant'anni fa partiti politici intendevano procedere su questa strada piuttosto che mantenere le funzioni di piazza e parcheggio dell'area.
Tuttavia il piano venne bocciato e per decenni l'area rimase invariata, con funzioni prima di mercato del pesce e parcheggio e negli ultimi 10 anni di stazione delle corriere e parcheggio, evitando così opere più complesse, ma anche economicamente più costose se per esempio si considera il buco di risorse creato dal teatro di Mirano, che ha drenato soldi al bilancio del vicino comune.

Attualmente il progetto di rifacimento della piazza dovrebbe comportare lo spostamento della fermata degli autobus dalla piazza, con accesso da via Matteotti allo spiazzo prospiciente via Roma.
Parallelamente si sta procedendo a rendere molti parcheggi del centro cittadino da normali a disco orario (il precedente piano mirava a trasformarli in parcheggi a pagamento).
Oltre a questo verranno divelte anche le aiole che delimitavano i parcheggi della piazza e sostituiti i pini marittimi con essenze (piante di basso fusto?!) naturali.
Subito sono sorte delle associazioni spontanee di cittadini che si oppongono all'idea di tagliare i pini marittimi, vecchi di 40 anni: non tagliate quei pini, a Spinea scatta la protesta; i 13 pini marittimi vanno salvaguardati e non abbattuti.
Insomma sembra non esserci più quell'intento dell'amministrazione comiunale che aveva portato il comune a piantare un albero per ogni nuovo nato.

Si può notare che in quasi tutti i progetti presentati nel concorso di idee di Piazza Marconi-Fermi, prevedono una pesante cementificazione dell'area, di supporto con la cubatura realizzata nel project financing alle spese utili per ristrutturare piazza Fermi (in altre parole sopra piazza Marconi si cementificherebbe, con stili poco attinenti alle ville venete per creare il surplus di denaro utile per spingere finanziatori privati a cedere gratuitamente dei lavori di ristrutturazione di parti pubbliche in piazza Fermi), tuttavia tali progetti erano fortemente contrari alle regole imposte dal PALAV, il piano provinciale di salvaguardia della laguna veneta
In effetti il PALAV inserisce via Miranese, assieme al Terraglio ed alla Riviera del Brenta fra i percorsi storico-monumentali, ovvero percorsi storicamente utilizzate da migliaia di generazioni per muoversi fra i centri abitati.
E' bene notare che questo non significa minimamente che la Riviera del Brenta od il Terraglio o peggio via Miranese / Roma debba essere chiusa al traffico e trasformata in piazza, proprio come poli industriali vengono restaurati in modo conservativo, mantenendovi all'interno attività varie (l'esempio più concreto è proprio villa del Majno).
Ciononostante il PALAV prevede fra le prescrizioni ed i vincoli per le vie storico-monumentali (qualsiasi area che sia Piazza Marconi o l'area di Santa Bertilla):
Prescrizioni e vincoli
Non è consentita la realizzazione di nuovi accessi, se non finalizzata alla riorganizzazione di quelli esistenti.
Nelle aree classificate agricole dai vigenti strumenti urbanistici non è consentita, entro una fascia di m. 100 ai lati del Terraglio, del Naviglio del Brenta e della Miranese, la realizzazione di nuovi edifici o manufatti;
sono consentiti l'ampliamento degli edifici esistenti ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 5 marzo 1985, n.24 e l'adeguamento delle reti tecnologiche esistenti.
Finché i Comuni non si adeguano a quanto disposto dal secondo comma del presente articolo, anche per stralci relativi ad ambiti territoriali significativi al fine della tutela del profilo paesaggistico, per le restanti aree previste dagli strumenti urbanistici, ad esclusione delle zone territoriali omogenee A e B, sono consentiti, entro la stessa fascia di cui al comma precedente, esclusivamente interventi di manutenzione ordinari a e straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia, nonché interventi finalizzati all'adeguamento igienico-sanitario e delle reti tecnologiche esistenti.
Non è consentita l'installazione di insegne e cartelloni pubblicitari, con esclusione delle insegne e cartelli indicatori di pubblici servizi o attrezzature pubbliche e private di assistenza stradale, attrezzature ricettive ed esercizi pubblici esistenti nelle immediate adiacenze, nel rispetto di quanto stabilito in materia nelle direttive del presente articolo.
In fregio ai percorsi di cui al presente articolo va previsto, nel rispetto delle disposizioni legislative vigenti in materia, il reimpianto degli elementi arborei a vario titolo abbattuti, anche mediante convenzione con le proprietà interessate.

Questi divieti prevedono delle restrizioni ben chiare sulla gestione del patrimonio edilizio esistente ed arboreo o sulla nuova edificazione a ridosso di via Roma / Miranese, ivi compreso il reimpianto degli elementi arborei tagliati per qualsivoglia ragione.
Qualche dubbio può sorgere sul rispetto delle disposizioni con l'intervento di installazione della casetta dell'acqua, avvenuto in via Matteotti, vicino l'incrocio con via Roma, dato che l'intervento non rientra nel caso igienico-sanitario, bensì idrico, ed l'impianto di erogazione di acqua pubblica a pagamento è equiparato ad un distributore di bevande ed affini.
Tuttavia divieti non valgono per le zone territoriali omogenee A e B e valgono fintanto che il Comune non si adeguano a quanto disposto dal secondo comma del presente articolo, anche per stralci relativi ad ambiti territoriali significativi al fine della tutela del profilo paesaggistico, per le restanti aree previste dagli strumenti urbanistici.
Il secondo comma viene evidenziato in grassetto qui di seguito:
I Comuni, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici al presente piano di area, delimitano una congrua fascia di territorio posta in fregio ai percorsi stessi su cui intervenire nel rispetto delle seguenti direttive:
- individuare e valorizzare tutti gli elementi edilizi ed urbanistici di valore storico, monumentale e ambientale direttamente o indirettamente connessi al percorso o caratterizzanti il quadro paesaggistico;
- individuare e salvaguardare i complessi di ville, i parchi, i sistemi di alberature in fregio o comunque connesse ai percorsi, gli elementi morfologici significativi (quali fossati, tratturi, ecc.), nonché gli ambiti di interesse storico-ambientale;
- individuare e valorizzare i manufatti e le "attrezzature di transito" e, nel caso della Riviera del Brenta, i manufatti e le opere idrauliche, le attrezzature per la navigazione, gli approdi nonché i documenti della civiltà industriale legati all'uso dell'acqua;
- predisporre adeguate soluzioni per rimuovere le situazioni di degrado paesaggistico e ambientale, con particolare riguardo alle aree abbandonate o mal utilizzate, agli edifici od alle destinazioni d'uso incongrue, alle situazioni di congestione funzionale;
- prevedere la sistemazione organica degli accessi esistenti;
- definire le tipologie, le caratteristiche e materiali delle insegne e dei cartelli indicatori consentiti, ai fini di un loro corretto inserimento ambientale.
Inoltre i Comuni interessati ad uno stesso percorso, attraverso appositi accordi di programma, prevedono la riqualificazione paesaggistica del percorso medesimo, mediante la predisposizione di criteri unitari finalizzati a coordinare gli interventi, e l'individuazione di soluzioni adeguate, per consentire una maggiore fruibilità collettiva del complesso monumentale ed ambientale.

Si evince in primo luogo che non vi sia scritto da nessuna parte come la fruibilità collettiva del complesso monumentale ed ambientale sia valorizzata dalla sua trasformazione in Piazza, pur imponendo l'articolo del PALAV ka tutela e la salvaguardia dei complessi di ville, dei parchi (l'area verde di piazza Marconi è registrata nel PRG come area attrezzata a parco gioco e sport) e sistemi di alberature in fregio.
Il quadro storico paesaggistico protetto dal PALAV è quello evidenziato dalle foto storiche disponibili nell'archivio comunale e quelle poche qui inserite, pubbliche in internet, qualcosa di ben diverso dai progetti presentati alla mostra della Piazza Lunga un Chilometro (o col Masterplan) col project financing, che per un'area a ridosso di villa del Majno prevedono stili e canoni lontani dall'architettura veneta per l'area egualmente protetta di Piazza Marconi.

Forse per questi motivi a settembre la fiera del paese oltre alle solite giostre ubicate in piazza Fermi ha visto la pro-logo cittadina organizzare un capannone proprio su piazza Marconi, per incentivare un festival storico del vintage, con gli anni '50 a tema.
(foto a lato di Fabio da Villa)


Ora, essendo evidente che la fruibilità di quanto avviene in piazza Fermi o alla chiesa San Vito e Modesto avviene grazie all'uso di Piazza Marconi quale parcheggio, o che il parcheggio di piazza Marconi abbia la funzione di parcheggio scambiatore fra auto e autobus, proprio come il parcheggio della stazione dei treni di Spinea ha medesime funzioni, e tenendo ben presenti tutti i problemi che creerebbe la chiusura di via Roma/Miranese alla viabilità locale dei quartieri limitrofi ed intercomunale ed alle attività commerciali al di fuori dei periodi di fiera, risulta difficile pensare con i vincoli del PALAV prescritti un progetto di project financing pubblico-privato con realizzazione di molti nuovi edifici nelle aree in questione.
Non sembra credibile nemmeno l'uso inverso fra Piazza Marconi e Fermi durante i periodi di fiera, ovvero piazza Fermi utilizzato come parcheggio scambiatore o di accesso alle funzioni della fiera, o simili ubicate in piazza Marconi, poichè la realizzazione del senso unico di via Matteotti, D'Annunzio e Bennati ha appesantito la circolazione nel quartiere Dante e sulla vicina via Capitanio, proprio per l'accesso al centro cittadino (antecedentemente si passava facilmente dai quartieri nord e sud per le vie che tagliano direttamente via Roma, senza impegnare il tratto di via monumentale-storica).
E' pur vero che le provincie stanno ormai scomparendo, ed il PALAV è un'opera collegata al PTCP, piano territoriale di coordinamento provinciale, con valore superiore ai PUT (piani urbani del traffico) e PAT (piani di assetto territoriali) comunali.
Tuttavia nella nuova formula le funzioni delle provincie (ivi compresa la modifica del PALAV) per l'ambito di Venezia passeranno al consiglio costituito da alcuni membri scelti dei vari comuni aderenti all'ambito omogeneo o città metropolitana: per ogni comune il sindaco, alcuni consiglieri di maggioranza ed un consigliere d'opposizione.

Da anni sindaci del bipolo politico sostengono praticamente la stessa idea: via Roma / Miranese sarà chiusa ed il traffico spostato nella vicina tangenziale nord / via 11 settembre, o nella tangenziale sud, posizione che permette di finanziare progetti come la Piazza lunga un chilometro od il Masterplan per il centro cittadino.
Tuttavia il blocco della viabilità di via Roma/Miranese comporta una deviazione per gli abitanti dei comuni limitrofi diretti a lavoro (5-6 giorni su 7, 2 volte al giorno) di chilometri, pari anche a 2700 chilometri l'anno.
Questi problemi creati ai pendolari che già oggi hanno dubbi sul piano di Spinea sicuramente saranno adito per dissidi fra sindaci ed assessori di vicine amministrazioni comunali, mettendo Spinea all'angolo nel consiglio dei sindaci, facente funzioni delle vecchie provincie che hanno emanato il PALAV.

mercoledì 1 ottobre 2014

Negozi costretti a chiudere

Notizia interessante al TG3 Regione Veneto di questa sera 01/10/2014, fra notizie sugli scandali del mose ed aziende locali costrette a chiudere dopo esser state acquisite da multinazionali estere: al minuto 11.44 viene presentato un servizio sullo stato dei negozietti cittadini, sempre più costretti a chiudere ed impossibilitati a riaprire, per la competizione con i vicini centri commerciali provvisti di parcheggi chiari e gratuiti, a differenza delle aree del centro chiuse con ZTL, pedonalizzazioni e parcheggi a pagamento con ubicazione poco chiara. L'esempio preso in considerazione è Mestre.
A questo si aggiunge la crisi con l'indebolimento della capacità d'acquisto (circolo vizioso ben descritto nel documentario Inequity for all) che di per se sta portando ad un calo dei consumi e si aggiunge l'aumento dei canoni d'affitto dei locali dei negozi, per l'aumento delle tasse sugli immobili (IMU, TASI, TARI, ...) per ripagare gli interessi sul debito pubblico alle banche e coprire i buchi creati dai subprime/derivati sugli enti pubblici italiani che li acquistarono prima del 2008.


sabato 16 agosto 2014

WIFI, istruzioni per l'uso

L'amministrazione comunale ha recentemente espresso l'intenzione di potenziare la connettività dell'area di Spinea a cavallo della sede del Comune fino alla biblioteca comunale (area del progetto Piazza Lunga un Chilometro).
Per questo motivo si è pensato di collegare le sedi del comune e della biblioteca con collegamenti in fibra ottica che permetterà ai lavoratori del comune ed alle postazioni pubbliche in biblioteca un veloce accesso alla rete internet e di dotare tutta l'area dalla biblioteca alla piazza del municipio di un collegamento WI-FI fisso di libero accesso.

Vediamo quindi qualche aspetto relativo a questo secondo intervento.
Tutti gli esperimenti di WI-FI liberamente accessibile in Italia si sono sempre scontrati con l'uso che i singoli utenti potevano fare della rete (dai reati di download di materiale protetto da copyright ad azioni di hacking/cracking ben più gravi sotto l'anonimato).
Per questo motivo tutti gli access point di WI-FI (punti dove connettersi ad internet gratis via WI-FI) non sono mai stati veramente liberi (nessuna chiave di accesso WEP WPA WPA2), bensì a registrazione libera, ovvero registrandosi gratuitamente si ottengono le chiavi d'accesso per la connessione gratuita e si identifica l'identità del singolo utilizzatore del punto di accesso, potendo così risalire all'autore nel caso di cause penali-civili.
In questo modo, identificando l'identità di chi si registra, che sia il singolo affittuario in centro che può dismettere vita natural durante il suo abbonamento all'ADSL per accedere ad internet diversamente da chi abita in periferia (non si può di certo schermare la connessione libera agli immobili situati ove verrà posto il WIFI libero), lo smanettone capace di integrare il flusso di dati della sua ADSL con quello derivante dal WIFI pubblico per potenziare la sua velocità di navigazione (nei limiti di banda della connessione WIFI pubblica) od il turista desideroso di chiamare a casa via internet piuttosto che utilizzare il traffico del suo smartphone.
In tutti questi casi l'intervento pone in rilievo l'area del centro, in teoria dando un valore aggiunto alle aree interessate, a spese della pubblica amministrazione.

Tuttavia, è importante ricordare a chi non se ne intende di WIFI, che la rete basata sul tale tecnologia di comunicazione fra il computer ed il modem (lo strumento che permette di collegarsi ad internet da un punto di accesso, access point) non è sicura rispetto tutti coloro che si collegano al medesimo punto di accesso (anche se si utilizza una chiave WEP, WPA o WPA2).
Con un software di "sniffing" un qualsiasi utilizzatore di una rete WIFI può individuare l'IP degli altri computer collegati e svolgere attacchi fruttuosi, specie a quei computer sprovvisti di antivirus e firewall (anche tablet), oppure intercettare i dati che si scambiano in internet verso tutti i siti web con indirizzo http (non https) o con le chiamate telefoniche via internet (protocollo di comunicazione VOIP, es: skype).

Un altro difetto del WIFI è la sovrapposizione dei protocolli di trasferimento in presenza di più reti WIFI nella medesima area: per esempio la rete pubblica e reti domestiche di appartamenti confinanti.
Entro certi limiti è possibile risolvere questo problema definendo differenti canali per le diverse reti WIFI, meglio lasciando 3-4 canali di distanza fra una rete e l'altra.
Il medesimo problema viene sfruttato dai cosiddetti Jammer per bloccare una rete WIFI senza avere accesso al modem/router.

Le reti WIFI sono un mezzo molto pratico, flessibile e veloce, dato che non comportano connessioni fisiche o lavori per stendere cavi, ma sono anche sensibili alle interferenze e non completamente sicure.

Piscina di Spinea, qualche cifra

Dopo quasi un decennio di invidia verso la vicina Mirano e Chirignago, anche Spinea si dota di una piscina con la realizzazione di un simile servizio nelle vicinanze della stazione dei treni, recentemente costruita vicino all'ex-cavalcavia fra Chirignago e Spinea.
Mirano, Chirignago, Maerne e Mira sono già dotati di piscine (si veda immagine a lato tratta dal link), per cui l'opera attirerà sicuramente gli interessati del solo abitato cittadino, ma potrebbe attrarre nuotatori paganti anche dall'entroterra grazie alla vicina stazione servita da treni provenienti da Castelfranco a Mestre, purchè il doppio abbonamento (abbonamento mensile dei treni ed abbonamento mensile di iscrizione alla piscina) risulti conveniente rispetto ai concorrenti provinciali.
L'opera si inserisce in un'area già fortemente intasata da traffico veicolare, che andrebbe sgravata delocalizzando servizi piuttosto che addensata, specie se si considera che la chiusura di via Roma (ex-masterplan e piazza lunga un chilometro) voluta da vari partiti politici per fare gli interessi speculativi di aree cittadine centrali, ridurrebbero drasticamente le vie di accesso, dirottando il traffico di decine di migliaia di auto nei vicini quartieri residenziali.

Il progetto sviluppato in project financing è un esempio di Partenariato Pubblico Privato (PPP) che identifica forme di cooperazione tra i poteri pubblici e privati con lo scopo di finanziare, costruire e gestire infrastrutture o fornire servizi di interesse pubblico.
Non rientrano nel partenariato pubblico privato le cooperazioni dolose fra poteri pubblici e privati viste in Italia con corruzione e tangentopoli.
Esistono due forme di partenariato:
  • contrattuale: l'amministrazione ed i privati regolano i loro impegni unicamente su base convenzionale (con bando pubblico ?!);
  • istituzionalizzato: la cooperazione avviene attraverso un soggetto giuridico diverso distinto (per esempio una società di capitali a partecipazione mista, pubblica e privata).
Le forme di parternariato definiscono in quale campo di leggi si ricade fra i due soggetti nell'esecuzione dell'opera/servizi.
L'aspetto caratterizzante di entrambe le forme di cooperazione pubblico/privato è il coinvolgimento di capitali privati nell'opera, con un ritorno economico nel lungo periodo ed il coinvolgimento di privati nei rischi d'investimento.
In Italia non esiste una normativa che regoli il partenariato pubblico privato, differentemente da altre nazioni europee, come Francia e Spagna, per cui i rapporti fra pubblico e privato vengono decisi caso per caso nei rapporti fra politica e privati.
L'opera dovrebbe prevedere un intervento di capitali privati per l'80% del costo dell'opera e di capitali pubblici per il 20% (non chiaro se a fondo perduto oppure con compartecipazione sul successivo fatturato).
La spesa dell'opera dovrebbe attestarsi sui due milioni di euro, 400 mila euro da fondi pubblici, 1,6 milioni da capitali privati.

Il Comune ha imposto i requisiti minimi per la realizzazione della struttura: un valore di 750 mila euro, una sala di 900 metri quadrati con due vasche (una di dimensioni non olimpioniche 25 x 12,6 metri quadrati e 12,6 x 8 meri quadrati), 425 metri quadrati di spogliatoi e servizi.
Dovrebbero essere previsti poi adeguati interventi per soddisfare le normative in fatto di risparmio energetico ed energie rinnovabili, soluzioni per la fornitura di acqua dalla rete idrica senza inficiare la fornitura ai vicini quartieri e smaltimento in fognatura periodico dell'acqua con cloro nelle fasi annuali di manutenzione.
E' bene notare che l'impianto avrà un valore previsto di 750 mila euro, di cui 400 mila (53%) forniti dall'amministrazione comunale.
Parte del complesso prevede poi una volumetria di 18500 metri quadrati (commerciale e residenziale) concessa ai privati per compensare la partecipazione al progetto.
Proprio questa volumetria ha suscitato delle polemiche fra partiti politici, per il passaggio della volumetria da 13500 metri quadrati a 18500 meri quadrati.
Dato che il valore in ambito centrale in località di Spinea del metro quadro residenziale si aggira intorno ai 1200-2000 euro al metro quadrato, la volumetria concessa ha un valore che al minimo si aggira attorno ai 22,2 milioni di euro, utili per invogliare il privato ad investire i 350 mila euro rimanenti per la realizzazione della piscina.
Il complesso copre un'area di 1600 metri quadrati, per cui i 18500 metri quadrati per essere realizzati dovranno essere costruiti su più piani, sotto terra e sopra terra.
La copertura dei costi per residenziale e commerciale potrà avvenire vendendo le singole unità così realizzate a privati e stakeholders per mezzo dei loro capitali privati, con probabilmente un ritorno economico futuro derivante da quanto acquistato.
L'altra faccia della medaglia vede invece la creazione di posti di lavoro temporaneo per una percentuale del costo dell'opera (ovviamente il valore commerciale non può superare il costo di progettazione e realizzazione dell'opera) in un settore gravemente colpito dalla crisi finanziaria dovuta alla deregolamentazione dei mercati finanziari, del 2008 con derivati e subprime, e del 2011 con l'influsso delle Dark Pool.
Tuttavia non risulta l'imposizione di nessun vincolo sul coinvolgimento di progettisti / costruttori disoccupati da parte del Comune ai tre soggetti privati che partecipano al project financing (Tempo Libero Srl, Aspen Sas e la famiglia Pasqualetto).

venerdì 15 agosto 2014

Consultazione pubblica sul programma 202020

L'Unione Europea ha indetto una consultazione pubblica sul Patto 202020, ove chiunque può intervenire per dire la sua.
Il sondaggio può essere compilato sul form online oppure in un file da caricare in seguito.
Le risposte possono essere pubblicate, pubblicate con riferimenti al soggetto che ha risposto, oppure condivise anonimamente.
Purtroppo il sondaggio è in inglese per cui potrebbe essere utile l'uso di un traduttore online: google traduttore, systran.

La consultazione è accessibile dal 5 maggio 2014 al 31 ottobre 2014

Trovo interessante che il sondaggio ponga l'accento anche sui temi del lavoro, vera variabile che in questi anni ha giocato un ruolo fondamentale spostando imprese da nazioni industrializzate a paesi senza alcun vincolo ambientale / rinnovabili / diritti dei lavoratori (CGIA 27000 imprese italiane andatesene dall'Italia) creando disoccupazione nei paesi abbandonati, assogettati magari alle regole EU come il Patto 202020.
Merci prodotte in paesi ex-URSS, medio-orientali od asiatici vengono poi importate in Italia, come notato anche dall'ENEA, producendo inquinamento da trasporto (produzioni non locali, niente chilometro zero), crollo della capacità d'acquisto locale, disoccupazione e deficit della bilancia commerciale fra importazioni ed esportazioni.
Inoltre come notato dall'ENEA questa migrazione consentita in regime liberista ha falsato le statistiche sugli obbiettivi del Patto 202020, facendo sembrare gli indici positivi riguardo la riduzione delle emissioni, in realtà mancando completamente l'obbiettivo poichè parte della produzione inquinante, rimasta, semplicemente era prodotta fuori della rete di controllo dell'Unione Europea.

Dossier Cottarelli sugli sprechi della Pubblica Amministrazione

Spinea, come altri comuni, viene citata nel "Dossier Cottarelli", il rapporto che mira ad individuare gli sprechi della Pubblica Amministrazione per raschiare risorse dal fondo del barile, da mettere a disposizione del governo statale.
Secondo le accuratissime indagini di Cottarelli, il Comune avrebbe speso troppo la fornitura di energia elettrica, pagata troppo e soprattutto in affidamento diretto, senza pubblicazione di un appalto.

Il comune si difende affermando che

nel caso della fornitura dell’energia elettrica il Comune ha effettuato una procedura di gara mettendo a base d’asta il prezzo della convenzione Consip attiva per il Veneto alla data della gara. Nel contratto è stato applicato il principio della spending review dell’adeguamento del prezzo alle eventualmente nuove tariffe Consip che dovessero dimostrarsi maggiormente vantaggiose. In seguito alla procedura - prosegue la nota - si è stipulato pertanto un contratto che ha ottenuto un prezzo maggiormente vantaggioso rispetto a quanto possibile utilizzando la convenzione Consip. Il contratto con Edison spa che Spinea ha stipulato ha permesso infatti un ribasso sul prezzo CONSIP DI 0,0002 €/KWH e pertanto, così facendo l’amministrazione ha ottenuto un risparmio.
Questa l'unica critica rivolta al comune, dimenticando l'inutile spesa per la costruzione di due "tangenziali" di dubbia utilità/necessità, non ancora completate sette anni dopo l'accordo dell'amministrazione Tessari secondo la "legge delle grandi opere" per il Passante di Mestre, l'inutile spesa per realizzare un plastico del progetto Masterplan al costo di 20 mila euro, la realizzazione di tre box per autovelox per decine di migliaia di euro, la spesa per l'installazione di quattro televisori al plasma nelle farmacie comunali pochi giorni prima delle elezioni o per esempio i dubbi sollevati dalle Iene sui costi dei Velo-OK od i dubbi che è lecito desumere sulla sperimentazione delle casette dell'acqua.

Da notare che il Comune viene criticato in una tematica che nei mandati passati ha visto la pubblica amministrazione attiva nell'installare un impianto fotovoltaico nelle pensiline del vicino parcheggio ed accollarsi le spese per l'illuminazione della stazione dei treni di via 11 settembre (circa 40 mila euro l'anno benchè si interrompano le corse dei treni sulla rete ferroviaria dei bivi ad una certa ora di sera).

sabato 2 agosto 2014

Installate le due Casette (distributori) dell'Acqua

Il Comune ha permesso l'installazione delle due casette dell'acqua in via Matteotti e viale San Remo.
Le casette dell'acqua sono la versione moderna delle fontane pubbliche chiuse nell'ultimo decennio, con alcune piccole differenze:
1) l'acqua si paga, diversamente dalle fontane pubbliche
2) l'acqua proviene dalla rete acquedotto e non dalla falda, l'unica differenza con l'acqua di casa è il diverso filtro che ogni privato installa per ripulire acqua che contiene già meno elementi disciolti dell'acqua minerale
3) il denaro raccolto dalla distribuzione dell'acqua finisce alla compagnia gestore dei distributori, assimilati con "distribuzione di bevande e bar", secondo l'idea che si debba risarcire l'azienda dei costi per il sistema di filtraggio dell'acqua potabile e per il meccanismo che aggiunge l'anidride carbonica all'acqua gasata, creata sempre con l'acqua potabile dell'acquedotto.
Non è chiaro se per installare questi distributori il Comune abbia pagato con soldi pubblici od abbia ricevuto commissioni per occupazione di suolo pubblico, esattamente come avviene per le bancarelle dei negozi o del mercato.

Esattamente come per le fontane, il distributore è esposto giorno e notte a possibili adulterazioni del beccuccio di distribuzione (insomma, chiunque può sporcarlo), diversamente dal rubinetto di casa propria, che distribuisce esattamente la stessa acqua.

Come già considerato in passato, non si assiste alla ressa di persone che escono con bottiglie in mano da case riformite di acqua potabile per andarsi a servire del distributore automatico di acqua potabile installato su luogo pubblico.
Analogamente non sembra che la distribuzione di acqua minerale dei vicini negozi o supermercati sia stata ancora minacciata dall'arrivo delle casette dell'acqua, che a tutt'oggi appaiono solitarie dove installate.
Il motivo per cui infrangere la scelta degli italiani al referendum sull'acqua è quella di ridurre la produzione di plastica, comunque già oggi raccolta e riciclata, favorendo l'acquisto di acqua potabile dalla rete acquedotto piuttosto che di acqua minerale dai supermercati e negozi:
«Per questa iniziativa è necessario trovare adeguate localizzazioni che permettano ai cittadini di raggiungere agevolmente gli erogatori lungo la viabilità principale e nelle zone a maggior densità abitativa», spiega l’assessore all’Ambiente Stefania Busatta, «si tratta di un passo molto importante per ridurre la produzione di rifiuti di plastica nella nostra città»


Come già ricordato per non infrangere i referendum sostenuti anche dal PD, i costi dell'acqua, specie quella naturale, non dovrebbero differenziarsi dai costi della rete di distribuzione, ed essere pari a 1 euro al metro cubo (1000 litri), ovvero 0.001 euro al litro (1 centesimo ogni 10 litri comprati).

Invece nel Comune di Spinea, ora retto da una maggioranza PD, la casetta dell'acqua distribuisce 1 litro d'acqua naturale al costo di 0.025 euro (2,5 centesimi al litro, 25 centesimi ogni 10 litri), ovvero 25 volte più del costo dell'acqua potabile dell'acquedotto.

L'acqua minerale ha un costo di 200 volte superiore rispetto al costo dell'acqua potabile, ma paga apposite tasse di concessione, su cui Rerport fece anni fa una triste puntata.

Altro dubbio riguarda la scelta dei costi fra acqua naturale e gasata, ovvero costi al litro identici benchè la prima sia semplicemente acqua potabile emunta dalla rete acquedotto e l'altra abbia un processo costoso di aggiunta di anidride carbonica per renderla gasata.

Per comprare da tali distributori (privati?!) voluti dall'assessore all'ambiente Busatta, serve poi una tessera ricaricabile, poichè il distributore non accetta monete, monetine.
Dove si compra la tessera? a che costi? quanto si deve attendere per avere la tessera o ricaricarla? quando verranno fatti i primi rialzi di prezzo della distribuzione d'acqua dato che tutto è assimilato a "distributore di bevande o bar"
Peccato che nel tempo necessario per comprendere questi ultimi aspetti, uno si sia già già servito della stessa acqua potabile distribuita dalla casetta dell'acqua, dal più comodo rubinetto di casa propria.

Post Scrittum:
per avere la tessera servono 3 euro di caparra, pari a 3000 litri d'acqua al costo che dovrebbe avere (1 euro al metro cubo, o 1000 litri) se fossero rispettati i 4 si dati dagli italiani ai referendum sull'acqua.


Aggiornamento 24/08/2014
Il comune ha rilasciato i primi dati sul consumo degli erogatori di acqua pubblica sotto forma di "distributori assimilati a bar".
Mesi fa sul sito del comune si prannunciava simili valori di erogazione d'acqua e risparmio di CO2:
Alle ore 11.30. La nuova fontana eroga sia acqua microfiltrata sia naturale, sia gasata, sempre gradevolmente fresca. Ogni mese, ogni ProAcqua City eroga una media di 45.000 litri d’acqua risparmiando quindi lo smaltimento di ben 30.000 bottiglie di PET (1.200 Kg di Plastica), l’immissione in atmosfera di 250 Kg di CO2 per la produzione di dette bottiglie e 1.150 Kg di CO2 per la loro movimentazione.
Il consumo si è attestato invece su tali valori:
  • 1178 litri per l'erogatore di via Matteotti - 58 kg di PET risparmiati - 68 kg di CO2 risparmiata;
  • 4288 litri per l'erogatore di viale San Remo - 188 kg di PET risparmiati - 219 kg di CO2 risparmiata.
Valori nettamente inferiori (rispettivamente il 2% ed il 9.5% in un mese estivo) a quelli preannunciati forse dalle ditte che installano simili distributori di acqua non più pubblica, dato che ogni comune riporta le medesime frasi riportate da altri comuni a presentazione del progetto.
Si può anche notare come il PET e la CO2 risparmiati al litro erogato secondo i dati del comune risultino doppi rispetto ai valoro preannunciati (1200 Kg e 1150 Kg di CO2 su 45 mila litri), facendo apparire doppio il beneficio apportato dai distributori.
In altre parole se dovessimo tenere validi i dati inizialmente offerti dovrebbe apparire per esempio un risparmio di  31.41 Kg di PET e 30.10 Kg di CO2 per l'erogatore di via Matteotti.
Forse il valore potrebbe subire delle variazioni in funzione della quantità di PET presente/considerata su una bottiglia da mezzo litro d'acqua o su un litro.
Analogamente la stima della CO2 risparmiata è del tutto indicativa, non essendoci un oneroso studio della rete di trasporto dell'acqua: per esempio la San Benedetto a Spinea potrebbe essere considerata a Km0, dato che lo stabilmento produttivo è a Scorzè, rispetto a località più distanti.
Considerando poi l'erogazione di litri d'acqua in 30 giorni, 12 ore al giorno, risulta che ogni ora 3 - 12 persone si sono recate all'erogatore per prendere almeno un litro d'acqua.

domenica 27 luglio 2014

Le Iene sui Velo-Ok

Un servizio delle Iene qualche mese fa ha trattato dei Velo-OK, i finti autovelox che nell'ultimo anno sono stati installati in circa 400 Comuni italiani.
A Spinea ne sono stati installati sei.
Anomalie citate dalle Iene:
  • costo del prodotto di 150 euro alla produzione, venduto alle pubbliche amministrazioni per circa 3000 euro (x20 volte);
  • il box Velo-Ok non è contemplato dal codice della strada e non omologato per il rilevamento di effrazioni;
  • uso di società fiduciarie, anche se leggi italiane proibiscono l'acquisto da parte di pubbliche amministrazioni di beni e servizi di aziende con gestori fantasma tramite l'uso delle fiduciarie;
  • uso di società terze per vendere il prodotto alle pubbliche amministrazioni;
  • impossibilità di montare un autovelox in un box Velo-OK senza onerose modifiche (vedi immagine).

Il servizio, disponibile in streaming sul sito delle Iene.

Dal canto loro la NoiSicuri Project S.r.l. ha difeso già in passato gli "speed check", facendo notare come non sia dimostrata la responsabilità dei box nel formarsi di alcuni incidenti, non sia necessaria l'omologazione, dato che se correttamente installati soddisfano tutte le norme della strada e la sola idea che all'interno del bidone arancioe vuoto possa esserci un autovelox, permette una riduzione delle effrazioni di velocità dell'80%, migliore dei sistemi Tutor o dell'uso stesso degli autovelox nascosti per staccare multe e rimpinguare le casse comunali.


sabato 5 luglio 2014

Notte Gialla 2014

Al via la Notte Gialla, la manifestazione indetta dal comune per la prima giornata di sconti nei negozi e negli  esercizi commerciali.
La manifestazione prevede anche quest'anno la chiusura di una delle più performanti strade del comune per il deflusso libero del traffico veicolare, attirando tra l'altro migliaia di auto in aggiunta con persone in arrivo da paesi vicini.
Anche quest'anno la manifestazione entra in contrasto con i proclami degli ultimi due sindaci succedutisi a Spinea, i quali dal 2007 asseriscono di riuscire a dirottare il traffico sulla tangenziale nord (e sud?!) e via 11 settembre 2001, liberando il centro di Spinea per renderlo pedonabile.
Ebbene, la Notte Gialla attira migliaia di auto proprio in quel "centro" di Spinea rappresentato dal quartiere Fermi, chiuso da una serie di sensi unici creati sul vicino quartiere Dante, per cui si deve passare in un ambito residenziale "Zona 30" per avvicinarsi all'area della manifestazione.
Ricordo che il quartiere Fermi ha solo due accessi: via Roma stessa, che però viene chiusa ed un senso unico uscente (via Matteotti) bilanciato dalle stradine residenziali del vicino quartiere Dante (via Alfieri, via Bennati, via Sarpi / Verga / Bruno) o di via Capitanio.
Chiudendo via Roma salta in questo modo il traffico locale, costretto unicamente a passare per strade secondarie (via Alfieri, via Bennati, via Buonarroti, via Capitanio), e il traffico intercomunale che per ora non può che incanalarsi sulle stesse strade alternative appena citate per poi raggiungere via Roma/Miranese all'altezza delle rotatorie dell'ex-cavalcavia.
Ma un altro elemento contrasta con una governance del comune (più associazioni di sostenitori a tema) che da 6 anni propende per la mobilità dolce o ciclabile come ulteriore motivazione per chiudere un chilometro di via Roma (Piazza lunga un chilometro): la Notte Gialla attira uno scarsissimo numero di ciclisti.
Per giungere alla manifestazione la maggior parte dei visitatori preferisce l'uso dell'automobile di proprietà, piuttosto che l'uso di mezzi pubblici come gli autobus dell'ACTV, Girospinea, i treni dalle ben 2 vicine stazioni o la bicicletta, anche se arrivano da luoghi limitrofi come Mirano e Chirignago, ben interconnessi con Spinea con piste ciclabili recentemente costruite a spese del Comune.
Ovviamente l'ARPAV non fornisce i dati del PM10 fronte a tale evento ed i quartieri di serie B subiscono una manifestazione per ora limitata ad una giornata estiva / festiva, quando perlomeno non ci sono scuole aperte, traffico diretto a lavoro, ecc...
Non si hanno notizie di simili giudizi logici da parte delle associazioni pro-bicicletta del comune di Spinea, associazioni spesso politicamente vicine od anche sostenitrici del neo-eletto sindaco Checchin.

Prosegue quindi l'ironica realtà di fatto in contrasto con le chiacchiere della politica che nelle interviste o nei manifesti elettorali ama citare termini quali città partecipata, piste ciclabili e mobilità dolce.
Nella speranza che almeno i negozi del centro di Spinea riescano a far cassa in un tale periodo di crisi, tutto il resto è la solita Italia.

martedì 1 luglio 2014

(Ex-)Sindaco della città metropolitana

Negato il patteggiamento (accettazione delle accuse con un processo veloce dietro riduzione di pena) ad Orsoni, sindaco della città di Venezia, coinvolto nello scandalo corruzione del Mose.
Sembra ieri che Orsoni veniva invitato a Spinea a parlare di città metropolitana, secondo la forma prevista dal governo Monti (o Licio Gelli?!) con la cancellazione delle province e l'assunzione degli incarichi provinciali da parte del Sindaco e dei consiglieri della città capoluogo da svolgere gratuitamente...ebbene si, gratuitamente.
Ma è inutile fare facili ironie ipotizzando che anche se fosse stato pagato per questi incarichi supplettivi, vi avrebbe comunque fatto la cresta con qualche giro di corruzione/tangenti, poichè Orsoni dimessosi da sindaco non beneficerà dell'ascensione a senatore, nella riforma dell'attuale governo in carica, che prevede fra gli altri anche l'immunità tombale.
Infatti all'ex-sindaco della città metropolitana gioverà in tutta probabilità la prescrizione del processo per decorrenza dei termini, un po' come se il denaro intascato con l'illecito si volatilizzasse per evaporazione essendo una liquidità.
Nel frattempo la riforma delle città metropolitane/abolizione delle province sembra essersi incagliata su una diga (mobile?!), tanto che ora si paventa l'unione dei comuni con un accordo/contratto di collaborazione (Co.Co.Com.) che permetterà di condividere fra diversi comuni le risorse delle amministrazioni, spesso sfruttate per fini corruttivi.

Vistared oltre 300 multe

Missione compiuta per il Vistared installato nel semaforo fra via Fornase, Crea e via della Costituzione: in quasi un mese sono state staccate quasi 300 multe.
Ciò significa che 300 guidatori invece che rispettare il rosso del semafono, o rallentare per fermarsi con l'arancione sono passati ugualmente, come se nulla fosse.
A giorni di distanza dall'infrazione (in alcuni casi anche un mese) costoro hanno ricevuto le sanzioni, pari a 162 euro se l'infrazione è stata compiuta di giorno e 216 euro se l'infrazione è avvenuta di notte.
Il metodo di tassare per educare ha quindi prodotto almeno 48 mila euro in un mese da spartire in parte al comune, il parte alla ditta privata che verifica le infrazioni sul Vistared (credo 50% ad ognuno).
Se poi il multato non dovesse rivelarsi benestante, tale per cui pagare 219 euro non sia una bazzecola oppure dovesse rivelarsi con poca memoria, tale per cui dimenticherà che nella posizione è posto un Vistared, si otterrà nel lungo periodo la correzione dei comportamenti indisciplinati nell'incrocio.
Invece per tutti gli altri poveri cristi che già hanno difficoltà ad arrivare a fine mese o che rischiano di perdere il posto di lavoro se ritardano di 5 minuti (grazie alla flessibilità e precarietà che attira gli investitori stranieri), una soluzione comoda e poco costosa è l'acquisto di un navigatore satellitare su cui caricare i punti fissi dei Vistared, degli Autovelox, dei T-Red e di tutte le altre forme di tassazione indiretta tramite multe dello Stato/compagnie private.
In vicinanza di un apparecchio "produci-multe" il navigatore satellitare avverte in anticipo con un segnale sonoro il guidatore che da subito rallenta subito non commettendo nessuna infrazione nel punto in cui controllare il rispetto del codice della strada per fini di sicurezza.

sabato 31 maggio 2014

Così efficienti e così bravi....

A ridosso delle elezioni europee e municipali un gruppo di nomadi ha migrato fra i parcheggi di alcuni comuni del miranese, insediandosi a volte a ridosso della stazione di Spinea (Nomadi parcheggio stazione di Spinea 16 maggio 2014 - Continua il tour dei nomadi, ora "mettono le tende" a Spinea“)

Il Comune di Spinea ha risposto in tutta fretta con la forza ed ha disposto la dislocazione di paracarri in cemento armato a delimitare lo spazio delle corsie di ingresso a mezzo parcheggio della stazione dei treni di Spinea, laddove pernottavano camperisti e nomani.
Sono stati così efficienti e così bravi, che ora non ci parcheggiano manco più i pendolari che prendono il treno per Venezia!!!
In effetti un camper od una roulotte hanno larghezze paragonabili a quelle di una grossa auto, per questo disporre paracarri in cemento armato che limitino la larghezza dell'ingresso causa non pochi timori ai proprietari di auto che per usufruire del parcheggio (specie se di fretta per prendere il treno) rischiano di rovinare la loro automobile se non prendono millimetricamente le misure per passare per la strettoia.
Ben diverso sarebbe stato porre un portale largo con limitata altezza, dato che roulotte e camper sono più alti delle auto comuni (ed in molti casi anche dei SUV), lasciando libertà di movimento ai pendolari che usufruiscono del parcheggio della stazione dei treni.

Per ora quindi si assiste al rito del riempimento di metà parcheggio (dove tra l'altro potrebbero ancora parcheggiare i nomadi...ovvero il problema non è risolto), fino ad esaurimento degli spazi liberi, per poi assistere al "rito dei porchi" dei pendolari costretti a misurare i millimetri utili per passare i paracarri e parcheggiare negli spazi rimasti liberi.

Indubbiamente qualcosa non così difficile da prevedere prima di spendere soldi per un intervento che non piace a nessuno.

TASI, a chi conviene ed a chi no?

Il Comune di Spinea ha deciso le caratteristiche della TASI:
  • aliquota 2,5%;
  • nessuna detrazione di qualsiasi tipo (per esempio per figli a carico come l'IMU prima casa);
  • l'inquilino in affitto (forse anche negozi od uffici) pagherà il 10% (il proprietario il 90%);
  • la base imponibile è la rendita catastale dell'immobile (e non i metri quadrati).
 Non è chiaro cosa succeda al proprietario di un immobile in locazione se l'inquilino non versa la TASI e viceversa.
Dato che il Comune di Spinea ha deciso già l'aliquota differentemente da quello di Mira (o altri limitrofi) è obbligatorio pagare la prima rata della TASI il 16 giugno.

Prendendo in considerazione una prima casa, il conto della TASI è semplice: 160 * 1.05 * rendita catastale * 2,5 / 1000.

Vediamo a chi conviene la nuova tassa:
L'IMU sulla prima casa nel 2012 aveva aliquota 4,5 per mille, ma aveva detrazioni per figli a carico, 200 euro forfettario per chi aveva figli, ed ulteriori 50 euro per ogni figlio sotto i 26 anni fino a 400 euro (4 figli).
Quindi, per tutti i single che non avevano detrazioni, il passaggio da IMU a TASI è conveniente, variando verso il basso, per ora le aliquote. Ribadisco per ora.
Per le famiglie che godevano di una detrazione di 200 euro il confronto è:
160 * 1.05 * rendita catastale * 4.5/1000 e 160 * 1.05 * rendita catastale * 2.5/1000 - 200
Ovvero per rendite inferiori a 595 (un appartamento di 100-120 metri quadrati) si pagherà più TASI che IMU (aumento delle tasse dal 2012) , mentre per rendite superiori a 595 si pagava più IMU, pur avendo detrazioni, che TASI (ribasso delle tasse dal 2012).
Nel caso di famiglia con due figli sotto i 26 anni:
160 * 1.05 * rendita catastale * 4.5/1000 e 160 * 1.05 * rendita catastale * 2.5/1000 - 200 -50*2
quindi per rendite inferiori a 892 (all'incirca una casa due piani con giardino) si pagherà più TASI che IMU (aumento delle tasse dal 2012) , mentre per rendite superiori a 892 si pagava più IMU, pur avendo detrazioni, che TASI (ribasso delle tasse dal 2012).

Ora si può notare come abbiano un aumento di tassazione coloro che hanno un immobile di rendita catastale inferiore piuttosto che il contrario, segnando una patrimoniale stile sceriffo di Notthingam che prende ai poveri di patrimonio e premia i ricchi (previo il fatto che magari la patrimoniale ha già dimostrato tutti i suoi effetti nefasti nel 2012 con la seconda crisi economica dopo quella del 2008 dovuta alla speculazione finanziaria).

Ora la media delle famiglie italiane è 3.2 persone per famiglia (padre, madre, 1,2 figli) ed il limite di rendita catastale è ampiamento inclusivo per persone che abitano in appartamenti, verificabile in aree densamente abitate come Spinea, ove molti vivono in appartamenti e condomini.
Ciononostante non si può nemmeno fare una colpa ai Comuni della Tasi stessa, poichè da un lato lo Stato ha tagliato loro versamenti, dall'altro ha ripartito i profitti dell'IMU sulla base dell'ICI 2010  (ovvero di tassazione con coefficienti moltiplicatori molto più bassi, 100 anzichè 160) invece che delle previsioni di guadagno IMU calcolate e dall'altro lato ancora sopravvivendo l'IMU solo per le seconde case per berlusconiana volontà, tutti i comuni non turistici con prevalenza di prime case sono obbligati ad imporre la TASI sulle prime e seconde case senza detrazioni.

Eppure sui giornali continuano a susseguirsi proclami politici che la TASI costerà meno dell'IMU, pur essendo stimati gettiti fiscale pari o superiori all'IMU ...sarà il miracolo Letta-Monti-Renzi, ovvero la generazione della rendita delle tasse dal nulla?!
Eppure tutto ciò risulta una doppia fandonia se oltre alle considerazioni fin qui svolte si pensa che il limite massimo per la TASI imposto per il 2014, ovvero il 2,5% è già previsto che dovrà aumentare nel 2015 e nel 2016 !!!!
Infatti dal 1 gennaio 2015 l'aliquota della TASI diventerà pari all'aliquota dell'IMU, 4 per mille (senza detrazioni a discrezione del Comune) e potrà aumentare fino al 6 per mille.

Passiamo alle seconde case.
Le seconde case continuano a pagare l'IMU, tassa messa al posto di ICI + IRPEF per immobile sfitto con gli stessi valori che aveva (moltiplicatore 160, più di uffici di banche, negozi o attività produttive...come se vivere in casa portasse lauti guadagni) e aliquota IMU dal 7,6 per mille a valori superiori (prima era il 10.6 per mille).
Ricordo che l'IMU, oltre al meccanismo dell'IRPEF anticipata del 2012 (si pagava l'IMU corrispondente a ICI 2012 e IRPEF 2012, si assommava al pagamento dell'IRPEF 2011 pagato nella dichiarazione dei redditi dell'annno solare successivo, ovvero il 2012), l'IMU sulle seconde case o case in locazione era circa 1,2 - 1,5 volte il valore dell'insieme di ICI+IRPEF (cosa che causò un crollo del mercato immobiliare e la perdita di un 1-1,5%% di PIL dal fallimento di decine di migliaia di imprese edili).
E' stato dimostrato in questo blog come l'IMU gravasse un appartamento in affitto con il 40-45% di tasse, tasse che ovviamente appesantiscono non solo gli investimenti in LAVORO REALE (creare beni, costruire prodotti, edificare immobili, ...), ma anche costituiva un rialzo del canone mensile degli affitti dovuti.

Ma dal 2014 il governo ha reintrodotto l'IRPEF sugli immobili sfitti !!!
Questa tassa che tratta una seconda casa come se fosse produttiva di reddito solo per il fatto di possederla dovrà essere versata solo per le seconde case ubicate nella città dove il proprietario ha la prima casa. E' evidente che questa regoletta assurda e senza senso è stata introdotta come paliativo ed un domani verrà rimossa, gravando tutte le seconde case dell'IRPEF oltre che dell'IMU la quale inglobava l'IRPEF.
Quindi se per esempio qualcuno con qualche soldo da parte decidesse di usufruire del piano casa per ristrutturare la propria abitazione con ampliamento, portando la classe energetica dell'abitazione ad A ha diritto ad un ampliamento del 70%, percentuale che permette di realizzare due abitazioni contingue.
Tuttavia queste abitazioni si trovano nella stessa città, per cui una risulta come prima casa, mentre la seconda viene aggravata oltre che dall'IMU e dalla TASI anche dall'IRPEF per immobili sfitti.
Ovviamente ciò invoglia a non ristrutturare casa usufruendo del "piano casa", tenendosi anche una classe energetica bassa, piuttosto che a realizzare qualcosa che verrà tassato dallo sceriffo di Notthingam più che tutte le case che stanno intorno, in modo insensato.
Men che meno è corretto andare a tassare i volenterosi che invece che investire il loro denaro in paradisi fiscali esteri, delocalizzazioni o schemi Ponzi della Borsa, alias mercato finanziario / speculativo, decide di realizzare qualcosa di concreto per l'edilizia del suo paese (immobili di classe energetica A).

Per quanto riguarda la TASI, per le seconde case si pagherà con l'aliquota prevista dal Comune, eventuali coefficienti di riduzione (10-20-30%) se l'immobile è locato, eventuale ripartizione fra proprietario ed inquilino della tassazione (10-20-30% a discrezione del Comune pagato dall'inquilino).
L'aliquota della TASI e dell'IMU sommate non possono superare l'11,6 per mille e nel caso in cui lo superino non è chiaro quale delle due aliquote dovrà essere ribassata.
Nel caso in cui l'inquilino non paghi la TASI non si sa cosa succede (per esempio se paga il proprietario il 100%).



Non è nemmeno chiaro perchè per gli italiani debba sussistere la filosofia di pagare i servizi a cottimo, laddove versano già l'IMU e l'IRPEF sulla rendita degli immobili (o l'IRPEF sulla rendita degli immobili sfitti) oltre che una caterba di altre tasse (es: l'IVA e le accise sui carburanti), laddove quando gli italiani fanno volontariato è sempre gratuito o quando offrono gratuitamente i materiali al riciclaggio di rifiuti non vengono retribuiti per i beni minerali che si offrono  allo Stato (materiali riciclati e rivenduti per denaro per essere nuovamente forgiati).

Ma la politica applicata al territorio italiano è qualcosa che non va considerato come qualcosa di logico e sensato....è un culto religioso medioevale pieno di se arroccato sul suo bastione.

News dal sito del Comune

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Incipit

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ELENCO DISEGNI RIGUARDO LA VIABILITA'

Vengono elencati una serie di disegni per descrivere alcuni aspetti della viabilità nel comune di Spinea, già più volte indicati in questo blog.


Generali
Precedenti alle modifiche urbanistiche

Successivi alle modifiche urbanistiche


Casello del Passante a Crea


Stazione della metropolitana di superficie

Disegni descrittivi
Accesso diretto fra aree residenziali
Ville
Servizi ed area industriale
Tangenziale nord
Rotonde in via Roma
PUT2004: Statistiche degli incidenti

Quartiere Dante in particolare

Prima di aver reso via Matteotti a senso unico

Dopo aver reso via Matteotti a senso unico



Previsioni di Aumento del traffico dovute al Passante



Masterplan
La strada dei bivi


2 pesi e due misure (idee venute creando i disegni sopra elencati)
Quartiere Dante in particolare, ipotesi alternativa di viabilità futura con riapertura di un tratto a doppio senso e spostamento del traffico oltre la pedonalizzazione fortemente voluta dall'attuale amministrazione fra villa del Majno, piazza Marconi e la chiesa San Vito e Modesto.

Visione generale, ipotesi alternativa di viabilità futura con chiusura di un tratto di via Roma a cavallo di villa del Majno-Piazza Marconi ed a cavallo della nuova piazza fronte la chiesa Santa Bertilla (due pesi e due misure visto che nei progetti urbanistici piazza Santa Bertilla non si prevede di chiuderla interrompendo via Roma).

Annuncio del passaggio a senso unico di via Bennati
Via Bennati a senso unico, lavori eseguiti il 13 e 14 marzo (altre considerazioni).

Via Matteotti in Google Street
I 200 metri di strettoia...


Reclami al comune via Web
Spinea strade e servizi scadenti: i reclami viaggiano sul web




NB: da oggi la cosiddetta tangenziale nord è stata innaugurata come via "11 settembre 2001" con dedica agli omonimi attentati avvenuti in America.


Aggiornato al 07-02-2013